sabato 3 settembre 2011

L'ABSTRACT di Riverblog, la scala Kinsey e i diversi modi di vedere etero e gay

Cortesie per i lettori.

Data l'enormità del post precedente, anche per rendere più agevole la discussione che mi auguro sarà serratissima, pubblico l'abstract del post precedente,  individuando alcuni punti di rottura rispetto le idee classiche su etero e omosessualità espresse pienamente nella river-scala (che stavolta darò per scontata, se non l'avete ancora letta potete farlo cliccando qui).


CAVE CANEM: quando dico che le considerazioni della river-scala sono maschiliste non voglio insinuare che River sia maschilista ma che certi strumenti critici che usiamo, certe parole del nostro linguaggio quotidiano, sono nostro malgrado intrise di maschilismo e che non potendo essere emendate vanno radicalmente ripensate.



Tra l'essere puramente eterosessuali e l'essere puramente omosessuali ci sono tutta una serie di posizioni intermedie di preferenza per l'uno, l'altro o entrambi i sessi.

Parlando di orientamento sessuale non si parla solo di attrazione per persone del proprio o dell'altro sesso.

Non si è solamente attratti - immagine che implica una certa mancanza di volontà di partecipazione.
Non è che mi piacciono tutti gli uomini solo perché io sono gay, mi piacciono determinati uomini e in questa professione di gusto esprimo la mia individualità.
Altrimenti cadiamo nell'equivoco maschilista del belle o brutte se le famo tutte.

In quanto gay quel che ci piace di un uomo non è solo il fatto che sia portatore di cazzo. Questo modo di vedere è maschilista e guarda alle persone considerando la parte (sessuale) per il tutto.

Insomma non siamo attratti dagli uomini tutti allo stesso modo solamente perchè gay.

Bisogna ricordare che la categoria omosessuale non indica un comune modo di vedere o di sentire ma il mero orientamento sessuale che non ci accomuna più di quanto non accomuna tutti gli eterosessuali.

Nella definizione di omosessualità come attrazione per le persone dello stesso sesso manca poi una parte della mela.
Come omosessuali e eterosessuali non solo ci piacciono persone di un determinato sesso ma vogliamo anche essere piaciuti da loro.

A me piacciono i ragazzi e mi piace essere piaciuto da loro.

Una considerazione abbastanza banale ma che non entra mai nell'equazione definitoria dell'orientamento sessuale e che, tra l'altro, apre un portone di comprensione per il trasgenderismo sottolineando non solo come ci si sente ma anche se non soprattutto come si vuole essere percepiti dalla società, visti dagli altri, desiderati in quanto persone sessuate.
Anche se sono biologicamente donna voglio modificare il mio corpo e adeguarlo all'aspetto maschile non solo o non tanto perchè mi sento uomo ma anche e soprattutto perchè voglio essere desiderato dagli altri come uomo.


L'orientamento sessuale non indica solamente un comportamento sessuale (con chi faccio sesso) o delle pratiche sessuali, anche se il luogo comune sembra sussumere i rapporti sessuali gay al coito anale.
L'orientamento sessuale indica anche l'affettività (di chi mi innamoro), con chi decido di legarmi sentimentalmente, e la socialità, mettere su famiglia, fare dei figli, fare un progetto di vita insieme.


3) Il primo a parlare di una scala è stato Kinsey che però partiva da una constatazione di principio un po più profonda di quella usata nella river scala.

Kinsey ammette che la scala è solo una sistematizzazione tassonomica di quello che è un continuum dell'essere umano, che serve solo per catalogare comportamenti sessuali.
Chi fa cosa e con chi.

La river-Scala invece è normativa oltre che descrittiva.
Non dice solo come si comporta chi appartiene a un suo determinato grado ma cerca anche di spiegare com'è la persona che occupa quel gradino della scala.
Kinsey si limita a descrivere la River scala, invece, giudica. 



Basta andare a letto con un uomo per essere definiti gay?

Sono possibili entrambe le risposte.

se con l'aggettivo gay ci riferiamo solamente al comportamento sessuale,  

no se con il sostantivo gay ci riferiamo a un modo di vivere, che va ben al di là della sfera sessuale ma comprende anche quella sentimentale e quella sociale in generale (fare una famiglia, fare dei figli, militare nella comunità glbt, etc.).

Molti gay e molte lesbiche oggi chiedono un riconoscimento sociale (matrimoni, adozioni, unioni civili, diritti) ai quali sorprendentemente la società risponde commentando che non c'è bisogno del riconoscimento sociale per un fatto privato come quello sessuale che si consuma fra le lenzuola del proprio letto.

Se l'omosessualità è solo un fatto di sesso perchè dobbiamo ostentarla e parlarne in pubblico?
Il problema è che l'omosessualità non è solamente sesso ma è vita: è sentimento, è famiglia, è legame, e costruire qualcosa insieme proprio come fanno le coppie etero la cui unione ha rilevanza pubblica nel matrimonio tanto da contemplare delle pubblicazioni una cerimonia e un banchetto di nozze.
Insomma chi vuole relegare l'omosessualità alla pura sfera del sesso e dunque nell'intimità del boudoir compie lo stesso errore di chi pensa che un gay cerchi un cazzo e si debba poi tenere anche la persona che ci sta attaccata dietro...
La vera issue del movimento di oggi è proprio questa (come viene contemplato nella river scala nel suo grado 0, omosessuale puro: Se ama, vuole mostrare a tutti il suo amore per la persona che ha accanto, anche in pubblico).

Gi studi psicoanalitici e psicoterapeutici oggi distinguono all'interno dell'orientamento sessuale diversi aspetti:

Comportamento sessuale (con chi ho rapporti sessuali).
Attrazione sessuale (chi desidero).
Fantasie sessuali (con chi immagino di.)
Preferenza affettiva (di chi mi innamoro).
Autodefinizione (mi considero eterosessuale omosesuale o bisessuale)

Questi strumenti definitori permettono di comprendere meglio il comportamento sessuale delle persone.
Per esempio l'eterosessuale attivo che la river scala considera omofobo perchè non si considera gay è un uomo che ha un comportamento omosessuale ma si percepisce etero e non tanto per questione di pratiche sessuali adottate ma perchè con gli uomini ci fa sesso e basta e non penserebbe mai di lasciarsi coinvolgere sentimentalmente.
Ci sembra un comportamento ipocrita, di chi non accetta in toto la propria parte omosessuale. Magari in qualche caso è davvero così, ma perché non contemplare la possibilità che questo sia legittimo e non tradisca per forza un gay represso?

Guarda caso non ci sembra strano quando un uomo si comporta come predatore con le donne... non lo si critica certo di non accettare in toto la propria eterosessualità.
Questo perché gli stereotipi di genere danno peso diverso a comportamenti omologhi....


Rispetto le coordinate etero/omo - con un passaggio centrale di uguale compresenza bisex, come nella scala Kinsey, la river-scala è sbilanciata a favore degli etero.

Delle 17 categorie ben 9 sono dedicate agli etero (da 100 a 55) una centrale - a quota 50 - alla bisessualità e solamente 7 sono dedicate ai gay.
Delle sette categorie gay solo 5 impiegano la parola omosessuale nel loro nome  mentre due delle 7 sono dedicate ancora agli etero (che salgono a quota 10) e una ai bisex (che salgono a quota 2) facendo scendere il numero di voci esplicitamente dedicate agli omosessuali a 5.

A differenza della scala kinsey che ha un mero valore statistico, sottolineando il continuum di questi comportamenti, la river-scala invece è un catalogo morale che dà peso diverso a comportamenti omologhi a seconda se questi avvengano in un contesto a prevalenza etero o in un contesto a prevalenza omo.

Se la presenza timida di comportamenti omosessuali nella fascia etero inficia l'eterosessualità secondo graduatorie e classificazioni che - vedremo - sono discontinue e  arbitrarie,  la presenza residua  di eterosessualità nella fascia dei comportamenti omosessuali (residua perchè la scala parte dall'eterosessualità pura e permane fino all'ultimo grado, per scomparire a quello zero dell'omosessualità pura) è interpretata come sintomo di resistenza ad abbracciare la propria omosessualità.

Questo perchè la bisessualità che è quel contenitore ombrello nel quale convivono secondo Kinsey la maggior parte degli uomini che hanno rapporti sessuali e sentimentali con entrambi i sessi in percentuali variabili che a loro volta variano nel tempo...) nella river scala non ha pari dignità dell'eterosessualità e dell'omosessualità pure e viene anch'essa interpretata come ipocrisia, degli etero e dei gay che non vogliono accettare la propria omosessualità.


Tra le categorie che descrivono gli etero e quelle che descrivono i gay non c'è corrispondenza alcuna, segno evidente che la river-scala non è descrittiva ma giudicativa. Direi di più. Prescrittiva.


La river scala individua il maschio etero puro (lo chiama purissimo) e poi individua quei comportamenti sessuali che tradiscono una componente omosessuale variabilmente presente che aumenta man mano che scendiamo verso l'omosessualità.

Ma non tutto in questo percorso funziona...

L'unica posizione davvero accettabile nella river scala sembra essere quella di Omosessuale puro. L'unica per la quale non sembrano esserci critiche di sorta mentre nelle altre definizioni si spendono sempre parole per cercare di puntualizzare, analizzare, criticare.

Mentre all'eterosessuale si riconosce la non omofobia concedendogli la mancanza di pulsioni omosessuali con un tono di tolleranza  E’ certo (...) di non essere attratto dagli uomini. E' certo lui, l'etero purissimo, non la river scala nella quale il sospetto rimane sempre potenzialmente presente, nel caso dell'omosessuale la mancanza della sua parte etero non viene tollerata ma considerata come del tutto naturale e congeniale alla categoria Lui è gay. Punto.

Insomma in tutta la river-scala c'è un (pre)giudizio implicito che tradisce una preferenza (magari nemmeno troppo consapevole) del compilatore per l'omosessualità, per ...simpatia empatica di chi, come lui, ama solamente gli uomini e vede in tutti gli uomini anche quelli che presentano una minima propensione all'omoerotismo, nell'omosessualità presente il sintomo da un lato di una diseterizzazione (=si è meno etero) dall'altro, quando l'eterosessualità è la propensione di minoranza, il sintomo di una repressione, di una mancanza di coraggio di abbracciare l'omosessualità pura.
Tranne l'etero purissimo e l'etero semipuro  in tutte le altre categorie l'omosessualità insorge e scalza via via l'eterosessualità la prima essendo incompatibile con la seconda e viceversa.


All'omosessuale puro la River scala attribuisce un solido orrore per i rapporti sessuali con le donne.

Sembra quasi che non basti l'interesse sessual sentimentale per gli uomini a definire l'omosessualità maschile ma che questo interesse debba avere come fondamenta una feroce esclusione delle donne, che fanno addirittura orrore.


Si badi bene che qui l'orrore non è una paura di scoprire in sé pulsioni eterosessuali (come succede ad alcuni etero che avversano l'omosessualità perché temono di scoprire in loro pulsioni simili) ma proprio orrore per i rapporti sessuali col sesso femminile.

La donna viene per così dire vista tutta patata: non mi interessa la fica, la donna ha la fica, quindi non mi interessa la donna, tipico sillogismo maschilista e misogino.

In questo molti gay sanno essere doppiamente maschilisti perchè nel momento in cui  suggellano la passione comune per gli uomini si strizzano l'occhio l'un l'altro ribadendo l'esclusione della donna che è - come minimo - pleonastica visto che l'oggetto di scelta omosessuale maschile di fatto le ha già bandite.

Nel ribadire l'orrore per il sesso con le donne si crea uno spirito di corpo che travalica l'attrazione per l'uomo, equiparando (costruendo, rendendo paradigmatico) l'omoerotismo maschile al disgusto per il sesso con le donne.
In questo senso possiamo vedere questa misoginia gaia come una forma di separatismo maschile, dal sesso opposto femminile, omosessuale ma non solo (quello gay è un corollario del separatismo maschilista degli uomini etero che considerano solo altri uomini come loro pari - vedi oltre-.)

Dovremmo ricordarcene ogni volta che critichiamo il separatismo lesbo-femminista...

Non ci deve confondere il fatto che molti gay sono (si dichiarano) amici delle donne.

Qui sto parlando del fatto che un uomo gay al solo pensiero di considerare una donna come oggetto di pulsione sessuale se ne ritrae con orrore: è questa esclusione, cioè l'esclusione della possibilità di fare sesso con lei, che esplicita quella misogina presente in segno opposto tra i maschi etero che, invece, vorrebbero infilare ogni donna.
Volerle infilare tutte o non volerne infilare nessuna sono due modi speculari per considerare le donne, tutte le donne, solo dal punto di vista sessuale, ignorando il fatto che le donne siano individui, cioè persone.

La cosa triste è che molti pregiudizi sull'omosessuale maschio si basano proprio su questa generalizzazione.
Se sei gay odi le donne e ti fanno schifo o paura.

Questo eterosessuale purissimo della river scala è un uomo che ha difficoltà a viversi la propria potenziale omosessualità (intendo per potenziale la pura possibilità, il fatto che potrebbe succedergli di avere un rapporto sessuale con un altro uomo).

Io invece credo che l'eterosessuale puro sia quello al quale l'omosessualità è indifferente...

Non gli dà fastidio, non la cerca e nemmeno la evita, perchè sa che - anche se andasse a letto con un uomo (e una qualche esperienza, per quanto blanda, anche se solo in età adolescenziale, gli è quasi sicuramente capitata) - questo non cambierebbe le sue preferenze sessuali.

Un etero convinto non è imbarazzato dai gay perchè sa che loro non possono tentarlo, né fargli cambiare idea...

Forse più che purissimo quello che sto descrivendo io è l'eterosessuale libero.
Libero dal pregiudizio omofobico, ma libero anche dal maschilismo.

A questo eterosessuale corrisponde nella mia scala ideale l'omosessuale (maschile) puro, quello che non odia le donne, non gli fanno schifo, non ne ha paura e per le quali è - al massimo- sessualmente indifferente.

Nella concezione maschilistica della river-scala l'eterosessualità è invece anche e sempre professione di non omosessualità.

Il maschilismo infatti, come vedremo, è talmente fobico nei confronti dell'omosessualità  che il maschio etero deve stare attento in ogni momento a non sembrare gay facendo cose da gay.


Così mentre le nuove generazioni di etero si sono in qualche modo liberate dal maschilismo,  mentre calciatori e atleti pubblicizzano prodotti per la cosmesi maschile (che costano mediamente un 30% in più di quelli analoghi femminili dal colorante per i capelli alla crema idratante e antifatica) c'è chi ancora crede che l'etero purissimo è tale perchè non andrebbe mai con un uomo. 

E non gli etero ma i gay (e alcune donne) più ancorati ai vecchi parametri maschilistici considerano l'uomo con le sopracciglia curate meno virile. 


Né ubriaco, né per soldi, neanche in preda a qualche raptus. Non basta professare un interesse per le donne, va negato l'interesse per gli uomini, estirpato a qualunque costo, in qualunque caso e in qualuque circostanza, arrivando anche a ipotecarsi il futuro.

Un etero così proiettato a negare ogni traccia di omosessualità in lui è costretto a farlo perchè sa che il maschilismo su cui si basano i suoi valori nei rapporti interpersonali lo vedono pesantemente sbilanciato verso altri maschi come lui, considerati gli unici interlocutori degni di considerazione (con l'unica eccezione del sesso beninteso), ebbene questo maschilismo verrebbe cortocircuitato se la simbolica parità tra maschi (sociale, valoriale e culturale in senso antropologico) diventasse concreta possibilità di fare sesso o (peggio) di lasciarsi coinvolgere affettivamente.


Una cosa è certa, in questa scala dall'etero all'omosessualità basta anche solo un pensiero gaio per fare di un etero un gay.
Così come aveva già notato Kinsey più di 60 anni fa:  
Dappertutto nella nostra società si ha tendenza a considerare "omosessuale" un individuo di cui si sappia che ha avuto anche una sola esperienza con un altro individuo del suo stesso sesso.
(ALFRED C. KINSEY, WARDELL B. POMEROY e CLYDE E. MARTIN op cit. pp527-528)

Molti giovani eterosessuali di oggi, di quelli per intenderci che vanno al Gay Village, si pascono di essere oggetto di desiderio anche di uomini (a me me se vonno fa donne e omini). Gli etero che considerano una offesa la corte di un altro uomo hanno forse l'età (e la mentalità) di Giovanardi...

Non solo l'etero purissimo ma anche il semipuro non hanno avuto interazioni sessuali con altri uomini. Corrisponderebbero entrambi alla scala 0 di Kinsey.

Mi sfugge il criterio classificatorio che fa di questo uomo - che non ha mai avuto rapporti gay come il precedente ma che è più infastidito del precedente dell'eventualità di tali rapporti, un etero meno puro.

Se l'eterosessualità deve solamente indicare l'attrazione fisica (come la definisce River nell'introduzione) di un uomo per l'altro sesso, questi due etero non si differenziano in nulla se non nell'assenza dell'omofobia nel purissimo la cui mancanza lo rende più etero di quello omofobico.
Continua però a sfuggirmi il perchè...

La river scala non ci dà spiegazioni. 

Provo ad azzardare due possibili risposte.

1) L'etero non omofobo è etero al 100% perchè l'omofobia cela sempre una voglia di cazzo repressa.

Secondo questo ragionamento se sei così palesemente antigay (antitrans) in fondo in fondo è perchè ti piace.

E' un'idea morbosa tutta incentrata sul pettegolezzo (li critica ma lo è anche lui...).
Basta pensare di applicarla in altri campi (oltre quello sessuale) per dimostrarne l'infondatezza:
di un Vegano fanaticamente contro la mattanza degli animali nessuno penserebbe mai che è un carnivoro represso;
l'accanito, reiterato, generico anticomunismo di Berlusconi non ne fa segretamente un comunista.

Vero è che se un etero è imbarazzato o infastidito dall'omosessualità è perchè non avendo una forte identità sessuale (in un periodo storico in cui certi stereotipi di genere maschile sono stai messi in discussione dal femminismo e non solo) certi uomini possono temere di scoprire in se stessi quel che vedono negli altri.
Ma questo timore non nasce da consapevole o inconscia omosessualità repressa. Non si evita qualcosa che si ha e si nega  si teme solo di scoprire in sé la benche minima pulsione omosessuale. Ora siccome tutti abbiamo anche pulsioni omosessuali e la società stigmatizza qualunque segno esteriore presunto indicatore di omosessualità, certi uomini posso entrare in crisi.

L'etero puro come il gay puro non sono quelli che non hanno in se nessuna componente dell'altro orientamento sessuale ma sono quelli così in pace con se stessi che pur se ne scoprissero (come capita o può capitare) una minima parte gaia o etero in loro non entrerebbero in crisi perchè sanno bene cosa vogliono.
Se è vero infatti che non scegliamo di essere gay come non scegliamo di essere bisex o etero, possiamo pero decidere di vivere bene o male il nsotro orientamento sessuale.
E temo che la river scala col suo patriarcale determinismo esclusivistico oppositorio etero/gay non aiuti nè i gay che hanno deciso di coltivare quel po di eterosessualità che c'è in loro propri come a un etero non è concessa la benché minima dose di omosessualità che non li trasformi in gay puri. Chi in nome di una percentuale per quanto bassa di omosessualità si ostina ad esercitare l'eterosessualità è un gay che dissimula.

Se questa idea funziona col sesso è perchè si basa sul concetto patriarcal-maschilista della persona sessualmente repressa.
Così le femministe che criticano il comportamento misogino degli uomini in realtà sono affamate di cazzo (scopano poco), le lesbiche sono tali perchè non hanno conosciuto un uomo che abbia fatto apprezzare loro come si deve il cazzo, un uomo che parla sempre male dei gay in realtà reprime una segreta voglia di cazzo, anche perchè, come si dice (maschilisticamente) la fica piace a molti il cazzo piace a tutti...


2) Un etero che non vuole saperne di rapporti gay è un etero purissimo perchè è più appetibile come oggetto di desiderio per un altro uomo (gay  o bisex) di un etero che, almeno un pochino, voglia ce l'ha.
Come già detto per il maschilismo  basta un sospetto minimo per fare del più grande sciupafemmine un checcone della prima ora.
E secondo una mentalità maschilista diffusissima anche tra certi gay a loro piace il maschio non altri gay che non sono percepiti come maschi ma come sorelle, come femmine.

Insomma invece di destituire i concetti di maschio e femmina così concepiti li si riproduce anche in campo omosessuale con buona pace del femminismo che ha lavorato tanto in questa direzione.



L'ano lo abbiamo tutti, uomini e donne, etero e gay (e lesbiche), e considerare la stimolazione anale (per giunta con un oggetto non con l'organo sessuale maschile) passivizzante è una forma di maschilismo puro.


Secondo questa mentalità maschilista l'interdizione al piacere anale riguarda solo gli uomini etero e non le donne perchè la donna, che lo prende comunque in fica, è già femmina là.


D'altronde è sempre maschilista pensare all'omosessualità maschile esclusivamente in termini si coito anale mentre tra due uomini che fanno sesso non c'è un attivo e un passivo proprio come non ci sono un maschio e una femmina (quante volte ci siamo sentiti chiedere chi fa la femmina?) che sono due categorie ingombranti per qualunque attivista omosessuale visto che derivano dal patriarcato maschilista eterosessista.

L'antropologa culturale Ida Magli nel suo splendido La sessualità maschile a proposito di queste due categorie osserva:
Il concetto stesso di «passività» nasce da quell'origine dell'atto proiettivo del Pene di cui ci siamo già occupati e che, proprio in quanto «stabilisce» l'esistenza di un «oggetto», quello sul quale viene proiettata l'orina o lo sperma, lo definisce anche come «passivo». Ma, in realtà, nello scambio amoroso non esiste fra i partners chi è attivo e chi è passivo, dato che, in definitiva, il raggiungimento dell'orgasmo avviene per una forma di masturbazione (che potrebbe anche dirsi «reciproca» se questo termine non comportasse il pericolo di reintrodurre il concetto di attivo e di passivo) quali che siano i modi per cui vi si giunge. (...) Di fatto, in qualsiasi forma di masturbazione, è indispensabile la volontà e lo sforzo di partecipazione all'orgasmo da parte di colui che sembra subirla e, di conseguenza, i partners possono essere considerati ambedue attivi, sempre che sì voglia mantenere questa distinzione che di per sé non è affatto necessaria. È il sistema dualistico del pensiero, costruito su categorie oppositive, che rende concettualmente ovvia questa distinzione, così come è ovvia l'analogia primaria fra attività-mascolinità e femminilità-passività.
(Ida Magli La sessualità Maschile Mondadori, Milano 1989 pp. 142-143)
Un etero che usa oggetti per stimolare e cercare il proprio piacere anale, da solo o con la partner, è un etero libero di usare il proprio corpo e condividere il piacere che questo gli procura con le donne.

Nessun gay represso all'orizzonte, sempre e solo un etero, privo dei pregiudizi di chi lo vuole considerare un etero meno puro perchè usa il piacere anale.


Il pregiudizio maschilsista vede omosessualità (cioè scarsa virilità e - si sa - la virilità la si esplica solo con le donne) dappertutto... come nella barzelletta che fa del don giovanni  che dopo 98 scopate consecutive con donne fa cilecca  un frocio.

E' chiaro che questo pregiudizio si basa su una visione distorta della sessualità e dell'anatomia umana scippando l'ano e il piacere erotico della sua stimolazione (che come ricorda Jack Morin non significa necessariamente "coito") alle donne e agli uomini etero e relegandola (regalandola) solamente agli omosessuali.

iccome il maSschilismo riconosce come interlocutore alla pari di un uomo solo un altro uomo come lui, è ovvio che l'omosessualità - che cortocircuiterebbe a livello concreto quel che nel maschilismo rimane a livello simbolico -  è esclusa e tabuizzata.

Così anche nel maschilismo in versione gaia si vedono segni di omosessualità in tutta una serie di comportamenti tra maschi.
mentre gli etero (quelli da me definiti liberi) si concedono tutta una serie di libertà che non minacciano la loro eterosessualità, né la propria virilità, concedendosi occhiate ai membri dei compagni di sport - perchè il confronto sulle dimensioni è un issue squisitamente maschile, virile, ed etero-, dedicandosi a pacche abbracci e addirittura baci appassionati sul campo da calcio (recentemente vietati e poi riammessi) perchè non denunciano una latente voglia di maschio ma sono innocenti, amichevoli e sani contatti camerateschi tra uomin, il gay maschilista (e l'etero omofobico) vede in questi atteggiamenti un indice di sospetta omosessualità e - dato che solo il maschio etero purissimo è escluso da ogni sospetto di omosessualità - questi etero  semi puri, oggettisti o sportivi sono meno etero degli etero purissimi e dunque un po' gay.

Guai a leggere un gesto d'affetto e tenerezza tra due uomini esclusivamente in chiave gay. E' sempre omofobia poco importa se dopo aver catalogato l'atto come omosessuale si reagisce dicendo che carini piuttosto di che schifo.

Pensare che se un uomo guarda il pisello di un altro è meno etero di chi non lo fa si basa sullo stesso principio maschilista che vuole che se un uomo non si passa la mano sul pacco ogni fica che vede non gli piacciono le donne... 

Molti escort sono etero, e sono etero nel senso che hanno la ragazza con la quale mettono su famiglia e magari fanno anche dei figli. Se vanno a letto con gli uomini, lo fanno solo per sesso (oltre che per i soldi) e non penserebbero mai di farsi una storia con loro. Non ho mai conosciuto un escort attivo (per usare le categorie usate nella river scala) che abbia declinato una scopata preferendogli una pompa. Casomai è vero il contrario.

Evidentemente io e River avremo conosciuto escort diversi...


Non è affatto vero che tutti gli escort etero sono attivi come ampiamente documentato nel film documentario Die Jungs Vom Bahnhof Zoo (Germania, 2011) di Rosa von Praunheim.



L'ambivalenza (l'ambiguità) di fono della river scala sta nel continuo oscillare tra due usi semantici diversi della parola eterosessuale: tra quello descrittivo (con chi si fa sesso) e quello  ontologico (che tipo di persona è) ogni volta che individuandone i presupposti di quel comportamento questi presupposti vengono criticati o derisi.

Gli etero a pagamento e quelli orgiastici sono degli etero che fanno anche sesso con uomini senza rimanerne emotivamente coinvolti.
Gay assicurati per la visone maschilistica e dualistica del mondo ma forse un po' poco per fare dii questi bisessuali dei veri e propri gay. 

La river scala ha il pallino del coito anale come molti altri uomini quando pensano all'omosessualità come se tutta la sessualità gay si definisca e si concluda nel coito anale...


Se per omosessuale si intende un uomo che ha voglia di cazzo (voglia di prenderlo in culo), poco importa se la persona che lo porta ha le tette e si comporta come una donna, allora sicuramente gli uomini che vanno con LE trans sono gay.

Ma c'è un pregiudizio di fondo in questa convinzione.
E anche un errore logico.

In quanto gay un uomo cerca un altro uomo come lui, più o meno virile, più o meno palestrato, ma cerca sempre un uomo, non un travestito né tantomeno UNA donna trans (che, lo dice la rive scala stessa, è più femminile).

Così come si patatizza la donna in questo caso si confonde il membro maschile con il genere maschile.
A un gay non piace l'uomo perchè portatore di cazzo ma piace l'uomo in tutto il suo aspetto, in tutta la sua identità sessuale, che non è data solo dall'uccello che ha tra le gambe ma da tutta una serie di peculiarità e atteggiamenti psicologici e potenzialità maschilisticamente e sessisticamente determinate ma sempre riconosciute come tali.

Insomma se a un gay piacciono gli uomini come si fa dire che gli uomini che vanno con persone che a diversi livelli di completezza sono\hanno un sembiante femminile che sono gay?

Sono due categorie diverse che identificano due comportamenti sessuali diversi...
Non li si può mettere nella stessa casella...

Infine, e di nuovo, se un etero si fa penetrare da una donna con un oggetto o ...col suo cazzo è gay.
Un po' troppo largo (ehm) come concetto di omosessualità. Mette insieme comportamenti distinti e distinguibili.

Se l'eterosessuale orgiastico (che ha un quoziente di 65) non usa la penetrazione anale si farà fare allora bocchini come l'etero a pagamento (che ha però un quoziente 80).
Allora cos'è che fa avere a questo eterosessuale orgiastico un quoziente di solo 65?

Qual è il discrimine?

Dunque  l'eterosessuale a pagamento - che secondo River fa solo l'attivo - e che - sempre secondo River  - si fa solo spompinare ma non incula ha 80 come quoziente mentre l'etero che fa entrambe le cose, sempre da attivo, MA NON SI FA PAGARE ha 20 punti in meno di eterosessualità.

Evidentemente  nella river-scala un etero che scopa coi maschi per soldi è meno gay di un etero che ci scopa gratis (ignorando che per molti ragazzi sono eccitati proprio dall'idea di essere pagati).
Dopo il denaro gli elementi che tengono più alti i punto di eterosessualità sono l'oralità (considerata evidentemente una forma di sessualità minore e meno completa, meno gay) e l'essere attivi (per l'ovvio discorso che il gay è ricettivo passivo femmina).

Concetti ipermaschilisti che definiscono il comportamento sessuale degli uomini non già in base all'oggetto di investimento libidico ma in base a una serie di valori e (pre)giudizi assoluti e indiscutibili dai quali l'aura di eterosessualità purissima ha la potenza del nume.
Siamo arrivati a 55 molto vicini a metà tra 100 e 0 a quella che, nella scala Kinsey, sarebbe la bisessualità pura.

Ma per la river scala se questi ragazzi giovanissimi vanno anche con altri ragazzi lo fanno perchè sono (almeno un po') bisessuali ma perchè in crisi di astinenza (un modo molto maschilista di vedere la fisiologia del sesso del maschio se non lo infilo in un buco adesso qualsiasi sto male).
Un vero e proprio bisessualicidio.

Tranne l'etero oggettistico che ha indice 90 e l'etero travesto/trans che è a volte passivo e ha un quoziente di 70 tutti gli etero finora visti fin qui sono attivi.
Più che la scala da etero a gay mi sembra la scala da attivo a passivo.

Ed ecco la fine di quel che rimane dell'eterosessualità che per la scala di valori maschilsiti è bella e rovinata dall'omosessualità sempre più incombente e che dunque si esercita come un goffo tentativo di essere quel che non si è...
Proprio come per l'etero col vizietto... Solo che qui è il gay ad avere il vizietto...

Il suo fare sesso con le donne è sminuito perchè il gay aspirante bisex tocca solo qualche tetta non scopa in fica...

Stessa mentalità di chi dice che l'unica forma di sesso vera è il coito mentre tutto il resto non è scopare.
Infatti  nella river scala l'etero che si fa fare bocchini da un uomo ma non incula è più etero di quello che incula, perchè fa un sesso minore, meno completo.


La bisessualità non viene presa sul serio, serve solo per illudersi o fare contenti mamma e papà.

Una nomenclatura che - dando alle parole un significato forte - potrebbe arrivare a dire - al contrario della river scala - che un etero che scopa con gli uomini ma non ci crea una relazione è meno gay di un bisex che invece si fa storie (non solo di sesso) con entrambi i sessi. Tornerò su questo punto.

La River scala dà al bisex che preferisce gli uomini un quoziente di 40 ma non contempla proprio il bisex che preferisce le donne (che, per specularità classificatoria si dovrebbe trovare a 60).
Mette invece a 55 l'etero ormonale... quello del do cojo cojo che, tecnicamente, è anche lui un bisex puro...

La River-scala  non sembra dare dignità alcuna alla bisessualità prendendola in considerazione solo nella parte gay nella casistica (da 50 in giù) e non in quella etero...

Come fa un uomo a fingere un'erezione? E se gli si rizza non è perchè un minimo almeno gode e dunque non è un etero di facciata ma un bisex 90\10?
Cosa vuol dire fingere di godere? Per chi finge, per la donna o per gli altri? Ma chi altri saprà mai - oltre se stesso e la donna - se ha goduto o no?

Qui i pregiudizi e i cliché si sovrappongono e si fanno davvero ridicoli.
Come prova dell'omosessualità si produce la frequentazione delle chat;
la non dichiaratezza fa della perosna in esame una persona repressa.
Come ulteriore riprova di omosesualità c'è l'affermazione che con le donne non andrebbe (il che vuol dire che non ci è mai stato) classico stereotipo maschilista che dubita dell'orientamento sessuale se un uomo non lo vuole infilare dappertutto e a ogni donna...
Se anche ha una donna accanto è solo di facciata.
Dulcis in fundo potrebbe essere terrone.

In questo marciume maschilistico (e vagamente leghista) pescano tutti quelli che scrivono sui siti come gay.it, queer wave et similia. La delazione, il pettegolezzo, il sillogismo più maldestro possono distruggere un gay che ha magari problemi di visibilità - perchè teme lo stigma - e magari ha un 1% di eterosessualità per cui - vedendo quella ragazza che gli piace tanto -  si sente confuso ma nella ferocia maschilista della river scala è un gay represso e quel residuo brandello di eterosessualità deve essere scaricato nel cesso.

Parafrasando un celebre video dell'Ilga portoghese:
Lo stesso stigma, la stessa origine, gli stessi danni.

Sempre partendo dal presupposto che un maschio che lo mette invece di uno che lo prende è più maschile il gay che fondamentalmente è femmina se fa troppo l'attivo, cioè il maschio, non lo fa perchè gli piace, ma solo perchè vuole dimostrare agli altri e a se stesso che non è così femmina come si crede.
Ecco come il cliché influisce sul nostro giudizio e pensiero.

Se io non pensassi che un omosessuale è, di per sè, meno maschile di un uomo eterosessuale, e che la quint'essenza del gay, quello che lo fa veramente gay è la passività anale (quella pratica che lo rende più vicino come pratica sessuale alla femmina, che viene anche lei scopata da un uomo) non interpreterei mai il comportamento sessuale di un gay attivo come tentativo di camuffare il proprio essere femmina.

Se io non pensassi che in un rapporto tra due uomini (ma anche tra un uomo e una donna) il partner insertivo è sempre e comunque attivo e il partner ricettivo è sempre e comunque passivo, potrei scoprire che il partner ricettivo può scopare lui (lei) il partner insertivo decidendo lui (lei) i movimenti del corpo coi quali cavalca il cazzo del suo partner.

Le categorie attivo passivo arrivano così a classificare delle pratiche sessuali in maniera ridicola.
I mio partner sta lì, immobile, sdraiato sul letto, le mani dietro la testa, mentre io mi dedico a un rapporto orale. Lo spompino a dovere, muovendomi sopra di lui, dandomi da fare, ma secondo la doppia categoria attivo\passivo io sono il passivo e lui è l'attivo.

Non si è attivi perchè ci si dà da fare, perchè si muove il bacino mentre si scopa, perchè si impiega una energia fisica maggiore di chi, in quel momento, fa il passivo (per esempio nella classica posizione uomo sopra donna sotto).

Si è attivi quando si usa il proprio cazzo.
E si sa il cazzo è fatto per penetrare.
Non a caso per la river scala gli escort etero non inculano ma si fanno spompinare. Inculassero sarebbero meno etero perchè userebbero il cazzo come va usato con persone dello stesso sesso...

La cosa assurda di questa visione binaria del mondo e fallocentrica, costruita sulle coppie etero, quelle coppie dove non ci sono giochi perchè c'è un solo cazzo ed è quello che comanda, dinanzi due cazzi che potrebbero dunque amplificare la potenza simbolica a essi collegata, costringe invece a usare un cazzo per volta, relegando l'altro possessore di cazzo alla passività femminile.
Non può esserci reciprocità, perchè chi pur avendo il cazzo non lo usa ma si fa usare da un altro cazzo perde in potenza, il suo cazzo non è più quello potente e maschile ma diventa l'arnese inutilizzato di un non maschio.

Quante teorie psicanalitiche degli anni 50 prevedevano che i gay fossero tutti impotenti?

Per cui solo gli uomini passivi (impotenti) sono gay, gli uomini insertivi, dunque attivi, no.
Invece due uomini potrebbero benissimo confrontarsi alla pari in uno scambio reciproco.

Anche a voler impiegare questi termini semplicemente per stabilire chi lo mette e chi lo piglia (in quel momento però, perchè dieci minuti dopo i ruoli potrebbero essere invertititi) - al che meglio usare allora i termini ricettivo e insertivo che, pur se più vaghi e in odore di politicamente corretto, almeno non portano con sé tutto l'alone maschilista della diade attivo\passivo - a considerare il vero gay (o il più gay) come colui che lo piglia si commette un errore di prospettiva.

La river scala percepisce questa verità senza arrivare però ad esplicitarla fino in.

Se un uomo - che è stato costruito biologicamente per essere insertivo - fa il passivo (per usare la terminologia della river scala) sta solo esplorando il proprio piacere, poco importa se è stimolato analmente dal fallo di gomma della sua donna (l'etero oggettistico, quoziente 90) se è scopato da una trans (etero tarvesto\trans, quoziente 80) o da un altro uomo. Quell'uomo sta pensando ancora a sé, al proprio piacere.

Un uomo che invece fa l'attivo, è insertivo, usa il suo pene come dovrebbero fare gli uomini, poco importa se per inculare o farsi succhiare, è un uomo che esprime un a curiosità, un desiderio per un altro uomo come lui (poco importa se lo percepisce come femmina visto che è lui a fare l'attivo).
Quest'uomo ammette - anche solo per il tempo che fa sesso con un altro uomo - di essere coinvolto da lui, eccitato, stimolato, arrapato.

Lo spiega bene Rainer Werner Fassbinder in Querelle de Brest (Germania, 1982) in una scena del quale la voce narrante, parlando di Querelle dice:
Oscuramente Querelle sentiva che l'amore è qualcosa di lineare: bisogna volerlo. Anche se non si ama un uomo, può essere divertente farsi fottere, ma per poter scopare qualcuno bisogna amarlo, sia pure per un breve istante. Se doveva quindi amare Gil doveva rinunciare alla sua passività. Querelle si sforzò di farlo. (Rainer Werner Fassbinder Querelle Ubulibri, Milano 1982 p. 158)
Non basta la propria eccitazione a fare di un etero arrapato un gay.
Il gay è un uomo che ama altri uomini, non basta scopare con loro, perchè il sesso di per sé non inficia la propria eterosessualità (come in parte la river scala riconosce quando distingue - tra gli etero attivi - gli orali e i ...coitali considerando i secondi meno etero dei primi).

Dobbiamo rifondare la nostra grammatica e il nostro lessico con il quale interpretiamo anche solo i comportamenti sessuali se vogliamo liberare l'uomo (e la donna)  e non vogliamo invece imbrigliarli in delle categorie che crediamo libere e alternative e invece sono fatte delle stesse catene del maschilismo che è l'origine dello stigma contro l'omosessualità.

L'omosessuale aspirante bisex ha quoziente 40 eppure, secondo la river scala, tocca solo tette. A questo gay che gli si rizza anche con le donne ha quoziente 15...

Per la seconda volta la river scala non si ferma al rapporto sessuale ma prende in considerazione anche l'aspetto sentimentale.
A questo bisex dovrebbe corrispondere quello speculare cioè quello al quale L'uomo lo eccita (nel senso che lui s’alza), ma la storia la costruirebbe solo con una donna. Eppure, di tanto in tanto, indulge nel sesso gay che per specularità dovrebbe trovarsi a un quoziente 85.
A 85 troviamo invece l'etero sportivo mentre il bisex a preferenza gay lo troviamo relegato  nella categoria nell'omosessuale aspirate bisex con un quoziente 40: In questa categoria rientrano quelli che potrebbero fare un figlio con una donna, per sentirsi più “uomini” piuttosto che costruire una relazione stabile e duratura con un altro uomo. 
Ho già notato il perchè di questo sbilanciamento dei bisex tutti nella fascia gay... per la river scala la bisessualità non è una vera opzione quanto, piuttosto, un alibi.
Come molti uomini etero nell'adolescenza hanno avuto rapporti con altri uomini, molti uomini gay nella loro adolescenza hanno avuto rapporti etero.
Questo fa in entrambi in casi di questi uomini dei bisessuali a prevalenza etero o gay ma secondo la diade maschilista usata nella river scala i bisex a prevalenza etero vengono percepiti come etero in odore di gayezza e i bisex a prevalenza gay vengono percepiti come gay che si illudono di essere etero...
In tutte le voci della river scala l'eterosessualità è vista come incompatibile con l'omosessualità (e viceversa) se c'è una non può esserci l'altra (bisessualicidio).
Se una prevale l'altra non c'è ed è dunque solo millantata.

La river scala non classifica le persone secondo un comportamento variabile in compresenza dei due orientamenti sessuali possibili a prevalenza variabile si limita a ipostatizzare un etero puro e un omo puro a porli antiteticamente ai due opposti della scala e poi individua una componente gay che nella parte etero della scala inficia l'eterosessualità e nella parte gay della scala scaccia l'eterosessualità considerandola finta, di facciata, ipocrita, non vera.

Grazie alla logica binaria oppositoria delle diadi del maschilismo attivo/passivo,  maschile/femminile e uomo/donna in barba a quarant'anni di femminismo e di movimento glbt, transgender e queer gli uomini tassonimizzati dalla river scala sono divisi, messi uno contro l'altro, accusati di ipocrisia, di passività, di misoginia. Sono uomini tristi, molto vicini a come ci percepiscono le gerarchie vaticane o tutti quelli che fanno dell'omosessualità solamente una privata questione tra le lenzuola della camera da letto.

Eppure una persona intelligente e sensibile come Guido ha trovato questa scala divertente.
Perché purtroppo il cliché, il luogo comune e il pregiudizio si insinuano su considerazioni apparentemente condivisibili, logiche, comprensibili. Si basano sul meccanismo dell'ovvio che non chiede di spiegare o giustificare quello  che viene danno per scontato ma che, ben vedere, tanto scontato non è.

Sarebbe interessante edere quale accoglienza ha ricevuto la river scala nel blog in cui è stata pubblicata. Di questo mi occuperò in un altro post, tra breve.

Intanto voi miei cari lurker che avete avuto la forza di arrivare fin qui, fatevi sotto, intervenite, ragionate, dite la vostra.


Riverblog, la scala Kinsey e i diversi modi di vedere etero e gay

Qualche giorno fa il mio amico Guido mi segnala un post di Riverblog che trova divertente.
Lo leggo e - pur non trovandolo affatto divertente - lo trovo molto stimolante nel suo essere essenzialmente un post che sistematizza il comportamento sessuale maschile collocandolo su una scala che va dalla pura eterosessualità alla pura omosessualità.
Le considerazioni che River fa mentre sistematizza l'umano comportamento maschile sono un'occasione per riflettere sulle categorie e sulle idee che usiamo tutti i giorni senza troppo pensarci quando parliamo di gay ed etero.

Quello che segue è un pensare ad alta voce sul post di River che sezionerò senza riguardo perchè il mio intento non è criticare lui né il suo post ma fare un vaglio critico alle idee che riposano dietro certi concetti che usiamo (tutti, me compreso) a volte senza nemmeno rendercene conto.

Ringrazio River (e Guido che me lo ha segnalato)  per avermi dato occasione per chiarirmi le idee e aprire un dibattito che spero sia fruttuoso con tutti voi che avrete la pazienza di leggermi.


CAVE CANEM: quando nel commento dirò che le considerazioni della river-scala sono maschiliste non voglio insinuare minimamente che River sia maschilista o che ha scritto un post maschilista per scelta, per volontà, insomma con l'intenzione di esserlo.
Al contrario, quando dico che certi ragionamenti dietro la river-scala sono maschilisti intendo dire qualcosa di più ampio e che ci riguarda tutti: che cioè certi strumenti critici che usiamo, certe parole del nostro linguaggio quotidiano, sono nostro malgrado intrise di maschilismo e non potendo essere emendate - o almeno così io credo -  vanno radicalmente cambiate, rifondate, ripensate.

Concetti come attivo\ passivo - come vedremo - sono inutilizzabili in altri modi che non siano quelli maschilisti da cui la diade nasce e non possono essere impiegati senza diffondere quei concetti sui quali si basa lo stigma e il pregiudizio sulle persone omosessuali.

Vi propongo di leggere il post di River nella sua interezza, solo dopo averlo letto tutto torneremo a leggerlo insieme compilandone una glossa sulla quale mi aspetto un confronto il più ampio possibile.
Per vostra comodità oltre al link diretto La river-scala dell’eterosessualità/omosessualità
vi propongo il post di River direttamente qui in una i-frame.

Buona lettura.






Ora che avete letto tutto il post e prima di iniziare a farne l'analisi dettagliata guardiamoci la scala Kinsey nella sua interezza per avere un termine di paragone con la River-Scala.


Valutazione Descrizione
0 Esclusivamente eterosessuali.
1 Prevalentemente eterosessuali, ma in alcune circostanze con tendenze omosessuali.
2 Prevalentemente eterosessuali, ma con una forte componente omosessuale.
3 Le tendenze eterosessuali e omosessuali si equivalgono (bisessualità).
4 Prevalentemente omosessuali, ma con una forte componente eterosessuale.
5 Prevalentemente omosessuali, ma in alcune circostanze con tendenze eterosessuali.
6 Esclusivamente omosessuali.
fonte Wikipedia


E ora, finalmente, iniziamo la glossa.

La river-scala dell’eterosessualità/omosessualità.


Serata al pub, a ragionar con amici di quella che, assai poco modestamente, ho ribattezzato la river-scala dell’etero/omo-sessualità. Il principio sul quale si basa – quella che, poi, non è altro che la traduzione di assai più complesse teorie psicologiche – è che esiste una gradazione nell’essere attratti dalle persone del sesso opposto/persone dello stesso sesso.
1) Dire che esiste una gradazione significa che non siamo tutti uguali nell'orientamento sessuale.
Questo è verissimo. Tra l'essere puramente eterosessuali e l'essere puramente omosessuali ci sono tutta una serie di posizioni intermedie di preferenza per l'uno, l'altro o entrambi i sessi.

2) Non mi piace l'espressione sesso opposto - anche se è di uso comune - perchè lascia sottintendere che tra i due sessi ci sia opposizione: la vecchia metafora degli uomini che vengono da Marte e delle donne che vengono da Venere.
Puro sessismo. Almeno per me.
Preferisco dire l'altro sesso espressione più neutra che non mette i due sessi in conflitto ma li contempla entrambi sullo stesso piano e con la stessa dignità. Due sessi paritari più che opposti.

1.1) Ovviamente parlando di orientamento sessuale non si parla solo di attrazione per persone del proprio o dell'altro sesso.

1.1.1) Non si è solamente attratti - immagine che implica una certa mancanza di volontà di partecipazione.
Se sono attratto non dipende da me ma dall'altro che mi attrae.
Invece mi fa piacere pensare che se mi piace una persona piuttosto che un'altra (anche se le scelgo tutte tra quelle di un determinato sesso) c'è un mio contributo.
Infatti in quanto gay anche se non ho scelto che mi piacciano gli uomini, seglo fra gli uomini quelli che mi piacciono e quelli che no.  Non è che mi piacciono tutti gli uomini solo perché io sono gay, mi piacciono determinati uomini e in questa professione di gusto come individuo credo di avere un certo margine di scelta e di espressione della mia personalità.


Altrimenti rischiamo di cadere nell'equivoco maschile e maschilista che dice belle o brutte se le famo tutte che vale anche in versione gaia.

Questo luogo comune in entrambi le versioni di orientamento sessuale, implica, nel caos dell'omosessualità maschile, che quello che ci piace di un uomo è il fatto di essere portatore di cazzo. Ma non è così per tutti e non è sempre così.
Questo modo di vedere è maschilista quando l'etero che se le scoperebbe tutte (tranne la mamma e la sorella, ma la zia e la cugina vanno bene...) e guarda alle persone considerando la parte (sessuale) per il tutto.
Ora se è vero che per molti uomini, etero e gay, le donne e gli uomini sono fiche e cazzi con attaccati un a donna e un uomo, per molti altri uomini, sia etero che gay, per frotuna, i maschi e le femmine sono prima di tutto persone da valutare anche in un contesto di puro cosnumismo sessuale nella loro interza fisica.
Per me per esmepio il viso determina l'80% della mia attarzione per gli uomini. Poco importano i suoi attributi sessuali. Infatti io celio sull'a cosa dicendo che non mi paice il cazzo. Mi paice il cazzo di. Nons celgo il mio parnter sessuale in abse al cazzo accontentandomi poi anche del suo ...proprietario.
Ma deve piacermi il proprietario (anche su criteri meramente fisici) e allora (anzi subito dopo) mi interessano i suoi attributi.
Ricordo invece di una conversazione con un mio amico:

-Hai visto quello che pacco?
-sì ma hai visto il viso?
-che t'importa gli metti un cuscino sulla faccia..

Insomma non siamo attratti dagli uomini tutti allo stesso modo solamente perchè gay.
Bisogna ricordare che la categoria omosessuale non indica un comune modo di vedere o di sentire ma un mero orientamento sessuale che non ci accomuna più di quanto non accomuna tutti gli eterosessuali.

Nella definizione di omosessualità come attrazione per le persone dello stesso sesso manca poi una parte della mela.
Come omosessuali e eterosessuali non solo ci piacciono persone di un determinato sesso ma vogliamo anche essere piaciuti da loro.
A me piacciono i ragazzi e mi piace essere piaciuto da loro.
Una considerazione abbastanza banale ma che non entra mai nell'equazione definitoria dell'orientamento sessuale e che, tra l'altro, apre un portone di comprensione per il il trasgenderismo sottolineando non solo come ci si sente ma anche se non soprattutto come si vuole essere percepiti dalla società, visti dagli altri, desiderati in quanto persone sessuate.
Anche se sono biologicamente voglio modificare il mio corpo e adeguarlo all'aspetto maschile non solo o non tanto perchè mi sento uomo ma anche e soprattutto perchè voglio essere desiderato dagli altri come uomo.


1.1.2) Naturalmente l'orientamento sessuale non indica solamente un comportamento sessuale (con chi faccio sesso) nè delle pratiche sessuali, anche se il luogo comune sembra sussumere i rappoerti sessuali gay al coito anale.
L'orientamento sessuale indica anche l'affettività (di chi mi innamoro), con chi decido di legarmi sentimentalmente, e la socialità, mettere su famiglia, fare dei figli, fare un progetto di vita insieme. La river-scala, come vi sarete già accorti, non contempla invece che i rapporti sessuali tranne - come vedremo- in un paio di casi. 


3) Il primo a parlare di una scala è stato Kinsey che però partiva da una constatazione di principio un po più profonda di quella usata nella river scala.

Kinsey nel suo Il comportamento sessuale dell'uomo* afferma:
I maschi non si dividono in due gruppi distinti, gli eterosessuali e gli omosessuali. Il mondo non è diviso in pecore e montoni. Non tutte le cose sono nere e non tutte sono bianche. E' un principio fondamentale della tassonomia che raramente nella natura si riscontrino categorie nettamente separate. Soltanto la mente umana inventa le categorie e tenta di costringere i fatti in caselle separate. Il mondo vivente rappresenta una continuità in tutti i suoi aspetti. Quanto più presto impareremo questa nozione applicandola al comportamento sessuale dell'uomo, tanto prima comprenderemo chiaramente quella che è la realtà del sesso.
ALFRED C. KINSEY, WARDELL B. POMEROY e CLYDE E. MARTIN, Sexual behaviour in the human male, Saunders,  Philadelphia 1948, trad. it. Il comportamento sessuale dell’uomo, Bompiani, Milano 1950 p. 523

Da notare che il brano da me citato - che è fedele trascrizione del libro - differisce in alcuni punti da quello che si trova su internet (che riporto di seguito) che segue una diversa traduzione:

Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È fondamentale nella tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo ad una profonda comprensione delle realtà del sesso.
fonte wikipedia
Kinsey ammette che la scala è solo una sistematizzazione tassonomica di quello che è un continuum dell'essere umano, che serve solo per catalogare comportamenti sessuali.
Chi fa cosa e con chi.

La river-Scala invece è normativa oltre che descrittiva.
Non dice solo come si comporta chi appartiene a un suo determinato grado ma cerca anche di spiegare com'è la persona che occupa quel gradino della scala.
Kinsey si limita a descrivere la River scala, invece, giudica. 

Non c'è niente di male nel giudicare un comportamento, l'importante però è farlo in maniera esplicita evitando di celare il giudizio dietro le griglie di una classificazione che si vuole solo comportamentale, ed evidenziare sempre i presupposti, le idee e i valori su cui si basa il giudizio dato.

Insomma la river-scala parla molto più di river di quanto la scala di Kinsey non parli di lui...

Una scala, da 0 a 100 (numeri riveriani), con la quale si possono “interpretare” i comportamenti dell’uomo tra le lenzuola.
3.1) Anche se Kinsey ha studiato principalmente i comportamenti sessuali, trovo restrittivo, oggi, nel 2011, a usare una tassonomia che riguardi solamente quel che si fa fra le lenzuola.
Questo perchè molti dei detrattori delle persone omosessuali è proprio lì che vogliono relegarci, tra le lenzuola, impedendoci una visibilità e una vita nella società che faticosamente ci stiamo conquistando.
Questo criterio di classificazione dato per scontato va invece almeno discusso.

Basta andare a letto con un uomo per essere definiti gay?

Sono possibili entrambe le risposte.

se con l'aggettivo gay ci riferiamo solamente al comportamento sessuale,  

no se con il sostantivo gay ci riferiamo a un modo di vivere, che va ben al di là della sfera sessuale ma comprende anche quella sentimentale e quella sociale in generale (fare una famiglia, fare dei figli, militare nella comunità glbt, etc.).

Molti gay  e molte lesbiche oggi chiedono un riconoscimento sociale, (matrimoni, adozioni, unioni civili, diritti) ai quali sorprendentemente la società risponde commentando che non c'è bisogno del riconoscimento sociale per un fatto privato come quello sessuale che si consuma fra le lenzuola del proprio letto (così disse Severini a proposito del coming out di Tiziano Ferro: Sono convinto che al pubblico non interessi nulla delle abitudini sessuali di un personaggio pubblico: un artista deve poter essere giudicato in base a ciò che produce e non in base a quel che fa sotto o sopra le lenzuola).
Anche nel caso del recente matrimonio tra Anna Paola Concia  e Ricarda  Trautmann l'editorialista dell'Avvenire Luciano Moia commenta che il matrimonio tra quello tra Paola e Ricarda riguarda la sfera privata di una persona: Non avremmo mai osato invadere la sfera privata di una persona, neppure quella di una deputata che ha per definizione rilievo pubblico, se lei stessa non avesse deciso di dare al suo gesto massima e ostentata visibilità.

Insomma se l'omosessualità è solo un fatto di sesso perchè dobbiamo ostentarla e parlarne in pubblico?
Il problema è che l'omosessualità non è solamente sesso ma è vita: è sentimento, è famiglia, è legame, e costruire qualcosa insieme proprio come per le coppie etero la cui unione ha rilevanza pubblica nel matrimonio tanto pubblica da contemplare delle pubblicazioni una cerimonia e un banchetto di nozze. Insomma chi vuole relegare l'omosessualità alla pura sfera del sesso e dunque nell'intimità del boudoir compie lo stesso errore di chi pensa che un gay cerchi un cazzo e si debba poi tenere anche la persona che ci sta attaccata dietro.
Invece cerchiamo tutti una persona, un partner che ha però altre caratteristiche fisiche al di là di essere portatore di cazzo (o di fica) fosse anche solo per una sana scopata senza coinvolgimenti emotivi.
La vera issue del movimento di oggi è proprio questa (Come viene contemplato nella river scala nel suo grado 0, omosessuale puro: Se ama, vuole mostrare a tutti il suo amore per la persona che ha accanto, anche in pubblico.
Quindi anche se la river scala serve a sistematizzare i comportamenti sessuali degli uomini dovrebbe tenere in considerazione anche di questo aspetto per distinguere chi, con gli individui del proprio sesso o dell'altro uomini ci fa sesso e basta e chi invece può anche farsi un flirt o costruire qualcosa di più solido e duraturo. La river scala prende in considerazione questo distinguo solo nel caso dei bisessuali per criticarne il comportamento: In questa categoria rientrano quelli che potrebbero fare un figlio con una donna, per sentirsi più “uomini”, piuttosto che costruire una relazione stabile e duratura con un altro uomo (river scala categoria Omosessuale aspirante bisex quoziente 40).
Ma riprendiamo la lettura.
Molti livelli, che qui cercherò di spiegare, si basano su esperienze dirette. Molti, su racconti fatti da amici. Non posso esprimermi sulle donne: non me ne vogliano, ma non ho avuto la possibilità di applicarmi nello studio del genere.
Mi è difficile credere che River non abbia mai avuto esperienze dirette con donne né che i suoi amici (e le sue amiche?) non gli abbiano mai raccontato di tali esperienze.
Magari più che la possibilità non c'è stata la volontà, la curiosità o l'interesse.
Non c'è niente di male.
Sono gay e conosco meglio la casistica degli altri uomini etero o gay come me, però meglio non vuol dire ignorare del tutto la casistica femminile, etero o lesbica che sia...

In ogni caso, poco male!
Aspettiamo una scala femminile sperando che qualche donna la posti al più presto per scoprire quanto si differenzia (se si differenzia...) da quella maschile.
La presente scala non ha alcun valore scientifico, ma si basa sull’osservazione delle persone con le quali ho potuto interagire. Non faccio lo psicologo, racconto solo la vita, come l’ho vissuta.
Credo che non sia la psicologia la disciplina che River usi nella sua classificazione. La sociologia, sicuramente, l'antropologia, forse, ma non certo la psicologia che richiede altre basi e competenze e che, tra le altre cose, fa una distinzione ben più ampia e complessa di quella contemplata dalla river scala. Gi studi psicoanalitici e psicoterapeutici oggi distinguono all'interno dell'orientamento sessuale diversi aspetti:


Comportamento sessuale (con chi ho rapporti sessuali).
Attrazione sessuale (chi desidero).
Fantasie sessuali (con chi immagino di.)
Preferenza affettiva (di chi mi innamoro).
Autodefinizione (mi considero eterosessuale omosesuale o bisessuale)

Questi strumento definitori permettono di comprendere meglio il comportamento sessuale di determinate persone.
Per esempio l'eterosessuale attivo che la river scala considera omofobo perchè non si considera gay è un uomo che ha un comportamento omosessuale ma si percepisce etero e non tanto per questione di pratiche sessuali scelte ma perchè con gli uomini ci fa sesso e basta e non penserebbe mai di lasciarsi coinvolgere sentimentalmente. Ci sembra un comportamento ipocrita, che non accetta in toto la propria parte omosessuale.Magari in qualche caso è davvero così, ma perché non contemplare la possibilità che questo sia legittimo e non tradisca per forza un gay represso?
Guarda caso non ci sembra strano quando un uomo si comporta come predatore con le donne... non lo si critica certo di non accettare in toto la propria eterosessualità.
Questo perché gli stereotipi di genere danno peso diverso a comportamenti omologhi....


Prima di addentrarci nella lettura di in ogni singola voce analizziamo l'architettura della river-scala. 
100: Eterosessuale purissimo.

95: Eterosessuale semipuro.

90: Eterosessuale oggettistico.

85: Eterosessuale sportivo.

80: Eterosessuale a pagamento.

70: Eterosessuale travesto/trans.

65: Eterosessuale orgiastico.

60: Eterosessuale solo attivo.

55: Eterosessuale ormonale.

50: Bisessuale puro.

40: Omosessuale aspirante bisex.

35: Eterosessuale di facciata.

30: Omosessuale represso.

20: Omosessuale attivo d’ufficio.

15: Bisessuale per comodità.
10: Omosessuale ex bisessuale.

0: Omosessuale puro.  

Rispetto le coordinate etero/omo - con un passaggio centrale di uguale compresenza bisex, come nella scala Kinsey, la river-scala è sbilanciata a favore degli etero.

delle 17 categorie ben 9 sono dedicate agli etero (da 100 a 55) una centrale - a quota 50 - alla bisessualità e solamente 7 sono dedicate ai gay.
Delle sette categorie gay solo 5 impiegano la parola omosessuale nel loro nome  mentre due delle 7 sono dedicate ancora agli etero (che salgono a quota 10) e una ai bisex (che salgono a quota 2) facendo scendere il numero di voci esplicitamente dedicate agli omosessuali a 5.

A differenza della scala kinsey che ha un mero valore statistico, sottolineando il continuum di questi comportamenti, la river-scala invece è un catalogo morale che dà peso diverso a comportamenti omologhi a seconda se questi avvengano in un contesto a prevalenza etero o in un contesto a prevalenza omo. Se la presenza timida di comportamenti omosessuali nella fascia etero inficia l'eterosessualità secondo graduatorie e classificazioni che - vedremo - sono discontinue e  arbitrarie,  la presenza residua  di eterosessualità nella fascia dei comportamenti omosessuali (residua perchè la scala parte dall'eterosessualità pura e permane fino all'ultimo grado, quello zero dell'omosessualità pura) è interpretata come sintomo di ipocrisia di resistenza ad abbracciare la propria omosessualità. Questo perchè la bisessualità che è quel contenitore ombrello nel quale convivono secondo Kinsey la maggior parte degli uomini che hanno rapporti sessuali e sentimentali con entrambi i sessi in percentuali variabili che a loro volta variano nel tempo...) nella river scala non ha pari dignità dell'etrosessualità e dell'omosessualità pure e viene anch'essa interpretata come ipocrisia, degli etero e dei gay che non vogliono accettare la propria omosessualità.


Confrontiamo le 17 categorie ponendole specularmente secondo i due assi etero e gay...
EterosessualeOmosessuale
100: Eterosessuale purissimo.
95: Eterosessuale semipuro.
90: Eterosessuale oggettistico.
85: Eterosessuale sportivo.
80: Eterosessuale a pagamento.
70: Eterosessuale travesto/trans.
65: Eterosessuale orgiastico.
60: Eterosessuale solo attivo.
55: Eterosessuale ormonale.

40: Omosessuale aspirante bisex.

35: Eterosessuale di facciata.
30: Omosessuale represso.
20: Omosessuale attivo d’ufficio.
15: Bisessuale per comodità.
10: Omosessuale ex bisessuale.
0: Omosessuale puro.
Risulta chiaro ed evidente che tra le categorie che descrivono gli etero e quelle che descrivono i gay non c'è corrispondenza alcuna, segno evidente che la river-scala non è descrittiva ma giudicativa. Direi di più. Prescrittiva.

Ora, il ragionamento centrale della river-scala non è sbagliato o peregrino.

La river scala individua il maschio etero puro (lo chiama purissimo) e poi individua quei comportamenti sessuali che tradiscono una componente omosessuale variabilmente presente che aumenta man mano che scendiamo verso l'omosessualità. Ma non tutto in questo percorso funziona...

A correre tutte e 17 le categorie l'unica posizione davvero accettabile nella river scala sembra essere quella di Omosessuale puro. L'unica per la quale non sembrano esserci critiche di sorta mentre nelle altre definizioni si spendono sempre parole per cercare di puntualizzare, analizzare, criticare.
Confrontiamo le due descrizioni tra etero e gay puri
Eterosessuale purissimoOmosessuale puro
E’ certo, senza ombra di dubbio, di non essere attratto dagli uomini, in alcun modo e forma. Non è omofobo, perché non ha alcun problema a concepire questo tipo di attrazione. Non c’è scusa che tenga, per lui: non andrebbe mai con un uomo. Né ubriaco, né per soldi, neanche in preda a qualche raptus. Non andrebbe neanche con un travestito/transessuale. Niente. Dall’altra parte del letto deve esserci una donna biologica (neanche un ex uomo che ha cambiato sesso). Ma ripeto: essendo in pace con se stesso, è tollerante. Orge: ni, non gli piace l’idea di toccare, anche involontariamente, un altro uomo, anche se poi cerca di scomporsi, perché sa che lui è là per dare piacere alla donna (e per ricevere piacere solo da lei).Generalmente non ha avuto alcuna esperienza con le donne. Non ci ha mai pensato. Anzi sì: c’ha pensato, e ha scacciato il pensiero con orrore. E poi perché dovrebbe? Lui è gay. Punto. I suoi primi ricordi – dalle elementari? – gli parlano di un’attrazione molto forte per gli uomini. Attivo o passivo non gli importa. Non si fa nemmeno troppe paranoie sull’essere effeminato. Se vede un ragazzo effeminato lo nota, ma non ne parla male. Ha fatto coming out da parecchio tempo, un po’ con tutti. Se ama, vuole mostrare a tutti il suo amore per la persona che ha accanto, anche in pubblico.

Mentre all'eterosessuale si riconosce la non omofobia concedendogli la mancanza di pulsioni omosessuali con un tono di tolleranza  (E’ certo (...) di non essere attratto dagli uomini. E' certo lui, l'etero purissimo, non il compilatore della river scala nella quale il sospetto rimane sempre potenzialmente presente) nel caso dell'omosessuale la mancanza della sua parte etero non viene tollerata ma considerata come del tutto naturale e congeniale alla categoria Lui è gay. Punto.

Insomma in tutta la river-scala c'è un (pre)giudizio implicito che tradisce una preferenza (magari nemmeno troppo consapevole) del compilatore per l'omosessualità, per ...simpatia empatica di chi, come lui, ama solamente gli uomini e vede in tutti gli uomini anche quelli che presentano una minima propensione all'omoerotismo, nell'omosessualità presnete il sintomo da un lato di una diseterizzazione (=si è meno etero) dall'altro, quando l'eterosessualità è la propensione di minoranza il sintomo di una repressione, di una mancanza di coraggio di abbracciare l'omosessualità pura.
Tranne l'etero purissimo e l'etero pur in tutte le altre categorie l'omosessualità insorge e scalza via via l'eterosessualità la prima essendo incompatibile con la seconda e viceversa.


All'omosessuale puro la River scala attribuisce un solido orrore per i rapporti sessuali con le donne.
Questo non solo maschilista ma è anche misogino.

La reazione di una persona sana e tranquilla nei confronti dell'altro orientamento sessuale dovrebbe essere di indifferenza.
Se una cosa non mi piace non significa che mi faccia per forza orrore.
Se amo il pollo non significa che il maiale mi faccia schifo. Semplicemente preferisco il pollo.
Nel definire l'etero puro la river scala non dice che pensare un rapporto sessuale con gli uomini gli fa orrore, nel definire  il gay sì.
Perché?
Sembra quasi che non basti l'interesse sessual sentimentale per gli uomini a definire l'omosessualità maschile ma che questo interesse debba avere come fondamenta una feroce esclusione delle donne, che fanno addirittura orrore.

Secondo questa tassonomia io pur essendo per Kinsey un 6, esclusivamente omosessuale (non avendo mai avuto rapporti sessuali con donne, beh, tranne uno...) per la river-scala non sono uno 0 cioè un omosessuale puro (puro, non purissimo come l'etero) perchè delle donne non ho orrore nemmeno se le penso sessualmente. Al massimo - sessualmente parlando - mi sono indifferenti.


Si badi bene che qui l'orrore non è una paura di scoprire in sé pulsioni eterosessuali (come succede ad alcuni etero che avversano l'omosessualità perché temono di scoprire in loro pulsioni simili) ma proprio orrore per i rapporti sessuali col sesso femminile.
La donna viene per così dire vista tutta patata: non mi interessa la fica, la donna ha la fica, quindi non mi interessa la donna, tipico sillogismo maschilista e misogino.
In questo molti gay sanno essere doppiamente maschilisti perchè nel momento in cui  suggellano la passione comune per gli uomini si strizzano l'occhio l'un l'altro ribadendo l'esclusione della donna che è - come minimo - pleonastica visto che l'oggetto di scelta omosessuale maschile di fatto le ha già bandite.
Nel ribadire l'orrore per il sesso con le donne si crea uno spirito di corpo che travalica l'attrazione per l'uomo, equiparando (costruendo, rendendo paradigmatico) l'omoerotismo maschile al disgusto per il sesso con le donne.
In questo senso possiamo vedere questa misoginia gaia come una forma di separatismo maschile, dal sesso opposto femminile, omosessuale ma non solo (quello gay è un corollario del separatismo maschilista degli uomini etero che considerano solo altri uomini come loro pari - vedi oltre-.)

Dovremmo ricordarcene ogni volta che critichiamo il separatismo lesbo-femminista...

Non ci deve confondere il fatto che molti gay sono (si dichiarano) amici delle donne.

Qui sto parlando del fatto che un uomo gay al solo pensiero di considerare una donna come oggetto di pulsione sessuale se ne ritrae con orrore: è questa esclusione, cioè l'esclusione della possibilità di fare sesso con lei, che esplicita quella misogina presente in segno opposto tra i maschi etero che, invece, vorrebbero infilare ogni donna.
Volerle infilare tutte o non volerne infilare nessuna sono due modi speculari per considerare le donne, tutte le donne, solo dal punto di vista sessuale, ignorando il fatto che le donne siano individui, cioè persone.

La cosa triste è che molti pregiudizi sull'omosessuale maschio si basano proprio su questa generalizzazione.
Se sei gay odi le donne e ti fanno schifo o paura.


Una volta esclusa la donna come oggetto sessuale anche come pura eventualità, come pura possibilità (Non ci ha mai pensato. Anzi sì: c’ha pensato, e ha scacciato il pensiero con orrore. E poi perché dovrebbe? Lui è gay. Punto.) il maschio gay secondo i parametri della river-scala può pure frequentare le donne, accomunato dalla stessa sororanza: il comune desiderio per gli uomini, quelli maschi ed etero.

Uno dei motivi per cui in adolescenza non mi sentivo rappresentato dal cliché del gay era proprio questo doppio luogo comune di effeminatezza e misoginia.

E adesso finalmente cominciamo ad analizzare le 17 categorie


100: Eterosessuale purissimo. E’ certo, senza ombra di dubbio, di non essere attratto dagli uomini, in alcun modo e forma. Non è omofobo, perché non ha alcun problema a concepire questo tipo di attrazione. Non c’è scusa che tenga, per lui: non andrebbe mai con un uomo. Né ubriaco, né per soldi, neanche in preda a qualche raptus. Non andrebbe neanche con un travestito/transessuale.
Un travestito e Una transessuale. Rompo tanto gli zebedei nel mio blog ai giornalisti figurati se non li rompo a uno di noi.
Niente. Dall’altra parte del letto deve esserci una donna biologica (neanche un ex uomo che ha cambiato sesso).
Un ex uomo che ha cambiato sesso...
Capisco che nella river scala si voglia sottolineare il motivo per cui l'etero non andrebbe con LA trans ma descrivere UNA trans come un ex uomo che ha cambiato sesso non è un tantinello transfobico oltre maschilista?
Sembra quasi che non si voglia dare speranza alcuna alle trans di essere considerate o riconosciute come donne, anche se non biologiche, e vederle solo e sempre come ex uomini...
Non era meglio dire - se proprio non si può fare a meno di rimarcarne l'origine "una donna che è già stata uomo"?
Ma ripeto: essendo in pace con se stesso, è tollerante.
Tollerante non mi sembra un aggettivo felice. Dietro la tolleranza c'è sempre l'ammissione delladeroga da una norma, di uno stato di eccezionalità che rimane tale anche se viene tollerato. Tollerato non significa riconosciuto, di pari dignità né  condiviso (ricordate Saturno contro di Ozpetek?) né tanto meno considerato normale.

Orge: ni, non gli piace l’idea di toccare, anche involontariamente, un altro uomo, anche se poi cerca di scomporsi, perché sa che lui è là per dare piacere alla donna (e per ricevere piacere solo da lei).
Insomma questo eterosessuale purissimo della river scala è un uomo che ha difficoltà a viversi la propria potenziale omosessualità (intendo per potenziale la pura possibilità, il fatto che potrebbe succedergli di avere un rapporto sessuale con un altro uomo).

Io invece credo che l'eterosessuale puro sia quello al quale l'omosessualità è indifferente...

Non gli dà fastidio, non la cerca e nemmeno la evita, perchè sa che - anche se andasse a letto con un uomo (e una qualche esperienza, per quanto blanda, anche se solo in età adolescenziale, gli è quasi sicuramente capitata) - questo non cambierebbe le sue preferenze sessuali.

Un etero convinto non è imbarazzato dai gay perchè sa che loro non possono tentarlo, né fargli cambiare idea...

Forse più che purissimo quello che sto descrivendo io è l'eterosessuale libero.
Libero dal pregiudizio omofobico, ma libero anche dal maschilismo.

A questo eterosessuale corrisponde nella mia scala ideale l'omosessuale (maschile) puro, quello che non odia le donne, non gli fanno schifo, non ne ha paura e per le quali è - al massimo- sessualmente indifferente.

Nella concezione maschilistica della river-scala l'eterosessualità è invece anche e sempre professione di non omosessualità.

Il maschilismo infatti, come vedremo, è talmente fobico nei confronti dell'omosessualità  che il maschio etero deve stare attento in ogni momento a non sembrare gay facendo cose da gay.


Così mentre le nuove generazioni di etero si sono in qualche modo liberate dal maschilismo,  mentre calciatori e atleti pubblicizzano prodotti per la cosmesi maschile (che costano mediamente un 30% in più di quelli analoghi femminili dal colorante per i capelli alla crema idratante e antifatica) c'è chi ancora crede che l'etero purissimo è tale perchè non andrebbe mai con un uomo. 
E non gli etero ma i gay (e alcune donne) più ancorati ai vecchi parametri maschilistici considerano l'uomo con le sopracciglia curate meno virile 


Né ubriaco, né per soldi, neanche in preda a qualche raptus. Non basta professare un interesse per le donne, va negato l'interesse per gli uomini, estirpato a qualunque costo, in qualunque caso e in qualuque circostanza, arrivando anche a ipotecarsi il futuro.

Un etero così proiettato a negare ogni traccia di omosessualità in lui è costretto a farlo perchè sa che il maschilismo su cui si basano i suoi valori nei rapporti interpersonali lo vedono pesantemente sbilanciato verso altri maschi come lui, considerati gli unici interlocutori degni di considerazione (con l'unica eccezione del sesso beninteso), ebbene questo maschilismo verrebbe cortocircuitato se la simbolica parità tra maschi (sociale, valoriale e culturale in senso antropologico) diventasse concreta possibilità di fare sesso o (peggio) di lasciarsi coinvolgere affettivamente.


Una cosa è certa, in questa scala dall'etero all'omosessualità basta anche solo un pensiero gaio per fare di un etero un gay.
Così come aveva già notato Kinsey più di 60 anni fa:  
Dappertutto nella nostra società si ha tendenza a considerare "omosessuale" un individuo di cui si sappia che ha avuto anche una sola esperienza con un altro individuo del suo stesso sesso.
(ALFRED C. KINSEY, WARDELL B. POMEROY e CLYDE E. MARTIN op cit. pp527-528)
Torniamo alla rive scala
95: Eterosessuale semipuro. Mostra qualche puntina, appena accennata, di omofobia –  magari involontaria. Ama le donne, al 100%, e prova un certo senso di fastidio nel vedere due uomini che si baciano. Pensare che un gay ci possa provare con lui, gli fa orrore. Il che non vuol dire che lo picchierebbe. Però si sentirebbe mediamente offeso.
Molti giovani eterosessuali di oggi, di quelli per intenderci che vanno al Gay Village, si pascono di essere oggetto di desiderio anche di uomini (a me me se vonno fa donne e omini). Gli etero che considerano una offesa la corte di un altro uomo hanno forse l'età (e la mentalità) di Giovanardi...

Nessuna interazione a livello sessuale con un uomo.
Quindi non solo l'etero purissimo ma anche il semipuro non hanno avuto interazioni sessuali con altri uomini. Corrisponderebbero entrambi alla scala 0 di Kinsey.
Neanche un’orgia: non potrebbe tollerare il contatto fisico con altri uomini.
Mi sfugge il criterio classificatorio che fa di questo uomo - che non ha mai avuto rapporti gay come il precedente ma che è più infastidito del precedente dell'eventualità di tali rapporti, un etero meno puro.

Se l'eterosessualità deve solamente indicare l'attrazione fisica (come la definisce River nell'introduzione) di un uomo per l'altro sesso, questi due etero non si differenziano in nulla se non nell'assenza dell'omofobia nel purissimo la cui mancanza lo rende più etero di quello omofobico.
Continua però a sfuggirmi il perchè...

La river scala non ci dà spiegazioni. 

Provo ad azzardare due possibili risposte.

1) L'etero non omofobo è etero al 100% perchè l'omofobia cela sempre una voglia di cazzo repressa.

Secondo questo ragionamento se sei così palesemente antigay (antitrans) in fondo in fondo è perchè ti piace.

E' un'idea morbosa tutta incentrata sul pettegolezzo (li critica ma lo è anche lui...).
Basta pensare di applicarla in altri campi (oltre quello sessuale) per dimostrarne l'infondatezza:
di un Vegano fanaticamente contro la mattanza degli animali nessuno penserebbe mai che è un carnivoro represso;
l'accanito, reiterato, generico anticomunismo di Berlusconi non ne fa segretamente un comunista.

Vero è che se un etero è imbarazzato o infastidito dall'omosessualità è perchè non avendo una forte identità sessuale (in un periodo storico in cui certi stereotipi di genere maschile sono stai messi in discussione dal femminismo e non solo) certi uomini possono temere di scoprire in se stessi quel che vedono negli altri.
Ma questo timore non nasce da consapevole o inconscia omosessualità repressa. Non si evita qualcosa che si ha e si nega  si teme solo di scoprire in sé la benche minima pulsione omosessuale. Ora siccome tutti abbiamo anche pulsioni omosessuali e la società stigmatizza qualunque segno esteriore presunto indicatore di omosessualità, certi uomini posso entrare in crisi.

L'etero puro come il gay puro non sono quelli che non hanno in se nessuna componente dell'altro orientamento sessuale ma sono quelli così in pace con se stessi che pur se ne scoprissero (come capita o può capitare) una minima parte gaia o etero in loro non entrerebbero in crisi perchè sanno bene cosa vogliono.
Se è vero infatti che non scegliamo di essere gay come non scegliamo di essere bisex o etero, possiamo pero decidere di vivere bene o male il nsotro orientamento sessuale.
E temo che la river scala col suo patriarcale determinismo esclusivistico oppositorio etero/gay non aiuti nè i gay che hanno deciso di coltivare quel po di eterosessualità che c'è in loro propri come a un etero non è concessa la benché minima dose di omosessualità che non li trasformi in gay puri. Chi in nome di una percentuale per quanto bassa di omosessualità si ostina ad esercitare l'eterosessualità è un gay che dissimula.

Se questa idea funziona col sesso è perchè si basa sul concetto patriarcal-maschilista della persona sessualmente repressa.
Così le femministe che criticano il comportamento misogino degli uomini in realtà sono affamate di cazzo (scopano poco), le lesbiche sono tali perchè non hanno conosciuto un uomo che abbia fatto apprezzare loro come si deve il cazzo, un uomo che parla sempre male dei gay in realtà reprime una segreta voglia di cazzo, anche perchè, come si dice (maschilisticamente) la fica piace a molti il cazzo piace a tutti...


2) Un etero che non vuole saperne di rapporti gay è un etero purissimo perchè è più appetibile come oggetto di desiderio per un altro uomo (gay  o bisex) di un etero che, almeno un pochino, voglia ce l'ha.
Come già detto per il maschilismo  basta un sospetto minimo per fare del più grande sciupafemmine un checcone della prima ora.
E secondo una mentalità maschilista diffusissima anche tra certi gay a loro piace il maschio non altri gay che non sono percepiti come maschi ma come sorelle, come femmine.

Insomma invece di destituire i concetti di maschio e femmina così concepiti li si riproduce anche in campo omosessuale con buona pace del femminismo che ha lavorato tanto in questa direzione.
90: Eterosessuale oggettistico. Va sempre con la sua donna,
la sua donna, il suo uomo, 30 anni di femminismo buttati al vento.
Nessuno è di nessuno... O no?
ma gli fa piacere provare alcuni giochi da passivo.
L'ano lo abbiamo tutti, uomini e donne, etero e gay (e lesbiche), e considerare la stimolazione anale (per giunta con un oggetto non con l'organo sessuale maschile) passivizzante è una forma di maschilismo puro.

Consiglio la lettura dello splendido Il piacere negato Fisiologia del rapporto anale di Jack Morin, Editori Riuniti, Roma 1994 che spiega a tutti, uomini e donne, etero e omosessuali, che la stimolazione anale è un piacere che ogni persona può trarre dal proprio corpo senza per questo sentirsi passiva o femmina.

Secondo questa mentalità maschilista l'interdizione al piacere anale riguarda solo gli uomini etero e non le donne perchè la donna, che lo prende comunque in fica, è già femmina là. Conviene anzi forse ricordare en passant il famoso epigramma di Marziale: (40-104 d.C.).

Nel culo di un ragazzo m'hai scoperto,
moglie, e mi fai severe reprimende,
sostenendo che un culo a te non manca.
E Giunone lo disse spesso a Giove,
ma quello in letto sta con Ganimede
non più ragazzo. Invece del suo arco,
Hyla incurva il Tirinzio, eppure natiche
Mégara, la sua sposa, possedeva.
Dafne fuggente tormentava Apollo:
un ragazzo di Sparta il fuoco estinse.
Non negava Briseide la sua schiena,
ma preferiva Achille aver più appresso
l'amico imberbe. Dunque non dar nome
maschile, moglie, a quanto laggiù celi:
non c'è culo, là sotto, ma due fiche!
(Marco Valerio Marziale, Lapidi e amori 111 epigrammi, traduzione di Luciano Parinetto, edizioni Stampalternativa  Roma 1991 p. 115)


D'altronde è sempre maschilista pensare all'omosessualità maschile esclusivamente in termini si coito anale mentre tra due uomini che fanno sesso non c'è un attivo e un passivo proprio come non ci sono un maschio e una femmina (quante volte ci siamo sentiti chiedere chi fa la femmina?) che sono due categorie ingombranti per qualunque attivista omosessuale visto che derivano dal patriarcato maschilista eterosessista.

L'antropologa culturale Ida Magli nel suo splendido La sessualità maschile a proposito di queste due categorie osserva:
Il concetto stesso di «passività» nasce da quell'origine dell'atto proiettivo del Pene di cui ci siamo già occupati e che, proprio in quanto «stabilisce» l'esistenza di un «oggetto», quello sul quale viene proiettata l'orina o lo sperma, lo definisce anche come «passivo». Ma, in realtà, nello scambio amoroso non esiste fra i partners chi è attivo e chi è passivo, dato che, in definitiva, il raggiungimento dell'orgasmo avviene per una forma di masturbazione (che potrebbe anche dirsi «reciproca» se questo termine non comportasse il pericolo di reintrodurre il concetto di attivo e di passivo) quali che siano i modi per cui vi si giunge. (...) Di fatto, in qualsiasi forma di masturbazione, è indispensabile la volontà e lo sforzo di partecipazione all'orgasmo da parte di colui che sembra subirla e, di conseguenza, i partners possono essere considerati ambedue attivi, sempre che sì voglia mantenere questa distinzione che di per sé non è affatto necessaria. È il sistema dualistico del pensiero, costruito su categorie oppositive, che rende concettualmente ovvia questa distinzione, così come è ovvia l'analogia primaria fra attività-mascolinità e femminilità-passività.
(Ida Magli La sessualità Maschile Mondadori, Milano 1989 pp. 142-143)
Un etero che usa oggetti per stimolare e cercare il proprio piacere anale, da solo o con la partner, è un etero libero di usare il proprio corpo e condividere il piacere che questo gli procura con le donne.

Nessun gay represso all'orizzonte, sempre e solo un etero, privo dei pregiudizi di chi lo vuole considerare un etero meno puro perchè usa il piacere anale.

Continuiamo con la river scala.
Nello specifico: essere penetrato dalla moglie con un fallo di gomma (o altro).
Dalla moglie. Fidanzate amanti e mignotte non valgono?
Perchè dobbiamo chiamare un oggetto cilindrico adatto all'inserimento nell'ano fallo?

Il ragazzo etero (=non bisex) di una mia amica mentre trombavano si faceva introdurre nell'ano un bastoncino del diametro di 3-4 cm trovato al mare (reso liscio dall'erosione) pochi attimi prima di raggiungere l'orgasmo.

Come può  il fare l'amore con una donna godendo pienamente dei piaceri che il proprio corpo e quello femminile posso darci renderci anche solo un pochino meno eterosessuali solo per la stimolazione anale?

Il pregiudizio maschilsista vede omosessualità (cioè scarsa virilità e - si sa - la virilità la si esplica solo con le donne) dappertutto... come nella barzelletta che fa del don giovanni  che dopo 98 scopate consecutive con donne fa cilecca  un frocio.

E' chiaro che questo pregiudizio si basa su una visione distorta della sessualità e dell'anatomia umana scippando l'ano e il piacere erotico della sua stimolazione (che come ricorda Jack Morin non significa necessariamente "coito") alle donne e agli uomini etero e relegandola (regalandola) solamente agli omosessuali.

Un po' troppo riduttivo non vi pare?
Potrebbe eccitarsi nel vedere un film porno gay.
Ecco la conferma del sospetto di omosessualità. Il sospetto si ingenera ovunque.
Anche io a volte mi eccito vedendo un film porno etero e non necessariamente per il pornoattore ma per la pornoattrice, sono forse per questo sospettato di eterosessualità?
85: Eterosessuale sportivo. Generalmente sportivo – ma anche birraiolo (quello che: “andiamo a scolarci con gli amici 200 birre al pub, a fare commenti sulle fighe, ecc.”) – oppure pratico di quegli ambienti, per ragioni professionali o ludiche. Trova piacere nel girare col pisello a zonzo negli spogliatoi, guardando quello dei suoi compagni.
Questa catalogazione è fallofobica come il migliore maschilismo vuole.
Siccome il maschilismo riconosce come interlocutore alla pari di un uomo solo un altro uomo come lui, è ovvio che l'omosessualità - che cortocircuiterebbe a livello concreto quel che nel maschilismo rimane a livello simbolico -  è esclusa e tabuizzata.

Così anche nel maschilismo in versione gaia si vedono segni di omosessualità in tutta una serie di comportamenti tra maschi.
mentre gli etero (quelli da me definiti liberi) si concedono tutta una serie di libertà che non minacciano la loro eterosessualità, né la propria virilità, concedendosi occhiate ai membri dei compagni di sport - perchè il confronto sulle dimensioni è un issue squisitamente maschile, virile, ed etero-, dedicandosi a pacche abbracci e addirittura baci appassionati sul campo da calcio (recentemente vietati e poi riammessi) perchè non denunciano una latente voglia di maschio ma sono innocenti, amichevoli e sani contatti camerateschi tra uomin, il gay maschilista (e l'etero omofobico) vede in questi atteggiamenti un indice di sospetta omosessualità e - dato che solo il maschio etero purissimo è escluso da ogni sospetto di omosessualità - questi etero  semi puri, oggettisti o sportivi sono meno etero degli etero purissimi e dunque un po' gay.

Guai a leggere un gesto d'affetto e tenerezza tra due uomini esclusivamente in chiave gay. E' sempre omofobia poco importa se dopo aver catalogato l'atto come omosessuale si reagisce dicendo che carini piuttosto di che schifo.

Pensare che se un uomo guarda il pisello di un altro è meno etero di chi non lo fa si basa sullo stesso principio maschilista che vuole che se un uomo non si passa la mano sul pacco ogni fica che vede non gli piacciono le donne... 
A volte, pensando a quelle situazioni, si eccita. Le pacche sulle spalle, gli abbracci, le discussioni sulla “donna da trapanare”, fanno parte di un rito-collettivo-eterosessuale con sfumature omoerotiche autoindotte.
Come volevasi dimostrare...
80: Eterosessuale a pagamento. Una via di mezzo tra l’escort e il paraculo. E’ un etero che accetta di andare con un  uomo solo per soldi. Ma attenzione: i soldi sono solo un pretesto per sentirsi “maschio”. “Lui mi paga, io continuo ad essere etero”, il pensiero. Se fa sesso con gli uomini è sempre attivo. Preferisce l’oral all’anal (troppo impegnativo). Alle donne non confessa questa passione, di cui, sostanzialmente, si vergogna. In questa categoria ricadono gli omofobi più nonsense della storia del sesso.
Molti escort sono etero, e sono etero nel senso che hanno la ragazza con la quale mettono su famiglia e magari fanno anche dei figli. Se vanno a letto con gli uomini, lo fanno solo per sesso (oltre che per i soldi) e non penserebbero mai di farsi una storia con loro. Non ho mai conosciuto un escort attivo (per usare le categorie usate nella river scala) che abbia declinato una scopata preferendogli una pompa. Casomai è vero il contrario.

Evidentemente io e River avremo conosciuto escort diversi...

La motivazione del danaro data nella river scala non convince.

A parte il fatto che nella mentalità etero (e anche gay) degli anni 50 (e prima) il gay era solo il passivo perchè finché fa l'attivo nessun uomo pensa davvero di essere gay, i soldi giustificano il motivo per cui si fa quel che si fa ma non garantiscono direttamente loro la mascolinità, che rimane intatta esclusivamente grazie al ruolo attivo a prescindere dalla mercenarietà o meno del rapporto.
E poi non è affatto vero che tutti gli escort etero sono attivi come ampiamente documentato nel film documentario Die Jungs Vom Bahnhof Zoo (Germania, 2011) di Rosa von Praunheim.


Se non seguiamo la diade etero\gay di matrice maschilista forse gli etero a pagamento, così come, li vedremo tra poco, l'etero orgiastico, possono rimanere etero e non costretti a una crescente omosessualità che ne fa degli pseudoetero ipocriti e omertosi, se modifichiamo il significato delle parole etero e omo e le usiamo non per indicare solamente l'atto sessuale tra due uomini ma anche l'aspetto sentimentale, il coinvolgimento psichico come la psicanalisi fa da diverso tempo (contemplando nell'orientamento sessuale oltre al comportamento, con chi vado, anche la definizione, come mi percepisco, cioè se etero o gay).
L'ambivalenza (l'ambiguità) di fono della river scala sta nel continuo oscillare tra due usi semantici diversi della parola eterosessuale: tra quello descrittivo (con chi si fa sesso) e quello  ontologico (che tipo di persona è) ogni volta che individuandone i presupposti di quel comportamento questi presupposti vengono criticati o derisi.

Gli etero a pagamento e quelli orgiastici sono degli etero che fanno anche sesso con uomini senza rimanerne emotivamente coinvolti.
Gay assicurati per la visone maschilistica e dualistica del mondo ma forse un po' poco per fare dii questi bisessuali dei veri e propri gay. 
70: Eterosessuale travesto/trans. Non va con gli uomini – dice di non andarci – e ha bisogno di una “copertura” psicologica. Quindi, una parrucca, del trucco.
Sembra quasi che nella river scala River UNA trans sia solo una parrucca e del trucco, ma quella casomai è una Drag...
E’ simile a quello “a pagamento”. Il travestimento è come i soldi.
Di nuovo si confondono i travestiti con LE trans... Un tantinello troppo transfobico per i miei gusti.
Ovviamente nel caso dei trans
ARIDAJE! DELLE Trans!!!
tutto cambia – assai più femminili.
Oddio non tutte le trans sono femminili proprio come non tutti i travestiti sono mascolini... 
Ma puo’ capitare che chieda di essere penetrato da loro.
la rive scala ha il pallino del coito anale come molti altri uomini quando pensano all'omosessualità come se tutta la sessualità gay si definisca e si concluda nel coito anale...
Disprezza i gay. Per lui andare a transessuali è come rimorchiare delle donne (leggi intervista a Piero Marrazzo di Concita De Gregorio, nel passaggio in cui esalta la femminilità delle persone transessuali).
Non ce la fa proprio a chiamarLE trans, al limite le chiama persone transessuali.
E andare con una donna trans operata E' rimorchiare delle donne, anche se non biologiche...


Se per omosessuale si intende un uomo che ha voglia di cazzo (voglia di prenderlo in culo), poco importa se la persona che lo porta ha le tette e si comporta come una donna, allora sicuramente gli uomini che vanno con LE trans sono gay.

Ma c'è un pregiudizio di fondo in questa convinzione.
E anche un errore logico.

In quanto gay un uomo cerca un altro uomo come lui, più o meno virile, più o meno palestrato, ma cerca sempre un uomo, non un travestito né tantomeno UNA donna trans (che, lo dice la rive scala stessa, è più femminile).

Così come si patatizza la donna in questo caso si confonde il membro maschile con il genere maschile.
A un gay non piace l'uomo perchè portatore di cazzo ma piace l'uomo in tutto il suo aspetto, in tutta la sua identità sessuale, che non è data solo dall'uccello che ha tra le gambe ma da tutta una serie di peculiarità e atteggiamenti psicologici e potenzialità maschilisticamente e sessisticamente determinate ma sempre riconosciute come tali.

Insomma se a un gay piacciono gli uomini come si fa dire che gli uomini che vanno con persone che a diversi livelli di completezza sono\hanno un sembiante femminile che sono gay?

Sono due categorie diverse che identificano due comportamenti sessuali diversi...
Non li si può mettere nella stessa casella...

Infine, e di nuovo, se un etero si fa penetrare da una donna con un oggetto o ...col suo cazzo è gay.
Un po' troppo largo (ehm) come concetto di omosessualità. Mette insieme comportamenti distinti e distinguibili.
65: Eterosessuale orgiastico. Nel nome della passione per il sesso (indistinto), potrebbe interagire sessualmente con un uomo. Magari senza penetrazione anale.
Come volevasi dimostrare
Lui è là per la donna, ma nel nome di quel rapporto etero, potrebbe anche provare piacere nel toccare l’altro uomo. In questa categoria, inserirei i mariti che vanno a fare sesso con la moglie e un altro uomo.
I mariti e le mogli. Nella river scala tutti gli etero sono sposati...

Se l'eterosessuale orgiastico (che ha un quoziente di 65) non usa la penetrazione anale si farà fare allora bocchini come l'etero a pagamento (che ha però un quoziente 80).
Allora cos'è che fa avere a questo eterosessuale orgiastico un quoziente di solo 65?

Qual è il discrimine?

60: Eterosessuale solo attivo. Va con gli uomini, ma è solo attivo. Sia anale che orale. Quindi, pensa lui, è “maschio”. Non chiedetegli se sia gay: vi risponderebbe insultando la categoria. Spesso è omofobo.
Dunque  l'eterosessuale a pagamento - che secondo River fa solo l'attivo - e che - sempre secondo River  - si fa solo spompinare ma non incula ha 80 come quoziente mentre l'etero che fa entrambe le cose, sempre da attivo, MA NON SI FA PAGARE ha 20 punti in meno di eterosessualità.

Evidentemente  nella river-scala un etero che scopa coi maschi per soldi è meno gay di un etero che ci scopa gratis (ignorando che per molti ragazzi sono eccitati proprio dall'idea di essere pagati).
Dopo il denaro gli elementi che tengono più alti i punto di eterosessualità sono l'oralità (considerata evidentemente una forma di sessualità minore e meno completa, meno gay) e l'essere attivi (per l'ovvio discorso che il gay è ricettivo passivo femmina).
Concetti ipermaschilisti che definiscono il comportamento sessuale degli uomini non già in base all'oggetto di investimento libidico ma in base a una serie di valori e (pre)giudizi assoluti e indiscutibili dai quali l'aura di eterosessualità purissima ha la potenza del nume.
55: Eterosessuale ormonale. Giovanissimo, se va con un uomo è solo perché è in crisi d’astinenza e se non trova di meglio (donna). Attivo, ama la rilassatezza con la quale i suoi partner trattano alcune faccende (si lamenta del fatto che le donne schifino l’oral o non siano brave a praticarlo come gli uomini).
Siamo arrivati a 55 molto vicini a metà tra 100 e 0 a quella che, nella scala Kinsey, sarebbe la bisessualità pura.

Ma per la river scala se questi ragazzi giovanissimi vanno anche con altri ragazzi lo fanno perchè sono (almeno un po') bisessuali ma perchè in crisi di astinenza (un modo molto maschilista di vedere la fisiologia del sesso del maschio se non lo infilo in un buco adesso qualsiasi sto male).
Un vero e proprio bisessualicidio.

Tranne l'etero oggettistico che ha indice 90 e l'etero travesto/trans che è a volte passivo e ha un quoziente di 70 tutti gli etero finora visti fin qui sono attivi.
Più che la scala da etero a gay mi sembra la scala da attivo a passivo.


50: Bisessuale puro. Non riuscirà mai a dire se preferisce il sesso con gli uomini a quello con le donne.
 Non riuscirà mai a dire o sa che non ha preferenze?
Al massimo, ti saprà dire quali sono i punti di forza di uno rispetto all’altro,
di uno rispetto all'altra.  La river scala ha proprio qualche problema con il genere (grammaticale) femminile...
e viceversa. Aperto, non omofobo, forse un pochettino snob verso i gay (i bisex, forse, si sentono meno vittime dei rigurgiti omofobi, perché in fondo, loro, con le donne ci vanno).
La river scala si dimentica di ricordare come i bisex siano quelli più vituperati tra i gay che li accusano di non voler scegliere e di essere tutti checche velate.
Se è legittimo chiedersi se un bisex sia omofobo bisognerebbe chiedersi anche quanti gay sono bisessuofobi...
40: Omosessuale aspirante bisex. La donna gli piace meno degli uomini, però sa che – anche agli occhi di molti gay – fa più figo toccare qualche tetta.
Ed ecco la fine di quel che rimane dell'eterosessualità che per la scala di valori maschilsiti è bella e rovinata dall'omosessualità sempre più incombente e che dunque si esercita come un goffo tentativo di essere quel che non si è...
Proprio come per l'etero col vizietto... Solo che qui è il gay ad avere il vizietto...

Il suo fare sesso con le donne è sminuito perchè il gay aspirante bisex tocca solo qualche tetta non scopa in fica...

Stessa mentalità di chi dice che l'unica forma di sesso vera è il coito mentre tutto il resto non è scopare.
Infatti  nella river scala l'etero che si fa fare bocchini da un uomo ma non incula è più etero di quello che incula, perchè fa un sesso minore, meno completo.

E così, di tanto in tanto – mamma e papà ne sarebbero onorati – adempie ai doveri del bisessuale perfetto.
Altro bisexicidio. La bisessualità non viene presa sul serio, serve solo per illudersi o fare contenti mamma e papà.
Vive male la sua eventuale passività.
Per i motivi visti fin qui l'etero (e il bisex lo è almeno un po'), è solo attivo... Dunque il bisex passivo è meno bisex di quello attivo e per questo si vive male la sua passività.
In questa categoria rientrano quelli che potrebbero fare un figlio con una donna, per sentirsi più “uomini” piuttosto che costruire una relazione stabile e duratura con un altro uomo.
E' la prima volta che la River scala affronta l'affettività. Finora si è occupata solo di sesso.
Improvvisamente accusa il bisex di non essere in grado di metter su famiglia con un uomo. Il che non è affatto vero.
Questo deviare dal puro comportamento sessuale  verso quello sentimentale apre tutta un'altra casistica che richiederebbe una ben diversa nomenclatura classificatoria.

Una nomenclatura che - dando alle parole un significato forte - potrebbe arrivare a dire - al contrario della river scala - che un etero che scopa con gli uomini ma non ci crea una relazione è meno gay di un bisex che invece si fa storie (non solo di sesso) con entrambi i sessi. Tornerò su questo punto.
Problemi con omosessuali effeminati. Se si dichiara – con gli amici, nei profili on-line – si definisce bisex.

La River scala dà al bisex che preferisce gli uomini un quoziente di 40 ma non contempla proprio il bisex che preferisce le donne (che, per specularità classificatoria si dovrebbe trovare a 60).
Mette invece a 55 l'etero ormonale... quello del do cojo cojo che, tecnicamente, è anche lui un bisex puro...

La River-scala  non sembra dare dignità alcuna alla bisessualità prendendola in considerazione solo nella parte gay nella casistica (da 50 in giù) e non in quella etero...
35: Eterosessuale di facciata. Puo’ avere una finta fidanzata (o una moglie) e vivere l’omosessualità soltanto nel chiuso della sua stanza da letto. Non è dichiarato con nessuno. Sostanzialmente è gay, ma finge di non esserlo. Ha finto di godere con una donna, tanto per non rompere il giochino.
Come fa un uomo a fingere un'erezione? E se gli si rizza non è perchè un minimo almeno gode e dunque non è un etero di facciata ma un bisex 90\10?
Cosa vuol dire fingere di godere? Per chi finge, per la donna o per gli altri? Ma chi altri saprà mai - oltre se stesso e la donna - se ha goduto o no?

30: Omosessuale represso. E’ gay, senza ombra di dubbio. Frequenta le chat – dalla a alla z – tendenzialmente non è dichiarato (salvo qualche amico stretto). Con una donna non ci andrebbe mai. Qualche volta ha chiesto ad un’amica di fingere di essere la sua ragazza. Ma è stata un’eccezione. Magari viene dal Sud.
Qui i pregiudizi e i cliché si sovrappongono e si fanno davvero ridicoli.
Come prova dell'omosessualità si produce la frequentazione delle chat;
la non dichiaratezza fa della perosna in esame una persona repressa.
Come ulteriore riprova di omosesualità c'è l'affermazione che con le donne non andrebbe (il che vuol dire che non ci è mai stato) classico stereotipo maschilista che dubita dell'orientamento sessuale se un uomo non lo vuole infilare dappertutto e a ogni donna...
Se anche ha una donna accanto è solo di facciata.
Dulcis in fundo potrebbe essere terrone.

In questo marciume maschilistico (e vagamente leghista) pescano tutti quelli che scrivono sui siti come gay.it, queer wave et similia. La delazione, il pettegolezzo, il sillogismo più maldestro possono distruggere un gay che ha magari problemi di visibilità - perchè teme lo stigma - e magari ha un 1% di eterosessualità per cui - vedendo quella ragazza che gli piace tanto -  si sente confuso ma nella ferocia maschilista della river scala è un gay represso e quel residuo brandello di eterosessualità deve essere scaricato nel cesso.

Parafrasando un celebre video dell'Ilga portoghese:
Lo stesso stigma, la stessa origine, gli stessi danni.
Non riesce a guardare quelli effeminati: gli mostrano un’immagine di se [sic] che vorrebbe sotterrare.
Se sei gay sei per forza effeminato e guardare gli effeminati ti sbatte in faccia una parte di te che non vorresti vedere...
Un maschilismo così abnorme da sfiorare l'omofobia...di cui, si sa, il maschilismo è padre e madre.
20: Omosessuale attivo d’ufficio. I ruoli vanno vissuti in maniera rilassata. A me è capitato di essere una cosa e l’altra, a seconda delle varie persone che avevo davanti. Certo, una preferenza di massima esiste sempre. Questo tipo di gay sente di dover dimostrare qualcosa al Dio Macho.
Quindi, fa l’attivo. Qualche volta vorrebbe…si lascia andare, ma poi se ne pente subito. Per carità, deve fare l’U-omo. Gli effeminati li sopporta, perché alla fine danno a lui la possibilità di “rinsaldare” il suo essere attivo.
Tu donna, io uomo.
Preferisce evitare il coming out, roba da checche.
Sempre partendo dal presupposto che un maschio che lo mette invece di uno che lo prende è più maschile il gay che fondamentalmente è femmina se fa troppo l'attivo, cioè il maschio, non lo fa perchè gli piace, ma solo perchè vuole dimostrare agli altri e a se stesso che non è così femmina come si crede.
Ecco come il cliché influisce sul nostro giudizio e pensiero.

Se io non pensassi che un omosessuale è, di per sè, meno maschile di un uomo eterosessuale, e che la quint'essenza del gay, quello che lo fa veramente gay è la passività anale (quella pratica che lo rende più vicino come pratica sessuale alla femmina, che viene anche lei scopata da un uomo) non interpreterei mai il comportamento sessuale di un gay attivo come tentativo di camuffare il proprio essere femmina.

Se io non pensassi che in un rapporto tra due uomini (ma anche tra un uomo e una donna) il partner insertivo è sempre e comunque attivo e il partner ricettivo è sempre e comunque passivo, potrei scoprire che il partner ricettivo può scopare lui (lei) il partner insertivo decidendo lui (lei) i movimenti del corpo coi quali cavalca il cazzo del suo partner.

Le categorie attivo passivo arrivano così a classificare delle pratiche sessuali in maniera ridicola.
I mio partner sta lì, immobile, sdraiato sul letto, le mani dietro la testa, mentre io mi dedico a un rapporto orale. Lo spompino a dovere, muovendomi sopra di lui, dandomi da fare, ma secondo la doppia categoria attivo\passivo io sono il passivo e lui è l'attivo.

Non si è attivi perchè ci si dà da fare, perchè si muove il bacino mentre si scopa, perchè si impiega una energia fisica maggiore di chi, in quel momento, fa il passivo (per esempio nella classica posizione uomo sopra donna sotto).

Si è attivi quando si usa il proprio cazzo.
E si sa il cazzo è fatto per penetrare.
Non a caso per la river scala gli escort etero non inculano ma si fanno spompinare. Inculassero sarebbero meno etero perchè userebbero il cazzo come va usato con persone dello stesso sesso...

La cosa assurda di questa visione binaria del mondo e fallocentrica, costruita sulle coppie etero, quelle coppie dove non ci sono giochi perchè c'è un solo cazzo ed è quello che comanda, dinanzi due cazzi che potrebbero dunque amplificare la potenza simbolica a essi collegata, costringe invece a usare un cazzo per volta, relegando l'altro possessore di cazzo alla passività femminile.
Non può esserci reciprocità, perchè chi pur avendo il cazzo non lo usa ma si fa usare da un altro cazzo perde in potenza, il suo cazzo non è più quello potente e maschile ma diventa l'arnese inutilizzato di un non maschio.

Quante teorie psicanalitiche degli anni 50 prevedevano che i gay fossero tutti impotenti?

Per cui solo gli uomini passivi (impotenti) sono gay, gli uomini insertivi, dunque attivi, no.
Invece due uomini potrebbero benissimo confrontarsi alla pari in uno scambio reciproco come dice bene Ida Magli:
L'omosessualità [maschile] è sia attiva che passiva, o meglio, bisognerebbe eliminare questo tipo di classificazione in quanto ogni forma di rapporto diventa attiva, signfificativa, possibile, "bella", proprio perchè stabilisce l'assoluta parità dei partners, la potenza assoluta del loro pene.
(Ida Magli, La sessualità maschile, op cit., pag 137)

Anche a voler impiegare questi termini semplicemente per stabilire chi lo mette e chi lo piglia (in quel momento però, perchè dieci minuti dopo i ruoli potrebbero essere invertititi) - al che meglio usare allora i termini ricettivo e insertivo che, pur se più vaghi e in odore di politicamente corretto, almeno non portano con sé tutto l'alone maschilista della diade attivo\passivo - a considerare il vero gay (o il più gay) come colui che lo piglia si commette un errore di prospettiva.

La river scala percepisce questa verità senza arrivare però ad esplicitarla fino in.

Se un uomo - che è stato costruito biologicamente per essere insertivo - fa il passivo (per usare la terminologia della river scala) sta solo esplorando il proprio piacere, poco importa se è stimolato analmente dal fallo di gomma della sua donna (l'etero oggettistico, quoziente 90) se è scopato da una trans (etero tarvesto\trans, quoziente 80) o da un altro uomo. Quell'uomo sta pensando ancora a sé, al proprio piacere.

Un uomo che invece fa l'attivo, è insertivo, usa il suo pene come dovrebbero fare gli uomini, poco importa se per inculare o farsi succhiare, è un uomo che esprime un a curiosità, un desiderio per un altro uomo come lui (poco importa se lo percepisce come femmina visto che è lui a fare l'attivo).
Quest'uomo ammette - anche solo per il tempo che fa sesso con un altro uomo - di essere coinvolto da lui, eccitato, stimolato, arrapato.

Lo spiega bene Rainer Werner Fassbinder in Querelle de Brest (Germania, 1982) in una scena del quale la voce narrante, parlando di Querelle dice:
Oscuramente Querelle sentiva che l'amore è qualcosa di lineare: bisogna volerlo. Anche se non si ama un uomo, può essere divertente farsi fottere, ma per poter scopare qualcuno bisogna amarlo, sia pure per un breve istante. Se doveva quindi amare Gil doveva rinunciare alla sua passività. Querelle si sforzò di farlo. (Rainer Werner Fassbinder Querelle Ubulibri, Milano 1982 p. 158)
Non basta la propria eccitazione a fare di un etero arrapato un gay.
Il gay è un uomo che ama altri uomini, non basta scopare con loro, perchè il sesso di per sé non inficia la propria eterosessualità (come in parte la river scala riconosce quando distingue - tra gli etero attivi - gli orali e i ...coitali considerando i secondi meno etero dei primi).

Dobbiamo rifondare la nostra grammatica e il nostro lessico con il quale interpretiamo anche solo i comportamenti sessuali se vogliamo liberare l'uomo (e la donna)  e non vogliamo invece imbrigliarli in delle categorie che crediamo libere e alternative e invece sono fatte delle stesse catene del maschilismo che è l'origine dello stigma contro l'omosessualità.

15: Bisessuale per comodità. La donna lo eccita (nel senso che lui s’alza), ma la storia la costruirebbe solo con un uomo. Eppure, di tanto in tanto, indulge nel sesso etero.
L'omosessuale aspirante bisex ha quoziente 40 eppure, secondo la river scala, tocca solo tette. A questo gay che gli si rizza anche con le donne ha quoziente 15...

Per la seconda volta la river scala non si ferma al rapporto sessuale ma prende in considerazione anche l'aspetto sentimentale.
A questo bisex dovrebbe corrispondere quello speculare cioè quello al quale L'uomo lo eccita (nel senso che lui s’alza), ma la storia la costruirebbe solo con una donna. Eppure, di tanto in tanto, indulge nel sesso gay che per specularità dovrebbe trovarsi a un quoziente 85.
A 85 troviamo invece l'etero sportivo mentre il bisex a preferenza gay lo troviamo relegato  nella categoria nell'omosessuale aspirate bisex con un quoziente 40: In questa categoria rientrano quelli che potrebbero fare un figlio con una donna, per sentirsi più “uomini” piuttosto che costruire una relazione stabile e duratura con un altro uomo. 
Ho già notato il perchè di questo sbilanciamento dei bisex tutti nella fascia gay... per la river scala la bisessualità non è una vera opzione quanto, piuttosto, un alibi.
10: Omosessuale ex bisessuale. E’ stato con le donne, magari alle superiori, ma adesso il capitolo è abbastanza chiuso. Dico “abbastanza”, perché anche lui cerca ancora di cullarsi nel ricordo della “normalità” (sociale). Ma è decisamente attratto dai maschi. Qualche problema a camminare mano nella mano con un ragazzo.
Come molti uomini etero nell'adolescenza hanno avuto rapporti con altri uomini, molti uomini gay nella loro adolescenza hanno avuto rapporti etero.
Questo fa in entrambi in casi di questi uomini dei bisessuali a prevalenza etero o gay ma secondo la diade maschilista usata nella river scala i bisex a prevalenza etero vengono percepiti come etero in odore di gayezza e i bisex a prevalenza gay vengono percepiti come gay che si illudono di essere etero...
0: Omosessuale puro. Generalmente non ha avuto alcuna esperienza con le donne. Non ci ha mai pensato. Anzi sì: c’ha pensato, e ha scacciato il pensiero con orrore.
E poi perché dovrebbe? Lui è gay. Punto. I suoi primi ricordi – dalle elementari? – gli parlano di un’attrazione molto forte per gli uomini. Attivo o passivo non gli importa. Non si fa nemmeno troppe paranoie sull’essere effeminato. Se vede un ragazzo effeminato lo nota, ma non ne parla male.
Ha fatto coming out da parecchio tempo, un po’ con tutti. Se ama, vuole mostrare a tutti il suo amore per la persona che ha accanto, anche in pubblico.
In tutte le voci della river scala l'eterosessualità è vista come incompatibile con l'omosessualità (e viceversa) se c'è una non può esserci l'altra (bisessualicidio).
Se una prevale l'altra non c'è ed è dunque solo millantata.

La river scala non classifica le persone secondo un comportamento variabile in compresenza dei due orientamenti sessuali possibili a prevalenza variabile si limita a ipostatizzare un etero puro e un omo puro a porli antiteticamente ai due opposti della scala e poi individua una componente gay che nella parte etero della scala inficia l'eterosessualità e nella parte gay della scala scaccia l'eterosessualità considerandola finta, di facciata, ipocrita, non vera.

Grazie alla logica binaria oppositoria delle diadi del maschilismo attivo/passivo,  maschile/femminile e uomo/donna in barba a quarant'anni di femminismo e di movimento glbt, transgender e queer gli uomini tassonimizzati dalla river scala sono divisi, messi uno contro l'altro, accusati di ipocrisia, di passività, di misoginia. Sono uomini tristi, molto vicini a come ci percepiscono le gerarchie vaticane o tutti quelli che fanno dell'omosessualità solamente una privata questione tra le lenzuola della camera da letto.

Eppure una persona intelligente e sensibile come Guido ha trovato questa scala divertente.
Perché purtroppo il cliché, il luogo comune e il pregiudizio si insinuano su considerazioni apparentemente condivisibili, logiche, comprensibili. Si basano sul meccanismo dell'ovvio che non chiede di spiegare o giustificare quello  che viene danno per scontato ma che, ben vedere, tanto scontato non è.

Sarebbe interessante edere quale accoglienza ha ricevuto la river scala nel blog in cui è stata pubblicata. Di questo mi occuperò in un altro post, tra breve.

Intanto voi miei cari lurker che avete avuto la forza di arrivare fin qui, fatevi sotto, intervenite, ragionate, dite la vostra.