lunedì 14 giugno 2010

Io non ho bisogno dell'aggressione, combatto l'omofobia già prima

Ho sempre diffidato in chi combatteva per la causa gay e basta. In chi affermava una specificità gay (=omosessuale in genere, non mi fate riscrivere l'alfabeto) distinguendola nella sostanza da altre forme d'intolleranza. Capisco la voglia di rivendicazione, il distinguo per riconoscere lo specifico, ma chi non scende in piazza quando si picchia un nero o uno zingaro piuttosto che un gay, perchè cosa c'entra il razzismo con l'omofobia?  I neri sono i primi omofobi... a me ha sempre smosso dentro un sentimento molto simile all'odio. Sarò anche io sotto sotto omofobo?
Il disprezzo lo provo perchè quella sorella nonostante le nostre comunanze in fato di orientamento sessuale non potrebbe essere più lontana da me. Che sì, se non vado in giro a dire "sono gay" ai quattro venti è per vergogna sì ma non di essere omosessuale ma di essere ridotto alla sottocultura gay. Io non odio le donne, non le temo, non ne ho paura. Non ho un gusto nel vestire (anzi combino tra di loro colori che Valentino, se potesse, mi farebbe arrestare e lo rivendico con orgoglio...!), non ho il culto del fisico (beh almeno non su di me, mi piacciono i magri ma non i palestrati...) adoro madonna e Mina ma parlo volentieri anche di fisica delle particelle e di filosofia trascendentale, mi incazzo per molte cose e fosse per me scinderei sempre in piazza.

Ora sapete che Emilio un giovane ragazzo, già vittima di aggressioni lo scorso anno, sia stato sfrattato dal padrone di casa che gli ha sottratto beni per 40 mila euro ha cambiato la serratura al suo appartamento, regolarmente pagando l'affitto, trovandosi alcune cose nel pianerottolo in sacchi di plastica neri.


Da più parte ci si ci chiede se l'accaduto sia da considerare omofobo oppure no.
così nella mailing-list di whad che non posso citare essendo privata e sul forum di Adunanza (!) dove è in corso una discussione dopo tutto molto interessante.


In entrambi i casi i ragionamenti fatti sono molto simili.
C'è chi dice che non si tratta di omofobia perchè la discriminazione non è avvenuta per l'orientamento sessuale di Emilio così evidente di per sè che se le motivazioni della padrona di casa fossero state omofobiche non avrebbe nemmeno dovuto affittargli l'appartamento. e poi, mi p stato detto, si dice il peccato ma non il peccatore, che, nell'ambiente, si dice, si mormora, che questo Emilio  uno che non paga l'affitto e insomma è un gran cacacazzi...


Ed ecco che mi torna proprio sula bocca dello stomaco una fitta di odio per questo modo di ragionare di chi spacca il capello in quattro (siamo sicuri che pagava l'affitto? Siamo sicuri che le cose sono andate davvero così?) ma intanto non batte ciglio se uno solo perchè si trucca è considerato frocio evidente.
Altro che omofobia interiorizzata! Non basta che lo abbiano sfrattato, che gli abbiano detto frocio di merda. Non basta per farne una questione di omofobia.
Omofobia è solo se ammazzi il frocio (chissà come lo identifichi in quanto tale... Basta prendere un luogo comune qualsiasi..) Ma nessuno si scandalizza se danno del frocio (usandolo come un insulto) a un etero o a un non gay...
Intanto il sospetto si insinua tra di noi, e la solidarietà va a farsi benedire.

Il pride 2010 di Milano

...passato senza che nessuno, nemmeno noi, se ne occupasse. Qui a Roma troppo intenti a litigare tra sfigati, nelle altre città non so...
Lo slogan di Milano  Ora ne abbiamo abbastanza vede anche alcune parole chiave Laicità, Diritti, Uguaglianza.
Tra le motivazioni del Pride si leggono anche Laicità (repetita iuvant) Democrazia Parità.

Sul sito del Pride si leggono le motivazioni, chiare, semplici e brevi:


Il 28 giugno 1969 nel Greenwich Village a New York nasceva il movimento di liberazione omosessuale con la rivolta di Stonewall. Il 12 giugno 2010 la comunità tlgb (trans, lesbica, gay e bisessuale) sfilerà per le vie di Milano per una liberazione che nel nostro paese è ancora da conquistare.

Viviamo considerati come dei cittadini di serie B: l’Italia è tra i pochi paesi in Europa in cui non sono riconosciute giuridicamente le nostre unioni e i nostri amori.

Con la recente sentenza sulla possibilità per due persone omosessuali di sposarsi civilmente la Corte Costituzionale ha demandato al Parlamento il compito di legiferare, ma da nessuna istituzione è giunta una proposta concreta e credibile.

Anche a livello locale prevale il silenzio e il disinteresse: chi e cosa impedisce a Milano, città che pretende di ospitare la prossima esposizione internazionale, di dotarsi di un registro delle unioni civili, di ordinanze e politiche di lotta all’omofobia?

Assistiamo invece al proliferare di atteggiamenti e comportamenti transfobici, lesbofobici e omofobici, di fronte al complice silenzio dei media.

Le politiche di rispetto e valorizzazione delle diversità hanno portato ovunque progresso per tutta la società, ma qui in Italia siamo trattati come i colpevoli del declino etico che, quando esiste, va invece ascritto ai perbenisti e alla politica ipocrita di palazzo.

Ne abbiamo abbastanza dei feroci attacchi delle gerarchie cattoliche nei confronti delle persone trans, gay e lesbiche volti a distogliere l'attenzione dai crimini dei preti pedofili e dei vescovi complici di insabbiamento delle prove.

Ora ne abbiamo davvero abbastanza della laicità calpestata in favore di politiche di sottomissione a credenze religiose e integralismi di ogni specie che si vogliono innalzare a valori comuni obbligatori per tutti.

La nostra reazione sarà ancora più determinata e duratura perché non smetteremo di manifestare inaddomesticati, ognuna e ognuno con la propria incredibile vita in difesa dei propri diritti di cittadinanza e di esseri umani, in un momento in cui tutte le differenze culturali, religiose ed etniche sono usate per diffondere odio verso un “Altro” generalizzato che deve fare paura.

Per questo invitiamo tutti a partecipare il 12 giugno a un grande ‘orgasmo’ di libertà, di festa e lotta, di felicità e protesta, vivendolo con le proprie storie, le proprie gioie, i propri desideri, i propri piaceri, la propria dignità e per dire, tutte e tutti:

ORA NE ABBIAMO ABBASTANZA!


I neretti sono nel testo.
Nel documento, in poche righe si capisce subito chi è il principale responsabile della recrudescenza omofobica di adesso (e di sempre) la chiesa e il Vaticano a differenza del documento di altri Pride, quello di Roma in testa, prolissi e illeggibili, perchè troppo lunghi.
Le Associazioni promotrici sono: Agedo – Arcigay Milano Centro di Iniziativa Gay CIG Onlus - Arcilesbica Zami – Associazione Radicale Certi Diritti – Famiglie Arcobaleno - Gaylib – Gaystatale -  KOB Kolletivo Omosessuale Bicocca – Linea Lesbica Amica - Le Rose di Gertude.

Molte sigle e pochi partecipanti per qualcuno... Come dire le divisioni non fanno bene e non portano maggiore movimento.
Meditate gente, meditate...