domenica 27 febbraio 2011

Los Novios Bulgaros e En colo al cineforum di Buzz intercultura


Sono tornato al cineforum di Buzz Interlineatura (chiamato ufficialmente San Giovanni gay). Prima del lungometraggio, come consuetudine, sono stati proiettati un corto e un servizio tg.

Il corto è En Colo (Francia 2009), di Pascal Alex-Vincent lo stesso di Donne-Moi la main. Il corto fa parte dei "5 film contro l'omofobia", finanziati dal Ministero della Salute e dello Sport francese e proiettata in tutte le istituzioni pubbliche di quella nazione, dalle scuole alle biblioteche.
La sceneggiatura è di Nicolas Chretién.


Una storia banalotta che sfrutta il classico espediente del gioco della bottiglia per far baciare due ragazzi. In questo caso la storia, abbastanza farraginosa, che vede il ragazzo apparentemente etero innamorarsi di quello apparentemente gay nel giro di un giorno e solamente dopo un bacio ha dell'inconsistente e del banale. La storia che dà più fastidio, soprattutto in un corto contro l'omofobia, è quella delle compagne di colonia del ragazzo sospettato di essere  gay che non passa l'esame perchè, durante un ballo, non gradisce che la ragazza posizione le mani di lui sul proprio sedere. L'omosessualità non ha una sua dignità autonoma è sempre descritta in negativo. Sei gay se non ti arrapa mettere le mani sul culo di una donna. Così tutti i ragazzi che magari preferiscono andarci piano sono tutti tacciati di omosessualità che, così, non ha una sua propria ragione d'essere ma è solo vista come un ammanco di virilità. A poco serve il bel giovane che fa da animatore della colonia che dice di essere gay anche se non lo sembra. La faccia interdetta dell'amico del ragazzo che sembra etero ( e che alla fine del corto bacerà quello pédé) di fronte alla dichiarazione dell'animatore non basta a giustificare i commenti del giorno dopo delle due ragazze che, commentandone l'avvenenza, commentano con la classica frase che spreco. L'omofobia rimane nel corto un valore nel test per scovare il frocio che c'è in ognuno di noi se non ci si rizza dopo due secondi appena vediamo una donna...

Il conduttore del cineforum mentre presenta il corto del quale ha tradotto il titolo originale In campeggio si meraviglia che il titolo originale sia En colo (con l'accento sulla prima o). In realtà il titolo non si riferisce al campeggio ma alla colonia estiva (En colo con l'accento sulla seconda o) è l'abbreviazione di In colonie...

Insomma un corto inutile, anche se ben girato, e coi ragazzi stramaledettamente Belli perchè se non sie bello non sei gay ma ricchione...

Poi è stata la volta di un estratto video da una seduta del parlamento argentino, la Dichiarazione di un deputato durante l'approvazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso
Quel che dice il Deputato Cuccovillo fa impallidire qualunque cosa mai detta qualunque campo e su qualunque argomento da qualunque deputato italiano. Il rispetto per le idee di chi è contrario all'allargamento del matrimoni alle persone dello stesso sesso e che considerano l'omosessualità una malattia. Rispetto per delle opinioni che però, insiste il deputato, non hanno alcun fondamento etico, morale o scientifico.

I nostri parlamentari hanno molto da imparare...

Poi è stata la volta di regista: Lss Novios Bulgaros ( t.l. I fidanzati bulgari) (Spagna, 2002) di Eloy de la Iglesia. Un film pessimo e razzista, frutto di una Spagna che oggi non esiste più. Un film razzista non solamente perchè descrive gli immigrati clandestini in Spagna di nazionalità bulgara come dei marchettari, dei ladri, dei mafiosi e dei bugiardi, ma soprattutto perchè presenta i gay spagnoli del film con il solito cliché della checca. Un film dove nessuno sembra avere una relazione stabile affettiva e dove il sesso è mediato dai soldi o comunque dal potere. Dove gli amici del protagonista sono checche ciccione  di mezz'età, beh perchè guardate me?!?!)

Basato sul romanzo omonimo di Eduardo Mendicutti, Los Novios Bulgaros racconta di Daniel, un consulente finanziario quarantenne e madrileno, innamorato di Kyril, giovane immigrato bulgaro che, fidanzato con Kalina, se lo scopa in cambio di favori sempre più misteriosi e illegali. Kyril è solo uno dei tanti ragazzi provenienti dall’Europa dell’Est che riempiono le strade del quartiere gay e le feste degli amici di Daniel. Il film, raccontato in flashback, è il classico racconto della donna innamorata del delinquente, con la sostituzione del gay al posto della donna. Il film ha i suoi momenti migliori durante il matrimonio di Kyril con Kalina in Bulgaria e durante il soggiorno di Daniel a casa dei suoi, quando cerca di sottrarsi al fascino pernicioso di Kyril. Ma è davvero una pellicola che non offre uno sguardo diverso su nessuno degli argomenti che affronta, anzi confermando la delinquenza dei ragazzi dell'est e la vita solitaria dei maricones.

Nel sito di Buzz intercultura si legge:
Un film dallo stile ironico ed elegante che parla di passioni senza confini, ma anche del crollo del socialismo reale. Infatti dietro la storia di Kyril, come di tanti ragazzi come lui venuti dall'est, c'è il crollo di una ideologia fallita che ha portato il mondo a questo neocapitalismo selvaggio. Daniel dice: "Cosa posso rimproverare a Kyril? Che c'é di strano se i rifugiati della catastrofe, ora vogliano distruggere un paradiso che gli é ostile?"
Ora a parte il giudizio lapidario su una ideologia fallita, nel film non si vede affatto il socialismo se non in una scena quando, tutti i ragazzi bulgari cantano, ubriachi, l'internazionale socialista con una faccia commossa dalla nostalgia. Per il resto vediamo mafiosi, bulli, Kyril girare su auto rubate, che sottrae scorie radioattive nascondendole in casa dei genitori di Daniel. Non si vede nulla del socialismo e nemmeno nel neocapitalismo visto che i delinquenti bulgari sembrano usciti fuori dai film anni sessanta,  e che degli occidentali (tutti checche) pur essendo tutti abbastanza ricchi e e benestanti ci viene mostrato solo il privato e non il risvolto economico o sociale. E i rifugiati della catastrofe non vogliono distruggere un paradiso che gli è ostile ma semplicemente approfittarsi della maggiore prosperità che c'è in Spagna sfruttando quei froci che, invece di trovarsi uno stracci di storia con qualcuno che li ami, si accontentano del sesso pagato a caro prezzo.