mercoledì 30 giugno 2010

La festa dell'unità e il popolo glbt


Credevo di essere andato ad assistere a un incontro di quelli barbosi, da PCI, quando, come mi spiegava una prof. del mio liceo, ma non della mia classe, l'impegno era noia e poi veniva lo spettacolo (all'epoca facevo un laboratorio teatrale, finanziato coi soldi della provincia, e mi capitava di partecipare a convegni sul teatro nelle scuole, organizzati dal PCI,  immaginatevi un giovanissimo, timido e magro paesanini parlare di teatro nelle scuole con l'allora assessore per la cultura della provincia...).
Invece tutt'altro che noia ierisera.
Sarà perché Anna Paola Concia ci ha raccontato dell'aggressione-contestazione, ricevuta al pride di Napoli lo scorso sabato (e quando ci dice di come le abbiano dato per 20 minuti della fascista e le sia dispiaciuto soprattutto per la sua compagna, si commuove e noi con lei) o si difende sull'ennesima polemica montata ad hoc dai giornalisti (si sa siamo in estate le notizie scarseggiano), a proposito del manifesto della festa dell'Unità (una impersonificazione dell'Italia che ha 150 anni...)che Anna Paola avrebbe definito di una stupidità allucinante con tanto di sondaggio su Repubblica (poche ragazze/i da quelle parti!!!).

Sarà che c'era Claudio Scamarca, autore, assieme a Paola del programma O (Omosessualità), trasmesso (ma ora non più) sulla tv del PD YouDem.tv.


L'omosessualità non è ora tra le nostre priorità avrebbero detto i dirigenti del PD a Scamarca... Si vede che non basta la dipartita di Binetti.
Sarà che Delia Vaccarello ci ha raccontato di come è nata la pagina Liberi tutti che ogni due lunedì affronta tematiche glbt (senza "qi", visto che nessuno dei presenti li ha mai citati nell'acronimo) su L'Unità (e anche quella ha rischiato di chiudere!) oltre a un blog dedicato sul sito dell'Unità.
Sarà.
Non mi sono annoiato, ma ho visto, pur nella buona volontà e nella buona fede, i limiti del progetto culturale del PD (sempre meglio di quello, inesistente, della sinistra antagonista...).
L'incontro alla festa dell'Unità (che si richiama così dopo anni di "festa democratica") si chiamava L'informazione sul gender fa paura?
Un incontro importante data l'approssimazione con cui la stampa di solito tratta le tematiche glbtqi. 
Purtroppo all'incontro si è parlato di omosessualità mentre dei media non si è parlato affatto.
Delia Vaccarello ha mostrato alcune pagine storiche della sua rubrica (una delle quali ha anche vinto un premio europeo...) mentre Scamarca non ha detto NULLA sul format del suo programma, oltre al titolo e all'argomento trattato, ribadendo solo che gli è stato cancellato dai dirigenti del partito.
Nessuno ha compiuto un'analisi per quanto timida e sommaria sulle modalità con cui la nostra stampa e la nostra tv affrontano questioni Glbt.
Poca scientificità, ma forse è quello che ha reso la serata meno noiosa.
Delia Vaccarella ha parlato al pubblico come fosse quello classico misto eterofilo delle feste dell'Unità, arrivando anche a concetti complessi quali quello dell'omosessualità come elemento della propria vita che non ci divide in coppie oppositorie etero gay tanto che a 40 anni ci si può scoprire gay o magari etero (peccato che il pubblico fosse prevalentemente glbt e questo discorso non lo abbia capito o apprezzato...).
Scamarca ha ammesso di avere avuto relazioni con dei trans (sic!) subito corretto da Delia, e che questo fatto non è un male, che è normale lui che ha anche dei figli...
Quel che è mancato è  un'analisi seria sull'omofobia e i suoi mandanti: la Chiesa, le Istituzioni, i Partiti.
Scalfarotto (c'era anche lui) ha fatto il suo discorso borghese (io e il mio compagno viviamo in una casa noiosa e normale come la vostra, mica balliamo tutto il tempo i Village People) e razziale (i gay e le lesbiche quando tornano a casa non trovano dei genitori gay e lesbici ma genitori etero) discorso col quale voleva intendere che, a differenza dei neri che in casa non devono lottare contro il razzismo, i gay devono lottare contro l'omofobia anche in casa, ma detto così sembra davvero altro e fa ghiacciare il sangue...
Anna Paola Concia ha rivendicato la sua visita a Casa Pound (ma non l'appello di Sansonetti da lei firmato per far manifestare Blocco studentesco che le è costata un'altra aggressione squadrista di sinistra) convinta che, e ha ragione, anche se per questo la accusano di fascismo, la lotta all'omofobia la si vince solo se si coinvolgono tutti non solo quelli di sinistra (come se il PD lo fosse, a sinistra...), Scalfarotto ha sacrosantamente ricordato che partecipare al Pride significa non dare il consenso a essere considerati inferiori (parafrasando un aforisma di Eleanor Roosevelt Nessuno può farvi sentire inferiori senza il vostro consenso), Delia Vaccarela ha ricordato i problemi dei ragazzi e delle ragazze gay che devono dissimulare in casa il proprio affetto (dimenticando di ricordare però il perchè, chi è il vero mandante di tanta omofobia) e poi ci siamo salutati cordialmente.
Niente interventi dal pubblico ma credo che, per gli standard del PD, sia stata una serata riuscita per la quale dobbiamo ringraziare, oltre agli astanti, Cristiana Alicata che l'ha fortemente voluta (come tutte le altre iniziative glbtqi della festa dell'Unità di quest'anno).

Certo la strada da percorrere è ancora immensa, soprattutto se paragonata alla lungimiranza dell'azione delle associazione di altri Stati, come il Portogallo dove l'associazione ILGA ha incentrato la campagna contro l'omofobia con lo slogan diritto all'indifferenza, producendo un video memorabile.



L'Italia è talmente arretrata che, queste posizioni, proposte oggi nel nostro paese, ci riseppellirebbero nell'omertà più totale.

Mi sarei aspettato un'analisi più approfondita e, soprattutto, qualcosa in più da dire al pubblico, che andasse al di là del proprio lavoro.
Il PCI, per quanto facesse convegni noiosi, sapeva parlare davvero al pubblico di sinistra come il PD stenta da sempre a fare.
Ma questo timido inizio nel presente incerto del Paese diventa la speranza per un gruppo di audaci che dentro il Pd cerca di fare l'impossibile.