venerdì 20 gennaio 2012

Filippo Riniolo e gli adolecenti bisxex: un articolo su il corsaro.info superficiale e discriminatorio.


Nell'articolo 60% degli adolescenti è bisex. Ma i movimenti non lo sanno pubblicato da Filippo Riniolo su Ilcorsaro.info  si fa riferimento ad alcune ricerche secondo le quali, come indica il titolo del suo articolo, il 60% degli adolescenti (dove il maschile dovrebbe valere anche per il femminile secondo una pratica maschilista della nostra lingua) è bisex. E il movimento, accusa Riniolo non è in grado di stare alla pari di questa giovane avanguardia perchè concentrata nel proprio ombelico di sterile militanza.

Le fonti di Riniolo sono un solo articolo di Repubblica del 9 marzo del 2010, quindi non proprio di ieri...,  nel quale sono contenute considerazioni discriminatorie nei confronti delle persone bisessuali e omosessuali senza che Riniolo se ne accorga o senta il bisogno, se non di criticarle, almeno di farle notare.


Anzi lo stesso lessico di Riniolo tradisce una certa affinità elettiva con l'articolo di Repubblica almeno per quanto riguarda la bisessualità vista non come opzione di pari dignità, rispetto quelle etero e omo, ma come occasione di sperimentazione ondivaga e non definita.
A differenza che nel titolo, infatti, nel suo articolo Riniolo storna l'eterosessualità dalla bisessualità (si sa, quella è di serie), e parla di adolescenti [che] sperimentano relazioni omosessuali nella fase che va dai quattordici ai diciotto anni. La bisessualità sparisce perchè l'eterosessualità non conta e rimane solo l'omosessualità.
Riniolo usa il sostantivo fase non fascia d'età dai 14 ai 18 sottintendendo probabilmente fase adolescenziale.
D'altronde che l'omosessualità sia una fase adolescenziale che poi, con il raggiungimento dell'età adulta scompare perchè tutti abbracciano l'eterosessualità, considerata l'unico orientamento sessuale maturo, è un'idea vecchia come il cucco.

Confondendo studi diversi, un dato statistico fornito dall'Istituto d'Ortofonologia di Roma (del quale il sito gayprider.com, in un articolo dal titolo sesso: il 60% degli adolescenti è bisex , fornisce un grafico che riporto di seguito) con i commenti a questi dati 


fatti dalla dottoressa Francesca Sartori che non guida l'Istituto (come scrive Riniolo) ma è docente di Sociologia del genere all´università di Trento, Riniolo riporta come
Lo studio più celebre è stato condotto dall' Istituto di ortofonologia di Roma, guidato [sic] dalla dottoressa Francesca Sartori  che a repubblica dichiara:
L’adolescenza è l’età dell’onnipotenza, del voler provare tutto. La novità è che questa generazione sembra voler fare della propria ambiguità un modo di essere, una bandiera. A mio parere è un azzardo parlare di gioventù bisex, perché è soltanto un’avanguardia trasgressiva che gioca con questi ruoli. E tra qualche anno capiremo se si tratta di “effetto età” o di un vero cambiamento. È certo, però, che gli adolescenti sperimentano una nuova libertà, ma anche un nuovo modo di non definirsi”.

Quel che Riniolo non nota nel riportare le considerazioni della dottoressa è la classica e corriva ideologia eterosessista ed eteronormata del suo argomentare.

1) essere bisex vuol dire essere ambigui (La novità è che questa generazione sembra voler fare della propria ambiguità un modo di essere)

2) Che la bisessualità non è uno status a sé ma una non scelta (come la pensano molti maschietti omosessuali) (gli adolescenti sperimentano una nuova libertà, ma anche un nuovo modo di non definirsi).

Insomma il maschilismo di cui Riniolo accusa il movimento è anche quello suo.

Riniolo nel selezionare le dichiarazioni di Sartori (che nell'articolo di Repubblica sono più estese) semplifica il portato omofobico della dottoressa la quale arriva a dire
Del resto questi teenager sono i figli di una società dove i ruoli tradizionali sono caduti, dove la confusione è forte, dove la moda, proprio sfruttando queste tendenze giovanili, propone immagini efebiche di maschi glabri e femmine senza seno, quasi indistinguibili.
Alla faccia della sociologa del genere! Questa dottoressa confonde stereotipi di genere con l'identità sessuale.

La bisessualità viene confusa con una nuova identità di genere che propone immagini efebiche di maschi glabri e femmine senza seno, quasi indistinguibili.
Sartori legge il superamento dei ruoli di genere come cosa ambigua, che porta a una indistinta confusione dei ruoli invece di leggerli come un affrancamento dagli stereotipi di genere...
Tutto questo però a Riniolo non interessa, tanto che non cita nemmeno questi passaggi.
A mio parere però - aggiunge Sartori - è un azzardo parlare di gioventù bisex, perché è soltanto un´avanguardia trasgressiva che gioca con questi ruoli.
Ed ecco di nuovo l'immagine dell'adolescenza come fase della sperimentazione, del gioco, prima della scelta, univoca, eteronormata, da fare raggiunta la maturità. SArtori conclude

E tra qualche anno capiremo se si tratta di "effetto età" o di un vero cambiamento. È certo, però, che gli adolescenti sperimentano una nuova libertà, ma anche un nuovo modo di non definirsi.

Secondo questo modo di vedere l'orientamento sessuale è una scelta (come dicono i cattolici che pretendono di curare l'omosessualità) e scegliere la bisessualità  vuol dire rimanere a vita nella fase adolescenziale di immaturità, quindi è una scelta priva di una sua dignità perchè fa rimanere adolescenti e non definisce (dove le uniche opzioni sono gay=sbagliato ed etero=giusto). a bisessualità come non-scelta, non definizione. Si può essere etero o omosex tertium non datur proprio come nel caso dei sue sessi: maschio O femmina.

Ci sarebbe di che criticare anche se non si è marxisti come Riniolo. eppure ilnsotro tace...
Quando Riniolo nello stesso articolo apprende che nonostante le esperienze omosessuali il 70% di questi adolescenti usa la parola gay come un insulto interseca questi dati e ne evince facilmente il disagio sociale che una generazione prova.
Mancano le parole per esprimersi e la musica, l'immaginario, il vestiario suppliscono parzialmente, finendo spesso in quella dinamica di branco che le mode giovanili troppo frequentemente rappresentano dice Riniolo.
Riniolo collega questo disagio ai suicidi tentati o riusciti di adolescenti come il
ragazzo di 20 anni a Vicenza ha tentato il suicidio perchè omosessuale cercando di gettarsi dal cavalcavia su un autostrada.
Il ragazzo veramente non ha tentato il suicidio perchè omosessuale ma perchè dopo aver fatto coming out in famiglia i genitori non l'hanno presa bene. Lui si accettava benissimo è che non tollerava la non accettazione negli altri, soprattutto quella dei suoi genitori... Ma si sa l'omofobia è interiorizzata in tutti noi, anche in Riniolo per il quale basta la condizione di omosessualità per tentare il suicidio (certo dei giovani che si vivono il disagio sociale non delle persone libere come lui stesso...). Riniolo prosegue:
O un suicidio, purtroppo avvenuto, dell'attivista glbt di 19 anni Eric James Borges, californiamo, così vessato dalla famiglia e dai compagni di scuola da non reggere più la sua giovane età.
E anche Riniolo individua lo stigma solo nella famiglia e nei compagni di scuola del giovane 19enne. E non nella società tutta  e nelle istituzioni, nella chiesa, nei politici che amministrano la cosa pubblica...
Siamo sicuri che Riniolo sia marxista?

Come ho anticipato quel che interessa a Riniolo in realtà è criticare il movimento del quale dice:
Altrettanto scollato è il movimento glbt, che chiaramente con gli adolescenti minorenni ha qualche problema strutturale, ma che ancora appare avvolto e incartapecorito nella microcriminalità di singole questioni e non è assolutamente in grado di prendere slancio da questo desiderio giovanile che fermenta.
Un grande desiderio di libertà, un forte disagio nell'esprimerlo e dei movimenti non in grado di recepirli. Una questione che ci interroga. 

Peccato che Riniolo non proponga analisi alcuna degli studi che ha letto su un articolo di Repubblica di quasi due anni fa e non si accorga di come nel momento in cui si stabilisce che un adolescente ha esperienze con entrambi i sessi e si legge questo dato come un cercare prima di trovare la propria strada come fanno tutti gli studi citati nell'articolo di Repubblica si ignora il vero portato rivoluzionario di questo comportamento quello non solo di percepire omo ed etero sessualità come due opzioni di pari dignità ma di superare anche l'eteronormatività che vuole questi due orientamenti oppositori e integrarli nella stessa esperienza di vita.

Riniolo non si accorge che gli studi che cita e gli studiosi che ne interpretano i dati usano strumenti critico concettuali  che non sono adatti per registrare i tratti nuovi ma che anzi rinormalizzano quel che di nuovo c'è entro i canonici binari eterosessisti.

Nell'articolo di Repubblica, nelle parti non riportate da Riniolo, ci sono affermazioni ben più gravi che denunciano l'ideologia di questi esperti e di questi studi elaborati con tali griglie di interpretazione. Così Simonetta Putti psicologa e psicoterapeuta,
Legge invece il diffondersi della bisessualità tra gli adolescenti come un problema legato al riconoscimento di sé (...) «Il disagio esistenziale è oggi un dato diffuso anche tra adolescenti e ragazzi. E se la sessualità non costituisce più un´area di divieto da parte dei genitori, è l´area dell´affettività e del sentimento ad essere in difficoltà, e sempre più "tecnomediata" da Internet, mail, sms. E infatti, dietro questa crisi dell´identità di genere, c´è a mio parere la forte crisi di identità di questa generazione».
Dunque la bisessualità viene sussunta a una crisi di identità di genere ed ecco ricadere nello stesso errore epistemologico di 50 anni fa quando si confondeva l'orientamento sessuale (etero omo e bisex) con l'identità di genere (sentirsi maschili o femminili).

Ci vuole fegato  a usare questo articolo, espungendone le parti meno usabili solo per criticare il movimento. Ci vuole tanto pelo sullo stomaco per   usare le parti che vengono citate senza criticarne gli assunti omofobici ed eteronormativi continuando a sdoganare la liceità del pregiudizio contro la bisessualità, pregiudizio davvero maschilista del quale Riniolo stesso, come abbiamo visto,  non sembra esserne immune.

Viene spontaneo chiedersi se sia scollato è il movimento glbt, che chiaramente con gli adolescenti minorenni ha qualche problema strutturale, ma che ancora appare avvolto e incartapecorito nella microcriminalità [eh?] di singole questioni e non è assolutamente in grado di prendere slancio da questo desiderio giovanile che fermenta come scrive Riniolo o se non sia piuttosto Riniolo a non avere gli strumenti culturali per capire davvero gli errori e gli orrori contenuti nell'articolo di Repubblica che rimane la sua unica fonte.


Un articolo nell'apertura del quale l'autrice Maria Novella de Luca fa delle considerazioni che fanno tremare i polsi anche al più pavido e riformista dei militanti del movimento...

Mutano, si nascondono, giocano con l´ambiguità. Ragazzi nell´età incerta, che scoprono se stessi, la sessualità, il corpo che cambia, e sperimentano sempre più territori di confine. Non solo "etero" dunque, ma anche "omo" e soprattutto "bisex".
Hanno tra i quattordici e i diciotto anni e fanno parte di un movimento young-adult che in tutto il mondo ha fatto dell´ambiguità il proprio modo di amare.
Certo perchè se non si sa quale sia con certezza il tuo orientamento sessuale sei ambiguo. O sei frocio o sei etero...
Le ragazze camminano mano nella mano,
segno inequivocabile che si è lesbiche...
provano baci e carezze,
provano...
i maschi si fermano ad abbracci più virili
mi viene da vomitare per questo stereotipo di genere...
ma più espliciti di un tempo:
virili ma più espliciti.
più che bisex molti si definiscono bi-curious, curiosi doppiamente,
e qui si capisce la totale ignoranza della lingua inglese di Maria Novella de Luca che legge Bi (che sta per Bisex) con doppiamente curiosi... 
si vestono con stile androgino,
magari androgino per gli uomini e ginandro per le donne  ma la lingua italiana è solo un'opinione...
si ispirano all´inquieto movimento "Emo", si incontrano e si confidano in una galassia di siti e blog dove raccontano la loro ambiguità.
Ecco.
Invece di attaccare il movimento per la sua inadeguatezza nel  prendere slancio da questo desiderio giovanile che fermenta forse se Riniolo avesse gli strumenti per farlo avrebbe fatto bene anche a criticare i pregiudizi omofobici dell'autrice dell'articolo che è fonte dell'articolo che scrive lui e anche della pletora di psicologi, sociologi, ma anche ginecologi e endocrinologi che vivisezionano quegli stessi giovani da Riniolo tanto acclamati con dei concetti omofobici e patriarcali vecchi di almeno 50 anni.

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