sabato 31 marzo 2012

Se il matrimonio è lo stesso... su un pessimo articolo di Repubblica sul primo divorzio gay

L'articolo in questione è Primo “divorzio” gay

Nel titolo la parola divorzio è messa fra virgolette perchè si parla della cancellazione (non mi viene il termine giuridico esatto) della civil partnership che non è proprio un matrimonio ma è quanto di più vicino al matrimonio in Inghilterra, so far, si può avere.
Ma se leggete l'articolo quelle virgolette esprimono ben altro.
Un tribunale di Londra ha emesso un giudizio su quello che viene ritenuto il primo caso legale di divorzio tra gay 
Tra gay? Ma che siamo una razza a parte? Non siamo uomini, non siamo maschi, non siamo esseri umani? 
Il fatto di avere lo stesso orientamento sessuale ci rende uguali al punto tale che se ci sposiamo ci sposiamo tra di noi ?

Un matrimonio tra etero ha senso come frase?

Si commette sempre lo stesso errore, lo stesso slittamento semantico.
Quello che rende il matrimonio gay non è l'orientamento sessuale della coppia (altrimenti anche il matrimonio tra una lesbica e un lo gay sarebbe un matrimonio gay) ma l'assortimento sensuale della stessa.

Matrimonio gay è una infelice espressione che significa = tra due persone dello stesso sesso. Non matrimonio tra gay. Anche perchè uno dei due nubendi potrebbe essere bisex... Non è un esercizio di retorica il mio. Succede di uomini che dopo 20 anni di matrimonio con 4 figli si innamorano di un uomo e vogliano sposarlo. E certo il fatto che adesso quel padre di famiglia sposi un uomo non cancella certo 20 anni di vita etero. Non sarà gay dunque ma bisex.

Insomma le etichette dovrebbero cercare di riconoscere una identità non di costringere le persone in determinati comportamenti.

Il verdetto riguarda una coppia di omosessuali che si sono uniti nel 2007 nel Civil Partnership Act,
Di nuovo, non una coppia di uomini, ma una coppia di omosessuali.
Come se l'orientamento sessuale ti rende diverso dagli altri uomini.
Come se il fatto i sposare un altro uomo ti renda diverso da un uomo che sposa una donna.
E meno male che molti poi ci dicono che non capiscono perchè noi gay ostentiamo la nostra omosessualità visto che per loro l'orientamento sessuale è come il colore dei capelli.
Infatti!
Matrimonio tra due castani! Come no!

Nell'articolo si parla di una coppia separata che si è rivolta al giudice per la divisione dei beni
Lawrence, il banchiere, sosteneva di essere lui il principale reddito della coppia e voleva dare all’ex-partner come buonuscita meno di mezzo milione di sterline.
Gallagher, l’attore, si è opposto, sostenendo che per più di dieci anni era lui a gestire l’amministrazione di casa e che aveva comunque diritto a una spartizione più equa. I giudici gli hanno dato ragione, includendo nei beni un appartamento da 2 milioni e 400 mila sterline che il banchiere aveva acquistato prima della loro relazione, cosicchè all’attore sono andati alla fine 1 milione e e 700 mila sterline (circa 2 milioni di euro).

La stampa di Londra scrive che si tratta di una sentenza senza precedenti e che farà storia, servendo da modello per altri casi di “divorzio gay”: un terreno, anche questo, dove vengono fatti valere i diritti della “nuova famiglia” del 21esimo secolo.
Ora perchè quelle virgolette?

Soprattutto perchè all'aggettivo?

Capisco le virgolette su divorzio visto che è una parola impropria nel caso della civil partnership.
Ma perchè virgolettare anche l'aggettivo?

"divorzio" gay  ha un significato (non è proprio un divorzio ma lo equipariamo a)  "divorzio gay" ne ha un altro (una roba strana tra persone strane)

Le seconde virgolette per la "nuova famiglia" sono ancora più terribili perchè confermano che per l'autore (l'articolo non è firmato, ma un link in calce al medesimo riporta l'url  http://franceschini.blogautore.repubblica.it/category/1/) una coppia di persone dello stesso sesso non è affatto una famiglia e che la si equipara alla famiglia proprio come la separazione dalla civil partnership viene impropriamente equiparata al divorzio.

Io sono stufo di quest'aria di sufficienza, di persone che si lasciano guidare dal patriarcato, di giornalisti (sic!) che non sanno riportare una notizia senza esprimere proditoriamente un giudizio lasciandolo  tra le righe ad agire inconsciamente, sul lettore quasi subliminalmente, invece di avere il coraggio e la coerenza di affermare apertamente quel che pensano dei matrimonio tra persone dello stesso sesso che loro vedono come matrimonio tra gay un'espressione discriminante che mi offende e mi fa arrabbiare. E ora di dire basta! Di smettere di leggere. Di chiedere di cambiare registro o di tacere per sempre.

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