mercoledì 30 novembre 2011

Ma il matrimonio, poco conta se tra persone dello stesso sesso o no, è un'altra cosa: sullo spot pro matrimonio di GetUp Action for Australia

Su faccia libro c'è chi si è tanto commosso per questo spot:
Non solo si sono commossi ma trovano questo spot un esempio da seguire, un ideale che chissà quando in Italia si raggiungerà.
Adesso capisco che il matrimonio sia un diritto negato e che debba essere riconosciuto anche alle persone dello stesso sesso (perchè dello stesso matrimonio si parla non di matrimonio gay come si continua maledettamente a dire anche tra di noi, come fosse un matrimonio ad hoc, solo per froci e lesbiche). Quello che mi sorprende di chi accetta questo video come fonte di ispirazione è che non si accorge dell'ideologia smaccatamente borghese che vi è dietro, la stessa che sottende all'edonismo reaganiano che ha reso la sfera privata privata e non politica all'incirca una trentina di anni fa.

Pur facendone un'analisi sommaria salta subito agli occhi che:

1) il ragazzo protagonista è giovane e bello. Eppure ci sono tanti gay meno giovani e meno belli (per tacere delle cozze come il sottoscritto) che hanno lo stesso diritto di sposarsi dei belli. O no?

2) Nulla ci è dato sapere del lavoro o dell'istruzione del protagonista. Studia? Lavora? Che tipo di vita fa? Che disponibilità economiche ha? Questo non è così irrilevante quando oggi, almeno in Italia, ma credo che il problema sia più o meno lo stesso in tutto l'occidente e colonie, molte coppie giovani ed etero non riescono a sposarsi perchè sposarsi costa, né tanto meno a fare figli perché con due stipendi da precario a 600 euro al mese arrivi a malapena a pagare l'affitto... figuriamoci a mantenere un figlio o a sposarti.

Chi vuole l'allargamento del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso non pensa al matrimonio come a un bene di consumo da poter comprare ma a una decisione PUBBLICA e fatta DAVANTI LA SOCIETA' che riguarda due persone che vogliono non solo vivere insieme ma contribuire come famiglia alla crescita sociale.
Invece in questo spot il matrimonio è davvero un bene di consumo (con tanto di anello che è il più deleterio atto colonizzatore dell'immaginario collettivo americano, e questi non sono americani ma Australiani che è addirittura un altro continente).

3) Al di là dell'aspetto economico, fondamentale, c'è, ancora più importante, quello PUBBLICO.

Questo post fa vedere il matrimonio come una scelta privata, intima, familiare, magari allargata alla fascia di amici, le stesse considerazioni per cui qui da noi si parla di istituto equivalente e di cosa da non sbandierare ai quattro venti (vi ricordate alle critiche fatte ad Anna Paola conia?).

Quello dello spot è un matrimonio che scimmiotta quello etero con tutte le divisioni dei compiti sessiste che qui, nella migliore delle ipotesi, non ci sono perchè due maschi non fanno i lavori donneschi della cucina. Li farà qualche femmina magari messicana o portoricana a 10 dollari (australiani) l'ora.

Lo spot non illustra nemmeno una delle conseguenze più importanti di chi si sposa: IL RICONOSCIMENTO PUBBLICO CHE QUELLA COPPIA HA DIGNITÀ SOCIALE, che cioè anche una unione tra due uomini o due donne (sarebbe stato apprezzato lo stesso lo spot su faccialibro se avesse visto una ragazza come protagonista invece del solito classico bonazzo?) è riconosciuta dalla società COME UN VALORE.

Invece della mamma che sta male (in casa) perchè non far vedere qualcuno dei diritti dai quali tutte le persone non sposate non godono né hanno accesso? Il diritto di visita in ospedale, in carcere, alla pensione (ma quella non è trandy e riguarda i vecchi...) alla casa. Il diritto ad andare alle riunioni pubbliche (feste di lavoro, di partito) col proprio compagno. I due ragazzi dello spot non vanno nemmeno al cinema o a teatro!

 Ma al di là di questo, che è un elemento fondamentale, in questo video il privato è reso privato (i due ragazzi vengono ritratti solo nel tempo libero mai in quello lavorativo o di volontariato do si apprendimento culturale o di compartecipazione sociale) e non politico (come lo è smepre ogni atto della nostra vita) questa è la cosa che dà più fastidio e non mi meraviglia che piaccia a tanti gay che hanno i soldi e che cambiano cellulare da 500 euro ogni quattro mesi e che vedono il matrimonio come una accessorio della loro vita trendy. Un'espansione al diritto allo shopping.

Con buona pace di chi chiede il matrimonio per l'accesso al riconoscimento sociale della propria dignità di coppia e perchè non averlo è una forma intollerabile di discriminazione.