lunedì 16 gennaio 2012

Ma Bobby Montoya non è un bambino transgender...

Il bambino di 7anni Bobby Montoya che dall'età di due anni percepisce se stesso come bambina e come tale viene vista dai suoi familiari, ha fatto richiesta di entrare nelle Girl Scouts of Colorado.
In un primo momento la sede locale dell'associazione le risponde che non può iscriversi perchè she has boy part (ha delle parti da bambino).

La sede nazionale sconfessa la leader locale di Denver e accetta Bobby affermando che Girl Scouts è un'organizzazione inclusiva che accetta tutte le ragazze. Se un bambin* (in inglese child che è neutro vale sia al maschile che al femminile) si identifica come bambina e la famiglia la presenta come bambina Girl Scouts of Colorado le dà il benvenuto come bambina. (fonte www.nydailynews.com La notizia è del 27 ottobre u.s.) 

L'inglese, che è meno sessista dell'italiano, permette di parlare di bambin* in maniera neutra (perchè i bambini sono percepiti asessuati).
In Italiano invece è più difficile riferirsi a una BAMBINA transgeder nel giusto genere grammaticale.
Ma non è per difficoltà linguistiche che in Italia ci si riferisce a Bobby al maschile.
La difficoltà è di altro tipo e ha a che vedere col pregiudizio, quello solito che, in caso di transgender, preferisce sottolineare il sesso di partenza, quello biologico e non quello di arrivo. Anche nel caso in cui, a differenza di una transessuale che sta approntando o ha già effettuato il cambiamento chirurgico, una transgender transita di genere senza intervento chirurgico per motivi vari, come nel caso di Bobby la giovanissima età.
Il Corsera titola comunque in maniera discriminatoria.

Bobby, bambino transgender, entrerà nelle girl scout

Naturalmente visto che Bobby è un bambino genetico non può essere anche un bambino transgender ma una bambina transgender.
D'altronde in caso di dubbio basta chiedersi Bobby come vuole essere percepito, visto, considerato? Come bambina. Dunque tale è e al femminile bisogna rivolgerlesi.

Francesco Tortora, che ignora le differenze tra lingua italiana e lingua inglese, arriva ad affermare nell'articolo sul corsera che Bobby è stato ribattezzato dai media americani "il bambino transgender senza rendersi conto della discriminazione, dell'errore, dell'offesa, e del pregiudizio che, anche fosse in buonafede, propala.


Una ricerca su Google con le due query Bobby transgender child (neutro) e Bobby transgeder boy (bambino) dà risultati diversi e ugualm
ente copiosi, segno evidente che anche in inglese c'è chi discrimina per un pregiudizio. Anche questo è un pezzo di informazione da riportare che a Tortora sfugge completamente

Non si tratta solo di pignoleria grammaticale.

La scelta delle parole individua un modo di vedere la realtà che può essere più giusto o meno giusto perchè descrive Bobby e il suo transgenderismo per quello che davvero è o per quello che gli altri pensano, sbagliando, che sia.

E qui arriviamo a un nodo gordiano che fa tremare i polsi anche a me che di solito, scusate l'immodestia, nelle questioni semantiche mi districo con una certa disinvoltura.

Se infatti non mi meraviglia che Francesco Tortora descriva il sentirsi bambina di Bobby in questi termini :

Porta i capelli lunghi, ama giocare con le bambole e da quando ha due anni si veste e si comporta come se fosse una bambina 
cioè usando biechi stereotipi di genere (i capelli lunghi... allora anche io sono una bambina...) , il sessismo dei giocattoli (le bambole che sono giochi per bambine) e dei vestiti, mentre per il comportamento siamo al maschilismo puro (se già a sette anni non rutti e scorreggi sei femminuccia) ho provato confusione e orrore nel leggere che gli stessi genitori di Bobby descrivono il suo transgenderismo negli stessi termini.

"Bobby identifies as a girl, and he's a boy," Felisha Archuleta told KUSA-TV.
"He's been doing this since he was about 2 years old. He's loved girl stuff, so we just let him dress how he wants, as long as he's happy."

Bobby si identifica come una bambina (...) Lo fa da quando aveva due anni. Ama le cose da bambine e lo lasciamo vestire come vuole basta che sia felice.
Nemmeno Bobby sembra avere le idee chiare da quel che le fanno dire (scegliendo e estrapolando solo le frasi che fanno comodo a loro) in questa intervista alla Cnn: I like any girl's stuff (mi piacciono tutte le cose da bambine).




La giornalista subito dopo che Bobby dice che le piacciono i pony commenta: Bobby Montoya just likes stuff the someone say is not right for him (a Bobby Montoya paicciono cose che qualcuno dice non sono giuste per lui).

Poi di nuovo Bobby (I like to play... with girl's stuff I mean) (intendo dire cose da bambine) e la giornalista He's happy most of the time. Lui è felice la maggior parte delle volte.

Ma, prosegue la giornalista, essere un bambino e vestire da bambina anche se casual a scuola a volte può essere dura.

Per come vengono spiegate le cose nel servizio quello che rende Bobby una bambina è il fatto che le piacciano girl's stuff.

Cioè basta che le piacciano dei giocattoli tradizionalmente (e sessisticamente) considerati  per bambine per dare per scontato che a Bobby piaccia anche vestirsi come una bambina (anche se casual, cioè senza gonna ma con degli stivali da bambina) Insomma Bobby è una bambina tout court solo perchè le piacciono le cose da bambina (cose, un nome generico).

Ora quando io non avevo ancora capito qual è la vera esigenza che porta una persona a transitare dal proprio sesso biologico all'altro io mi preoccupavo che tutto si basasse su questo equivoco:
piuttosto di mettere in discussione gli stereotipi di genere (e i ruoli di genere) normalizziamo i bambini ai quali piacciono le cose da bambine (e viceversa) e rendiamoli bambine (bambini) tout court.

Era lo stesso errore che si faceva negli anni 50 quando confondendo identità di genere con orientamento sessuale si diceva dei gay e delle lesbiche che erano rispettivamente femmine e maschi mancati.

Tra le conquiste del movimento gay (il terzo, quello partito da Stonewall  portato avanti in primis da trans e travestite) c'è anche quella che riconosce afferma e sostiene che non c'è bisogno di diventare donna o di essere donna per vestire comportarsi o giocare con le cose da donna (e viceversa).


Tant'è che anche la moda riconosce questa verità e ha creato delle gonne splendide anche per i ragazzi già da tempo.

L'ultima collezione, quella di Riccardo Tisci per Givenchy, ha proposto dei colori e atmosfere più ‘illuminate’ e ‘outdoor’ per la stagione primavera estate 2012. Dal maglioncino con le micropaillettes in grass/army green alla T-shirt dal rimando jungle alle gonne che riprendono lo stesso motivo (debbo questo linguaggio da moda e la foto al blog di Stefano Guerrini su GQ italia che ringrazio).

Quello che non capivo sul transgenderismo e che mi ha fatto capire il film Romeos (Germania, 2011) di Sabine Bernardi, è che chi transita non lo fa per comportarsi da donna o usare le cose da donna (da uomo) ma perchè vuole essere considerato, percepito, desiderato affettivamente e sessualmente in quanto donna se uomo o in quanto uomo se donna (come accade nel film che me lo ha fatto capire).
Bobby dunque non è bambina perchè gioca con le girl's stuff ma gioca con le girl's stuff perchè si sente bambina e usa lo stereotipo di genere per essere più immediatamente e facilmente percepita come vuole essere percepita, cioè bambina.

La differenza è sottile ma dirimente.

Nel primo caso si tratta di un errore semantico ed epistemologico normalizzante (come contestano, giustamente, alcune donne, biologiche e femministe) che per concedere a un maschio di fare la femmina o a una femmina di fare il maschio - qualunque cosa significhi fare la femmina o fare il maschio-, li costringe a diventare femmina o maschio anche chirurgicamente (come accade in India dove gli omosessuali vengono accettati di più come donne transessuali operate,  come ci racconta senza nemmeno rendersene conto il documentario No Man's Land (India, 2006) di Prajina Khanna e Himali Kapil o come accadeva in Europa negli anni cinquanta, come ci ha raccontato lo splendido documentario Regretters (Ångrarna) (Svezia, 2010) di Marcus Lindeen.
Nel secondo caso si tratta di una esigenza più che legittima, degnissima di essere difesa e rivendicata, com'è sicuramente nel caso di Bobby. Che, ripeto, non è bambina perchè gioca con le bambole ma vuole nell'aiutare gli altri a essere percepita come bambina si circonda di tutti gli stereotipi di genere del caso.

Invece, a prendere per esatte le parole riportate dalla nonna di Bobby  sul www.nydailynews.com nemmeno la famiglia rispetta Bobby per come lei vuole essere presa in considerazione se continua a riferirsi alla nipote parlandone al maschile.
"My grandson is himself. We've all accepted it," Rose Archuleta told The News. "We've all accepted Bobby as he is"

Non me ne voglia Tortora, è in ottima compagnia. Il solito, pessimo, queerblog ha pubblicato un articolo, a firma Desperate Gay Guy, nel quale si parla di Bobby in questi termini:

Dall’età di due anni, il bimbo si sente una femmina e i genitori hanno sempre supportato la sua natura. Ha i capelli lunghi, si muove, si atteggia e parla come una bambina.
Perchè come parlano le bambine?!?!
Ma se per la sua famiglia non è un problema, lo è, invece, per il gruppo Girl Scouts del Colorado.
Molto molto meglio il sito Excite che pubblica questo articolo:
Bimba transgender entrerà nelle scouts girl
Si chiama Bobby Montoya, ha sette anni, si veste come una bambina, gioca con le bambole e il suo sogno è entrare negli scout, anzi nelle scouts girl. "Mi piace tutto quello che piace ad una ragazza", ha detto Bobby, intervistata dai giornali americani che l'hanno ribattezzata, 'la bimba transgender'. Peccato però che almeno all'inizio il suo desiderio sia andato in frantumi. L'associazione femminile delle scout del Colorado, dove la piccola vive e  per la quale aveva chiesto l'iscrizione, ha rifiutato la richiesta a cause delle "boy parts". In pratica Bobby, ha parti di un uomo". Da allora insieme alla giovane mamma Felisha Archuleta, la piccola ha iniziato una battaglia mediatica, risoltasi in un lieto fine.
dove almeno è rispettato il sesso con cui Bobby vuole essere percepita,  e dove si veste come una bambina, gioca con le bambole ha una funzione descrittiva e non deduttiva.

Questo accadeva ad ottobre scorso.

La storia ha avuto un triste seguito.

Ce lo racconta in un articolo del Corsera, con sostanzialmente gli stessi difetti del precedente, Stefano Totora. Il titolo è un capolavoro di idiozia e ridicolo:

Le scout conservatrici chiedono l'espulsione del bambino transgender: boicottano i biscotti. 

A leggere la notizia distrattamente si sarebbe quasi tentati di leggere che si boicottano i biscotti e anche un bambino ...transgenico!

Le girls scout sono conservatrici e non transfobiche vogliono espellere un bambino trasngeder e boicottano i biscotti (eh?).

Nel pezzo nel quale si dice che
Le scout conservatrici chiedono l'espulsione del bambino transgender.
(errare è umano ma perseverare...)
Bobby viene descritto non come bambina transgender ma come
ragazzino di 7 anni che da sempre si comporta come una bambina.
Tortora ci racconta di come si è costituito un gruppo, con tanto di sito, Honest Girls scout.com che chiede l'espulsione di Bobby dalle scouts girl.
In realtà Honest Girls scout.com non si limita a chiedere l'espulsione di Bobby ma contrasta esplicitamente l'apertura alle bambine transgender voluta dalle Girl Scouts of Colorado. La contrasta perché, in sostanza, accetta delle bambine trasngender che, avendo ancora gli attributi maschili (letteralmente, non come metafora) non sono bambine e quindi minano la sicurezza di una  associazione di ragazzine dove le bambine possono parlare tra donne. Tortora non coglie il punto e ci racconta la cosa come può: 

Il boicottaggio è stato promosso attraverso (...) un video [nel quale] (...) appare una ragazzina di 14 anni (...) che (...) afferma che far entrare un ragazzino transgender [sic!] nel movimento femminile va contro i valori e la tradizione dell'associazione: «Perché le scout americane sono disposte a infrangere le loro regole di sicurezza in cambio dell'inclusione di ragazzi transgender - si chiede nel filmato la quattordicenne - Sfortunatamente, penso che l'associazione si preoccupi più di assecondare i desideri di una piccola minoranza di persone rispetto a garantire la mia sicurezza e quella dei miei amici. E ciò lo fa con i soldi che noi guadagniamo per loro vendendo i biscotti prodotti dalle ragazze iscritte all'associazione».
A parte l'italiano stentato (gli amici sono le altre ragazze) sfugge  a Tortora il punto centrale.
Un conto è accettare una donna trans operata, che ha completato la transizione, normalizzando il proprio corpo secondo gli standard fisici del sesso di approdo. Un conto è accettare le persone transgender che si dichiarano appartenenti al sesso di transizione senza aver intrapreso (del tutto) la transizione chirurgica.
E' lo stesso scandalo che ha destato, tempo fa ,la decisione del primo ministro venezuelano  di accettare nei corpi di polizia le persone transgender (cioè non operate) facendo confusione tra transessuali (operate o in procinto di) e travestiti (non riconoscendo esistenza né dignità alle persone transgender che non sono travestite).

Nel video pubblicato sul sito Honest Girls scout.com ci si chiede se per questi bambini (al maschile) sia lecito usare il bagno delle femmine.
Altro che conservatorismo!
Questa è una presa di pozione politica transfobica contro il programma antidiscriminatorio della Girl Scouts of Colorado (e Usa) che va a toccare uno dei cardini dell'odierna piattaforma di rivendicazione trans che vuole la depatologizzazione del transessualismo e il riconoscimento del sesso di approdo anche prima e senza l'obbligatorietà della operazione chirurgica.

Peccato che nessuno dei siti o dei giornali da me consultati (ma spero di essere vivamente smentito) ha colto tutte le implicazioni di questa vicenda facendone solo una storia di bambini trans e biscotti. La cosa più schifosa dell'articolo di Tortora è che il giornalista si vede bene dal raccontare gli effetti del video di boicottaggio dopo la sua pubblicazione online. eppure bastava fare una ricerchina come ho fatto io, ma temo che questi giornalisti interne non lo sappiano (o vogliano?) usare.

Dunque in un nell'articolo sul sito Atlantic ware di Adam Martin si riporta come
Giovedì Honest Girl Scouts ha reso il video privato [non guardabile se non invitato] dopo che aveva raggiunto 125 mila visite prima di diventare privato.  Abbiamo ragiunto Honest Girl Scouts che ci hanno risposto online così: Ci hanno cosigliato di non rilasciare alcuna dichiarazione fino a nuovi ordini.   Sospettiamo, comunque, che il video è stato tolto per l'enorme reazione che ha suscitato nelle perosne di comprare un sacco di biscotti in più in risposta.
Tortora si è ben guardato anche dall'aggiungere che le sue scout conservatrici hanno pubblicato sul sito questo banner

nel quale si può chiaramente leggere (certo, bisogna capire l'inglese...) Meriti di sapere che cosa sostengono i biscotti di Girl Scout:

promuovere l'aborto e gli interessi della comunità LGBT

Insegnare alle delegate girl scout il concetto di "diritti sessuali" per bambini senza il consenso dei genitori.

Riscrivere tutti i badge books (i libri con le istruzioni per fare dei distintivi) per includere gli attivisti radicali e modelli di comportamento gay

E pensare che nella penna di Tortora queste conservatrici vogliono solo espellere un ragazzino vestito da donna... 

Vatti a fidare del giornalismo italiano...

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