sabato 16 luglio 2011

Roberto Schinardi su Gay.it: una défaillance omofoba?

Gay.it non smette mai di stupire 8 e di far parlare di sé). Stavolta tocca all'articolo di Roberto Schinardi sul cortometraggio Ultracorpo di Michele Pastrello. L'articolo è sempre sensazionalistico, come il sito ci ha abitato da tempo, con un occhiello davvero risibile:
È il caso dell'estate: un corto psyco-horror sull'omofobia rifiutato dai festival queer. Di buona fattura, ma dal messaggio molto ambiguo. Il regista Pastrello: "Non sono omofobo, ma provo repulsione"
Caso dell'estate una cippa visto che il film è stato prodotto nel maggio dell'anno scorso e che il sito Queer Blog, citato nell'articolo, ha pubblicato la recensione il 31 marzo di quest'anno...

Non parlo del corto perchè non l'ho visto e dunque non mi posso esprimere, leggendo però le domande che l'autore dell'articolo (di gay.it) Roberto Schinardi fa al regista Michele Pastrello ne trovo una che mi ha fatto cascare dalla sedia:
Non pensi che il killer possa essere un gay represso visto che non riesce più ad avere rapporti con la prostituta
Capita l'antifona? Se non riesce più (quindi vuol dire che in passato li ha avuti... sembra quella barzelletta del tizio che in una gara dovendosi scopare 100 ragazze e fermandosi alla 98ma si sente dare del frocio...) ad avere rapporti con una prostituta (una donna) sei un gay represso.
Vi viene in mente una mentalità più maschilista e patriarcale di questa?
Dopo anni di lotte per dare all'omosessualità una dignità autonoma, come orientamento sessuale, come investimento della sfera non solo sessuale ma anche affettiva, come dingità dell'attrazione per una persona del tuo stesso sesso ecco che c'è chi ancora che pensa che essere (uomini) gay vuol dire che non ti piacciono le donne.
Perché tutti i maschi etero non hanno problemi ad andare con le mignotte.
Altrimenti sono gay repressi. Quindi se un ragazzo di 16 anni eterissimo non si vede ad andare con una mignotta rischia di essere preso per un gay represso.
Il movimento gay non solo non si è liberato del maschilismo patriarcale ma lo ha assunto a coordinata interpretativa del mondo.
Così se una volta noi maschietti, salvo prova contraria eravamo tutti etero, oggi che i culattoni sono usciti dalle fogne, dobbiamo dimostrare di essere veri etero seguendo i più laidi cliché: andare a puttane o stuprare le donne come fanno i tre protagonisti di Et in terra Pax (Italia, 2010) di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, uno dei quali si prostituisce, da etero, ma le pompe le fa e non le riceve...

C'è da mettersi le mani nei capelli!
E l'autore del corto non risponde come farebbe ogni persona dotata di un po' di buon senso, etero o gay che sia, ma che cazzo dici?!?, ma gli risponde tranquillamente.
Così Michele Pastrello passa per omofobo e Robernto Schinardi no. Il bue dice cornuto all'asino!!!
Certo ci vuole fegato a dire Non mi occupo di tematiche gay e sono etero. Ho anche partecipato a un Gay Pride eppure, onestamente, provo repulsione al pensiero di un rapporto sessuale con un altro uomo.
Repulsione? E' lo stesso maschilismo di quelle checche misogine che nei confronti della fica dicono che schifo! ammiccando con te frocio che ritiengono loro pari convinti che con te sfonderanno una porta aperta e quando lo fanno con me vorrei sfondare quei crani vuoti...

Quando leggo di queste atrocità mi viene davvero di agganciare la tastiera al chiodo e ritirarmi a vita privata. E' una lotta impari, contro i mulini al vento, solo che questi sono enormi e si chiamano patriarcato un male duro da sconfiggere.

ULTRACORPO (Trailer) 2011 from Michele Pastrello on Vimeo.

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