venerdì 7 ottobre 2011

Sulla lettera alle associazioni glbt di Ivan Scalfarotto.

C'è maretta questi giorni per via della lettera che Scalfarotto a rivolto a tutte le associazioni glbt. Nella lettera, pubblicata sul suo post, Scalfarotto essenzialmente dice:

1) l'ammanco di diritti delle persone glbt è una cartina tornasole delle condizioni di democrazia del paese perchè l'ammanco di diritti glbt è un ammanco di diritti generale e nessuno protesta o si muove per difenderli.

2) Lo scarso rispetto delle persone glbt è l'espressione particolare di una mancanza di rispetto generale per ogni gruppo sociale: le donne, i giovani, le famiglie, i lavoratori, i malati, gli immigrati, gli anziani. 


3) Il pd è impegnato in un lavoro serio e complesso per delineare una posizione chiara e convincente su questi temi.
Per questo è stato e deve essere un alleato indispensabile per ottenere. 
Una legge sul matrimonio, una legge che consenta la rettifica anagrafica a prescindere dall’intervento chirurgico e una legge che riconosca i diritti dei bambini figli di coppie omosessuali, bambini che già esistono e di cui la politica fa finta di nulla.

4 Senza il PD, che deve cambiare approccio a questi temi e che deve mettersi alla testa di questo cambiamento, il cambiamento, in parlamento non avverrà.

5) Io mi voglio candidare. E voglio che mi diciate cosa devo fare una volta in parlamento,

Adesso in questi giorni, su FB, nelle mailing list, sui blog, sui siti, passa solamente lo scandalo della candidatura di Scalfarotto, scandalo "di per sé" (come fa Max Forte su Notizegay.com, di cui ho già parlato) o scandalo perchè, così facendo, Scalfarotto compete con Paola Concia, senza nemmeno riconoscerle il lavoro fatto.
Riverblog fa un'analisi interessante (pur non pienamente condivisibile) di questo punto.

River riconosce l'esistenza della figura  di un referente istituzionale delle persone glbt ruolo ricoperto per ora da Anna Paola Concia, ruolo che per RiverBlog Anna Paola ha svolto in maniera eccellente.

E poi rileva come  nella lettera di Scalfarotto non si cita neanche una volta la Concia.
Nel mettere  a disposizione delle Associazioni e del Movimento il mio impegno e il mio lavoro all’interno del PD Rivergblog vi legge (giustamente)
“non c’è solo la Concia, fate riferimento a me”. Non “anche a me”, bensì “solo a me”.

Insomma Scalfarotto cerca di fare le scarpe a Anna Paola, perchè, nei ragionamenti più realisti del re, sono tutti d'accordo nel pensare che un deputato omosessuale di rappresentanza sia più che sufficiente: quindi O Anna Paola O Ivan.
Non metto in dubbio che per il Pavido Democristiano PD questo ragionamento possa essere vero, basisco però che i militanti del movimento ne accettino la logica.

Di più trovo profondamente discriminante che Anna Paola Concia sia vista come un Rappresentante Istituzionale.

Anna Paola Concia è una cittadina, una deputata, una donna, una militante del PD e una lesbica.
Il suo lavoro svolto in parlamento è PER TUTTI I CITTADINI non solamente per quelli omosessuali (perdonate se una volta tanto non accordo anche al femminile).

Perchè, per quanto sia stato ignorato da tutti, quello che io ho indicato come il secondo punto della lettera di Scalfarotto, è un punto fondamentale che finora non è stato capito dal movimento.
Un movimento  che non parte dal proprio specifico per allargare e correggere la qualità dei diritti di tutti, ma che vuole solo poter accedere ai privilegi delle altre categorie.

Non un percorso politico di autodeterminazione e di affermazione democratica  ma una bieca vocazione corporativista.

Ora chiedo a River e a tutt* quell* che la pensano come lui  poste le cose in questo modo, perchè mai la maggioranza etero del paese dovrebbe avere a cuore la nostra causa?

L'accesso al matrimonio anche per le persone dello stesso sesso, i diritti non solo dei bambini (come dice ambiguamente Scalfarotto) ma anche del genitore non biologico (cfr punto 3) non sono un bene esclusivo delle persone omosessuali sono UN BENE DI E PER TUTT*.


Se il movimento tutto riesce a combinare poco è perchè (oltre a essere diviso) pensa in piccolo, in termini di privilegio di categoria e non di ampliamento di determinati diritti che devono essere di tutti.
Non è solo un approccio politico moderato, è un approccio sbagliato perchè discriminatorio.

Un esempio concreto.
Nelle famiglie omogenitoriali i figli sono riconosciuti legalmente solo da uno dei due genitori della coppia. Dal genitore biologico, cioè che lo ha procreato, o dal genitore legale, che cioè lo ha adottato (in quanto singolo).
L'altro genitore (cogenitore con un termine mutuato dall'inglese) che magari a sua volta è genitore legale o biologico di un altro bambino non ha diritto alcuno sui figli del(la) partner.
Nel caso di decesso l'affido dei figli del genitore deceduto al cogenitore non è stabilito da una legge ma da un giudice che può stabilire anche diversamente.

Lo stesso vale ovviamente non solo per le famiglie omogenitoriali, ma anche per tutte quelle famiglie etero che non si sono sposate o perchè non possono (uno dei due partner è ancora coinvolto in un matrimonio pregresso che ha termini di legge lunghi per essere sciolto, oltre che costosi) o perchè non vogliono.

Ebbene io non ho mai sentito un/a militante omosessuale ricordare che il problema legale dei figli delle coppie di fatto (Anche di quelle omogenitoriali ma NON SOLO)  non è esclusivamente il nostro ma di tutte le coppie di fatto.
E quando lo faccio notare io mi si risponde, spesso in maniera acida ed effeminata, loro se vogliono possono sposarsi, noi no.

Da un punto di vista politico, umano, giuridico, non c'è differenza alcuna tra coppie di fatto etero e omosex, così come non c'è differenza alcuna tra matrimoni tra persone di sesso diverso e matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Eppure tutt* si peritano (sempre nel movimento intendo) a distinguere i due matrimoni. Matrimoni gay, matrimoni tra omosessuali definizione che incappa in un indesiderato effetto semantico, la legge non vieta infatti il matrimonio tra persone omosessuali: una lesbica e un gay possono sposarsi benissimo e nessuno può impedir loro di farlo in base all'orientamento sessuale.
La legge vieta il matrimonio tra persone dello stesso sesso che non sono necessariamente due omosessuali perchè una o entrambi i partner possono essere bisex.
Quante donne si sono sposate (oppure no) con un uomo, hanno fatto dei figli e poi hanno scelto una compagna, e viceversa quanti uomini dopo aver fatto figli con una donna (senza necessariamente sposarla) l'hanno lasciata per mettersi con un uomo?

Mentre il movimento glbt vede in questa decisione il passaggio (irreversibile) tra due status incompatibili (un po' come per la transizione di sesso delle persone trans) si diventa gay, si scopre di essere gay e non si torna indietro, una società pluralista, laica democratica e che non separa le persone ma le considera tutte uguali, pur nelle specifiche differenze di ogni individualità, non doverebbe accorgersi nemmeno della differenza e vedere solo una persona che ne ama un'altra, e ci fa figli, senza distinguere le famiglie in base all'orientamento sessuale (nemmeno all'assortimento sessuale della coppia, ma all'orientamento!!!).

Persino famiglie arcobaleno, che è un'associazione della quale ho massima stima, la sua presidente Giuseppina La Delfa cade in questo errore corporativistico e definisce le famiglie etero famiglie tradizionali, inducendo un equivoco involontariamente discriminatorio visto che, sociologicamente parlando, la famiglia tradizionale è quella patriarcale, fatta da un uomo che lavora e porta i soldi e una donna che resta a casa e fa un lavoro che non le viene riconosciuto come tale, accudendo i figli.
Una famiglia superata da almeno 40 anni di storia, da quando cioè c'è il divorzio che ha aperto la strada a famiglie etero non tradizionali fatte di genitori separati, divorziati, che hanno figli da matrimoni precedenti, che hanno fatto figli senza avere un partner fisso (quante donne hanno cresciuto figli da sole come scelta e non solo perchè abbandonate dal marito?). Quante famiglie etero allargate, senza genitori ma con parenti prossimi (nonni, zii) esistono in Italia? Quelle omogenitoriali sono solo le ultime a inserirsi in una pletora di famiglie non tradizionali. Eppure noi persone omosessuali ci sentiamo portatrici di una diversità non tradizionale che pretendiamo ci debba essere riconosciuta a ogni passo, perchè i primi a pensarci diversi a prescindere, senza alcun contesto storico solo stagliandosi contro il quale la nostra (presunta) diversità acquista significato, siamo proprio noi.

Invece, e non mi stancherò mai di dirlo, l'orientamento sessuale non indica un punto di vista comune, uno stesso modo di vedere il mondo. Indica una categoria di persone discriminate altrimenti diversissime tra di loro proprio come sono diversissimi tra di loro Silvio Berlusconi e Stefano Rodotà che sono entrambi etero.

Per cui ben venga la critica di Riverblog a Scalfarotto che nel candidarsi e parlare di cosa ha fatto il suo partito si dimentica di citare Concia, ma per favore non pensiamo a queste persone come a rappresentanti dei gay e delle lesbiche.

Come disse non ricordo chi a me non interessa un candidato politico gay ma un gay che è candidato politico.
 
La vera emancipazione passa anche per la conquista dello status di individuo: nessun gay parla a nome della comunità chiede solo che venga riempito il gap giuridico e siano riconosciuti a chi è discriminato come lui (come lei) gli stessi diritti degli altri.

Non mi meraviglia (ma mi fa arrabbiare) dunque che i tanti punti interessanti della lettera di Scalfarotto non siano sono stati colti  nemmeno nella loro potenzialità e ci si sia soffermati solo sui meriti elettorali. Ritornerò su questo.

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