giovedì 29 dicembre 2011

Mi smo dio ekipe! (We are part of the team!) Il video montenegrino contro l'omofobia. Ovvero della buona politica altrui e del mediocre giornalismo italiano.

Alla base di tutto c'è questo video ben pensato e ben confezionato.

Adesso se fossi un veteromarxista dovrei commentare come sia proprio nella tifoseria di per sé che l'omofobia si coltiva, così come ogni altro corollario del patriarcato. Ma io sono un vero marxista non un dogmatico che usa Il capitale come una bibbia.

Certo è vero che in questo spot ci sono solo dei maschi a fare il tifo, mentre da almeno un paio di generazioni la tifoseria è trans-genere (nel senso che ci sono donne che seguono il calcio da tifose e uomini che non).
D'altronde mentre il luogo comune vuole che la tifoseria sia solo degli etero e non dei gay (e per lo stesso motivo è solo degli uomini e non delle donne) nella realtà ci sono uomini gay e donne non lesbiche che fanno il tifo e seguono il calcio (proprio come ci sono uomini gay, come il sottoscritto, che il calcio non lo seguirebbero nemmeno se pagati).

Ma sto divagando come al solito.

Il video mostra come un gesto d'affetto tra due ragazzi faccia parte dell'insieme, senza che nessuno ci faccia caso, come dovrebbe essere, e come sarà in un futuro ancora temporalmente indeterminato.
Il claim facciamo parte del team ha ovviamente più significati:
(anche) noi ragazzi gay facciamo parte del gruppo di maschi che fanno il tifo;
Anche noi gay facciamo il tifo
anche noi gay supportiamo una squadra di calcio

ma anche un più generale

anche noi gay facciamo parte della società per esempio anche di un gruppo di scalmanati tifosi maschi (cioè uomini perchè gli uomini gay rimangono uomini...).


Altro punto a favore del video, che ne denota la provenienza non anglofona è la non particolare avvenenza dei due ragazzi che si baciano.
Fossimo stati infatti in uno dei paesi che ha   inventato e\o recepito lo standard Gay (USA, UK, Australia , Canada e Israele) i due ragazzi sarebbero stati i più belli, sorchi superfighi dell'universo.
Qui invece sono due ragazzi normalissimi belli perchè giovani. Uno dei due è anche cicciotto e leggermente freak (con quei capelli lunghi e ricci) cioè completamente an average man (gay guy or whatsoever).

Gran merito all'autore del video.

Già ma chi ha pensato al video e, concretamente, lo ha fatto?

Sul sito di Repubblica (non un sito qualsiasi dunque) da dove apprendo del video (thru faccialibro)  la giornalista (?) Laura Longo ci dà queste scarne informazioni:
Un gruppo Lgbt dell’est Europa ha realizzato una clip per gli appassionati di sport. Nel video intitolato "Mi smo dio ekipe - We are part of the team" ("Noi siamo parte della squadra") dopo un gol in tv, due uomini esultano baciandosi appassionatamente. Il messaggio è combattere qualsiasi discriminazione contro gli omosessuali
Inutile dire che dopo una ricerchina su internet di nemmeno 5 minuti scopro che:

Il video, di nazionalità montenegrina,  è stato diretto da Danilo Marunovic;
che è stato prodotto dal Centar za građansko obrazovanje (CGO) il centro civico per l'educazione, dal Forum GLBT Progres in collaborazione con la Coala Production e il sostegno dell'Ambasciata Canadese.

Il video, si legge su youtube, fa parte del progetto It's OK to be different", il cui scopo è contribuire allo sviluppo della cultura dei diritti civili e di una società a democrazia sostenibile attraverso una serie di attività con lo scopo di rafforzare le capacità sociali nella promozione dei diritti LGBT e nelle politiche antidiscriminazione.

Sempre su youtube potete vedere (come fa notare Cyd Zeigler jr. sul sito outsport.com che commenta anche l'avvenenza dei due ragazzi epsrimendo lo stesso mio apprezzamento per la loro normalità) che solamente 952 persone hanno espresso parere favorevole al video (Mi piace), contro 1055 Non mi piace tastando il polso a una omofobia montenegrina che, aggiungo io,non è seconda a quella italiana.

Ecco come un giornalismo anche elementare come quello che sono in grado di fare io, che blogger sono e non giornalista, dovrebbe dare notizia di video come questi e non limitarsi a postare il video senza nemmeno peritarsi di trovare il paese di origne (un paese dell'Est) e scrivere una paginetta col tono da ragazzina di prima liceo che chiosa con un generico Il messaggio è combattere qualsiasi discriminazione contro gli omosessuali.

Purtroppo la qualità della nostra informazione è direttamente proporzionale alla salute della democrazia e dei cittadini tutti.

That's why WE SUCKS!

mercoledì 28 dicembre 2011

Chi parla male ragiona male. L'omosessualità secondo Giuliano Sangiorgi.

Solo per motivi ...mineschi cerco su internetto notizie riguardo Giuliano Sangiorgi (chi???) il cantante (che???) dei Negramaro che, quando Tiziano Ferro ha fatto coming out, è stato intervistato (a che titolo?) sull'argomento da Vanity Fair.
Non entro nei dettagli dell'intervista (Che non trovo sul sito del giornale e mi devo accontentare di quella, parziale, riportata dal solito sito gay,  nella fattispecie Gay.tv ma voglio entrare nel merito di alcune considerazioni che Sangiorgi fa nell'intervista (dando sempre per buono che le sue parole siano state riportate fedelmente...).
Dunque il nostro, cioè, il vostro, nell'intervista dice: 
(...)per me non ha senso dare così tanta importanza a un coming out sessuale. Tiziano Ferro è gay, e allora.
Bisognerebbe ricordare a Sangiorgi che l'orientamento sessuale, anche se si chiama così, non si limita alla sfera sessuale ma anche a quella affettiva
D'altronde quanti cercano di liquidare l'importanza di dirlo proprio dicendo che a nessuno interessa quello che fai a letto?
Peccato che non si ami solo a letto ma sempre, in tutta la propria vita ,e non solo privata ma anche pubblica. Quel che sfugge a Sangiorgi (ma è in ottima compagnia) è che chi fa coming out non lo fa solo per far sapere agli altri con chi fa a letto che cosa ma per legittimare un sentimento, una affettività. Perchè quella omosessuale non è una pratica sessuale ma è molto di più, è una opzione sessual sentimentale.
Se ne accorge persino l'intervistatrice che ricorda al Sangiorgi in maniera alquanto infelice che un personaggio pubblico che fa coming out può essere d'aiuto a chi famoso non è ma è pur sempre finocchio (o lesbica)

Forse la sua storia può aiutare qualcuno che ha sofferto [sic!]  come lui.
Ma lui, non pago, risponde
E' vero. Ma i telegiornali, quando riprendono certe notizie, non fanno trattati di psicologia. Fanno gossip.
Trattati di psicologia? Ah già si soffre per motivi psicologici non per lo stigma della società...
In qualche tg di mediaset, subito dopo la notizia di Ferro, hanno dato quella di Nichi Vendola che vorrebbe adottare un bambino con il suo compagno. Lasciando intendere: guardate a che punto siamo arrivati. Ecco, questo mi dà molto fastidio. Perchè se c'è una diversità, questa c'è rispetto a chi? Chi decide chi è il diverso? Io di certo non sono in grado di farlo.

Lei è favorevole alle coppie gay il diritto di sposarsi e di adottare figli?
"Assolutamente si".

Scusa [sic] la schiettezza della domanda: lei è gay?
E qui complimenti all'intervistatrice. Immaginatevi se Sangiorgi stesse parlando a favore dei migranti l'intervistatrice mica avrebbe chiesto: Scusi la schiettezza della domanda: lei è cittadino straniero?O se avesse parlato a favore dell'abbattimento delle barriere architettoniche: Scusi la schiettezza della domanda: lei è paralitico?

Solo se parli a favore dei gay ti chiedono se lo sei anche tu... La risposta di Sangiorgi è sintomatica dei guasti di ragionamento anche di chi è gayfriendly.

"No. Sono eterosessuale. Il mio istinto è quello, e quello di un omosessuale vale quanto il mio.
Affermazione fantastica, purtroppo subito cancellata da quella successiva
Ma io amo e amerò sempre le donne.
Ma, avversativo c'est à dire sarà anche un istinto che vale quanto il mio ma io il mio non lo cambierà mai e il mio qual è quello di amare le donne.
Perchè chi è gay, si sa, le donne non le ama mentre chi è etero non ama gli uomini (parliamo dei maschietti che, si sa, le donne non contano un c....).

Forse non basta più accontentarsi dei gayfriendly (se questi sono i risultati) ma bisogna chiedere a tutti di essere almeno gaysolidali.

Io non so voi ma sono stufo di queste perifrasi sull'omosessualità. Un gay è uno che non ama le donne, una lesbica è una che non va con gli uomini.
Pur di non nominare quel che ci piace ci si attribuisce quel che non ci piace e lo si sostituisce a quel che ci piace... Ma basta! Io amo gli uomini non odio le donne. E Anna Paola Concia ama le donne non è una che non va con gli uomini. Sarebbe come dire che i credenti sono non atei e gli atei non amano dio. Ma che cazzo!

E poi chiamano noi invertiti!!!


domenica 25 dicembre 2011

I siti gay. Lo stigma lo diffondo loro per primi. Sulle illazioni della teologa Uta-Ranke Heinemann sull'omosessualità di Benedetto XVI riportate da Gay magazine.

Il meccanismo è il solito, navigo sulla rete e incappo in un articolo Benedetto XVI è omosessuale, parola di un’amica teologa pubblicato su Gaymagazine firmato da Daniele (e il cognome? Boh!).
Nell'articolo (sic!) si parla della teologa Uta-Ranke Heinemann diventata famosa grazie alle sue provocatorie prese di posizione in conflitto con le tesi ufficiali della Chiesa (...) scomunicata per aver affermato l’impossibilità biologica della nascita di Gesù Cristo da una madre vergine. Il neretto è nel testo.

Ora fra tutti i dogmi della chiesa, resurrezione di Cristo, transustaziazione dell'ostia consacrata (cito a memoria i primi che mi vengono in mente) la teologa mette in discussione l'unico che  spiegazione biologica ce l'ha!
Se infatti Daniele ha tradotto bene dall'intervista a Vice (periodico tedesco non meglio qualificato) la teologa contesterebbe la possibilità biologica della nascita di Gesù Cristo da una madre vergine. Cosa che invece può avvenire! C'è stato pure un film che ha parlato di questo (Non è peccato – La Quinceañera (USA, 2006) di Richard Glatzer, Wash Westmoreland per tacere di Glee): una coppia giovane non vuole consumare l'illibatezza prima del matrimonio e fa del petting spinto. Diciamo che lui le viene sulla coscia, basta un solo spermatozoo ed ecco la ragazza bella e incinta senza esser stata deflorata. Raro ma può accadere. E qui si disquisisce di possibilità biologica non di probabilità. Insomma una che di teologia ne capirà ma di biologia un po' meno (sempre a prender buone le sue dichiarazioni riportate nell'articolo...). Poco importa Daniele dovrebbe avere gli stessi dubbi che ho io e non bersi l'autorevolezza della teologa su basi così labili.

Che dice la biol.... ehm la teologa? Che il Papa è gay (affermazione riportata in corsivo quindi sono direttamente le sue parole sempre tratte dal periodico Vice).

Le prove?

1) I suoi sguardi verso altri cardinali, come con Tarcisio Bertone, lasciano trasparire un guizzo negli occhi verso i corpi maschili.

Beh, anche se fosse vero il desiderio che la teologa dice di vedere in Ratzinger non è detto che venga consumato. Ratzinger potrebbe essere gay e vivere in astinenza. Allora agirebbe esattamente secondo madre romana Chiesa come riportato nel catechismo:
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

Daniele può non saperlo, ma la teologa, invece no. La teologa (dei miei stivali) preferisce piuttosto pescare nel luogo comune che vuole l'omosessualità evidente.
Da tempo raccolgo sue fotografie, e secondo me dalle immagini traspare il suo orientamento omosessuale.


Niente di nuovo sul fronte occidentale. La teologa fine intellettuale è più omofoba del Papa perchè le basta poco degli sguardi o degli atteggiamenti considerati poco virili per fare del Papa un gay. E qui, al contrario, la teologa può anche non rendersi conto di cadere nei luoghi comuni, ma Daniele, se scrive per una testata che si chiama Gay Magazine dovrebbe...


Che Uta-Ranke Heinemannnon non sia una intellettuale così fine come ci vogliono far credere lo si evince anche da considerazioni sulla misoginia della chiesa riportate in calce allo stesso articolo.

Da quando Lutero ha sposato una suora la misoginia ha caratterizzato il clero,
Certo da Lutero, non da quando la chiesa ha negato alle donne  la possibilità di farsi prete negandole così ogni forma di potere. Da Lutero... Prima la chiesa era un luogo femminista!

E la nostra teologa sciagurata conclude il suo ragionamento (sic!) nel modo più omofobico possibile:
Da quando Lutero ha sposato una suora la misoginia ha caratterizzato il clero, che non voleva aver più nessun scandalo con le donne.
MA di che parla questa? E papa Barberini allora?
E qual è il miglior modo se non avere preti in larga parte gay?
Capita l'antifona? Non vuoi donne in giro? Metti dei gay che , si sa, le donne le schifano! Quel che sfugge alla teologa (può venire a lavarmi il water quando vuole) è che la Chiesa è smepre stata in mano a uomini poco importa l'orientamento sessuale dei quali e che anche quando questi uomini hanno avuto rapporti con donne hanno poi eletto come papi i figli e non le figlie. Quindi basta essere uomini per non permettere alle donne di accedere al potere. Il riferimento a Lutero è assurdo perhè Lutero ha fondato una nuova chiesa contro la quale il vaticano non ha alcun potere. Insomma proprio una cazzata scritta per una articolo da leggere sulla tazza del cesso piuttosto che in sala d'attesa dal dentista.

Mi spiace che Daniele e i tanti lettori (e lettrici) di Gay magazine leggano questa sequela di luoghi comuni omofobici e siano tutti contenti che anche il papa cattivo e che li odia tanto in fondo in fondo sia frocio pure lui...

Non ci bastavano i vecchi siti noti ora ci si mettono pure i siti nuovi a propalare le solite vecchie sciocchezze... Che amarezza!


venerdì 23 dicembre 2011

A Glossip! de La3 Selvaggia Lucarelli è come Scilipoti, piena di pregiudizi e di errori epistemologici contro le persone omosessuali. Ovvero come essere omofobi senza nemmeno saperlo.


Per puro caso, facendo zapping (cosa più unica che rara da quando c'è stato lo switch off, ormai un paio d'anni fa...) capito sul canale La 3, sul programma Glossip! (no, quella "l" non è un mio errore di digitazione) condotto da Selvaggia Lucarelli, nel quale si parla delle ecolalie (l'aggettivo è mio) di Scilipoti contro Paoala Concia durante un'intervista per Klaus Dovi delle quali ho già avuto modo di parlare. Selvaggia fa dei commenti abbastanza ironici sulle dichiarazioni di Scilipoti accusandolo (giustamente) di fare confusione quando parla di deviazioni genetiche collegate all'omosessualità (sic!); commenta che Scilipoti di omosessualità non sa niente. Mi fermo ad ascoltare incredulo delle mie orecchie. Poi, come si fa nei programmi, Selvaggia (o chi per lei) collega le dichiarazioni omofobiche di Scilipoti a un'altra notizia (anch'essa vecchiotta quanto quella di Scilipoti) riguardante il famoso wrestler Hulk Hogan, la cui ex moglie Linda Claridge ha rivelato in un suo libro di memorie una relazione dell'ex marito con Brutus Beefcak, suo collega wrestler.
Badate, io ho scritto relazione e basta, il sito Queer Blog.it parla di relazione omosessuale dove quell'aggettivo è pleonastico visto che si evince che le due persone che hanno la relazione sono entrambe di sesso maschile (ma vuoi mettere l'indicizzazione nei motori di ricerca se usi la parola omosessuale, gay, etc?) e che non potrebbero intrattenere alcun altro ti po di relazione...
Selvaggia invita Scilipoti ad andare a dire a Hulk e al suo collega Brutus che sono dei deviati genetici. Insomma Selvaggia non solo sembra non concordare con Scilipoti ma sembra simpatizzare per le persone omosessuali. Solo che... Quando Selvaggia riporta l'affermazione della moglie di Hulk (al secolo Terry Bollea) dice che la moglie ha diffamato Hulk. Ora dire di qualcuno che è gay vuol dire davvero diffamarlo? Solo se pensi che essere gay sia diffamante. Ma allora dov'è la differenza col pensiero di Scilipoti? Senza tenere conto che, se la relazione con Brutus fosse vera questa non farebbe di Hulk un gay ma un bisex... ma sto sottilizzando...
Non paga Selvaggia ironizza sull'aspetto e il comportamento ipermacho di Hulk e Bruts non per capovolgere il clichè del gay delicato (avendone l'occasione) ma come riprova che Linda si è inventata tutto perché, dice Selvaggia, "ce li vedete la sera, Hulk e Brutus tenersi per mano, con un plaid sulle gambe e commuoversi davanti al paziente inglese?".
Capita l'antifona? Se sei gay (cioè bisex...) non puoi che essere delicato e delicato nella maniera più ovvia e trita possibile. Mi piacerebbe incontrare Selvaggia in privato, per mostrarle un video porno qualunque nel quale due uomini si danno da fare per (di)mostrarle che gli uomini possono essere ipermachi a prescindere dall'orientamento sessuale e che a pensare che un ipermacho non possa essere gay si commette lo stesso identico errore epistemologico che Selvaggia critica a Scilipoti.
Le ho scritto. Come al mio solito. Se mi risponde ve lo faccio sapere...



martedì 13 dicembre 2011

Al via Omovies IV edizione del festival di cinema omosessuale e questioning di Napoli

Dal 15 al 18 dicembre a Napoli, per il quarto anno consecutivo, il primo senza alcun finanziamento pubblico, si apre Omovies, festival di cinema omosessuale e questioning di Napoli.
Per il secondo anno il vostro ciccione polemico si occupa della programmazione dei film, dei dibatti, delle tavole rotonde.
Tre giorni di proiezioni più un quarto di mondana serata di Gala nel centralissimo cinema Academy Astra durante i quali tasteremo il polso al paese e all'estero proponendo alcune delle più signficative pellicole (o viedo) di argomento glbt.
Venite, vero?

Scilipoti, Paola Concia e la disinformazione italiana.

Intervistato da Klaus Davi Scilipoti ha rilasciato delle dichiarazione sulle persone omosessuali e, in particolare, su Paola Concia, che hanno fatto scalpore.

Quello che ha fatto indignare tutti, e che è stato riportato in tutti i titoli di giornale e di post  sulla rete, è la constatazione, all'affermazione di Klaus Davi che Paola Concia dice di essere orgogliosa di non andare con gli uomini (così l'intervistatore ha parafrasato il lesbismo di Anna Paola) che anche i ladri sono orgogliosi di esserlo.
Paragone senza senso visto che essere ladri è un reato e essere omosessuali no.
E in un paese dove c'è la maggiore evasione fiscale del mondo SAMO TUTTI LADRI.

Insomma una provocazioncella stupida stupida che non andava colta e diffusa con tutta l'eco con cui è stata riportata.

Quello che però negli articoli non si dice è un'affermazione ben più grave perchè non vera e detta senza competenza alcuna,  fatta subito prima del paragone coi ladri, che gli omosessuali hanno qualche problema genetico e questo fatto lo conferma anche la scienza (facendo sentire la i nella pronuncia in perfetto italiota).
Allora premesso che l'autorevolezza di Scilipoti è inesistente, perchè nessuno ha pensato di contraddire un'affermazione falsa ammantata di pretese scientifiche, e ridicola di per sé, come  l'omosessuale, non in tutti casi c'è sempre l'eccezione,  dal punto di vista del codice genetico qualcosa forse di diverso ce l'avrà (nella quale Scilipoti vorrebbe scrivere la diversità presunta delle persone omosessuali nei geni del suo corredo genetico) ma ci si sofferma solo sull'offesa?
Perchè si continua a fare pubblicità a Klaus Davi che non è da meno di Scilipoti invece di consegnarlo al silenzio mediatico?
Non ci si rende conto che così si fa il losco gioco di questi omofobi ignoranti?

giovedì 8 dicembre 2011

Quando i militanti del movimento sono pavidi e dalla vista corta: le dichiarazioni di Marrazzo (Fabrizio) e Stocco sull'istituzione del registro per le unioni civili nell'XI municipio di Roma

Fabrizio Marrazzo
Roberto Stocco
A quanto pare dopo il X municipio di Roma anche l'XI ha istituito un registro delle unioni civili.
D'ora in poi, chi risiede in quei municipi, può, se vuole, registrarsi come coppia more uxorio avendo dei diritti, anche se non si capisce bene quali. Non si capisce, per esempio, se gli iscritti a questo registro godranno degli sgravi fiscali previsti per le coppie sposate, se hanno tutele in tutti i campi e ambiti in cui le persone regolarmente sposate ne hanno. Visto che il registro ha valore solo nel municipio probabilmente ha solo un valore simbolico come spiegano Marrazzo (Gay Center) e Stocco (Arcigay Roma) in una nota pubblicata sul sito dell'Arcigay Roma:
“I registri delle unioni civili – hanno aggiunto Marrazzo e Stocco - sono uno strumento simbolico significativo e gli enti locali possono fare molto per offrire tutele e servizi.
Una dichiarazione molto vaga dalla quale, correggetemi se sbaglio, si dice

1) che questo registro ha una valenza simbolica

2) ma che dà anche tutele e servizi (servizi? da quando un diritto è un servizio?) a centinaia di migliaia di persone prive di diritti.

Mi piacerebbe sapere, concretamente, quali sono queste tutele e questi servizi.

Ci viene in aiuto Imma Battaglia che, alla stessa notizia, commenta:
Iniziare dai servizi di prossimità del territorio è solo un primo passo che non deve restare isolato, con l'auspicio che un giorno non lontano tutte le unioni affettive potranno godere della tutela che meritano indipendentemente dal territorio di residenza.  (fonte PaeseSera)
Dunque possono accedere ai servizi del municipio previsti per le coppie sposate, anche le coppie di fatto(=non sposate) etero (di sesso diverso) e omo (di sesso uguale).

Beh niente da ridire!
Alcuni municipi di Roma stanno facendo nel loro piccolo quello che molti comuni di Italia fanno da tempo riconsocere anche alle famiglie di fatto (etero e no) gli stessi diritti di quelle sposate riconoscendo loro assegni familiari, diritto alle case popolari, etc etc.

Ma cosa c'entra questo con il raggiungimento del matrimonio anche per le persone dello stesso sesso?

Il riconoscimento legale delle unioni civili non riguarda solo le coppie di fatto omosessuali (dove l'aggettivo, si badi bene, non si riferisce all'orientamento sessuale dei due componenti la coppia ma solamente al loro assortimento sessuale, cioè una coppia formata da due persone dello stesso sesso, cioè, appunto, omosessuale) ma, naturalmente, anche le coppie di fatto eterosessuali (stesso avvertimento di prima), con o senza figli, che o hanno scelto di non sposarsi per motivi ideologici (non "credono" nel matrimonio) oppure, spesso, impossibilitate a sposarsi perchè ancora coinvolte in matrimoni pregressi (separate o in via di divorzio) che aspettano i tempi burocratici del divorzio (che richiede anni) o che, semplicemente separate, preferiscono non avviare la pratica di divorzio per motivi di varia natura, personali o economici. E' per loro, prima ancora che per le coppie di fatto dello stesso sesso che è stato sollevato il problema giuridico delle coppie di fatto.
Giustissimo che queste coppie vengano tutelate.

Sono coppie che, stando fuori dal matrimonio per scelta o per impedimenti burocratici, è giusto che vengano tutelate. Bisogna evitare che accada di nuovo quel che è capitato per esempio ad Adelina Parrillo, la vedova di Stefano Rolla, una delle due vittime civili della strage di Nassiriya, la quale, quando si è presentata insieme agli altri familiari delle vittime alla cerimonia di commemorazione dell'eccidio all'Altare della Patria, non è potuta entrare perchè non era sposata con Stefano e dunque per lo Stato non esisteva.
Per lo Stato e per la società queste coppie non hanno dignità legale e dunque non esistono.
Certo è che Adelina e Stefano, volendo, avrebbero potuto sposarsi (non sto rimproverando loro di non averlo fatto, ma solo constatando il fatto che, volendo, avrebbero potuto farlo) mentre alle coppie dello stesso sesso questo non è consentito.

Il riconoscimento legale delle unioni civili, o delle coppie di fatto, riguarda quindi la tutela di chi, PUR POTENDO, per vari motivi, ha deciso di non sposarsi (l'impedimento non è legale ma burocratico o economico).
Le coppie dello stesso sesso vi entrano per estensione, perchè in quel caso, per qualche strana contraddizione, lo Stato percepisce l'esclusione come discriminazione a differenza di quella dal matrimonio che, considerato di esclusivo appannaggio etero, non viene vista come tale.
Il riconoscimento legale delle unioni civili - che per essere tale abbisogna di una legge di Stato e non di un fantomatico registro delle unioni civili municipale - in realtà conferma lo status quo sul matrimonio.

E' una legge che tutela chi non vuole sposarsi non chi non può.


Il riconoscimento legale delle coppie di fatto apre così una serie di contraddizioni di principio, giuridiche e sociali.
Ci si chiede, infatti, il perchè se possono sposarsi e non vogliono istituire per loro una legge di tutela.
Se vorrebbero ma non possono, non perché vietato dalla legge beninteso, ma solo per problemi burocratici o economici, non è forse meglio che lo Stato invece di istituire le unioni civili non rimuove questi impedimenti abbreviando il divorzio e sostenendo economicamente le coppie che vogliono divorziare per risposarsi?
Eppure in qualche modo il mezzo milione di coppie di fatto (etero) che ci sono in Italia (secondo l'Istituto Cattaneo) vanno in qualche modo tutelate senza però arrivare a riconoscere alle unioni civili la stessa valenza legale del matrimonio altrimenti sarebbero un inutile doppione visto che le persone che vi accedono se vogliono possono sposarsi.

Ecco come il collegamento tra riconoscimento legale delle coppie di fatto e l'allargamento del matrimonio (l'unico che esiste) ANCHE alle coppie dello stesso sesso, diventa un po' forzato. 

Il riconoscimento legale delle coppie di fatto sono una meravigliosa e necessaria tutela per chi pur potendo ha deciso di non volersi sposare tutelate dunque in una serie di diritti, ristretti, rispetto quelli garantiti dal matrimonio.

In questo discorso le coppie omosessuali vi entrano un po' come degli ospiti inattesi intrufolatisi a una festa aperta a tutti. perchè a differenza delle coppie etero (=di sesso diverso) che, volendolo, possono accedere a diritti maggiori (matrimonio) le coppie omosessuali(=dello stesso sesso) oltre non possono andare.

Pensare in maniera riformistica che il riconoscimento legale delle unioni civili sia un primo passo verso l'apertura del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso è, nella migliore delle ipotesi, una speranza ingenua.




Peccato che tutto questo Marrazzo e Stocco non lo sappiano o fingano di non saperlo e plaudono a una iniziativa che è dubbia anche nel suo valore simbolico.

Ma a ben leggere le loro dichiarazioni si capisce tra le righe cosa a loro interessi veramente e il motivo vero per cui l'istituzione di registri municipali (che quindi riguardano la città di Roma a macchia di leopardo) è accolta con plauso:
In Italia ci sono centinaia di migliaia di persone prive di diritti e questo strumento è anche e soprattutto un modo per portare i bisogni e le richieste di chi chiede di poter contare, anche contandosi.
Le coppie etero sono già contate da vari istituti demoscopici Istat in testa perchè, nonostante il vuoto legislativo, le coppie di fatto eterosessuali sono percepite come una sorta di famiglia non fosse altro per i figli (con buona pace di Adelina Parrillo) e quindi considerate degne di rilevamento e rilevanza statistiche 8anche se legalmente continuano a non esistere).
Sono le coppie omosessuali a non avere questa rilevanza, non almeno da enti demoscopici statali (da quelli privati, come l'Istituto Cattaneo, che ha pubblicato dei dati molto interessanti, sì).
Perchè Marrazzo e Stocco vogliono che i froci e le lesbiche si contino?
Ricordate tutto il baillame a proposito del quindicesimo censimento tutt'ora in corso nel quale anche le coppie di fatto omosessuali(=dello stesso sesso) potevano essere registrate e rilevate?
Perchè per Marrazzo e Stocco è importante contarsi?
Perchè contarsi conta?
Non sto certo nella loro mente e mi piacerebbe sentire la loro risposta.
Contarsi è sempre un modo di farsi vedere.
Ma perchè richiedere una certificazione dalle istituzioni?
Non possiamo contarci tra di noi o incaricare un istituto privato come il Cattaneo?
A che serve una conta doc?
Non sarà che potendo dire con certificazione istituzionale (regionale, provinciale, comunale, municipale) che i froci e le lesbiche in Italia sono, metti, 3 milioni, Marrazzo e Stocco possono far pesare le loro richieste con l'unico elemento che, così almeno credono loro, conti davvero in politica, il numero di persone votanti.
Se ci sono 3 milioni di froci attestai dall'Istat o contati nei registri delle unioni civili, Stocco e Marrazzo pensano, o così almeno ipotizzo io, "anche il pdl deve starci a sentire perchè 3 milioni di voti pesano".
Una politica miope, il cui scopo non è la conquista dei diritti civili (il matrimonio) da parte di una categoria di persone varia da ogni punto di vista, politico, sociale, economico, culturale, morale, accomunate dalla stessa discriminazione ma la conquista di un peso politico per fare carriera.
La loro non la nostra.

A riprova di quanto malignamente affermiamo(=plurale majestatis) nell'appello lanciato nello stesso cumunicato, al Primo Ministro Monti, stocco e Marrazzo non hanno nemmeno il coraggio di usare la parola matrimonio e rivendicano delle ambiguissime unioni gay che vuol dire tutto non vuol dire niente:
Lanciamo un appello al Governo Monti e al Parlamento, affinché approvino al più presto una legge per riconoscere le unioni gay: è uno dei modi che il Paese ha per avvicinarsi davvero all´ Europa"

Strettamente interpretando questo appello anche l'istituzione di un registro civile municipale è una legge per riconoscere le unioni gay. Peccato che la vera battaglia sia ampliare il MATRIMONIO anche alle coppie dello stesso sesso e non accontentarsi di una semplice conta.

Gli appelli, cari Marrazzo e Stocco, son finiti con la scuola!



sabato 3 dicembre 2011

Ancora [ancora?!] sul video pro matrimonio di Get Up. Le considerazioni di un altro blogger e le mie

AGGIORNAMENTO
Come giustamente mi fa notare Matteo Marino nei commenti ho attribuito ad Andrea i commenti suoi. Ho commesso un evidente errore che d'altronde, è chiaro per chiunque vada a vedere i commenti originali. Di questo errore chiedo scusa ai miei lettori e ai diretti interessati.

Detto questo le osservazioni e le constatazioni che Matteo fa nel commento dimostrano che non ha capito quel che volevo dire. Poco male. Mi sarò espresso male io.

Matteo scrive:
Rimango dell'idea che la critica al video per la supposta "bellezza" dei protagonisti sia un po' sterile e infruttuosa.
Magari se ci dicesse anche il perchè...
NOn c'entra niente il cliché dell'omosessuale checca e superstizioso.
Infatti quel paragone verteva su qualcosa di diverso, che trovate più sotto nel post, non direttamente con la questione della bellezza.
Se è rappresentato un cliché, non è offensivo o denigratorio (da quando la supposta bellezza lo è?).
E' discriminatorio nei confronti di chi, non rientrando in quei canoni di bellezza, non si sente rappresentato, come spiego nel post e dunque nell'immaginario mediatico non esiste.
Io preferisco alla polemica l'ironia, e rubo una battuta di un nostro lettore: se fanno un film su di me, come protagonista voglio un attore bellissimo! :-)
Ma l'ironia non risolve la discriminazione di cui sopra.
Infine, non ho purtroppo tempo di ribattere punto per punto a queste legittime critiche,
Allora perchè scrivi?
ma faccio solo un esempio del modo in cui l'autore del post secondo me tende a travisare, in buona fede, le mie parole (come travisa il video):

Scrive che Andrea (cioè me) è borghese perché "se io gay ho diritto al matrimonio non è perché pur essendo altro dall'etero ho gli stessi diritti. Ma perché, tutto sommato, sono uguale a lui". La mia frase è molto diversa. Forse è poco chiara? Può essere. Io contestualizzo la mia affermazione, come contestualizzo il video. INfatti scrivo che "IN un contesto di diritto al matrimonio e condivisione di vita" lo spot vuole illustrare "l'interscambiabilità "coppia etero-omo".
Interscambiabile:  Che si può sostituire con altra analoga cosa (fonte Sabatini Coletti)

Proprio quel che contesto io a Matteo che cioè lo stile di vita etero (descritto nel video e che solo alla fine per agnizione si rivela gay) sia analogo a quello etero.
Quindi mi riferivo proprio ai diritti al matrimonio e al diritto di condividere la vita insieme, con tutte le somiglianze e le differenze del caso, con la possibilità poi di sceglierlo o meno.
Nessuno mette in discussione l'opzione matrimonio. Io critico l'idea che quel che dovrebbe convincere il pubblico che guarda questo video a considerare legittimo anche il matrimonio tra persone dello stesso stesso è, come si evince dal video, l'interscambiabilità dei due stili di vita.

Ora non solo si pretende che quella descritta nel video sia la vita etero per eccellenza  (come non lo è) ma si pretende pure che sia la stessa anche per le coppie gay (e lesbiche presumo).
Proprio quel che io contesto.
Questa sorta di egualitarismo che è stata criticata anche in un telefilm di culto americano come QAF è opinabile e respinta da parte del movimento quella che dice che noi gay per semplificare brutalmente, non abbiamo diritto al matrimonio perchè siamo come gli etero. Abbiamo diritto al matrimonio nonostante siamo diversi dagli etero.

Chi pensa all'egualitarismo ha un pensiero borghese di quella classe cioè che storicamente

imitava la nobiltà, così la media [borgesia] imitava la alta, e la piccola la media. La piccola borghesia spesso si trovava nella situazione drammatica di non avere le ricchezze necessarie per vivere come i borghesi più ricchi e così si facevano mille sacrifici per mantenere un apparente decoro. L'importante era non confondersi con gli operai e i vagabondi. Il decoro era quindi la principale preoccupazione della famiglia borghese. (fonte marcopolvr.it "La vita borghese")
Ora capisco che si hanno opinioni diverse, per fortuna, ma la lingua che parliamo dovrebbe essere la stessa, o no? Io non traviso un bel niente, faccio anzi osservazioni anche abbastanza ovvie a chiunque abbia un mino impegno politico.

Tutti evidentemente tranne Matteo.
* * *


Nei commenti alle mie osservazioni sul video di Get Up per sensibilizzare contro la discriminazione delle coppie dello stesso sesso sul suo blog volgio sposare Tiziano Ferro Andrea Bordoni, Mattteo Marino mi risponde così:

Questo è uno spot, non è la realtà, né un documentario.
Questa è la classica giustificazione di chi, quando si critica un racconto per immagini sollevando dubbi sulla legittimità della realtà ricostruita in quel racconto, vuole difendere quel racconto che a lui (a lei) piace.
E' un film mica è la realtà.

Peccato che le rappresentazioni narrative della televisione e del cinema entrano nella realtà nella misura in cui contribuiscono alla costruzione dell'identità e dell'io di ognuno di noi.

Se io sollevo delle critiche al video in questione non è per evidenziarne uno scollamento dalla realtà (qualunque essa sia). Critico, invece, l'ideologia (il modo di vedere il mondo) che sottende a quella ricostruzione di realtà.
Una ricostruzione che sarà sempre riduttiva rispetto la realtà (su questo hanno ragione a dire che un film non è la realtà. Il primo sarà sempre meno complesso della seconda). Ma, da questo punto di vista, film di fantascienza o documentario che sia, il criterio di verosimiglianza di entrambi ha poco a che fare con la realtà e più con le strategie di verosimiglianza che riconosciamo tali in quel genere narrativo, documentario compreso.

Andrea MAtteo va oltre e ricosnoce alla fiction cinetelevisiva una maggiore aderenza alla realtà dello spot, dicendo che
Non è neanche un film o una serie tv (dove il fatto che TUTTI i gay sono belli potrebbe darmi fastidio). E’ una pubblicità che deve convincere in meno di due minuti chi non è gay a vederli come loro stessi, con gli stessi diritti, sperabilmente, e non con il disgusto che di solito viene associato (anche inconsciamente) a due uomini che si baciano (figuriamoci se sono “brutti”).
Quindi se un bacio tra due uomini fa disgusto non mostriamolo per carità! Continuaimo a non abituare chi si disghusta a non disgustarsi più. Non sia mai!
Infatti nel video in questione alla proposta di matrimonio, subito dopo l'agnizione che mostra che la coppia è fatta da due uomini, i due si abbracciano e non si baciano.
Questo mi ricorda tanto la critica che fa La Miranda, nel film Stonewall (UK, 1995) di Nigel Finch, al movimento gay che protestava in giacca e cravatta mentre lei ragazzo travestito veniva accusata di perpetrare il clichè che vuole i gay tutte traveste...
Ancora oggi il pride disturba e quindi ha una funzione sociale forte. Come a molti disturba un bacio tra due uomini. Si badi bene un bacio d'amore come quello che poteva coronare l'agnizione del video i questione meglio non dare fastidio ai benpensanti. Meglio abbracciarsi. Figuriamoci se sono brutti.
Beh certo meglio vedere due ragazzi bellic he si baciano che due ragazzi brutti.
Frasi che si commentano da sé, nevvero?

Un pubblicitario sarebbe stato licenziato se avesse suggerito di mettere due gay “brutti”.
E qui Andrea Matteo non si accorge che la bellezza è nell'occhio di chi guarda. E che finché mostreremo solo ragazzi bellissimi (beautiful, cioè bellissime) legittimeremo la stessa scala di valori che impone un canone di bellezza discriminatorio. Detto altrimenti solo perchè non sono belli come il cliché vuole non significa mica che siano brutti.

Ma, ricordate? Andrea Matteo accetta lo status quo come incontrovertibile paradigma della società immutabile perchè probabilmente è il migliore concretamente possibile.
Non era la pubblicità adatta a veicolare questo messaggio.
Certo. Si sta riscrivendo l'immaginario collettivo matrimoniale in chiave gay che c'azzecca smontare il cliché sulla bellezza maschile (omosessuale)? Due piccioni con una fava no eh? Ma no sempre piccoli passi che poi si arrabbia il Vaticano o il PD che tanto son la stessa cosa...
Non si tratta di restare nei “ranghi” del mercato o di essere limitati da certi schemi:
Nooo!
si tratta di comprendere il mercato
Capito Alessandro?! Sei tu che non lo capisci!
e di capire le opportunità e capire quali stereotipi scardinare di volta in volta.
Apunto la politica dei piccoli passi.

Ecco quello che mi dà fastidio. Spiegare l'ideologia di un racconto per immagini (uso apposta questa definizione la più generica possibile) con (quella che viene reputata) la realtà.
E' uno spot che ha precise regole di mercato, mi sta dicendo il ...didascalico Andrea MAtteo (si definisce lui così...) a suggerire che se non lo so me lo spiega lui.

Intanto non si tratta di una pubblicità. Non in senso stretto. Non è un video commissionato da una multinazionale che deve vendere un prodotto. E' invece un video di sensibilizzazione per una campagna che raccoglie firme contro la marriage discrimination. 
Quindi esattamente l'opposto di uno spot. Qui non si deve inventare un bisogno nel pubblico suggerendo che un determinato prodotto può soddisfarlo.
Al contrario si vuole sensibilizzare lo spettatore su un argomento che ha una concreta presenza nel mondo, un'esigenza che esiste prima del prodotto da vendere.

L'idea stessa che la campagna contro la discriminazione del matrimonio per coppie dello stesso sesso possa essere sussunto a un prodotto da vendere la dice lunga sull'approccio più realista del re di chi si spiega le cose in questi termini.

Si creda di essere dentro le cose quando in realtà si sta usando una considerazione generica che non entra nello specifico del video in questione.

Anzi, con le stesse argomentazioni posso difendere il cliché di un omosessuale checca e superstizioso messo in uno spot (quello per esempio della CEPU)



dicendo proprio che "Non si tratta di restare nei “ranghi” del mercato o di essere limitati da certi schemi: si tratta di comprendere il mercato e di capire le opportunità e capire quali stereotipi scardinare di volta in volta".

Ma, ammesso e non concesso che queste siano le regole del mercato, perchè mai le regole del mercato non possono essere discusse, criticate, o cambiate?
Ma, sono io che cerco il pelo nell'uovo, mica lui che semplifica tutto a colpi d'accetta!

La carineria dei protagonisti mi sembra proprio un falso problema.
Beh più che carineria (che non è proprio uno splendido esempio di italiano perché, al limite, carineria significa altro*...) io direi l'estrema bellezza.

*Carattere di chi, di ciò che è carino
‖ Gesto, comportamento carino: aspettarmi alla stazione è stata una c. fonte dizionario hoepli


Ditemi se questo ragazzo vi sembra carino. Per me è bono.  



La mia critica poi non verteva sulla bellezza di per sè del soggetto. Verteva sul cliché che mostra i gay sempre giovani e belli. Come se non ci fossero gay meno giovani o meno belli. D'altronde Andrea Matteo stesso ammette che in un telefilm gay tutti belli gli darebbero fastidio ma non nello spot. Perchè
Io la vedrei più con ironia: come quegli spot in cui chi usa la crema antirughe non ha una ruga e le donne che si depilano non hanno già in partenza alcun pelo sulle gambe.
Ovviamente in questi spot questo aspetto non è dato dall'ironia (?!?!) ma dalla costruzione asettica che il corpo umano deve avere in tv. Il corpo è sempre bello, non puzza e non è sporco anche se si parla di diarrea, mestruazioni, o muco. Non c'entra l'ironia.
E dov'è l'ironia in questo spot?


E i gay belli esistono. Non diventiamo intolleranti verso di loro! NOn è colpa loro: è un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo! :-)
Capita l'antifona? Se sei brutto taci e lascia il posto ai belli.

Confermando così quello che io andavo criticando. Cioè non (ovviamente) la bellezza reale e concreta di un bel ragazzo che esiste davvero. cosa che nemmeno io disprezzo  (il mio ex era ed è ancora MOLTO bello) ma il sistema di valori che la bellezza così intesa va a costruire nel mondo raccontato dalle immagini, lo stesso criterio di bellezza femminile, proprio perchè se io sono un giovane non così bello e non vengo mai rappresentato nel mondo iconologico dei mass media semplicemente NON ESISTO.

Che Andrea Matteo sia un po' borghese lo si capisce da quando commenta che
quel “colpo di scena” finale in cui scopriamo che il soggetto della soggettiva è un uomo sta a illustrare l’interscambiabilità “coppia etero-coppia omo” in un contesto di diritto al matrimonio e di condivisione di vita.
Questo o quello per me pari sono. Cioè se io gay ho diritto al matrimonio non è perchè pur essendo altro dall'etero ho gli stessi diritti. Ma perchè, tutto sommato, sono uguale a lui.
Un concetto talmente discutibile che viene criticato anche in uno splendido episodio di Queer As Folk (versione americana**) quando Michael Novotny, parlando a una riunione di persone che vogliono contrastare la discriminazione di genere, davanti a una senatrice che vuole che lui, in quanto gay, dica che siamo tutti uguali, afferma che lui non è affatto uguale a una coppia etero ma che nonostante cioò ha gli stessi diritti loro.

 ** a proposito di bellezza i personaggi della versione originale inglese sono meno belli di quelli americani. Per vederli e confrontarli cliccate qui

Adesso se anche un film e una serie tv che pure le regole di mercato le seguono e che infatti hanno avuto successo criticano questi concetti tutta la costruzione di Andrea MAtteo sulla realtà del mercato forse vacilla un po'...

Quel che Andrea Matteo non capisce, o fa finta di non capire, è proprio questa retorica borghese del siamo tutti uguali che vuole cancellare le differenze specifiche dell'omosessualità e forzare le coppie omosessuali entro i canoni eterosessuali al punto tale che il ragazzo bello fa la proposta di matrimonio al suo ragazzo maschilmente offrendogli l'anello. Ho cercato di fargli la battuta "chi dei due portava l'anello?" quando lui mi ha spiegato che si è commosso perchè gli è successa una cosa molto simile, ma lui ha pensato che stessi deridendo quella sua bellissima esperienza (sic!).

Non siamo tutti uguali ma i diritti si danno sa tutti perchè pur se diversi siamo tutti persone...
Un concetto  più giusto, più universale, che contempla modi diversi di esistere, e meno uniformante del borghese siamo tutti uguali, cioè siete tutti come me.

Ma anche più rivoluzionario, più dirompente, che ricorda come non non c'è bisogno di vivere il sogno americano ed etero del matrimonio sessista per far capire agli altri che anche le coppie dello stesso sesso hanno lo stesso diritto di sposarsi delle altre...

Questo è un concetto che va elaborato, riflettuto, e la dichiarazione è posta in un contesto sociale di parenti e amici, quindi eccolo quello che tu senti mancare: il riconoscimento sociale.
Qui ad Andrea Matteo argomento che in realtà famiglia e amici sono il contesto privato e non quello sociale ma lui dice
Non hai ribattuto a nessuna delle mie argomentazioni.
Contento Lui...
Quello istituzionale segue subito dopo nel messaggio della scritta bianco su nero: It’s time. End marriage discrimination.
E di nuovo, per istituzionale, si intende il riconoscimento dello Stato, non un claim di una associazione che chiede qualcosa che ancora non c'è...
Manca perché purtroppo le istituzioni ancora lo fanno mancare.
E allora ecco che, come dico io, il riconoscimento istituzionale non c'è.  Anche se io intendevo che non c'è nel video, non si vede.
La mancanza che senti è il messaggio dello spot: riempiamo questo spazio vuoto, poniamo fine alla discriminazione allargando il diritto al matrimonio.
Essendo le uniche parole dello spot, assumono un peso rilevante nell’economia del tutto.
Io dico un'altra cosa. Di tutte le cose belle e commoventi che il video mostra per avvalorare la tesi che anche la coppia di ragazzi è uguale a quella ragazzo ragazza non ce n'è una pubblica: lavoro, studio, manifestazioni politiche,  vita sociale non nel tempo libero... Solo la sfera privata, la casa, gli amici, la vacanza, il divertimento...
Il video certo non ha lo scopo di rappresentare TUTTE le coppie gay. 
In realtà invece la fiction rappresenta esattamente solo i gay che descrive coi suoi cliché e quelli che non sono rappresentati nei cliché socialmente non esistono perchè non sono visibili...

Questo chi studia i mass media (come il sottoscritto) lo sa...

Più che cercare il pelo nell’uovo in queste iniziative lodevoli e di successo, cerchiamo di proporre in Italia cose così d’impatto, e non solo di testa e “fuori dagli schemi” che capiamo solo tra noi e non arrivano al pubblico che dovremmo sensibilizzare.
E questo è quello che mi dicono tutte le persone mediocri.
Sei pignolo, vai troppo per il sottile, cerchi il pelo nell'uovo (ma si è poi mai saputo che tipo di pelo è ?). Ancora quello che vuoi dire tu è troppo astruso la gente non ti capisce.

Miei cari non mi capirete voi. Io ho fiducia nella gente.  E anche se non ne avessi a maggior ragione propalare vecchi e triti stereotipi come fa a risvegliarli ed educarli?
Le associazioni in Italia sembra parlino solo tra loro e col loro ristretto target, o propongono autogol come le liste di outing senza prove e senza conseguenze reali. A che serve?
Completamente fuori topic (ma si riferisce alla mia presa di pozione sulla lista di Mancuso che, nel sistema binario e semplificatorio di internet 0 1 si o no pro o contro che appiattisce ogni sottigliezza, mi rende uno a favore mentre lui era uno contro...)
P.S. Io sono tra quelli che si sono commossi. E non me ne vergogno affatto.
Altro punto interessante. Nessuno critica la reazione di pancia. Io critico il fatto che si resta femi a quella e non si va oltre.
Meglio critico l'idea che se mi commuovo poi non posso farne una critica altrimenti ammetto che è sbagliato commuoversi. Come quelli che mi dicono che se analizzo troppo i film poi mi perdo il gusto di vederli per quello che sono...


Insomma, i racconti per immagini sono dei grandi rimestatori di immaginario collettivo e il video che critico pur apprezzandone le buone intenzioni lo critico per il suo essere borghese, per tutto quello che non mostra, perchè vuole mostrare un'omosessualità identica all'eterosessualità, come se l'omosessualità non avesse una propria dignità , irriducibilmente diversa da quella etero ma perchè solo in quanto gli somiglia può essere riconosciuta malgrado tutto.

E poi vi meravigliate se io mi incazzo?

venerdì 2 dicembre 2011

Omovies 2011: habemus indicem


Il video commovente III: alcuni commenti miei e altrui sul video di Get Up sul blog Voglio sposare Tiziano Ferro

Quoto direttamente dal blog di Andrea Bordoni, Matteo Marino e Stefano Ventura
sul quale è stato pubblicato un post dal titolo

Lo spot australiano per i matrimoni gay incanta il web


 In due giorni raggiunge mezzo milione di contatti su youtube: è la campagna a favore dei matrimoni gay in Australia di GetUp. Una toccante storia d’amore da rivivere in pochi secondi in soggettiva. Il fatto che la persona attraverso i cui occhi la condividiamo sia un altro uomo all’inizio non è scontato. La coppia vive insieme giorni spensierati e divertenti, litigi, si supporta durante i momenti più dolorosi della vita, fino ad arrivare a scambiarsi davanti agli amici e alla famiglia l’anello di fidanzamento. Solo in quel momento vediamo che si tratta di due uomini. E il fatto che sia un colpo di scena dimostra come ci siano ancora pregiudizi da demolire, e diritti da conquistare. Questo spot bellissimo e commovente è un piccolo ma importante passo in questo senso e dovrebbe essere riproposto pari pari anche in Italia. Intanto possiamo cominciare a farlo girare noi sul web. I sondaggi australiani dicono che la maggior parte della popolazione è a favore dei matrimoni gay (anche molti gruppi cristiani). Ecco il video…

Questo è il mio botta e risposta con due degli autori del blog:
Alessandro Paesano says:
Ma il video deve commuovere NOI che già siamo sensibili alla causa o far riflettere GLI ALTRI che sensibili non lo sono?
Allora questo video oltre a rappresentare solo una fascia di omosessuali, GIOVANI, BELLI E RICCHI, confermando lo stereotipo che vuole TUTTI i gay “così”, non ricorda che i veri motivi per cui si chiede di allargare il matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso non è solo quello della realizzazione privata (altrimenti basterebbe una cerimonia appunto tale) ma il RICONOSCIMENTO PUBBLICO, sociale, istituzionale che in questo video non si vede.
Un video di sensibilizzazione per una petizione non dovrebbe (solo) commuovere ma doverebbe anche far pensare. Pensare di testa però, non con la pancia (o col cuore) come sembrate fare tutti.
Io non sono né giovane né bello ma non è per invidia che mi lamento della bellezza del protagonista. E’ un cliché e lo critico come tale. Di cosa mai dovrei mai essere invidioso?
  1. Andrea Bordoni says:
    Premetto che non credo che questo spot sia perfetto e non sono tra quelli che si sono commossi, anche se lo trovo piacevole.
    Detto questo credo che vada bene che commuova chi è già sensibile alla causa. E penso che non ci sia spot che possa convincere o far cambiare idea a delle persone dalla mentalità incancrenita o le vittima delle pressioni religiose.
    Per il resto credo che sì, possa in qualche modo avvicinare alla causa il cosiddetto gruppo degli indecisi.
    Per quanto riguarda il fatto che il protagonista sia giovane, bello e ricco (poi tutti sti soldi non l’ho visti che gli uscivano dalle orecchie), ti chiedo se fosse stata una pubblicità etero e ci fosse stata una donna secondo te avrebbero messo una barbona, bavosa e puzzolente o magari una bella ragazza? Si tratta di logiche pubblicitarie basilari per far arrivare il messaggio e nient’altro.
    A volte voler essere critici a tutti i costi non aiuta. Soprattutto ti fa venire a te un buco al fegato. Questo spot in Australia sta muovendo qualcosa, in giro per il mondo ha commosso un po’ di gente su youtube. È poco? Ma è qualcosa. Fare il bastian contrario puntiglioso invece non aggiunge nulla. Invece di attaccare il buono o quasi buono, te lo posso concedere, continuiamo a concentrare i nostri attacchi su quello che è completamente marcio.
    1. Alessandro Paesano says:
      Guarda che io critico gli spot anche a soggetto etero se hanno gli stessi stereotipi. E il fatto che tu li accetti perchè sono delle strategie di mercato fa la differenza fra la mia critica e la tua. Tu “ti accontenti” e rimani nei ranghi prestabiliti dal mercato. Io no e provo (e sottolineo provo perchè non ho certo la verità in tasca) a fare dei ragionamenti un po’ più dal di fuori.
      Infine, come diceva Brecht, a me non interessa la realtà come è ma COME DOVREBBE ESSERE.
      Grazie per avermi risposto!
      P.S. Nonostante l’adipe il mio fegato gode di buona salute! :D
      1. Matteo Marino says:
        Questo è uno spot, non è la realtà, né un documentario. Non è neanche un film o una serie tv (dove il fatto che TUTTI i gay sono belli potrebbe darmi fastidio). E’ una pubblicità che deve convincere in meno di due minuti chi non è gay a vederli come loro stessi, con gli stessi diritti, sperabilmente, e non con il disgusto che di solito viene associato (anche inconsciamente) a due uomini che si baciano (figuriamoci se sono “brutti”).
        Un pubblicitario sarebbe stato licenziato se avesse suggerito di mettere due gay “brutti”. Non era la pubblicità adatta a veicolare questo messaggio. Non si tratta di restare nei “ranghi” del mercato o di essere limitati da certi schemi: si tratta di comprendere il mercato e di capire le opportunità e capire quali stereotipi scardinare di volta in volta.
        La carineria dei protagonisti mi sembra proprio un falso problema. Io la vedrei più con ironia: come quegli spot in cui chi usa la crema antirughe non ha una ruga e le donne che si depilano non hanno già in partenza alcun pelo sulle gambe.
        Quanto a Brecht, mi sembra che oltre a comunicare alla pancia, lo spot comunichi anche alla testa: quel “colpo di scena” finale in cui scopriamo che il soggetto della soggettiva è un uomo sta a illustrare l’interscambiabilità “coppia etero-coppia omo” in un contesto di diritto al matrimonio e di condivisione di vita. Questo è un concetto che va elaborato, riflettuto, e la dichiarazione è posta in un contesto sociale di parenti e amici, quindi eccolo quello che tu senti mancare: il riconoscimento sociale. Quello istituzionale segue subito dopo nel messaggio della scritta bianco su nero: It’s time. End marriage discrimination. Manca perché purtroppo le istituzioni ancora lo fanno mancare. La mancanza che senti è il messaggio dello spot: riempiamo questo spazio vuoto, poniamo fine alla discriminazione allargando il diritto al matrimonio.
        Essendo le uniche parole dello spot, assumono un peso rilevante nell’economia del tutto.
        Il video certo non ha lo scopo di rappresentare TUTTE le coppie gay. E i gay belli esistono. Non diventiamo intolleranti verso di loro! NOn è colpa loro: è un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo! :-)
        Più che cercare il pelo nell’uovo in queste iniziative lodevoli e di successo, cerchiamo di proporre in Italia cose così d’impatto, e non solo di testa e “fuori dagli schemi” che capiamo solo tra noi e non arrivano al pubblico che dovremmo sensibilizzare. Le associazioni in Italia sembra parlino solo tra loro e col loro ristretto target, o propongono autogol come le liste di outing senza prove e senza conseguenze reali. A che serve?
        P.S. Io sono tra quelli che si sono commossi. E non me ne vergogno affatto. Sarà perché mi ricorda un’esperienza personale :-) Eppure non mi si è scollegato il cervello dietro l’occhio appannato.
        1. Alessandro Paesano says:
          MMM.
          Chi dei due portava l’anello di diamanti?
          Tu o lui?
          Il problema dei “brutti” è che li vedi brutti tu. Io ci vedo persone meno stereotipicamente “belle” come quel ragazzo… Ma comunque persone.
          l’alveo familiare NON E’ la società, questo lo sa qualunque studente al primo anno di sociologia.
          Quello che mi fa rabbia dei commenti come il tuo è che mentre io non ho problemi ad ammettere che ho valori (morali e politici) diversi dai tuoi dove diverso non vuol dire migliore o peggiore, tu pretendi di avere ragione e che tutti la pensino come te e che quello strano sia io. Magari è vero, ma a fidarsi del buon senso popolare saremo ancora tutti col sistema tolemaico, con la convinzione di Lamarck che i figli ereditano i caratteri fenotipici dei genitori e che l’omosessualità è una malattia…

Matteo Marino says:
Questo è uno spot, non è la realtà, né un documentario. Non è neanche un film o una serie tv (dove il fatto che TUTTI i gay sono belli potrebbe darmi fastidio). E’ una pubblicità che deve convincere in meno di due minuti chi non è gay a vederli come loro stessi, con gli stessi diritti, sperabilmente, e non con il disgusto che di solito viene associato (anche inconsciamente) a due uomini che si baciano (figuriamoci se sono “brutti”).
Un pubblicitario sarebbe stato licenziato se avesse suggerito di mettere due gay “brutti”. Non era la pubblicità adatta a veicolare questo messaggio. Non si tratta di restare nei “ranghi” del mercato o di essere limitati da certi schemi: si tratta di comprendere il mercato e di capire le opportunità e capire quali stereotipi scardinare di volta in volta.
La carineria dei protagonisti mi sembra proprio un falso problema. Io la vedrei più con ironia: come quegli spot in cui chi usa la crema antirughe non ha una ruga e le donne che si depilano non hanno già in partenza alcun pelo sulle gambe.
Quanto a Brecht, mi sembra che oltre a comunicare alla pancia, lo spot comunichi anche alla testa: quel “colpo di scena” finale in cui scopriamo che il soggetto della soggettiva è un uomo sta a illustrare l’interscambiabilità “coppia etero-coppia omo” in un contesto di diritto al matrimonio e di condivisione di vita. Questo è un concetto che va elaborato, riflettuto, e la dichiarazione è posta in un contesto sociale di parenti e amici, quindi eccolo quello che tu senti mancare: il riconoscimento sociale. Quello istituzionale segue subito dopo nel messaggio della scritta bianco su nero: It’s time. End marriage discrimination. Manca perché purtroppo le istituzioni ancora lo fanno mancare. La mancanza che senti è il messaggio dello spot: riempiamo questo spazio vuoto, poniamo fine alla discriminazione allargando il diritto al matrimonio.
Essendo le uniche parole dello spot, assumono un peso rilevante nell’economia del tutto.
Il video certo non ha lo scopo di rappresentare TUTTE le coppie gay. E i gay belli esistono. Non diventiamo intolleranti verso di loro! NOn è colpa loro: è un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo! :-)
Più che cercare il pelo nell’uovo in queste iniziative lodevoli e di successo, cerchiamo di proporre in Italia cose così d’impatto, e non solo di testa e “fuori dagli schemi” che capiamo solo tra noi e non arrivano al pubblico che dovremmo sensibilizzare. Le associazioni in Italia sembra parlino solo tra loro e col loro ristretto target, o propongono autogol come le liste di outing senza prove e senza conseguenze reali. A che serve?
P.S. Io sono tra quelli che si sono commossi. E non me ne vergogno affatto. Sarà perché mi ricorda un’esperienza personale :-) Eppure non mi si è scollegato il cervello dietro l’occhio appannato.
  1. Alessandro Paesano says:
    MMM.
    Chi dei due portava l’anello di diamanti?
    Tu o lui?
    Il problema dei “brutti” è che li vedi brutti tu. Io ci vedo persone meno stereotipicamente “belle” come quel ragazzo… Ma comunque persone.
    l’alveo familiare NON E’ la società, questo lo sa qualunque studente al primo anno di sociologia.
    Quello che mi fa rabbia dei commenti come il tuo è che mentre io non ho problemi ad ammettere che ho valori (morali e politici) diversi dai tuoi dove diverso non vuol dire migliore o peggiore, tu pretendi di avere ragione e che tutti la pensino come te e che quello strano sia io. Magari è vero, ma a fidarsi del buon senso popolare saremo ancora tutti col sistema tolemaico, con la convinzione di Lamarck che i figli ereditano i caratteri fenotipici dei genitori e che l’omosessualità è una malattia…
    1. Andrea Bordoni says:
      Sì, ma al primo anno di sociologia immagino anche che dicano che gli spot li guarda la società.
      Viva i brutti e chi li vede belli :-)
      Per il resto i nostri commenti, i miei, i tuoi e quelli di Matteo sono tutti uguali. Diciamo come la pensiamo e vorremmo, spereremmo che tutti gli altri fossero d’accordo con noi. Nessuno mi sembra ha problemi ad ammettere i propri valori (morali e politici). Quindi non ti arrabbiare… ricorda il fegato :-)
      1. Alessandro Paesano says:
        Diciamo che al primo anno di sociologia dicono anche che gli spot rielaborano l’immaginario collettivo della società.
        E comunque TU non sei la società…
        Invece di continuare a nominare il mio fegato (che già t’ho detto, sta bene), argomenta il tuo punto di vista, là dove tu vedi una cosa ovvia io lavoro col mio vaglio critico..
        forse è il tuo di fegato che si rode perchè tu semplifichi dove io vedo un mondo complesso…
        Complimenti per le risposte comunque piene di spunti critici, profonde umili, e tranquille, per niente acide da checca isterica come il migliore cliché vuole…
        1. Andrea Bordoni says:
          A parte il fatto che abusi della parola clichè.
          A parte il fatto che davvero non c’era assolutamente nulla di acido in quello che ho scritto.
          A parte il fatto che non vedi l’ironia neanche se aiutato con simboli.
          A parte il fatto che il più grande clichè è dare a un gay della checca isterica solo perché sta dicendo che la pensa diversamente da te.
          Ma oggi non mi va di mettere da parte nessun fatto.
Dopo di che mi ha bloccato la possibilità di replicare. Molto da ... checca isterica, che dite?

E questi gli altri commenti


  1. walter says:
    bellissimo———
  2. chango says:
    mi sono commossa.. è bellissimo :)
  3. Mamma Commossa says:
    Di solito mi fai ridere col tuo blog.
    Ma quando commuovi, commuovi proprio!
    Grazie
  4. Art is the Cure says:
    Il video è semplice, efficace e mi ha commosso.
    Condividiamolo!
    Leggo altrove una sterile polemica sul fatto che i protagonisti del video sono troppo belli e le tappe della loro storia troppo standard…
    EH???
    Sarà che noi italiani siamo fissati col neorealismo, ma se fanno un film su di me, voglio che l’attore scelto per interpretarmi sia bellissimo! :-)
    È uno SPOT, i protagonisti devono essere affascinanti, e la storia che racconta è la storia di una coppia comune che attraversa tutte le fasi della vita, belle e brutte, e arriva a decidere di passarla insieme… Le tappe dovevano essere per forza “standard”, mica è un film su belli (anzi brutti) e dannati. Su!
    Uno spot così in Italia sarebbe dirompente. Purtroppo sul web finirà per girare “tra noi gay” per la maggior parte, e non tra gli etero, e tra quelli che non la pensano così… Ma anche tra i gay farà bene, c’è ancora tanta omofobia interiorizzata, purtroppo! Lo dico perché anch’io me ne sono dovuto liberare a fatica :-)
    1. Carlo F says:
      Troppo belli?
      Tutta invidia! :-D
  5. Nello says:
    Apprezzo che tu abbia parlato di questo spot ma non mi piace che tu abbia caricato il video sul tuo profilo youtube, eliminando i riferimenti alla petizione. Se supportiamo una causa, facciamolo fino in fondo. Non so quante visualizzazioni ha il tuo blog ma nel loro piccolo possono supportare la causa australiana.
    1. Matteo Marino says:
      Caro Nello,
      i riferimenti alla petizione non sono stati eliminati
      il link è in fondo al video, non lo abbiamo tagliato! Grazie della precisazione! Eccolo:
      http://www.getup.org.au/campaigns/marriage-equality/petition/sign-and-share
      1. David says:
        Video da brividi e lucciconi!
        Ero andato sul sito di GetUp all’indirizzo alla fine del video, ma non sono riuscito a firmare la petizione. Forse possono farlo solo i cittadini australiani? Mi chiede di inserire il postcode, ma me lo rifiuta.
        Nello, mi puoi aiutare?
  6. Fabio says:
    …son qui coi lacrimoni…. E’ bellissimo….. grazie per averlo segnalato! Peccato che in Italia non vedremo mai uno spot del genere :-(

Lacrimoni, brividi, e spirito critico zero...

Poi vi chiedete perchè il movimento langue?


Ancora sul video di GetUp contro la marriage discrimination in Australia!

lo so che quasi nessuno la pensa come me.
Ma questo non mi sconforta. So che le mie osservazioni hanno sostanza e, per quanto poco condivise, segnano un discrimine politico forte.

Oltre a tutto quello che ho già scritto nel post precedente qui volgio solo aggiungere altre due riflessioni:
perchè alla fine, dopo l'agnizione sul sesso del videomaker i due ragazzi non si baciano ma si abbracciano?
Se vogliamo scimmiottare il matrimonio etero pure con l'anello (un anello di diamanti? E quale due due partner maschili dovrebbe mai portarlo? Renato Zero diceva provo io e poi provi anche tu ma non credo si riferisse all'anello...) perchè al sì non segue un bacio ma un virile abbraccio?
Cioè, fatemi capire, l'anello sì ma il bacio no?

Oppure sarà che questo video, davvero borghese fin nel profondo del buco del culo dell'italiano medio etero in questo modo non dà fastidio? E' quello che scrive, per esempio. Enrico Ferdinandi su Duerighe.com:
Una pubblicità che ha colpito per i valori che trasmette, e per il modo non arrogante, con cui viene rappresentata l’unione di due persone che chiedono solo il diritto di potersi sposare.
Il matrimonio fra omosessuali è giusto? Rispondere a questa domanda sarebbe pretenzioso, noi vi invitiamo semplicemente a guardare questo video ed a riflettere sul fatto che due persone omosessuali che si amano, in mancanza di matrimonio, vengono privati di alcuni diritti fondamentali e che condizionano l’intera loro esistenza.
Il corsivo è mio. Ma quel che ci dice questo signore che vuole intervenire a favore degli omosessuali (uomini, perchè le donne non sono contemplate né nello spot né altrove) è:

1) non si vedono imbarazzanti allusioni sessuali (anche il bacio lo è) a solo l'Amore, quello con la A maiuscola quello che

2)permette anche a due persone omosessuali, non due persone dello stesso sesso, non due uomini o due donne, ma due persone omosessuali (quindi niente bisex presumo, per tacere delle perosne trans...) di accettare la loro relazione perchè c'è l'amore. Un amore mai consumato, ma sublimato in quello platonico cattolico che qui è solo platonico visto che per i cattolici si tratta di una unione sterile.

C0è da chiedersi quali siano questi alcuni diritti fondamentali di cui gli omosessuali uomini (tant'è che Ferdinandi accorda il participio privati al maschile e non al femminile (private) come vorrebbe la frase dato che il soggetto è persone omosessuali e dunque femminile...) negazione che condiziona l’intera loro esistenza.
Si vede nello spot quali sono gli effetti del negare ai due ragazzi  il diritto a spsoarsi? NO. Anzi a ben vedere tutto quelloc he nel video vediamo c'è anche in mancanza del matrimonio. ANche l'anello, perchè si possonos empre organizzare cerimonie private che, pur non avendo valore legale, hano valore sociale, morale. Allora quali sono questi diritti negati?
Non si sa. Dallo spot sembrano solo i diritti che pertengono la sfera privata, quella entro la quale Luciano Moia, giornalista de L'avvenire ha patriarcalmente rimproverato Anna Paola Concia quando si è sposata con la sua compagna perchè ha deciso di dare al suo gesto massima e ostentata visibilità.
Eppure il matrimonio è assolutamente ostentata visibilità. Sempre. Per tutti. In tutti i casi. Si devono pure affiggere le pubblicazioni. Più ostentazione di quella!

Ecco allora cosa commuove di questo spot. Che questi due frocetti, belli e ricchi, non rompono i coglioni (infatti non fosse che per l'assortimento sessuale conducono la stessa noiosa, triste, e sessista vita delle coppie etero, tra supermercati e luna park, non pagano mai una bolletta, non leggono, non studiano, non lavorano, non vedono altre coppie gay (eppure ci sono coppie etero che hanno amici gay... non è che per quello si rovinava la sorpresa dell'agnizione finale) , NON RAGIONANO, NON CRITICOANO, non votano, non vanno al cinema, non scioperano, non sono politicamente attivi, non vanno in discoteca e nemmeno in palestra,  fanno una vita tra le pareti di casa e gli pazi sociali appostamente pensati per il tempo libero. SONO ALLINEATI.
Però sono sensibili, soffrono per la morte della mamma, (poi uno dice che bestemmia).

Ecco se questo è il prezzo del matrimonio, l'allinearsi agli standard medio borghesi etero (e americani)  NO GRAZIE. Meglio l'istituzione equivalente.

E ora indignatevi e sciorinate pure il vostro bignami da piccolo borghesi. Oppure provate a dimostrare dove sbaglio. Usando la testa non la pancia, please!