domenica 13 giugno 2010

Perchè serve una legge constro l'omofobia

Matteo D., 27 anni, ed Enrico B., 31 anni sono stati insultati e aggrediti da alcuni avventori seduti ai tavolini perchè "gay" e "comunisti". E successo a Padova, la notte tra mercoledì 9 e giovedì 10 giugno.

La notizia è stata data dal mattino di Padova e poi ripresa dalle agenzie e altre testate.
Ecco il racconto dei due aggrediti secondo Il Mattino di Padova.
«Stavamo passeggiando lungo via Matteotti per raggiungere via Giotto - raccontano - erano circa le 3 di notte. Siamo passati davanti al locale P.Bar e abbiamo visto che c’erano alcune persone sedute ai tavolini. Camminavamo abbracciati, quando abbiamo sentito ripetere per ben tre volte a voce alta la frase: “Oltre che merde siete anche froci”. A quel punto ci siamo fermati e abbiamo chiesto a quelle persone se ce l’avevano con noi». Così è scoppiato il finimondo. «Uno di loro si è alzato e ci ha raggiunto - ricorda Matteo - dopo averci spiegato che ci considerava comunisti per il modo in cui eravamo vestiti, mi ha sferrato un pugno al viso e mi ha rotto la lente degli occhiali da vista». «Ha colpito anche me - racconta Enrico - infatti ho un dente che “dondola”. Poi mi ha colpito anche un calcio. A quel punto sono corsi lì vicino anche i suoi amici e hanno iniziato dirci di andare via, perché se restavamo lì era peggio per noi. A fatica siamo riusciti a sottrarci da quella furia, e a raggiungere finalmente via Giotto, dove ci siamo fermati a telefonare alla polizia. Purtroppo quando è arrivata la volante, al P.Bar non c’era più nessuno».
«L’aggressore aveva tra i 25 e i 27 anni, capelli corti, italianissimo. Abbiamo avuto l’impressione che fosse un ragazzo aderente ai gruppi di destra. In questura ci hanno fatto vedere alcune fotografie. Ora speriamo che le telecamere della zona abbiamo ripreso la scena e che in qualche modo si possa risalire alla sua identità».
«Siamo gay e giriamo assieme ormai da tempo, ma una cosa del genere non ci è mai successa. Padova è una città aperta, quel che è successo è molto strano. È una anomalia. Di certo non ci faremo spaventare e continueremo a passeggiare abbracciati, ancora più di prima. Non abbiamo paura».


L'articolo del mattino riporta solamente i fatti e non fa nessun commento sull'accaduto se non di circostanza (Dopo i casi di Roma, anche Padova ha il suo rigurgito di omofobia. Matteo D., 27 anni e Enrico B., 31 anni, entrambi padovani, quasi stentano a credere alla situazione in cui si sono trovati nella loro città. E a due giorni di distanza il pensiero di ciò che è successo fa più male degli ematomi)

Le riprese sulle agenzie e su altri quotidiani (tutte rifacentisi al dispaccio APcom) invece commentano e riportano anche dichiarazioni di "terzi".

Così APcom riporta le dichiarazioni del Ministro Carfagna:
il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, promette impegno delle forze dell'ordine per scovare il responsabile di questo intollerabile atto di omofobia, severità da parte della magistratura, che non può ammettere scusanti" ma chiede al governo anche "una legge che contrasti gli episodi di violenza causati da forme di discriminazione".
E anche quelle di Grillini
"E' questo un ulteriore episodio che ci fa dire che ciò che vogliono colpire i violenti è l'affettività tra persone dello stesso sesso" sostiene Franco Grillini, presidente di Gaynet. Non basta indignarsi, aggiunge, in riferimento alla mancanza di legislazione che riconosca l'esistenza delle coppie omosessuali. "Per combattere l'omofobia serve essere consapevoli che è necessario combattere innanzitutto il pregiudizio garantendo diritti e pari dignità alle persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) per far cessare questo folle vortice di violenze omofobiche".

Di Carfagna, che due anni fa diceva che in Italia i gay non sono discriminati non mi meraviglio. Che Grillini però si limiti a denunciare il pregiudizio senza indicare dove è radicato o chi lo coltiva mi pare già più grave.

In ogni caso da tutte le parti si chiede una legge sull'omofobia (sarebbe dire meglio contro). I fatti di quest'anno hanno convinto molti, anche il sottoscritto, della necessità di una legge.
Chi ancora è irriducibile e vede questa richiesta come il fumo negli occhi è la sinistra antagonista studentesca  che, a più riprese, critica questa legge (la proposta di Paola Concia ri-depositata in Parlamento) e la sua necessità senza approfondire mai però il perchè.

Le mie perplessità quando Miriam Mafai affermò la necessità di una legge contro l'omofobia nascevano dal fatto che
non si combatte questo clima di intolleranza (per usare un eufemismo) con leggi punitive.
Lo stato che punisce ammette la sua impotenza.
Bisogna rieducare i cittadini, tutti, iniziando a far rispettare le file, a pagare le tasse, spegnendo le tv, cambiando giornali e governo.
Se c'è la volontà popolare lo si può fare.(Capro espiatorio? su Paesaniniland).

Sono le stesse posizioni della sinistra antagonsita. Nulla di strano. E' là che sono nato. E da là che provengo. E non credo di essermene andato (anche se i compagni avrebbero da ridire).

Cosa è cambiato allora? Direi nulla, o quasi. Sono ancora convinto che una legge contro l'omofobia da sola non basti se non c' è anche una rieducazione. Ma se la necessità della legge c'è, come credo, non passa per il su aspetto punitivo (come la riducevo allora e come continuano a fare i compagni annettendola a quel pacchetto di sicurezza governativo giustamente visto come liberticida e fascista).

Quel che non capivo allora, e per fortuna capisco adesso,  è quello che questa legge sancirebbe se venisse promulgata la cui efficacia sarebbe di talmente vasta portata da far preoccupare i fascisti e tutti quelli che i froci, sotto sotto, li odiano. Prorpio come il sindaco (sic!) di Roma Alemanno il quale capendo benissimo il portato della legge, la affossa:

 «Sono contrario ad una legge sull'omofobia dal punto di vista  complessivo, perché avrebbe inevitabilmente dei contenuti ideologici.  Sono invece favorevole ad una aggravante specifica per i reati di  violenza» (...) . «Una legge che introduce il  reato di opinione (...) può essere problematica per molti  aspetti e quindi è inaccettabile».  (fonte Corsera)
Sì alle aggravanti per la violenza (cioè quel che della legge meno serve, visto che bastano le leggi che già ci sono, come dicevo in un altro post quando accusavo che si voleva hammurabizzare la legislazione italiana) ma non all'impianto teorico della legge: il reato di opinione.
Perché la legge contro l'omofobia e la transfobia direbbe non tanto che  non è giusto picchiare i froci e le/i trans (su questo bastano le leggi che ci sono perchè non è lecito picchiare nessuno in nessun caso), la legge contro l'omofobia però sancirebbe anche che non si può dire che:
Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c'è relazione tra celibato e pedofilia, e invece molti altri hanno dimostrato che c'è una relazione tra omosessualità e pedofilia (1)
oppure:

Un conto è  affermare che non è giusto discriminare la gente per motivi religiosi, razziali, etnici o sessuali, ma cosa diversa è stabilire per legge che una coppia di gay deve avere gli stessi diritti di una coppia normale. Perché l'omosessualità non si può considerare una cosa normale (2)
Ecco quel che rimprovero a Grillini, non ricordare che la chiesa, Fini (oggi considerato tanto "di sinistra"), e tutti i politici rappresentati del popolo  quando fanno dichiarazioni sui gay alimentano i pregiudizi  e i luoghi comuni sulle persone omosessuali legittimando di fatto aggressioni verbali fisiche e d'opinione. Sì. D'opinione. Perché una democrazia che si reputi tale non può rispettare in nome della libertà di parola chi esprime una opinione negativa sul popolo queer perchè così facendo gli toglie quei diritti sanxciti dalla costituzione.

Certo, ribadisco, la legge da sola non basta. Bisogna fare sensibilizzazione a scuola in casa, nei posti di lavoro, nella società, ma la legge metterebbe dei paletti chiari e inderogabili. Perché la chiesa una volta diceva (come Mussolini) che la donna doveva rimanere in casa e ascoltare quel che le diceva l'uomo. E oggi non potrebbe dirlo in base alle leggi della Repubblica Italiana E INFATTI NON LO DICE.
E or ala Chiesa teme che non possa più nemmeno dire le porcate che dice su gay e lesbiche. se n'è accorto Ratzinger il quale già nel 2005 l'allora ancora solamente Cardinale dichiarò:
Il concetto di discriminazione viene sempre più allargato, e così il divieto di discriminazione può trasformarsi sempre di più in una limitazione della libertà di opinione e della libertà religiosa. Ben presto non si potrà più affermare che l'omosessualità, come insegna la Chiesa cattolica, costituisce un obiettivo disordine nello strutturarsi dell'esistenza umana.
(Conferenza tenuta il 1º aprile 2005 a Subiaco, al Monastero di Santa Scolastica, per la consegna all’autore del Premio San Benedetto "per la promozione della vita e della famiglia in Europa" fonte Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa
Ecco perché di questa legge ne abbiamo bisogno. Ecco quello che non capiscono i miei compagni compagni. Perché nessuno si può permettere. nessuno deve osare.
E proprio perchè la legge non c'è tutti osano chiunque si permette. E noi stiamo a guardare.


1) Tarciso Bertone (Repubblica 


2) Gianfranco Fini Repubblica

La stagione dei Pride


La stagione dei Pride from We have a dream on Vimeo.

Inizia la stagione dei Pride, l'occasione di maggiore visibilità delle persone gay, lesbiche,bisessuali, trans*, intersessuali e queer.

"We Have a Dream" cerca da sempre di contribuire fattivamente alla costruzione di una comunità consapevole, quanto più coesa ed estesa, e proprio per questo non aderisce formalmente a manifestazioni istituzionali pur promuovendone la conoscenza.

Pride significa “orgoglio”, libertà di essere quello che si è, ognuno/a coi sui tempi e i suoi percorsi, convinti/e che le cose potranno cambiare solo se troveremo il coraggio di metterci la faccia e di renderci visibili alla società.

Questo non significa necessariamente aderire ad un progetto specifico quanto piuttosto comprendere l'importanza di camminare lungo un sentiero che ci consenta di vivere liberamente nella pienezza del nostro essere.

I Pride e gli eventi che li accompagnano sono momenti centrali di visibilità e di confronto dell'universo LGBTIQ con il resto della società. Essi contribuiscono, a volte in maniera determinante, a compattare la comunità delle persone LGBTIQ e a dare sostegno a chi decide di vivere alla luce del sole. Per questo WHAD invita a conoscere e a partecipare alle iniziative dei Pride che, dal 12 giugno in poi, si svolgeranno in giro per l'Italia, cercando di coinvolgere anche altre persone.


MILANO 12 GIUGNO 2010 "ORA NE ABBIAMO ABBASTANZA!" - pridemilano.org

PALERMO 19 GIUGNO 2010 "SICILIA PRIDE" - siciliapride.org/

TORINO 19 GIUGNO 2010 "I DIRITTI SONO IL NOSTRO PRIDE" - torinopride.it/

NAPOLI PRIDE NAZIONALE 26 GIUGNO 2010 "ALLA LUCE DEL SOLE"- napolipride.com/

ROMA 3 LUGLIO 2010 "OGNI BACIO UNA RIVOLUZIONE"- romapride2010.it/

TREVIGLIO 3 LUGLIO 2010 "GUARDIAMOCI IN FACCIA" - trevigliopride.it/

CATANIA 10 LUGLIO 2010 "VERSO UN FUTURO DIVERSO" - cataniapride.it