martedì 29 settembre 2009

Ancora su Concia e CasaPound

La partecipazione di Paola Concia, in quanto esponente del PD E lesbica, all'incontro, privato, non pubblico, con Casa Pound continua a trovare perplesse molte persone.
Trovo condivisibile le posizione di Patrizia Colosio sul sito Lista lesbica Italiana la quale, pur disposta a rivedere la pregiudiziale antifascista anche termini come antifascismo [devono] essere declinati alla luce della complessità che ci circonda dopo avere ricordato alcuni gesti recenti di Casa Pound
Vorrei ricordare che nella stessa notte della fiaccolata sui muri di Viterbo sono apparse scritte ingiuriose a firma Casa Pound contro Ascanio Celestini, reo di portare uno spettacolo dal titolo
Il razzismo è una brutta storia.
Per non dire dell’assalto violentissimo durante le proteste contro la riforma Gelmini a piazza Navona contro gli studenti da parte di Blocco studentesco che fa capo appunto a Casa Pound cui seguirà poi l’assalto squadrista alla sede Rai per protestare contro il programma di Federica Sciarelli che aveva mostrato le immagini.
si domanda
E’ su queste basi che possiamo pensare di costruire un dialogo?
O non c’è piuttosto il rischio di sdoganare un’associazione che fa della violenza squadrista la modalità di interazione con il resto del mondo?

Il fatto poi che i diritti non siano né di destra né di sinistra nel nostro paese la dice lunga sull’incapacità della nostra sinistra di farsi interprete delle istanze delle persone che non hanno voce e forse sarebbe il caso di ripartire da qui.

L'impressione è che vogliano “usarci” per farsi sdoganare; e perché proprio da noi?
Forse perché diamo l'impressione di essere una lobby che punta esclusivamente ad ottenere dei riconoscimenti specifici?

Domande alle quali tutte/i, prima ancora di ottenere una risposta da Paola Concia o dal movimento GLBTQI, dobbiamo provare a rispondere in prima persona.

sabato 26 settembre 2009

24 settembre l'omofobia quasi non c'è ma l'antifascismo manca del tutto

Partiamo dalla fine.
Giunti alla fine della fiaccolata siamo stati accolti dai promotori della medesima, Alemanno, che non ce l'ha fisicamente fatta a pronunciare la parola omofobia, così come Marrazzo (Piero, non Fabrizio) solo Zingaretti, primo fautore della fiaccolata, l'ha detta con convinzione, senza vergognarsene. Tutti ci hanno ricordato come da quel momento in poi, la violenza razzista e (grazie Nicola!) omofoba non sarebbero più state tollerate a Roma.

Poi Nicola Piovani, noto attivista dei diritti glbtqi*, ha suonato un brano dal film Il marchese del Grillo famoso film a tematica omosessuale (o gayfriendly?): Dopo sul palco sono intervenuti Gigi Proietti (che ha letto brani della voce Tolleranza dal dizionario filosofico di Voltaire) e Giorgio Albertazzi che ha letto prima una versione da lui rivista di Blowing in the Wind di Bob Dylan poi uno spiritual e infine la famosa poesia di Oscar Wilde. Poi tutti a casa che il contentino ce l'hanno dato e ognuno deve tornare alle proprie attività. Mica si può parlare sempre e solo di froci.

La fiaccolata ha mostrato come a società ancora non sia avvezza ai problemi di qualunque minoranza, figuriamoci quella glbtqi. Pensa che abbia solo bisogno di essere difesa dall'intolleranza. Non crede che tutta la società debba invece cambiare atteggiamento ed essere disposta ad un'apertura verso le diversità che non può portare che arricchimento e democrazia.

Intanto Alemanno continuerà a dire che è contrario alle unioni civili (figuriamoci ai matrimoni) mentre Marrazzo e Zingaretti continueranno a sostenere la cultura a Roma in provincia e nel Lazio contenendo (fino a quando?) lo spettro culturicida di Brunetta che aleggia come una vera pandemia.




Sono soddisfatto della partecipazione da fantasma, per testimoniare il dissenso di una fiaccolata che permette a troppi di ricostruirsi una verginità antiomofoba che in realtà non gli appartiene proprio come il vicariato, o le organizzazioni di destra (tranne Casa Pound che non è stata gradita dal sindaco), come aveva cercato di dire in un volantino che avrei voluto distribuire ma che mi è stato sconsigliato di fare...






Non tutti i sentimenti umani devono avere un riconoscimento per legge

Non tutti i sentimenti umani devono avere un riconoscimento per legge.  Sono contrario ai Dico e ai Pacs.
Gianni Alemanno sindaco di Roma
Le unioni civili vogliono estendere benefici di carattere assistenziale alle coppie di fatto, anche dello stesso sesso. In realtà è un pretesto per tentare di dare legittimità a qualcosa contraria al bene comune.


E TU
MANIFESTI INSIEME A LORO?


La manifestazione cui stai  partecipando era nata come manifestazione contro l’omofobia. Ma questa parola è stata tolta persino dal manifesto ufficiale e la manifestazione  è stata trasformata in una contro l’intolleranza e tutti i razzismi.


Ma l’omosessualità non è mica una razza!!!

Invece di sottolineare l’importanza di educare tutta la popolazione al rispetto delle persone anche per il loro  orientamento sessuale si è permesso di aderire alla manifestazione al  Vicariato che è profondamente omotransfobico e a organizzazioni di destra  come Il popolo di Roma, che recentemente ha subito un attentato simile, nelle modalità, a quelli alla  comunità GLBT. E’ difficile credere che sia la stessa mano che attenta ai gay quella che attenta a un’organizzazione di destra, destra storicamente omofoba (Mussolini i gay li metteva al confino, ancora nel 1994 Fini disse che i gay non possono fare il maestro perché sono pedofili).

Con le loro dichiarazioni e le loro azioni la destra, Alemanno e il Vicariato sono complici morali di un
clima omotransfobico
che non vogliono minimamente cambiare. Se partecipano alla manifestazione è per poter continuare ad alimentare un clima di intolleranza nascosti da un certificato fasullo di antiomofobicità, in barba alle
buoni intenzioni di Zingaretti, primo promotore della manifestazione.


Ora che lo sai vuoi ancora prestarti al loro gioco?

Non farti strumentalizzare!

Esci dalla manifestazione e protesta come noi!!!

Stampato in proprio 24 settembre 2009
www.criticaomosessuale.blogspot.com


Non capisco perché nessuno ha parlato di un'altra partecipazione che avrebbe dovuto essere altrettanto poco gradita quella de Il popolo di Roma che ha sfilato nella fiaccolata distinguendosi con bandiere tricolore.

Io personalmente non sono disponibile ad alcun dialogo con chi si colloca politicamente a destra. Non mi interessano i loro proclami, le loro tavole rotonde. Chi è di destra non è democratico, si rifà a un periodo storico orrendo per il nostro paese (il ventennio fascista) che anni di corteggiamento hanno reso presentabile, proprio come il fascismo in doppio petto degli anni 30 dimenticando lo squadrismo.
Per questo trovo un errore che Paola Concia, proprio in quanto deputato, si presenti al tavolo di discussione di Casa Pound.
Un tavolo di casa Puond? E chi sono un ente locale? Una istituzione? Una volta che Casa Puond ha accettato i gay cosa cambia a Roma, o in Italia?

Non facciamo l'errore di accettare i fascisti solo perché oggi dicono di essere antiomofobi cancellando la storia cui si rifanno che ha visto i gay deportati come gli ebrei (e zingari, malati di mente, testimoni di Geova, comunisti e troskisti...).

Qui siamo al puro delirio. Alessandra Mussolini arriva ad affermare che suo nonno
non odiava i gay. Non nego affatto il dato storico ma dipingere la famiglia Mussolini come omofoba è sbagliato. (Fonte Gaynews)
E meno male che il nonno non era omofobo altrimenti chissà che trattamento avrebbe riservato ai circa 10mila confinati omosessuali...

Capite qual è il percorso? Rendere legittimo l'interlocutore fascista che è ANTICOSTITUZIONALE. Parlare con casa Puond, con gens Romana o chi si rifà a movimenti che, in questo paese, storicamente hanno da sempre vessato omosessuali e avuto una idea della donna adir poco misogina e maschilista, per tacer di tutto il resto, è un enorme regalo che si fa alle loro idee dando loro legittimità. Un'applicazione forzata di Voltaire. Io con un fascista non ci parlo.
Non capisco questa apertura a destra a cosa serva, a chi giovi, se non alla destra stessa che così prende ancora più potere in un periodo in cui si è infiltrata in tutte le istituzioni democratiche.

Mi auguro di leggere una smentita da Paola Concia o, se la notizia è vera, a un suo ripensamento.



Ecco cosa è Casa Pound.

Ci vuole fegato solo per respirare la stessa aria.

Si vede che nemmeno io ho onore...






*L'acronimo sta per Gay Lesbiche Bisezx Trans Queer Intersex segue il criterio di Hammurabi ma il politicamente corretto è duro a morire...

mercoledì 23 settembre 2009

Uguali ma diversi



La manif di giovedì, voluta da Alemmano (sindaco di Roma) Zingaretti (presidente della provincia di Roma) e Marazzo (presidente della Regione Lazio) doveva essere contro l'omofobia ma è diventata contro tutti i razzismi e l'intolleranza. Alla manifestazione ha aderito il Vicariato quello che ha rifiutato il funerale cattolico a Welby, è contrario all'istallazione di distributori di profilattici nelle scuole, che considera il matrimonio civile una unione irregolare ed è contrario alle unioni civili perché considerate una battaglia ideologica della quale non si sente il bisogno perché dall'istituzione delle unioni civili non scaturirà nessun effetto concreto per i cittadini (fonte Corriere della sera del 16/12/07) e anche Il popolo di Roma organizzazione a rischio eversione visto che scrive nel suo programma politico: (...)siamo favorevoli a “rivoluzionare” anche l’attuale Costituzione, che per noi non è né un libro sacro, né qualcosa di immutabile.

Una manifestazione che strumentalizza tutta la popolazione Queer che andrà credendo di marciare per i propri diritti ma in realtà per ridare a vaticano e destra estrema e moderata (come se esistesse...) una sorta di patente anti-omofobia.

Per questo domani saremo in piazza, non per aderire, ma per ricordare chi sono i loschi figuri che manifestano ipocritamente contro l'omofobia ma sono i primi ad armare moralmente (e non solo) la mano dei tanti svastiochella.

L'omofobia non è solo la violenza contro trans, lesbiche, gay, intersessuali, bisex ed etero non allineati.
Omofoba è la società che vede gay ancora come delle macchiette che pensa ai trans solo quando li vuole scopare, che impone chirurgicamente un sesso agli intersessuali.

L'omofobia è la mancanza di spazio sociale entro il quale essere riconosciuti come soggetti autodeterminati e questa manifestazione un contentino ma poi mi raccomando tutti a casa.

Per questo domai scendo in piazza per aprire gli occhi a chi, ignaro, crede di partecipare a una manifestazione e non sa che è strumentalmente ingannato.
Scendo in piazza mostrandomi per quel che sono per la società, un fantasma, anonimo e invisibile. 

Mentre i puristi guardino pure dall'alto della loro spocchia, anche a loro, come agli altri, gridiamo pagherete caro, pagherete tutto

domenica 20 settembre 2009

Giovedì 24 settembre contro l'intolleranza e tutti i razzismi

Roma contro l'intolleranza e tutti i razzismi": questo lo slogan della grande fiaccolata che si terrà giovedì 24 settembre, alle 19,00, da piazza SS. Apostoli al Colosseo. Alla manifestazione interverranno il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ed il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

La fiaccolata, che vedrà la partecipazione di sindacati, associazioni e rappresentanti della società civile, sarà conclusa con una serie di interventi a difesa dei diritti di tutti i cittadini.

Questo il testo dell’appello lanciato da Provincia, Comune e Regione per la fiaccolata del 24 settembre contro la violenza e l’intolleranza: “Roma è da sempre città di pace, solidarietà e accoglienza, capitale del dialogo interreligioso, luogo di incontro fra i popoli e le culture. Questa grande vocazione universale, che nasce dalla storia stessa di Roma, deve oggi trovare la forza di confrontarsi con la concretezza delle sfide del tempo che stiamo vivendo.

Oggi più che mai, siamo chiamati a testimoniare, nella parola e nell’esempio, la possibilità di rifiutare ogni forma di intolleranza, rigettare ogni discriminazione che sottrae libertà e diritti alla persona umana, di aprirci all’altro e di costruire nuovi spazi di dialogo e di civiltà, nel rispetto della legalità e della sicurezza di tutti.

C’è molto che possiamo fare insieme cominciando col sostenere l’iter parlamentare delle norme che prevedono un aggravamento delle pene per tutti i reati che hanno il loro movente nell’omofobia. Molto da dire e da affermare nel nostro impegno quotidiano.
Per questo abbiamo pensato fosse giusto inviare un segnale corale da parte di tutte le istituzioni, delle forze civiche, sociali e religiose che hanno a cuore il futuro di Roma: una fiaccolata cittadina contro ogni forma di discriminazione, di intolleranza e di razzismo.

Una manifestazione che possa rappresentare un incontro tra tutte le forze vive della nostra città e un punto di partenza per indicare la strada da seguire nel nostro futuro, per dare più forza e respiro a quella Roma che amiamo e in cui
troviamo le radici del bene comune”.

E durante la conferenza stampa di ieri, presso la sede dell’Associazione Civita, il presidente della Provincia di Roma, Zingaretti ha affermato: "Questa fiaccolata e' una sfida culturale e rappresenta la scommessa di essere gli anticipatori di un nuovo clima: proprio mentre tutti si dividono qui, in controtendenza, si da un segnale di compattezza".

Zingaretti ha precisato che anche in presenza di posizioni differenti su temi dell'agenda politica, le istituzioni "sono unite su alcuni valori fondamentali, che sono la base della convivenza civile". "Una fiaccolata - ha concluso il presidente Zingaretti - non risolve i problemi ma chiama a raccolta i cittadini ed ha il valore di promuovere un atto forte di testimonianza. Può essere l'inizio per un voltare pagina, un nuovo punto di partenza".

sabato 19 settembre 2009

Montecitorio 18 settembre 2009




c6tv


Capleton, chi era costui?



IL TESTO


Bun Out Di Chi Chi – Capleton

intro:
Well mi just di king...cho, man a king a fire
And mi just go so more fire!!!! And mi caan cool
Hey whappen to dem, blazin you!!!
Burnin you! blazin you! burnin yooooouuuuuu!!!!!
Well I go bun dem out, from dem a play number two
Well I will never stop, always keep di fire burniiiiiiiiiinnnnn!!!!
Well I will never stop, always keep di fire bu, bu, bu, bu, bu, bu, bu

Chorus:
Mi seh dat one yah name bun out di chi chi, blood out di chi chi
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, bun out di chi chi
Yuh nuh see dem a deal wid too much any quit quit tat tity tity
Blood out di chi chi, bun out di sissy
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, blood out di shitty
Yuh nuh see dem deal wit too much, eh

Verse 1:
Well nuff a dem go get crack out, rock out, hack out, stack out
Mop out, drop out, flat out, knock out
Rat out, hack out, flop out, log out
Diss King Selassie and crack out!!!!!

Chorus:
One yah name bun out di chi chi, blood out di sissy
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, bun out di city
Yuh nuh see dem a deal wid too much any tit ty ty ty ty ty
Blood out di chi chi, bun out di sissy
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, blood out di city
Yuh nuh see dem deal wit too much any....

Verse 2:
Well nuff a dem go get mad out, shot out, red out, hot out
Bag out, wag out, log out, tag out
Fag out, grab out, rob out, crab out
Diss King Selassie and mad out!!!!

Chorus:
One yah name bun out di chi chi, blood out di chi chi
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, bun out di chi chi
Yuh nuh see dem a deal wid too much any...quit ty ty ty ty
Blood out di chi chi, bun out di shitty
From dem nuh waan nuh woman dem a deal wid any quity
Blood out di chi chi, blood out di sissy
And mi waan tell dem somethin...

Verse 3:
Mi seh dat one yah name bear number one, fear number one
Tell di disc jockey dem fi play number one
Hear number one, share number one
Nuff a dem mi see dem waan betray number one
Bear number one, fear number one
Tell di disc jockey dem fi play number one
Hear number one, share number one
But.but...but..but dat one yah name
I will never stop, always keep the fire burniiiiiiiiiinnnnn!!!!
I will never stoooooooopppppp!!! blaaazzeeeeeee!!!!
but, but, but, dat one yah name

Chorus:
One yah name blood out di chi chi, bun out di city
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, bun out di city
Yuh nuh see dem a deal wid too much any quit ty ty ty ty
Blood out di chi chi, bun out di city
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, blood out di city
Yuh nuh see dem a deal wid too much any....

Verse 4:
Well nuff a dem go get lie out, shy out, tie out, sigh out
Fly out, guy ouy, die out, why out
Buy out, pray out, lie out, sigh out
Diss King Selassie and die out!!!

Chorus:
One yah name blood out di chi chi, bun out di city
Yuh nuh see dem a deal dem a deal dem a deal wid too much any quity
Blood out di chi chi, bun out di city
Batty dem a.............

Batty man, chi chi man, funny man, fassy, sono tutti appellativi peggiorativi per gay nella lingua giamaicana, una sorta di patwah (patois) o, più propriamente, lingua creola.

Ecco qualche esempio tradotto in inglese corrente.

Bun out ah chi chi, Blood out ah chi chi
[Burn out a queer, Blood out a queer]
Blood out come chop, cut, stab, shoot out è un'espressione figurata particolarmente violenta, che ha l'immediatezza dell'immagine: Blood out lett. fallo sanguinare fuori...

Batty dem ah fuck and ah suck too much pussy
[Queers are fucking and sucking too much pussy]
In Giamaica, pussy ("fica") singifica anche sesso orale che , sempre in Giamaica, è equiarat alla sodomia

Blood out ah chi chi, Blood out ah shitty
[Blood out a queer, Blood out a shit (fucker), shit fcker un fottitore di merda..]


BUN OUT DI CHI CHI
Bun out ah chi chi, Blood out ah chi chi
Batty dem ah fuck and ah suck too much pussy
Blood out a queer, Blood out a shit (fucker)


TRADUZIONE:
brucia il gay, fallo sanguinare
i gay stanno fottendo e succhiando troppa fica
fai vedere il sangue ai gay, fai vedere il sangue al fottitore (di merda)  

WHOA!
Sodomite and batty man mi shot up... Whoa


TRADUZIONE:
sodomiti e gay, io gli sparo... whoa


GIVE HAR
Shoulda know seh Capleton bun battyman
Dem same fire apply to di lesbian
Seh mi bun everything from mi know seh dem gay
All boogaman and sodemites fi get killed


TRADUZIONE:
voi dovreste sapere che Capleton brucia i gay
e lo stesso fuoco lo riserva alle lesbiche
dillo, io brucierò tutto finché saprò che c'è un gay
tutti i gay e i sodomiti dovrebbero essere ammazzati


HANG THEM UP
Yow... String dem up and hang dem up alive
Bare batty man come round yah...
Dis mamma earth sey none cyann survive


TRADUZIONE:
yow, legateli e impiccateli vivi
di tutti i gay che girano qua intorno
la madre terra dice che nessuno può sopravvivere


Capleton, cantante reggae giamaicano conosciuto anche come "Il profeta" (sic!), militante nel movimento rastafarian si è subito imposto per i suoi testi omofobici, ma anche razzisti e sessisti. Così mentre il suo manager cercava di ridimensionarne l'omofobia dicendo che chi chi non si riferisce ai gay ma alla corruzione (sic!) Capleton, ma anche Beenieman, Buju Banton, TOK e Bountykiller iniziano a incitare i loro fan a uccidere membri della comunità gay giamaicana. In Giamaica infatti l'omosessualità (o, meglio, la sodomia), è vietata per legge.
Nel 2007 Capleton e accoliti hanno firmato il Reggae Compassionate Act (fonte wikipedia [in inglese]) che però è stato disatteso

Le contestazioni a questo porco fascista hanno ottenuto il risultato di far aumentare la sua fama, come ha riconosciuto lui stesso in un'intervista:
Capleton: La musica è un'arte e ognuno dovrebbe cantare quello che sente dentro di se. Dovresti cantare delle cose che ti circondano, ogni giorno nella vita; le cose che osservi. Perciò non è giusto lanciare certi messaggi e dopo scusarsi per questo. Per le cose che diciamo contro l'immoralità, le ingiustizie, le diseguaglianze e lo sfruttamento, non dobbiamo mai chiedere scusa. Lo dico da tanto tempo e lo ribadisco ancora una volta. Quando dico fuoco non intendo il significato letterale della parola. Questo fuoco viene dalle parole, dalla vita che vivo. Questo fuoco arriva attraverso il suono e il potere. Parla di liberazione, di stima di se stessi e di auto consapevolezza. Tutto quello che posso dire agli attivisti gay è grazie per la pubblicità che mi stanno facendo per questa controversia. La gente che non ha mai sentito il mio nome ora mi conosce bene grazie a tutti i giornali che hanno scritto sui diritti dei gay.
(potete leggere tutta l'intervista qui)

Questo porco fascista Sabato 26 settembre avrebbe dovuto essere a Roma, in concerto al Big Bang di via di Monte Testaccio.

Ma il locale, tempestato di proteste, ha deciso di cancellare il concerto.
 Una buona notizia per la città.

Capleton non è l'unico della sua specie.

Altri cantanti (sic!) hanno provato a fare i loro concerti  a Roma, Elephant Man e in altre città italiane.
Il problema del Reggae omofobico, sessista, razzista è molto più vasto di quanto si possa pensare. Molti sono gli artisti (Sic!) che infettano la musica Reggae con contenuti omofobico-sessisti ogni forma di boicottaggio è il minimo che qualunque cittadina/o  democratica/o deve fare per tenere lontani questi perosnagi dal nostro paese.

Il sito Non solo reggae ci aiuta a monitorare questa pandemia omofoba-sessista che fa sicuramente più dani dell'influenza A.

lunedì 14 settembre 2009

Un'altra aggressione a Bologona

AGGRESSIONE DOPO SERATA GAY A BOLOGNA, RAGAZZO PICCHIATO
Un ragazzo di 20 anni, Romeo, sarebbe stato picchiato ieri notte a Bologna al termine di una serata gay presso lo chalet dei giardini Margherita da un gruppo di quattro giovani che poco prima aveva infastidito un ragazzo omosessuale, suo amico, all'interno del locale. Il fatto e' stato denunciato dal comitato provinciale Arcigay "Il Cassero" che ha espresso vicinanza alla vittima dell'aggressione, denunciando che "anche Bologna ormai si inserisce nella spirale di violenza omofobica in cui e' precipitata tutta la nazione". Il ragazzo picchiato, secondo la versione del Cassero, sarebbe stato atteso dagli aggressori - che erano stati allontanati dal locale dalla sicurezzza - all'uscita dello chalet, mentre si avvicinava alla macchina, e anche una seconda volta quando era alla guida della vettura. Le urla di una ragazza presente sul posto avrebbero poi fatto fuggire gli aggressori. Il giovane aggredito ha riportato la frattura di un polso lividi ed escoriazioni. Anche il Cassero di Bologna partecipera' il prossimo 10 ottobre alla manifestazione di Roma contro "il razzismo omofobico". Solidarieta' al giovane aggredito e' stata espressa anche dal gruppo "Bologna contro omofobia, lesbofobia e transfobia", nato su Facebook. (AGI)
(12 settembre 2009 ore 13.44)
(fonte Repubblica)

L'adn Kronos insinua che, Secondo gli accertamenti pero' non ci sarebbero motivazioni omofobiche dietro l'aggressione. Secondo quanto si e' appreso, durante la serata e' scoppiato un litigio verbale all'interno del locale tra una coppia di gay e un gruppo di ragazzi completamente ubriachi. Sembrava finita li', ma all'uscita del locale quattro persone hanno avvicinato uno dei due omosessuali mentre con altri amici andava e recuperare l'auto parcheggiata in via Santa Chiara. (fonte adnkronos).

Un litigio verbale di che natura? E se la lite non è scaturita per questioni omofobiche (tutto da dimostrare) perché allora specificare che il ragazzo è gay e usciva da una festa gay?

Per altre informazioni rassegna stampa di Franco Grillini

Riunione operativa di Lunedì 14


La riunione operativa per preparare l'iniziativa WE HAVE A DREAM
di venerdì 18 settembre 
a MONTECITORIO
si terrà lunedì 14settembre
alle ore 20 alle ore 22
 presso la sede di
Arcigay Roma- Gruppo ORA
Via Nicola Zabaglia 14 - Roma
06.64501102 - 347.9578585

(a cinque minuti dalla stazione metro B Piramide)

L'incontro verterà primariamente sui contenuti da sviluppare per venerdì e su questioni di carattere pratico, quali l'attività dei gruppi di lavoro.

Grazie ad Arcigay per la disponibilità e la collaborazione e a chiunque vorrà partecipare a questa attività

domenica 13 settembre 2009

Ancora un articolo...

Le mille luci dei Micropride illuminano la rete

Si chiamano Micropride. E il nome ne descrive il carattere quasi intimo e la forza militante. Stanno nascendo in tutta Italia (Roma, Torino, Firenze, Bologna,e cc.) sotto la sigla 'We have a dream'. Presidi stanziali o cortei di cittadini promossi contro il clima omofobo e intimidatorio che si respira nei confronti dei cittadini gay, per chiedere sicurezza e estensione dei diritti civili (la piattaforma politica è quella del Pride).

La stampa mainstream ne ha parlato poco tranne qualche eccezione (Zetavu su Repubblica.it ha scritto un articolo molto attento). Ne dà, invece, un grande risalto la rete, con un flusso di immagini, video, resoconti in diretta. E soprattutto la raccontano i social network. Lo spazio semi-privato delle nostre reti online di relazioni sociali si popola infatti, per questa come per altre battaglie civili (il testamento biologico è stata una delle più notevoli), di tanti lumini virtuali che, attraverso le foto dei profili e le singole storie di vita raccontano, come in un flusso continuo, la genesi di movimenti nati dal basso.

Alcune considerazioni sparse.

In primo luogo la tecnologia riscalda. In particolare quando incontra bisogni identitari/espressivi accende e moltiplica. (E infatti chi ha affisso a Roma il manifesto omofobo auspicando che i leoni sbranassero i gay scesi in piazza ha semplicemente ridato forza a una comunità).

E in particolare sono i social network, in questo caso Facebook (ma anche le foto pubblicate su Flickr) a mostrare con chiarezza la forza dei social media come piattaforme di autorappresentazione. Soprattutto - è questo il caso - quando l'adesione pubblica a una manifestazione è di per sè un gesto politico importante, che manifesta pubblicamente una vicinanza rispetto ad una battaglia o, in molti casi, rende visibile un'appartenenza a una comunità.

Un tempo avremmo parlato di cyberattivismo, oggi raccontiamo come i legami tra mondo della rete e le piazze cittadine passano anche per i social network dove mondo on e off line si rimandano a vicenda. In qualche modo su Facebook stiamo assistendo a tanti coming out collettivi, dove un post, l'invito a partecipare a una manifestazione spontanea, la propria foto di manifestante taggata e pubblicata sul profilo e diffusa con con un click ai 300 'amici' online (amici, ma che conoscenti, colleghi di lavoro) vale quando - o in alcuni casi di più? - di un cartello messo in piazza.Insomma, tutto il contrario delle semplici adesioni alle petizioni online dove un click, si è fatto notare, serve a esprimere una sensibilità a un tema ma si ferma li'.

La differenza, infatti, è che - soprattutto nel caso dei Micropride - sono coinvolti in primo luogo i corpi di chi manifesta. Insomma, la libertà di scegliere - perchè di questo si tratta - è prima rivendicata con il corpo, poi espressa in rete, vissuta nelle piazze riappropriandosi dei luoghi cittadini e infine raccontata nuovamente online. Un ciclo da studiare, perché è inclusivo, allarga e costruisce opinione pubblica.

Infine, una nota a margine. Piccoli manifestanti crescono e imparano a conquistare l'attenzione dei media giocando con le loro stesse armi. Emerge, infatti, nei fenomeni grassroot un uso sempre più consapevole del mezzo: comunicati stampa diffusi in modo capillare, foto uploadate in diretta, video montati da mani esperte. Un tentativo di costruire l'agenda dal basso che ogni tanto, nonostante tutto, riesce a fare notizia.

Lorenza Parisi su Nova 100 blog del sole24ore

Un articolo condivisibile


Maksim Cristan su Iternazionale dell'11 settembre 2009

Cliccare sull'immagine per ingrandirla

Gay.it dice la sua sulla fiaccolata stanziale dell'11 settembre

Una fiaccolata d'intermezzo.

Ad una settimana dall'inatteso boom del corteo che dal Colosseo arrivò fino al Campidoglio, il 3° Micro Pride della capitale è andato incontro ad una brusca frenata.

Poche le persone accorse a Piazza Navona, in quello che non è stato un percorso bensì un sit-in, immobile, all'ombra del fontanone del Bernini. 300 circa le persone presenti, ovvero un decimo rispetto alle 3000 che venerdì scorso avevano illuminato i Fori Imperiali, a conferma di quanto sia stata forse infelice la scelta di volersi 'fermare', per due ore nello stesso punto.

Gay.it - 3° Micro Pride: ancora in piazza contro l'omofobia a RomaCon il passare dei minuti molte persone si sono aggiunte, ma molte se ne sono anche andate, per quello che è stato alla fine un cambio 'fisico' e non 'numerico'.

A parlare chiunque avesse voglia di dire qualcosa, con il megafono che è passato di mano in mano, raccontando storie, appelli, speranze e sogni.

L'impressione è che per riprendere forza il Micro Pride debba tornare ad essere 'mobile', con la città letteralmente tagliata in due da pacifici, allegri ed illuminati cortei. Già dalla prossima settimana, con il 4° appuntamento, potremo 'pesare' la validità di questa teoria, fondata per il momento sulla scarsa ed inattesa partecipazione alla manifestazione di questa sera, soprattutto se paragonata al boom di 7 giorni fa.
gay.it>

Ho inviato due righe all'autore (anonimo) dell'articolo (sic!)

Scrivo a proposito dell’articolo sulla fiaccolata stanziale a Roma lo scorso 11 settembre

A me sembra che il fatto che chiunque ne avesse voglia, senza censure né previe autorizzazioni, abbia preso la parola e discusso davanti agli altri convitati sia il segno di una matura democrazia di un movimento nato dal basso e autoconvocato e che le cose dette pur se diverse abbiano un sentire comune, costituiscano una piattaforma di rivendicazione. Possibile che chi ha scritto l’articolo abbia solo contato il numero e non si sia soffermato sulla novità di un evento che non era la solita partecipazione passiva, pur se numericamente superiore, ma una partecipazione attiva, democraticamente rilevante e inedita soprattutto per il movimento glbt romano?

We have a dream, i liberi cittadini che hanno partecipato a quell’evento, come il sottoscritto, che beninteso scrive a titolo personale, non hanno bisogno di patenti o di attestati di approvazione da parte di chicchessia tanto meno da un sito che fa del gossip e delle foto di ragazzi nudi (e le ragazze? Ah già il sito si chiama “gay” non “lesbo”!...) il forte della propria proposta culturale.

Però, forse, il giornalista (sic!) che ha sentito di bollare negativamente come insuccesso la straordinaria prova di democrazia dei cittadini romani presenti dovrebbe rivedere le priorità del proprio informare, soffermandosi meno sulle sfilate e di più sui contenuti. Sempre che sia capace di riconoscerli oltre che di produrne…

sabato 12 settembre 2009

Prime impressioni sulla fiacolata stanziale di venerdì 11

Intanto non mi ricordo cosa ho detto quando ho preso io il megafono (veramente non lo reggevo io, comunque...). Spero solo di avere detto cose sensate...
Mi sembra che ieri sera abbiamo dato una prova di democrazia vera, lasciando parlare chi voleva. Non è stata solo una fiaccolata ma un'assemblea. Le persone avevano molto da dire, anche cose diverse, com'è giusto che sia. 
L'impressione che ho avuto confrontandomi poi con gli intervenuti e le intervenute è che c'è tanto da lavorare per quanto riguarda la coscienza di classe e la politica del movimento.C'è tanta confusione ma, rischiando di banalizzare per la generalizzazione, cedo che i ragazzi, gli uomini, siano ancora intrisi di uno strisciante maschilismo, e siano tutto troppo omo-centrici, ciò centrati sulle esigenze glbt senza vedere che la matrice discriminatoria è la stessa che toca anche altre categorie (copie di fatto etero, misoginia, xenofobia, etc.).
Mi sembra che invece le ragazze siano più aperte ad approcci meno omo-centrici e più eterodiretti alla liberazione di tutte le persone non solo di quelle glbt anche se questa dispobinilità non si traduice sempre in una concreta pratica politica.
Mi fa orrore invece l'apertura a destra di alcuni loschi figuri che vorrebbero aprire le braccia a Casa Pound o a Forza Nuova o anche a Fare Futuro di Fini. In quanto antifascista (e la questione c'è nella piattaforma politica del pride 2007) queste aperture non possono essere (per inciso è curioso come la stessa persona che apriva a Casa Pound poi diceva che io ragionavo come il pdl... S'è preso un bestemmione...).
Però insomma è almeno un confronto dal quale emerge, e non potrebbe essere altrimenti, che la barbarie fascista ha colpito tutti, anche le persone glbt. Quindi l'appartenenza a un orientamento sessuale altro non è garanzia alcuna per un attestato di intelligenza. Ci sono fascisti, razzisti (basta leggere l'intervento di Aldo Busi sul Minima Moralia il blog di Minimum fax...), misogini anche tra i gay...
Il lavoro da fare è tanto ma mi sembra che abbiamo iniziato bene!

Gay.tv censura We have a Dream


Nonostante due segnalazioni 

a tutt'oggi 

il sito Gay.tv  

non segnala la fiaccolata di ieri, 
11 settembre, a Piazza Navona, organizzata dal gruppo autoconvocato We Have a Dream.

Mi chiedo proprio il perché...
eppure stiamo parlando di Roma non di Rocca Cannuccia...

Gay pestato a sangue due italiani gli aggressori

Ancora un gay aggredito. A Firenze, in piazza Salvemini, la notte tra il 9 e il 10 settembre, un ragazzo di 26 anni, poche ore dopo il presidio-fiaccolata unitario sui ponti fiorentini contro l'omo/transfobia, è stato pestato a sangue da due italiani. Il ragazzo stava rientrando a casa dopo una serata trascorsa in un locale gay fiorentino.
A rendere noto l'episodio è l'Arcigay Firenze "Il Giglio Rosa", in contatto diretto con il ragazzo e la famiglia. "Siamo vicinissimi al ragazzo e alla sua famiglia, e siamo scossi dal fatto che anche la città di Firenze sia protagonista di un episodio di inaudita violenza ai danni di una persona omosessuale, proprio a poche ore dalla grossa mobilitazione contro la violenza omofobica che aveva visto una straordinaria partecipazione della cittadinanza. Il ragazzo - prosegue l'associazione - era stato avvicinato e minacciato da due uomini nel corso della serata di mercoledì all'interno di un locale gay del centro. I due erano stati allontanati dai gestori. Intorno alle 3 del mattino, il giovane sarebbe uscito dal locale e si sarebbe diretto a piedi verso Piazza Salvemini, dove i due uomini, di circa 35 e 40 anni, lo avrebbero aspettato e gli si sarebbero scagliati contro a mani nude. Il ventiseienne è stato trovato in un bagno di sangue da alcuni amici e accompagnato a casa in auto intorno alle 5".
Giovedì mattina il ragazzo è stato portato al Pronto Soccorso e successivamente ricoverato d'urgenza. Gli sono state diagnosticate, oltre che contusioni e tumefazioni, molteplici fratture: agli zigomi, alla mandibola e al naso.
"Questo pomeriggio - fa sapere l'Arcigay Firenze - sarà operato. Al momento il giovane gay è ancora sotto choc. Chiediamo però la collaborazione di tutte e tutti affinchè possano essere individuati dagli inquirenti i due aggressori. Nel frattempo, oltre a fornire alla famiglia un primo aiuto psicologico, abbiamo dato mandato ai legali della nostra associazione, avvocati Alessandro Traversi e Paola Pasquinuzzi, di raccogliere la denuncia del ragazzo. Invitiamo autorità e istituzioni a non considerarlo come un episodio isolato e chiediamo agli inquirenti di indagare accuratamente affinchè gli aggressori possano essere identificati e fermati quanto prima. Chiediamo a tutta la comunità lgbt di non avere paura, ma soprattutto di rimanere compatta e continuare con coraggio e determinazione il percorso di sensibilizzazione e isolamento delle frange violente in città. Valuteremo assieme alle altre sigle e associazioni fiorentine e nazionali quale risposta dare all'ennesimo episodio di violenza ai danni della comunità lgbt che coinvolge il nostro paese"
Repubblica

Picchiato davanti a un bar per omosessuali. Ha gli zigomi e il naso fratturati
L'Arcigay: "Non dobbiamo aver paura. Serve isolare le frange violente"
Firenze, calci e pugni contro un gay
aggredito nel giorno anti-omofobia

Firenze, calci e pugni contro un gay aggredito nel giorno anti-omofobia

Striscione su un ponte a Firenze
FIRENZE - Era il giorno della manifestazione contro l'omofobia organizzata sull'Arno a Firenze. Nella notte, davanti ad un bar per gay, due giovani hanno pestato a sangue un omosessuale di 26 anni. "Brutto frocio - gli hanno gridato - prendi queste". E a suon di pugni, gli hanno fratturato entrambi gli zigomi e il naso.

E' accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì ma solo oggi l'Arcigay di Firenze ha reso pubblica la denuncia. "I genitori del ragazzo ferito non sapevano che il figlio era omosessuale. Ora però le cose sono chiare e abbiamo incaricato i nostri legali di presentare denuncia alla polizia". Ricoverato in ospedale, il giovane picchiato è stato operato mentre gli agenti hanno sequestrato i filmati ripresi dalle telecamere fisse vicino al locale in piazza Salvemini dove è avvenuta l'aggressione nella speranza di recuperare immagini utili per l'indagine.

"Quella sera - spiegano all'Arcigay Giglio Rosa - il nostro amico era in locale per omosessuali. Ha attaccato discorso con due giovani ma quelli l'hanno apostrofato con male parole. Brutto finocchio. Noi siamo etero, gli hanno detto. Il padrone del locale ha preferito buttare fuori quei due che però hanno giurato vendetta e all'uscita dal bar, alle tre di notte, hanno aggredito il nostro amico".

"Bisogna isolare le frange violente della città", dice l'Arcigay, e chiede "a tutta gli iscritti di non avere paura", ma gli omosessuali sono spaventati. Troppi episodi di intolleranza verso i gay in questi giorni per non credere in una recrudescenza omofoba. A Roma, dopo le coltellate e le bottigliate di "Svastichella" per un bacio omosessuale e le bombe incendiarie sul portone del locale che ospita "Muccassassina", la festa gay più famosa d'Italia, nella Gay Street della Capitale una settimana fa sono state lanciate due bombe carta contro un bar gay.
Repubblica

Un altro Blog?


Paesanini che fai, ti sdoppi?
Ho pensato di lasciare al mio primo blog, paesaniniland, la sua vocazione generalista. Lì continuerò a parlare di Teatro, Cinema, spot pubblicitari, ecologia, politica, ricordi, amici, canzoni, discussioni avute con gli amici, mostre d'arte, insomma, il blog che tutti conoscete e amate (fosse vero). Questo blog invece parlerà esclusivamente di tematiche legate all'orientamento sessuale, un blog a tematica, come dicevo ai tempi dell'università, quando quella omosessuale mi sembrava la tematica par excellence.
Qui troverete le mie impressioni sui collettivi politici, i miei resoconti sulle iniziative politiche, i discorsi fatti con le compagne e i compagni (anche solo di viaggio...) i dubbi, le incazzature, le speranze, la voglia di politica che, a 44 anni, mi sta riaccendendo come quando ne avevo 30.
Stavolta spero però che voi, mie cari Lurker, vorrete lasciare una traccia della vostra presenza, del vostro passaggio, delle vostre idee, perché se delle intemperanze di paesanini si può anche solo leggere e andare oltre, il grido di protesta di questo blog non può essere assolutamente ignorato.