venerdì 16 settembre 2011

Outing: la saga! Sulle dichiarazioni di Patanè contro l'outing di Mancuso e listaouting

I nomi devono essere ancora fatti, le reazioni sulla rete e nel mondo reale sono ancora timide (ma non gli articoli sui quotidiani e sui siti) ma la risposta di Paolo Patanè attuale presidente di Arcigay Nazionale non si è fatta attendere.

Nel comunicato stampa l'uomo che ha salutato con simpatia Cossiga in occasione della sua morte, dice una verità generale valida per tutti, ma fa anche una omissione (grave) e difende infine la sua associazione non chiamata in causa dal sito cui Aurelio Mancuso si limita a fare un endorsment alquanto contraddittorio.

Ma cominciamo dall'inizio  

Riassunto delle puntate precedenti.

Aurelio Mancuso aveva già a Luglio u.s. manifestato l'intenzione di sputtanare tutti i politici (uomini e donne) che - pur avendo votato a favore della pregiudiziale di incostituzionalità per le due leggi contro l'omofobia di fatto cassandola senza neanche farla discutere in aula - hanno segretamente relazioni sessuali e/o sentimentali con persone dello stesso sesso (e/o con trans).

L'idea è semplice: se tu personaggio pubblico, politico, giornalista, cantante, conduttore tv, calciatore, etc etc, fai dichiarazioni contro l'omosessualità e/o il transessualismo, contribuendo allo stigma contro l'omosessualità e\o il transessualismo con tutti i mezzi che hai in quanto personaggio pubblico, in quanto persona di potere, ostacolando leggi che riconoscano diritti o che difendano le persone omosessuali e trans dalla discriminazione e dalla violenza fisica e morale ma nella vita privata ti in trattieni in rapporti sessual sentimentali con persone trans e o dello stesso sesso è giusto rivelare pubblicamente quel che fai nella tua vita privata, perchè stride fortemente con quel che dici ufficialmente.
E' come rivelare pubblicamente che, per esempio, un guru del veganismo in realtà mangia da McDonald...
E' una truffa, uno che ci prende in giro, e per questo va sbugiardato.

E' chiaro l'intento politico di questa denuncia pubblica che si chiama outing che non ha nulla a che vedere con il coming out (=dichiararsi gay a tutto il mondo pubblico e privato) nonostante nel nostro paese così a digiuno di inglese i due termini vengano usati sui quotidiani, in tv e purtroppo anche nel doppiaggio di telefilm (Brothers and Sisters) e film, come sinonimi. L'outing ha delle regole semplici e giuste:
1) riguarda solo personaggi pubblici
2) che nella loro funzione pubblica sono apertamente omofobi.
Li si denuncia non per violare la loro privacy, né per sottoporli allo stigma del comportamento denunciato, (perchè non c'è niente di male se vai a letto con una trans o qualcuno del tuo stesso sesso, no?) ma semplicemente per dimostrarne la profonda ipocrisia di chi pur remando contro la liberazione delle persone omosessuali e trans dal pregiudizio e dalla discriminazione dei diritti non riconosciuti, di nascosto fao esattamente quel che pubblicamente condanna.
Una misura drastica che però funziona se fatta con precisione, come è successo di recente negli Stati Uniti dove il senatore Phillip Hinkle notoriamente omofobo è stato smascherato dall'escort di 18 anni che aveva pagato per un rapporto sessuale. Chi ha rivelato la notizia ai giornali?
Lo stesso escort che aveva molte prove: le telefonate al suo cellulare, e, addirittura, l'offerta di 10mila dollari da parte della moglie del senatore per il suo silenzio.
Una denuncia fatta alla luce del sole che persino gay.it, aveva, giustamente, reputato improbabile la stessa cosa potesse accadere in Italia dove gli escort non hanno la minima intenzione di dichiararsi tali e dove i giornalisti ci penserebbero bene prima di pubblicare la notizia (preferendo il gossip del si dice alla notizia certa...). Purtroppo le buone intenzioni di Mancuso si sono infrante contro una pavidità tutta nostrana che non si capisce bene a cosa sia dovuta. Se infatti io ho le prove che un deputato qualsiasi è andato, mettiamo, a letto con un ragazzo, poco importa se a pagamento o per semplice rimorchio libero, e lo dico pubblicamente sono disposto anche a essere denunciato per diffamazione perchè sto dicendo la verità e ne ho le prove.
Se ci sono dei problemi legali (io non sono un avvocato e non so la dimensione legale dell'outing) ci si consorzia magari fra varie associazioni nazionali (arcigay più rete Lanford per esempio) e si fornisce alle persone che, avendo le prove, fanno outing di personaggi pubblici omofobi (nel senso stretto del termine cioè chi spala merda contro omosex e trans non chi semplicemente offende come dice Mancuso) tutta l'assistenza legale del caso.
Se ci fosse una rete così forte e io avessi le prove io sarei disposto a rischiare il processo, se mai avverrebbe. Invece Mancuso si è detto (sulle pagine di Repubblica) sollevato quando un gruppo anonimo (!?) di persone (forse italiani residenti all'estero) hanno messo su un blog (per il quale cioè non hanno comprato dominio né speso un centesimo) altrettanto anonimo nel quale si preanuncia per il 23 cm la pubblicazione di un primo elenco di 10 nomi di politici italiani tra quelli che hanno votato contro la legge sull'omofobia. Nel primo post del blog si legge anche che altre liste sono pronte. Insomma non proprio un comportamento cristallino: non si forniscono prove. O almeno non se ne parla, ci si riferisce solo a delle liste, compilate da chi? Su quali informazioni? e si minaccia uno sputtanamento generale...
Una vera e propria forma di minaccia, di ricatto che non ha niente a che vedere con la pratica politica dell'outing che non si preanuncia ma direttamente si fa. Sia nel blog che nelle parole di Mancuso (così come sono riportate da Repubblica almeno) non ci si riferisce a questi 10 nomi e a tutti gli altri presenti nei famigerati elenchi come a persone ipocrite e contraddittorie (ricordate? E' quello lo scopo dell'outing) ma a persone omosessuali tout court seguendo la stessa linea di pensiero maschilista che informa lo stigma contro l'omosessualità e il transessualismo che vuole un uomo che va con un altro uomo direttamente un gay (anche se l'uomo magari ha moglie e dei figli e, nel caso, è solamente bisex. Ma, si sa, per il maschilismo omofobico, in quel caso la moglie è solo una copertura).
E si fanno omosessuali anche coloro che vanno con le trans (parola che non viene mai menzionata nel blog e nemmeno da Mancuso che usa il giro ambiguo di parole.

Insomma un conto è se io, escort, avverto il mondo che quel politico così anti gay e contrario ai matrimoni mi ha pagato per fare sesso con lui, un conto e se io che non si sa quali prove ho minaccio tutte le checche velate del parlamento di fare i loro nomi...

Minacce, allusioni, blog anonimi, non proprio il massimo della trasparenza. Per cui Patanè, nel comunicato, ha ragione da vendere quando dice:
"l’annuncio del supporto di soggetti anonimi, di profili segreti, di siti registrati all’estero che potrebbero fare i nomi di omosessuali italiani renderebbe il gesto privo di identità e responsabilità. L’uso, nel movimento gay, di strumenti alla macchina del fango, gli stessi che hanno inquinato la convivenza nel nostro Paese, è conferma della degenerazione politica di parte dello stesso. E’ una parte distinta e distante da Arcigay che esaurisce la sua battaglia politica in operazioni di marketing propagandistico di pessimo gusto e superficiale presenzialismo sulla stampa”.
Parole sacrosante, peccato che Patanè esordisca definendo l'outing in maniera parziale, e dunque errata:
"Per Arcigay, l’outing, e cioè la pratica di fare i nomi di omosessuali o lesbiche che per diverse ragioni hanno scelto di vivere segretamente il loro orientamento sessuale, è una pratica di estrema violenza, del tutto estranea alla nostra storia, cultura e orizzonte politico.
Eh no! Questa è solo una parte dell'equazione outing. Non si fanno i nomi di omosessuali o lesbiche che per diverse ragioni hanno scelto di vivere segretamente il loro orientamento sessuale. Si fanno i nomi di chi pubblicamente è contro l'omosessualità (e magari dice che sono malati) ma poi, nella vita privata, va a letto con chi gli pare...
C'è una enorme differenza tra dire il nome di chi ha deciso di non far saper del proprio orientamento sessuale e ma che però in quanto personaggio pubblico di omosessualità non parla proprio né bene né male e chi invece sparla male dell'omosessualità ma poi fa come gli apre nel privato della sua camera da letto...
Insomma Patanè fa il finto tonto proprio come i personaggi pubblici sui quali fare outing...
Arcigay si dissocia quindi da iniziative di quel genere e condanna con la massima severità perché gratuite, violente ed inutili
Gratuite proprio no, visto che si dimostra  l'incoerenza e l'ipocrisia, violente sì, tanto quanto le loro affermazioni omofobiche inutili no perchè una volta fatto outing quel personaggio perde credibilità (mmm forse non in Italia...)

Come mai Patanè critica prima l'anonimato delatorio di questo pseudo outing e poi però parla in generale di omosessuali o lesbiche che per diverse ragioni hanno scelto di vivere segretamente il loro orientamento sessuale, dimenticandosi che sono pubblici e apertamente omofobici (e che esistono anche le persone bisex...)?

 Perchè Patanè teme una fuga di notizie dai suoi circoli arcigay. Che le liste di nomi siano tratte non già da testimoni diretti ma siano desunti semplicemente dall'aver fatto la tessera di un bar gay (poco importa se un bar discoteca o una sauna dove si fa sesso).
Come se la semplice sottoscrizione di una tessera che dà il diritto all'accesso ai locali per soli uomini sia una prova sufficiente per fare outing...

Infatti come conclude il comunicato Patanè?
“L’outing è inutile e rischia di produrre solo falsità sulla scia del più becero pettegolezzo. Arcigay difende la libertà e il diritto: il diritto di essere se stessi nei modi, luoghi e tempi in cui ognuno liberamente ritenga. Abbiamo da sempre rispettato questo principio che è nostro valore fondamentale, tutelando la privacy dei nostri soci con rigore, rispetto e lealtà. Nessuna eccezione è pensabile”, conclude Patanè.
Escusatio non petita...
 

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