giovedì 13 maggio 2010

Tutt* in piazza per la Giornata Mondiale contro L'Omofobia

Rumoros* contro il silenzio!


Il 17 maggio 2010 si celebra la sesta giornata mondiale contro l’omofobia e la Transfobia (IDAHO International Day Against Homophobia).

La data ricorda il 17 maggio 1990 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso anche l’omosessualità ego-distonica dall’elenco delle malattie mentali.

Il Parlamento Europeo si è già pronunciato il 18 Gennaio 2006 con una Risoluzione sull'omofobia in Europa nella quale condanna con forza ogni discriminazione fondata sull'orientamento sessuale ed è tornata a parlarne con la risoluzione del 26 aprile 2007 per ricordare la necessità che la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale in tutti i settori sia vietata completando il pacchetto legislativo contro la discriminazione basato sull'articolo 13 del trattato CE, indicendo il 17 maggio di ogni anno quale Giornata internazionale contro l'omofobia.

Ancora oggi, nel 2010 alle sollecitazioni del Parlamento Europeo lo Stato Italiano risponde con l’indifferenza e il silenzio e continua a evitare di promulgare una legge che riconosca il reato di Omofobia.

Al silenzio istituzionale si unisce quello sociale. Entrambi favoriscono non solo la violenza fisica, ma anche la discriminazione a scuola, sul posto di lavoro, nei luoghi di aggregazione per le persone lesbiche, gay, trans gender, bisessuali, queer e intersessuali.

L’omofobia la si subisce ogni giorno, anche nei piccoli gesti della vita quotidiana, per questo vi invitiamo a scendere in piazza per farci sentire, in maniera pacifica, colorata e chiassosa!

Portate in piazza i vostri ‘strumenti’ per essere rumorosi contro il silenzio delle Istituzioni: strumenti musicali, fischietti, pentole, coperchi, campane, cellulari e tutto quanto troviamo nelle nostre case per squarciare il silenzio che circonda l’omofobia.

Vi aspettiamo Lunedì 17 maggio dalle ore 19 in poi, davanti la piazza di Montecitorio

- Leggeremo una sintesi della risoluzione europea contro l’omofobia, per conoscere ciò che succede attorno a noi e ciò che ancora non succede in Italia.

- Ognuno di noi potrà leggere le dichiarazioni omofobe, esplicite o velate, di personaggi pubblici, politici e prelati che contribuiscono a diffondere questo clima di odio sociale. Vi invitiamo a portare dichiarazioni, articoli, brevi scritti estratti da qualsiasi pubblicazione che ognuno di noi potrà leggere in piazza.

- Sulla scia della mobilitazione, della rottura del silenzio e dello spirito di solidarietà, alla fine imbracceremo tutti i nostri ‘strumenti’ e contribuiremo a costruire una chiassosa, ma pacifica orchestra rumorosa contro il silenzio!

puoi farti un’idea qui

Delle teorie riparative e dell'essere omosessuali

 Avevo deciso di non parlarne perchè non ho mai preso in considerazione seriamente le teorie riparative e chi le proponeva/propinava/propalava.
Era come rispondere a chi crede che gli alieni siano tra di noi.

Poi succede che Nicolosi (non lasciatevi ingannare dal cognome, è un americano...) il papà delle teorie riparative viene in Italia il 21 e 22 maggio a fare un convegno, invitato da un gruppo di ...riparati che hanno costituito il Gruppo Lot Regina della pace talmente ...riparati che nel loro stesso nome mettono il sostantivo Regina.

Su Internet viene ovviamente fatta pressione all'orine degli psicologi perchè prendano le distanze da Nicolosi denunciando la non scientificità del suo operare.

La risposta dell'ordine (del lazio) non si fa attendere:

“Noi, psicologi, psichiatri, psicoterapeuti, psicoanalisti, studiosi e ricercatori nel campo della salute mentale, in occasione della presenza in Italia di Joseph Nicolosi al convegno “Identità di genere e libertà”, condanniamo ogni tentativo di patologizzare l’omosessualità, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce una “variante naturale del comportamento umano”.

Joseph Nicolosi, fondatore del NARTH (Associazione per la Ricerca e la Terapia dell’Omosessualità), sostiene, contro ogni evidenza scientifica, che l’omosessualità è “un disturbo mentale che può essere curato”, è “un fallimento dell’identificazione di genere” ed è “contraria alla vera identità dell’individuo”.

Queste teorie, le terapie “riparative” che su di esse si basano, e ogni teoria filosofica o religiosa che pretenda di definire l’omosessualità come intrinsecamente disordinata o patologica, non solo incentivano il pregiudizio antiomosessuale, ma screditano le nostre professioni e delegittimano il nostro impegno per l’affermazione di una visione scientifica dell’omosessualità.

Un terapeuta con pregiudizi antiomosessuali può rinforzare i sentimenti negativi di colpa, disistima e vergogna che molti omosessuali provano, e così alimentare l’omofobia interiorizzata e il minority stress, danneggiando spesso irrimediabilmente la salute mentale del soggetto.

La persona omosessuale che chiede di essere “guarita” (e i familiari spesso coinvolti) va ascoltata ed aiutata a capire le ragioni della sua difficoltà ad accettarsi, ma non va ingannata con la promessa di terapie miracolistiche prive di efficacia dimostrata. [Ndr il grassetto è mio].

Ricordiamo che gli psicologi italiani sono tenuti al rispetto degli articoli 3, 4, 5 del Codice Deontologico, che ribadiscono, tra l’altro, come lo psicologo debba lavorare per promuovere il benessere psicologico, astenersi dall’imporre il suo sistema di valori e aggiornare continuamente le sue conoscenze scientifiche.

Ricordiamo anche che le più importanti associazioni scientifiche e professionali internazionali, come l’American Psychological Association e l’American Psychiatric Association, raccomandano di astenersi dal tentativo di modificare l’orientamento sessuale di un individuo e (come recentemente ribadito dal Report of the Task Force on Appropriate Therapeutic Responses to Sexual Orientation dell’American Psychological Association, Washington, D.C., 2009) affermano che le terapie di “conversione” o “riparazione” dell’omosessualità sono basate su teorie prive di validità scientifica e non hanno il sostegno di ricerche empiriche attendibili.

E’ nostro dovere affermare con forza che qualunque trattamento mirato ad indurre il/la paziente a modificare il proprio orientamento sessuale si pone al di fuori dello spirito etico e scientifico che anima le nostre professioni, e in quanto tale deve essere segnalato agli organi competenti, cioè agli ordini professionali”. (fonte Psicologia gay)


Una bella vittoria, anche se, non fossimo in un paese in emergenza culturale per il buonsenso avremmo dovuto pensarla tutti così.

Non entro in merito alle teorie di Nicolosi.

Entro invece in merito alle affermazioni delle regine di Lot (scusate la battuta maschilista e omofoba).
Leggete cosa scrivono i signorini guariti perchè è molto interessante.


Il cuore del messaggio che vogliamo lanciare è che la presunta normalità dell’omosessualità, come fattore inevitabile per cui si nasce omosessuali, è solo un’azione portata avanti dalle organizzazioni pro-gay e contro la famiglia e la natalità per spaccare la società tradizionale. In realtà le tendenze omosessuali emergono a seguito di alcuni fattori come le condizioni familiari in cui si cresce o particolari situazioni di vita, ma che sono tendenze che possono essere sconfitte, riportando alla normale condizione per cui si è nati: essere uomo o essere donna


Questi (queste?) confondono ancora genere con orientamento sessuale tanto per capire quanto sono intrisi di patriarcato e maschilismo. Un equivoco dal quale nessuno è davvero immune se anche "tra di noi" gay ci si chiama al femminile...

Ma c'è un punto molto interessante che è quello dell'origine dell'omosessualità

Le ...regine dicono che i movimenti pretendono che omosessuali si nasca. Solo questa origine oggettiva darebbe all'omosessualità una consistenza dura e pura incontrovertibile.
Invece, dicono loro, visto che omosessuali si diventa, allora questa dignità di esistenza è meno forte e si può tornare indietro.

Una visione terzo sessista che piace anche a mote sorelle... Ma che non ha alcun senso nemmeno a livello semantico.
L'omosessualità è una delle possibilità sessual affettive che l'essere umano ha a disposizione. Nessuno può dire a un'altra persona (adulta e consenziente) con chi andare  a letto o cosa farci.

I diritti che gay  e lesbiche chiedono oggi con tanta insistenza sono gli stessi che chiesero le donne che fino al 60 anni fa nemmeno potevano votare (in Italia). D'altronde la Chiesa discettava sulla mancanza di anima nella femmina...

"Gay" non dovrebbe essere un sostantivo perchè non è una razza non individua comportamenti simili oltre a quello sessuale non tutti sono gay allo stesso modo e insomma se l'unica cosa che so di una persona è il suo orientamento sessuale il fatto di saperlo gay non mi garantisce maggiore fiducia del fatto di saperlo etero.

Gay individua una componente talmente trasversale nella compagine della varietà di pensiero atteggiamento cultura e sensibilità del genere umano che non dovrebbe nemmeno emergere se non c fosse un tabu che cerca sempre di nascondere minimizzare cancellare l'omosessualità.

Io ho orrore di una teoria dell'orientamento sessuale che lascia solo alla categoria di appartenenza e non a me la possibilità di scelta.
Lo diceva Keynes che gli omosessuali e gli eterosessuali puri sono una piccola percentuale e che tutti gli altri vivono in un mix composito tra i due orientamenti.
Sarebbe bello non parlare di orientamento ma di persone.
Non "mi piacciono gli uomini" ma mi piace Graziano invece che Mariassunta. Altrimenti si rischia che gay non indichi più solo l'orientamento sessuale ma uno stile di vita che prescinde dal sesso (altrimenti non capisco cosa significa gay for pay, cioè i porno-attori che girano scene gay ma loro sono eterosessuali... tornerò sull'argomento).

Non è vero che io non ho scelto di essere gay.
Quando ho scoperto che mi piacevano i ragazzi ho abbracciato questo mio orientametno con gioia e contentezza.
IO SONO FELICE DEL MIO ORIENTAMETNO SESSUALE
Se oggi ci fosse una pillola per l'eterosessualità non la prenderei minimamente (mi piacciono troppo i ragazzi per rinunciare  a loro. Al limite potrei cercare di ampliare, sostenere, esplorare la mia parte etero ma se , per fare questo, dovessi rinunciare alla mia parte gay, no grazie, sto bene così).
Si sceglie. E gli egodistonici che si fanno curare non capiscono che il problema è culturale, ambientale. Hanno paura di vivere una vita da emarginati e si adeguano ala maggioranza.
Ma in un mondo ferino come quello umano ogni scelta è causa possibile di discriminazione.
Ma tant'è. Finché ci saranno quelli come le ...regine di Lot dovremo essere più terra terra.