mercoledì 14 ottobre 2009

Matrix (mediaset) e l'emergenza omofobia

 Una brutta trasmissione, dove Paola Concia e Valdimir Luxuria sono trattate a pesci in faccia da Storace (basta la parola) e da Beatrice Lorenzin.

Quel che passa nel programma è un'emergenza omofobia, descritta come recrudescenza di aggressioni fisiche a danno di gay lesbiche e trans (anche se i/le trans  nei servizi nn si vedono...).
C'è quel borghese di Antonio D'amico che dice che lui e Gianni (Versace) per strada non si baciavano mai perché sapevano di poter dare fastidio. E nessuno trasale.
Questo è il primo nucleo di omofobia.
Dovremmo rimanercene nascosti perché qualcuno potrebbe trovarci eccessivi... Chi stabilisce però il limite tra buono e cattivo gusto?

E poi Antonio non si rende conto di essere un privilegiato che ha vissuto anni negli States... Lo vada a dire a un pischello di 14 anni che vive in una piccola città italiana che non deve baciarsi... Come fa a non rendersi conto? Come fanno tutti a non rendersi conto che c'è gente comune che non ha i soldi la notorietà e la cultura (sic!) che hanno alcuni?


Ha ragione Facciamo Breccia quando dice

L'emergenza omofobia è solo un pretesto.
I media hanno costruito ancora una volta sui nostri corpi un'emergenza, come nell'autunno 2007, in seguito all'omicidio di Giovanna Reggiani, costruirono l'emergenza stupri. Non c'è una "fobia", una paura irrazionale che si avventa contro i nostri corpi: nel nostro paese e nel mondo impera un sistema eterosessista violento ed escludente che produce un clima terribilmente favorevole alla violenza contro lesbiche, gay e trans così come contro le donne. Questa violenza non è certo iniziata quest'estate, anzi essa è strutturale, tanto che ancora oggi anzitutto è dentro la famiglia, che, a sua volta, è il secondo pilastro - insieme alla sicurezza - della propaganda. Negli ultimi anni lo scivolamento verso un regime autoritario, oggi stabilizzato, ha legittimato forme di violenza di strada che spesso hanno una matrice politica fascista ed integralista, matrice politica che mai da istituzioni e media viene sottolineata e denunciata.
anche se poi non condivido le conclusioni.

Dobbiamo far capire invece che l'omofobia è già nel pensiero di Antonio D'amico, già nel pensiero di chi pensa che due ragazzi che si baciano esagerano.


Però l'incontro del ministro Carfagna con le associazioni di categoria ha portato i suoi frutti.
Di concerto con il ministro Gelmini è partita la campagna Io dico no alla violenza! che ha delle belle schede (ho letto solo quella sull'omofobia, mi riservo di leggere anche le altre...)- ecco il testo della scheda nostra
scheda omofobia

Insomma giornata pessima ma qualche piccolo passo è stato fatto...

martedì 13 ottobre 2009

Alllora quella legge non era poi così male...

Per come era formulata la legge, le mie opinioni sull’omosessualità potevano essere individuate come un reato

dice Paola Binetti e prosegue (...)
la formulazione della legge lasciava aperta la strada a successive interpretazioni che potevano configurare il reato di omofobia solo per aver espresso delle opinioni, o per una madre che prova a convincere il figlio che gli ha appena detto di essere gay (fonte La stampa)
Convincere di che? Che dall'omosessualità si può guarire?

Matthew Wayne Shepard

Matthew Wayne Shepard (Casper, Wyoming, 1º dicembre 1976 – Fort Collins, Colorado, 12 ottobre 1998).



Subito dopo la mezzanotte del 7 ottobre 1998 Matthew Shepard incontrò in un bar Aaron James McKinney e Russell Arthur Henderson e chiese loro un passaggio a casa. Successivamente Shepard fu derubato, picchiato, legato ad una staccionata e lasciato lì a morire. Shepard fu trovato 18 ore dopo da un ciclista di passaggio, vivo e in stato di incoscienza. Aveva una frattura dalla nuca fino oltre l'orecchio destro. Parte del cervello era stata danneggiata in modo tale da risultare compromessa la capacità del suo corpo di regolare il battito cardiaco, la temperatura corporea e altre funzioni vitali.  I medici giudicarono le sue lesioni troppo gravi per poter essere operate. Shepard non riprese più conoscenza e rimase sempre in rianimazione. Morì alle 12.53 del 12 ottobre all'ospedale Poudre Valley a Fort Collins, in Colorado.

La polizia arrestò McKinney e Henderson poco dopo, trovando l'arma insanguinata, le scarpe della vittima e la carta di credito nel loro camion. I due assassini avevano cercato di procurarsi un alibi grazie alle loro fidanzate.

Durante le udienze entrambi i difensori usarono varie strategie per difendere le loro azioni. Quella più degna di nota fu la cosiddetta difesa da panico gay: i due sostennero di essere diventati temporaneamente incapaci di intendere e di volere per colpa delle avances sessuali che dichiararono di aver ricevuto dalla vittima. In un altro momento i due sostennero invece che loro volevano solamente rapinare Shepard, e non avevano mai avuto intenzione di ucciderlo.

Henderson fu dichiarato colpevole il 5 aprile 1999 e accettò di testimoniare contro McKinney per evitare la pena di morte; ricevette due condanne a vita, senza possibilità di essere rilasciato anticipatamente per buona condotta. McKinney venne dichiarayo colpevole di omicidio volontario. Quando si iniziò a considerare la pena di morte, i genitori di Shepard patteggiarono un accordo, che fruttò anche a lui due condanne a vita senza possibilità di essere rilasciato anticipatamente per buona condotta.

I genitori di Shepard dichiararono «Stiamo offrendo la sua vita in memoria di uno che non vive più».

fonte Wikipedia


domenica 11 ottobre 2009

Disastro totale.

 Ieri c'è stata la manifestazione UGUALI, la cui piattaforma di rivendicazione recita:
PIATTAFORMA RIVENDICATIVA LGBT

UNIONI DI FATTO

Chiediamo l’applicazione della Risoluzione del Parlamento europeo del 16 marzo 2000 che prevede di garantire “alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie e alle famiglie tradizionali”. La piena applicazione di detta Risoluzione rappresenta una misura di civiltà cui anche l’Italia si deve adeguare per non restare ai margini del cammino di allargamento dei diritti civili intrapreso dall’Europa.

Chiediamo al Governo e al Parlamento di tornare ad affrontare il tema delle famiglie omosessuali. Consideriamo il livello del confronto tra le forze politiche del tutto arretrato. Le esigenze e i bisogni delle coppie lesbiche, gay e transgender/transessuali, comunque escluse dall’accesso al matrimonio e dalla possibilità di unirsi civilmente, non vengono tenuti nella dovuta considerazione.

Chiediamo la parità dei diritti, attraverso l’estensione del matrimonio civile o istituto equivalente. Nel rispetto delle differenti modalità di legami sentimentali, e in linea con ciò che è avvenuto in Europa chiediamo inoltre la creazione di istituti differenti e distinti dal matrimonio che prevedano il riconoscimento giuridico pubblico delle unioni civili.

Chiediamo di affrontare il tema della responsabilità genitoriale dei partner di fatto, anche dello stesso sesso, nell’interesse soprattutto dei minori coinvolti, comprese le migliaia di figli di lesbiche e gay presenti nel Paese.

LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI

La Risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2006 ha chiesto di “assicurare che le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender/transessuali siano protette da violenze e dichiarazioni di odio omofobico”. La sentenza della Suprema Corte Europea del 30 aprile 1996, ha esteso alle persone “che transitano da un sesso all’altro” l’applicazione della Direttiva Europea 76/207, e delle leggi nazionali ad essa ispirate, sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne.

In Italia per le persone lgbt continuano le discriminazioni sul lavoro, nella scuola, nella società.

Chiediamo una legge contro le discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, che rimuova gli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l’effettiva uguaglianza delle persone omosessuali e transgender italiane e migranti e che recepisca in modo pieno e sostanziale le Direttive Europee 207/1976 e 78/2000.

In particolare chiediamo:

* l’estensione della legge Mancino all’orientamento sessuale e all’identità di genere;

* l’applicazione della direttiva europea 207 del 1976 sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne anche alle persone che transitano da un sesso all’altro, secondo la sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 30 aprile 1996;

* la modifica del Decreto legislativo 216 del 2003 “Attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, anche per eliminare le nuove discriminazioni che comporta, come quelle contro gay e lesbiche in divisa;

* un adeguamento della normativa italiana affinchè sia possibile il reale recepimento della direttiva europea 38/2000 sulla libertà di movimento dei cittadini europei e dei loro familiari extracomunitari in modo rispettoso dei diritti delle coppie di fatto o registrate gay e lesbiche;

* un impegno per la pianificazione di azioni positive contro il pregiudizio e le discriminazioni di tipo omofobico, lesbofobico, transfobico e la cultura stereotipata che stigmatizza ed associa le persone lesbiche, gay e transgender/transessuali ad immagini e comportamenti lontani dalla realtà, anche con interventi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione e buone pratiche.

Chiediamo che l’Italia assuma un ruolo propositivo per il rispetto dei diritti umani nel mondo, continuando a sostenere le iniziative volte ad ottenere la depenalizzazione dei reati di omosessualità e transessualità presenti nelle legislazioni di decine di paesi, e che mantenga il positivo impegno per l’abolizione della pena di morte.

SALUTE E BENESSERE DELLE PERSONE LGBT

Chiediamo che sia garantito il diritto alla salute delle persone lgbt ponendo fine alle discriminazioni in ambito sanitario anche attraverso un’adeguata formazione del personale sanitario.

E’ importante attivare corrette campagne di informazione sulla prevenzione primaria e secondaria dall’HIV/AIDS e dalle malattie a trasmissione sessuale. Vanno altresì garantiti i diritti delle persone sieropositive anche attraverso la lotta contro lo stigma sociale legato all’infezione da HIV, con specifici programmi di informazione, di sostegno e di tutela contro ulteriori odiose discriminazioni.

Chiediamo l l’effettiva attivazione della “Commissione per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender”, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri” – Dipartimento per i diritti e le pari opportunità e del “Forum permanente contro le molestie gravi e la violenza alle donne, per orientamento sessuale e identità di genere”.

Chiediamo la concreta applicazione del protocollo d’intesa siglato nell’ottobre 2007 dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalle associazioni di genitori che comprende le misure di contrasto a bullismo e omofobia nella scuola e in tutto il mondo giovanile.

Chiediamo la modifica della legge 40 per consentire l’accesso alla procreazione medicalmente assistita alla singola maggiorenne, e la revisione della legge 164 del 1982 sul cambiamento di sesso, per consentire il cambio anagrafico di nome proprio e identificativo di genere senza l’obbligo di intervento chirurgico genitale.

Chiediamo la gratuità delle terapie necessarie alla transizione di genere e che si affrontino non coercitivamente i casi di intersessualismo.

Insomma un pacchetto minimo che, per quando ideologicamente confuso (istituto equivalente? cioè cittadini di serie b...) e ambiguo (sieropositività non è solo GLBTQI) non può sollevare dubbi né se o ma.

Invece niente.
Ieri eravamo due gatti. Pochissimi, una parata ridicola dati gli sforzi organizzativi la mobilitazione nazionale, il coinvolgimento di tutte le coscienze di sinistra e di destra.

Dove erano tutti?

Dove erano tutti gli altri? quelli che vengono ai pride, ma poi sono i primi a criticarne la carnevalata (sic!), dove erano tutti quelli che vengono a mucca assassina 8e feste omologhe in tutta Italia)?

Sono profondamente deluso dai/dalle miei/mie connazionali e sempre più lucidamente cosciente che la comunanza di orientamento sessuale non fa gruppo. Inutile che ci si illuda di essere famiglia. Siamo consumatori di sesso, accomunati da un mercato nel quale siamo target.

Nonostante l'emergenza omofobia cavalcata dalla stampa e dalla tv, nonostante l'omofobia, quella vera concreta, che passa dalle parole del Vaticano a quelle dei nostri politici, il messaggio che ieri il paese, quello GLTBQI e non, ha mandato è uno chiaro e incontrovertibile. NUN CE NE PO' FREGA' DE MENO.

E mentre la sinistra più classica e dogmatica si chiude a riccio dinanzi dei timidi ingenui goffi maldestri e con fini secondo confronto (non apertura ma confronto) a destra, il movimento GLBTQI e la sinistra tradizionale quella che, per esempio, ieri gridava slogan stile Alemanno fascista complimenti alla profondità e alla novità dell'analisi politica, tutto il movimento viene scavalcato a sinistra da una destra che senza mettere in discussione alcuno dei propri valori (sic!) alza la cresta e si accomuna ai discriminati froci e lesbiche (trans, intersex e tutto il resto del carrozone). E mentre la sinistra si divide per gridare un antifascismo di facciata, nominale, dogmatico e ideologico, al quale però non corrisponde un antifascismo concreto nei fatti e nei pensieri (fermi ancora agli anni 70 per terminologia e cliché MIO DIO) la destra non si vergogna più di essere quel che è e si fa vedere a differenza dei tanti fratelli gay delle tante sorelle lesbiche (e NON viceversa) che continuano a non farsi vedere perché il culo pieno ce lo hanno già in senso metaforico e non.

E io oggi mi sento politicamente ancora più solo.

sabato 3 ottobre 2009

L'antifascismo e il fascismo dei compagni. Ovvero io sto con Paola Concia

 Arrivo alla fiaccolata di WHAD in ritardo.
C'è Paola Concia che parla di Casapound. Sembra un colloquio con gli astanti su molti temi, si parla sereni, tranquilli, aperti. Io un po' mi innervosisco. Paola minimizza su Casapound, almeno così mi sembra. Glissa sul comunicato stampa, su molti punti. Sulla richiesta di cancellare le disposizioni transitorie, sul paragonare le discriminazioni contro i gay a quelle contro i fasci (poverini!). Poi Paola Saluta, raggiunge degli amici, intanto riprende il tema della fiaccolata: lettura di pagine gay lesbo trans davanti al parlamento. Guido e Lorenzo leggono prima di me. Poi è la volta mia. Leggo una poesia suggeritami da un amico, l'unico che ha risposto alla mail che ho mandato qualche giorno fa nella quale chiedevo suggerimenti sulle letture possibili da fare. Così, visto che Claudio non può venire, leggo io la poesia che mi ha suggerito, al posto suo.


Poi è la volta di un pischello, sulla ventina, classica voce maschia dall'accento romano. Chiede di Paola concia, perché le vuole dedicare la lettura.
Legge un brano da Bande nere il libro di Paolo Perizzi sul nazifascismo. Un elenco di atrocità istituzionali. Paola ascolta, fa delle facce come per dire ammazza che roba, è imbarazzata, ben disposta, serena, allegra.  Ne inizia un battibecco che non riesco a sentire bene, perché alcuni danno manforte al pischello, dicendo bugie, come Marco, che dice che Paola ha firmato addirittura  un accordo con Casapound.
Mi giro, lo guardo. Gli dico che sta mentendo.
Mi risponde che siccome gli ho dato del fascista in passato, solo perché ha aperto bocca (veramente glielo detto quando ha applaudito, assieme a tanti altri,  a qualcuno che stava interrompendo un intervento semplicemente perché non era d'accordo con quello che l'interrotto stava dicendo) dice che con me non ci parla (cicca cicca cicca). Lo fa con un tono intimidatorio. Gli rispondo che ho fatto bene a dargli del fascio se ha questo atteggiamento. Intanto nella piazza la discussione è degenerata: Paola freme, il pischello le oppone il suo muso da compagno, è incazzato, ha anche ragione, ma ha lo stesso atteggiamento da depositario universale della verità che farebbe innervosire chiunque. Infatti Paola se lo prende e se lo porta a discutere privatamente. Ne nasce un tafferuglio. Gli amici del pischello parlano di aggressione vogliono chiamare la polizia (capirai Paola è un deputato...). Io sono dispiaciuto per Paola perché ha ceduto così facilmente alla provocazione. Al suo posto credo avrei risposto alla provocazione allo stesso modo.
 Capisco la rabbia, il ludibrio e l'indignazione. Sono anche i miei. Fra tutte le motivazioni politiche che potrei addurre vi do la più personale, io non voglio risolvere i problemi esistenziali dei fascisti così, per quanto mi riguarda, se un fascista non vuole sentirsi discriminato basta che non sia fascista e il problema è bell'e risolto.
Ma da quando milito con whad, ho sempre e solo sentito i compagni proporsi con modi arroganti, con toni di sufficienza, con minacce vestite da critiche sulla mia persona e quella degli altri di whad, un atteggiamento antidemocratico, dogmatico, violento, arrogante, stupido, cinico, irrispettoso, in una parola fascista. Non ho avuto  a che fare coi fasci (per fortuna) ma coi compagni e lo scontro è stato doloroso. Il fascismo è anche di chi crede di avere ragione e di avere capito tutto e non solo ti critica ma, se potesse, vorrebbe impedirti di fare quello che fai, ma, non potendolo fare, ti insulta, critica la tua persona per criticare il tuo operato, ti sminuisce. E il fascismo di sinistra: mi fa paura e mi fa vomitare.

Quel fascismo che si aborre e che poi, nei modi, nei valori, nell'essenza si ha nel sangue. E mi dico che il fascismo ce lo abbiamo in casa. Che il dialogo coi fasci, fatto a titolo privato, non come whad, da alcuni partecipanti  a whad, provoca reazioni fasciste. E ancora una volta penso  a Pasolini, e a quanto avesse ragione e credo che per guanto sia comunista, marxista,  trotskista, io sto con Paola Concia e non con quel ragazzino alto un soldo di cacio che dava del tu a una donna adulta, deputato del parlamento, urlandole in piena faccia questioni condivisibili, se dette con altro tono.