giovedì 31 maggio 2012

Le inziative culturali durante la settimana del pride. il programma del pride park (1). La memoria storica nominata a sproposito.



Finalmente è disponibile il programma ufficiale del pride park, che quest'anno si tiene a villa Gordiani molto meno centrale della centralissima piazza Vittorio, ma tant'è.

Tra le iniziative dei tre giorni di attività tutti davvero interessanti ce n'è uno che ha colpito la mia attenzione.


domenica 17 giugno
17.00 – 18.00 L’orgoglio della Memoria – coordina Gian Piero Milani

In attesa che la legge 211/2000 istitutiva della Giornata della Memoria includa il ricordo dello sterminio sistematico di Gay, Lesbiche e Transessuali nei lager nazisti, ragioniamo insieme agli esponenti delle diverse comunità come la memoria costituisce parte della nostra coscienza ed esperienza comune.


L'iniziativa è più che lodevole. In effetti nel testo della legge citata si legge
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico) (fonte camera.it)
e basta.
Però è anche vero che molti operatori culturali che a vario titolo si occupano di commemorare la giornata istituita ricordano tutte le vittime dei campi di concentramento e non solo quelle della Shoah. Ciò naturalmente non toglie che la legge vada modificata e fra le vittime vadano inseriti tutte le vittime della persecuzione nazifascista.

Quel che mi imbarazza però è la retorica tutta lgbt con cui si approccia l'argomento.

Intanto trovo discriminatorio che si specifichi che si attende che la legge 211/2000 istitutiva della Giornata della Memoria includa il ricordo dello sterminio sistematico di Gay, Lesbiche e Transessuali nei lager nazisti, continuando a non citare tutte le altre categorie di internati e internate nei campi di concentramento e cioè:

Prigionieri politici Criminali  Immigranti (forzati stranieri) Testimoni
di Geova
Omosessuali Asociali Rom e Sinti
(fonte Wikipedia)

Così come reputo egocentrico da parte degli ebrei ricordare solo il loro sterminio stessa reazione mi fa leggere questa richiesta di settore che non è davvero inclusiva di tutte le realtà internate.

Ancora più grave però trovo la dicitura il ricordo dello sterminio sistematico di Gay, Lesbiche e Transessuali nei lager nazisti.

La dicitura infatti è storicamente imprecisa e cozza con la giusta rivendicazione di orgoglio della Memoria come riportato nel titolo nell'evento.

Se infatti i gay sono entrati nei campi di concentramento in quanto tali
l'Articolo 175 che condannava l'omosessualità maschile non prendeva in considerazione quella femminile. Il lesbismo non era considerato dalle autorità una minaccia o un "sabotaggio socio-sessuale" dei fondamenti del Terzo Reich, perciò, a patto che non dessero pubblico scandalo le lesbiche non furono formalmente perseguitate.
Questo naturalmente non significa che lesbiche non furono internate nei campi di concentramento ma non avevando un segno distintivo loro bensì rientravano nel triangolo nero annoverate tra

malati mentali o senzatetto, alcolisti, gli “sfaccendati” abituali, le prostitute, gli anarchici e le lesbiche. Solitamente il triangolo nero veniva assegnato anche a Rom e Sinti. in alcuni campi, però, veniva dato loro un triangolo marrone.
è più difficile trovarne una presenza certa nei campi di sterminio e quindi, per esempio, contarne il numero.
Lungi da me minimizzare sulla persecuzione delle donne omosessuali, riporto qui un problema storico non indifferente.
Visto che si parla di memoria storica bisogna restituire la giusta prospettiva storica della memoria e non ridurla alla retorica di formule e frasi di una militanza contemporanea che sfiora il ridicolo.

Se infatti la memoria storica delle lesbiche perseguitate dal nazismo va fatta emergere nella prospettiva di cancellazione storica delle donne dalla storia del genere umano e donnano nel caso delle persone trans si arriva al ridicolo. Infatti
Il termine "transessuale" è stato coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1897-1959), ma è diventato di uso comune dopo la pubblicazione del libro The transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale) del dott. Harry Benjamin, edito nel 1966 (fonte Wikipedia)

Anche se sulla rete si trovano dei riferimenti alle persone trans nei documenti nazisti si tratta in realtà di una forzatura storica in quanto in quei documenti ci si riferisce al classico equivoco tra identità di genere e orientamento sessuale sia nel caso di travestiti gay sia nel caso in cui si cercava una normalizzazione dell'omosessualità in chiave travestitica.

Ma l'idea di una identità di genere diversa da quella del sesso biologico di nascita sganciata all'orientamento sessuale non è riportata (almeno non nei documenti che ho potuto vedere sulla rete). d'altronde come potrebbe se il connetto stesso nasce nel 1949 e prima di allora transessualismo si sovrappone alla vecchia idea del gay effeminato e della lesbica mascolina? Una memoria storica seria questi distinguo dovrebbe farli insistentemente e con chiarezza di intenti. 

Invece più che la memoria storica si declina qui la retorica di movimento (sacrosanta per carità ma dal mio punto di vista troppo particulare e lobbistica) alle spese della memoria storica, quella vera, che è più complessa di quanto riportato nelle poche righe di presentazione di questo incontro al quale non mancherò per vedere quanto di questi distinguo saranno presenti sacrificati nel riassunto di presentazione in nome di una discutibile sintesi.

Stay tuned!

martedì 29 maggio 2012

Un altro video contro l'omofobia... Aricgay roma, gay center col patrocinio di Arcilesbica roma



Simone mi ucciderà temo perchè per questo video faccio mie le considerazioni che lui ha usato contro il video della scuola di Melfi.

Intanto questo è un video istituzionale, fatto da associazioni di categoria, che vogliono mandare un messaggio alla società sia quella lgbtqi minoritaria, sia alla maggioranza etero (e bisex) spesso quando non omofoba, distratta.

I ragazzi e le ragazze del video sono dolcissimi e l'imbarazzo e la stonatura con cui recitano li rende veri e dà un senso più profondo alla loro militanza.

Dubito però della felicità per scelta del messaggio che il video veicola.


Un cortile grande ma senza altri condomini, dove le uniche presenze sono due donne e due uomini tutti e quattro omosessuali. Una mondo utopico, semi pubblico o semi-privato, un cortile interno di un palazzo privato. Dove si capisce solo che due uomini e due donne si amano proprio come le persone etero. E che l'amore è protagonista (perchè quell'inutile articolo maschile il?) e che queste due coppie se lo vivono spontaneamente.

Non c'è traccia di omofobia né di omofobi né di sopruso né di omofobia superata, vinta.

Perchè non far vedere le due coppie tra la gente?
Vedere che accanto alla reazione negativa di alcune persone c'è quella positiva e di accoglienza di molte altre?
Per strada, a lavoro, a scuola, al cinema, al mercato, in chiesa.


Nel video di Melfi che non è piaciuto affatto a Simone, almeno si mettono alla berlina alcune dichiarazioni omofobe e una persona omofoba, anche se nemmeno lì si mostrano le discriminazioni e gli effetti dello stigma.

Ma qui non c'è rapporto tra mondo lgbtqi e società, come c'è, per esempio, nello splendido video dell'ILGA di Lisbona, che ripropongo per l'ennesima volta.




Ditemi cosa ne pensate....

lunedì 28 maggio 2012

Un video contro l'omofobia dal Liceo Artistico Statale "M. Festa Campanile" di Melfi





Il video è stato realizzato dagli alunni e dalle alunne del liceo artistico statale “M. Festa Campanile” di Melfi (Pz) delle classi III A e III B, IV A e IV B ed in particolare da Antonio Caputo e Raffaele Corrado (come si legge nei credits del video).
La dicitura, ahimè sessista, parla solo di alunni, ma nei credits per la sceneggiatura ci sono anche delle alunne.

Il video prodotto nell'ambito del progetto Ciak si gira A scuola contro l'omofobia voluto dalla FEDERAZIONE ITALIANA DONNE ARTI PROFESSIONI AFFARI (F.I.D.A.P.A.) e dal liceo artistico statale “M. Festa Campanile” concorre al myGiffoni Film Festival (se vi piace e volete votarlo potete farlo andando sul sito del myGiffoni Film Festival per vedere anche gli altri video andate sul canale youtube ma attenzione sono tantissimi!!!)

Questa la spiegazione del video che si legge sul canale youtube:

Un oratore arringa il pubblico con un pomposo discorso di condanna dei diversi orientamenti sessuali degli individui. Una donne delle pulizie mentre svolge il suo lavoro in altre stanze, ascolta in lontananza il discorso. A ogni frase l’oratore si rimpicciolisce sempre di più tanto da diventare quasi invisibile al punto che la donna delle pulizie lo spazza via e compare lo slogan finale “Certe idee ti fanno diventare piccolo piccolo - rifiuta l’omofobia”.

Del video si parla sulla rete in un continuo rimando le cui fonti primarie sembrano Queer Blog e il blog di Fabio ...e ora guardiamo oltre (se è lo stesso Fabio che Robo su queerbolog ringrazia nel suo post).

Nulla di ufficiale dal sito della scuola...

Un video efficace nel minimizzare certe affermazioni omofobe con classe e senza retorica.


sabato 26 maggio 2012

Se questa è una associazione pro lesbiche... Su un articolo lesbofobo del sito del Mario Mieli

Gerardina Trovato ha recentemente rilasciato una intervista al settimanale Chi del gruppo Mondadori, diretto da Alfonso Signorini, direttore anche di Tv sorrisi e canzoni, nella quale ha dichiarato di non essere lesbica.
Fin qui a una, a uno, a me, verrebbe da dire e allora?

Invece la dichiarazione è stata riportata con molta enfasi dalla stampa (e dalla rete) per le implicazioni, tutte da dimostrare, di questo coming in...

Gerardina infatti si sarebbe finta lesbica per vendere più copie dei suo dischi.

Purtroppo sulla rete non trovo l'articolo originale, ahimè, e devo fidarmi di quanto riportato dalle varie testate per esempio da Messaggero.
Le dichiarazioni di Gerardina, se fedelmente riportate, sono palesemente lesbofobe.
«Ero magra, bella. Mi spediscono a Sanremo, categoria "Nuove proposte". All'Ariston il mio look fa tendenza. C'è un però: tutti pensano che io sia lesbica.
Dunque fa tendenza non perchè si pensa sia lesbica  ma nonostante lo sia
Sto al gioco.
Cioè siccome Gerardina non corrisponde allo stereotipo di genere che vuole la femminilità segua certi canoni e  per questo viene percepita come lesbica (=poco femminile, maschio mancato) invece di denunciare la discriminazione di genere (se non sei principessa non sei femmina) e la lesbofobia (anche fosse lesbica, che male c'è?) Geradina dice che sta al gioco.

Mi dicono: "Funziona, vendiamopiù dischi. Non smentire".
Che in questo paese notoriamente maschilista e lesbofobo, una lesbica non dichiarata vende più copie di dischi è tutto da dimostrare. Ma tant'è

Anche fosse vero visto che le voci sul lesbismo di Gerardina si basano sull'aspetto fisico della cantante mi sembra comunque un modo cinico di vedere la cosa.
Fu la mia rovina. Non so che cosa mi passò per la testa. Avevo accettato di snaturarmi, per il dio denaro».

Dunque una cosa da dimostrare è data per assodata: se si pensa che sei lesbica vendi di più.

Altro che discriminazioni! In Italia se sei omosessuale ne trai un vantaggio economico.
Capita l'antifona? Se ci dichiariamo è perchè ci conviene.

«La mia assistente si innamorò di me, si rivelò una stalker».
Anche se messa tra virgolette caporali questa più che una affermazione di Gerardina sembra un titolo di capoverso...
«C'è stato un momento - dice Trovato - in cui la mia felicità dipendeva dalla morte di qualcuno. L'amore malato di una donna,
malato perchè stalker o malato perchè una donna ama un'altra donna?
la mia assistente, mi ha rovinato la vita.
Se è la tua assistente la licenzi, o comunque la denunci, vai dal giudice... 
Mi sentivo in trappola e non riuscivo a liberarmi. Mi auguravo che quella donna morisse per poter tornare a vivere».
Cambiare assistente no?

Certo queste assistenti lesbiche, pardon, malate,  che ti rovinano la vita...

Il resto dell'articolo è tutta una dimostrazione della lotta che Gerardina ha dovuto fare per ripristinare la sua normalità etero. L'anonimo (anonima?) autore (autrice?) dell'articolo dice infatti
Prima che arrivasse l'amore per Alessandro Casadei, suo attuale fidanzato e manager, Gerardina Trovato ha combattuto contro tutto e tutti.
E poi il racconto delirante e sempre diverso di Gerardina...

«Artisticamente nasco nel 1993 - racconta Gerardina Trovato- quando mi presento da Caterina Caselli con capelli rasati a zero e coppola in testa.
E tanto basta per farne una lesbica
A tracolla, la mia chitarra».
Poi il giornalista (?) dà per scontata una cosa da niente
Grazie alla finzione messa in scena «gli affari andavano bene
Dunque sei una cantante, quindi hai successo, vendi dischi, il pubblico ti segue, la critica ti incensa. Invece no.  
Gli affari vanno bene. 
Cioè non è che se non smentisci di essere lesbica sei più amata dalle lesbiche o da chi vedendoti come lesbica pensa che sei discriminata... No.
Se sei lesbica fai più soldi...

Ecco il vero scopo dell'articolo del messaggero. Sulla stessa linea di un articolo di Libero che titolava qualche giorno fa Il mondo dei privilegi è gay I discriminati sono gli etero - Comuni e Regioni fanno a gara per arruffianarsi gli omosessuali


Un modo per distogliere le richieste di persone discriminate per l'orientamento sessuale (o per non aderire allo stereotipo di genere) distorto in un cinico tornaconto economico.

Mi trovo anche un'assistente personale. Lavoro sia in Italia sia all'estero. La mia assistente diventa anche interprete, quando sono in giro per l'Europa. Ma succede l'imprevedibile. S'innamora di me. Lei, lesbica dichiarata, si mette in testa di voler cambiare la mia sessualità. Ero in trappola. Cambiavo un uomo al mese, ma per il pubblico tacevo e glissavo sulla mia presunta bisessualità.
Ma non era lesbica?
Ma mi rendo conto che sono vittima di una stalker».
Insomma un vero pastrocchio. Schiava di una tua dipendente. Che ha la colpa di essere lesbica dichiarata e quindi di volerti cambiare la tua sessualità perchè innamorata di te.

Ancora un tentativo per metterci il bavaglio: sei lesbica? fallo in silenzio nella tua camera da letto e non cercare di dirlo agli altri se no stai facendo opera di proselitismo. Ecco ancora un altro modo per zittirci 

Poi finalmente Gerardina cambia assistente e manager. Qui alla sprovvedutezza di essersi finta lesbica scivoliamo ala sprovvedutezza di non sapersi scegliere i collaboratori  d'altronde erano stati quelli precedenti a dirle di non smentire che vendeva più dischi...
Ed ecco che una vittima degli stereotipi di genere e di lesbismo diventa una mezza furba e mezza vittima di chi è più furbo di lei...

(...) Prima suonavo con un'orchestra di 47 elementi, avevo un'organizzazione perfetta, ora mi ritrovo con gente incapace, che pensa soltanto a svendermi e a rubarmi i soldi. Mi obbligano nel 2005 a partecipare a Music Farm. Io non stavo bene. Ma loro, forti del contratto che avevano in mano, volevano spremermi come un limone. Accetto, ma la mia voce non funziona, sono sovrappeso, insomma di Gerardina non c'è più nulla».

La svolta: il suo compagno.
Ecco la vera normalizzazione per una donna: l'uomo che la salva
«Sì, Alessandro -ammette Gerardina - nonché mio manager e produttore.
Tutto in casa... così si risparmia...
Insomma, è il mio tutto.
Appunto
Ci siamo innamorati subito. Ho preso i miei vestiti
niente libri niente mobili niente dischi e lei  una musicista!!!I vestiti che, si sa, per una donna quelli contano...
e mi sono trasferita a Verona, da lui. Oggi sono passati quattro anni, stiamo ancora insieme(...).
cioè sono una vera etero... e sono fedele(prima invece come lesbica, no, come bisex, cambiavo un uomo al mese)

Insomma che un articolo del genere sia pubblicato dal Messaggero anche se fa incazzare non meraviglia, niente di nuovo sul panorama della stampa.

Purtroppo però io la notizia l'ho letta sul sito del Mario Mieli  dove Andre Martini pubblica un post dal titolo Gerardina Lesbica per successo e non si mette a fare un'analisi critica delle dichiarazioni dell'artista o dei toni dell'articolo stesso ma scrive un pezzo sugli stessi toni del messaggero (espunti gli elementi più evidentemente maschilisti e lesbofobi) mettendoci del suo e contribuendo all'equazione tutta da dimostrare che Gerardina in quanto (percepita come) lesbica abbia fatto soldi:

Una bugia da migliaia di copie che le permette di vendere 200 mila copie con l’album di esordio e l’anno dopo collabora con Andrea Bocelli per il brano Vivere  contenuto nell’album Romanza, venduto in 25 milioni di copie nel mondo: un  battesimo artistico con i fiocchi per la Trovato,
la Trovato, vituperato uso maschilista della lingua italiana...
che negli anni successivi  colleziona dischi di platino, ultimo quello post Sanremo 2000 con Gechi e  Vampiri.
Che un collaboratore di una associazione lgbt non solo non riconosca i contenuti eterosessisti, lesbofobi e maschilisti di un articolo di quotidiano (e delle dichiarazioni di Gerardina Trovato che però vorrei leggere nell'originale di Chi e chiedere a Gerardina stesso cosa ha veramente detto...) ma avvalli il modo distorto di riportare una discriminazione di genere in base agli stereotipi di genere e alla lesbofobia diffusa, e contribuisca addirittura a quegli stessi pregiudizi confermando, senza nemmeno peritarsi di dimostrarlo, che se una cantante viene percepita lesbica, badate bene, percepita perchè Gerardina non ha mai fatto coming out, i suoi affari (ed è una cantautrice... ) vadano meglio mi fa pensare che anche il sito del Mario Mieli contribuisca a gettare nel cesso anni e anni di lotta e di critica e di analisi e di proteste in nome di un gossip che sembra l'unico motivo per scrivere e per leggere sulla rete.

Poi non lamentiamoci se in Italia siamo indietro di trent'anni. Lo sono anche gli attivisti che militano nelle associazioni lgtb.


Se siete d'accordo con me commentate l'articolo sul sito del Mieli.







venerdì 25 maggio 2012

GayLib associazione gay di centodestra non potrebbe essere più sinistra: sulle dichiarazioni di Oliari a proposito dell'apertura al matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso di Barack Obama

Ormai lo sa anche Gastone (il mio gatto) che il Presidente degli Stati Uniti ha pubblicamente detto alle porte della sua campagna di ri-elezione It is important for me to go ahead and affirm that I think same sex couples should be able to get married.

La notizia ha fatto il giro del mondo  ed è diventata uno spartiacque politico, etico e democratico tra chi il same-sex marriage (solo noi provinciali, nel senso della provincia  dell'impero, continuiamo a chiamarlo matrimonio gay - le lesbiche, si sa, come al solito non contano una cippa...-) lo vogliono e chi no.

Adesso scopro che Enrico Oliari, presidente di GayLib, l'associazione di persone omoaffettive di centrodestra (né b né t ne tanto meno q o i) ha dichiarato che sebbene
La decisione di Obama di aprire alle nozze fra persone dello stesso sesso e’ coraggiosa e va nel senso giusto (...)
In Italia non sarebbe tuttavia praticabile, per la diversa tradizione culturale e giutidica’(sic)
E insiste
Tenendo conto della tradizione culturale e sociale del nostro Paese, reputo percorribile piu’ che la via del matrimonio, quella del riconoscimento delle ‘Unioni Omoaffettive’
(fonte Apocalisselaica)

Sul sito di Oliari si può leggere la proposta di legge (?) da lui redatta nella quale, tra le altre cose, si dice
In caso di morte di uno dei due firmatari componente l’Unione Omoaffettiva pensionato o assicurato, il partner rimanente può vedersi riconosciuta la reversibilità della pensione.
I neretti sono miei. Può, non deve. E solo la reversibilità della pensione...

Adesso a differenza dei compagni e compagne di strada del Movimento io non ho nessuna pregiudiziale a che una associazione gay di destra contribuisca al movimento lgbtqi ma noto con disappunto e enorme fastidio che quello di GayLib più che un contributo è un bel bastone fra le ruote. Al di là dell'inconsistenza giuridica del registro delle unioni omoaffettive è chiaro l'orizzonte ideologico pavido e reazionario di chi non capisce che proprio finché non si cambia la tradizione culturale e sociale del nostro Paese le persone omosessuali e trans in questo Paese continueranno ad essere colpite e dunque discriminate ed emarginate dallo stigma e che lo stigma può essere combattuto anche (e certamente non solo) dall'apertura al matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso. Mai come ora dobbiamo chiedere l'unica opzione possibile, stesso nome stessi diritti, perchè se passasse un pacs, un dico,o unioni omoaffettive che dir si voglia, la questione del matrimonio anche per le persone dello stesso sesso verrebbe procrastinata di almeno un ventennio.

Quel che Oliari fa finta di non capire è che se chiediamo l'accesso al matrimonio non è per godere dei benefici giuridico-amministrativi ad esso connesso ma per vedere socialmente e giuridicamente riconosciuta la legittimità delle coppie omosessuali, per sancire socialmente che anche le coppie dello stesso sesso sono FAMIGLIE

Ma a Gaylib questo non solo non interessa ma non ne vuole proprio sapere visto che l'associazione a proposito delle adozioni lascia la libertà di coscienza ai suoi iscritti dicendo:
GayLib, a differenza delle associazioni ideologicamente vicine alla sinistra ha, come orientamento, una posizione di contrarietà dialettica, aperta alla libertà di coscienza individuale, rispetto al tema delle adozioni di minori da parte di coppie omosessuali. Va considerato, infatti, il diritto del bambino di essere adottato e non quello della coppia di adottare. Tuttavia, anche alla luce delle nuove normative in materia di affidamento condiviso guardiamo con particolare attenzione e volontà di confronto le necessità dei numerosi genitori omosessuali per i quali, in fase giudiziale, non deve più sussistere alcuna forma di discriminazione.  (fonte GayLib manifesto politico)

Da notare, en passant, il linguaggio sessista presnete in tutto il documento politico (basta leggere il resto sul loro sito) anche se, nessuna associazione gay ne è esente tranne quelle lesbiche...

Insomma credo che il contribuito di GayLib alla causa sia nullo e siccome in politica un contributo nullo diventa sempre zavorra penso che di GayLib si possa tranquillamente fare a meno. Non perchè nominalmente di centrodestra ma perchè radicalmente omofoba e reazionaria.

Enrico Oliari presidente di GayLib





sabato 19 maggio 2012

L’ALTRA ALTRA METÀ DEL CIELO ...CONTINUA
CONVEGNO–DIBATTITO SULL’OMOSESSUALITÀ FEMMINILE

INCONTRI al TEATRO di DOCUMENTI
via Nicola Zabaglia 42 - Roma
sabato 19 maggio 2012 – ore 17.00


L’ALTRA ALTRA METÀ DEL CIELO 2
CONVEGNO–DIBATTITO SULL’OMOSESSUALITÀ FEMMINILE

L’obiettivo che ogni persona omosessuale è chiamata a raggiungere è “l’accettazione spirituale e poetica della propria diversità”, sostiene Maria Laura Annibali, garante della Consulta Femminile della Regione Lazio e nota attivista per i diritti della comunità lgbt presso il Dì Gay Project. A partire dalle riflessioni suggerite dal suo ultimo film documentario, L'altra altra metà del cielo 2, che costituisce un tassello prezioso e mancante alla discussione nazionale e internazionale sull’omosessualità, il Teatro di Documenti ospita un convegno–dibattito incentrato, ma non solo, sulla dimensione del lesbismo. Il convegno vedrà l’intervento di Maria Laura Annibali, Alessandro Baracchini, Imma Battaglia, Monica Cirinnà, Paola Donnini, Filomena Fotia, Madre Maria Vittoria Longhitano, Vladimir Luxuria, Antonella Montano, Alessandro Paesano che stimoleranno il pubblico ad un confronto anche finalizzato alla necessità di fornire strumenti e conoscenze a insegnanti e genitori, oggi piú che mai chiamati a prendere atto serenamente di questa dimensione umana. Promotore del convegno e moderatore: Danilo Gattai.

Dopo aver realizzato, con il primo film L’altra altra metà del cielo, un excursus tra alcune donne lesbiche, alcune legate alla storia del movimento politico, altre presenti in modo significativo nel panorama attuale del lesbismo romano, questo secondo film L’altra altra metà del cielo 2, che mantiene (quasi) lo stesso titolo a sottolineare la continuità e contiguità col precedente, esplora aspetti del vissuto lesbico che non hanno potuto trovare sufficiente spazio nel primo. Si tratta di donne giovani, alcune giovanissime, ragazze che studiano, straniere, madri. Le storie che raccontano sono storie più singolari, storie che meno frequentemente acquistano visibilità e che, proprio per questa ragione, ci sono sembrate meritevoli di attenzione e di ascolto. Il film, con la regia di Laura Valle, della durata di circa 45 minuti, raccoglie sei interviste, girate in luoghi e situazioni diversi, percorse da un filo comune che, anche in questo caso, testimonia l’orgoglio della scelta lesbica.
intervengono
MARIA LAURA ANNIBALI, autrice e interprete del documentario L’altra altra metà del cielo, è laureata in scienze politiche. Membro direttivo del Dì Gay Project e garante della Consulta Femminile per le pari opportunità alla Regione Lazio.

IMMA BATTAGLIA, leader storica del movimento lgbt, presidente dell'associazione Dì Gay Project.

ALESSANDRO BARACCHINI, giornalista Rai News.

MONICA CIRINNÀ, presidente Commissione delle Elette, Comune di Roma.

PAOLA DONNINI, direttore responsabile Newsfree, responsabile trait d’union Accademia di comunicazione e pubbliche relazioni,

PROF.SSA FILOMENA FOTIA, preside liceo.

DANILO GATTAI, attore e regista.

MADRE MARIA VITTORIA LONGHITANO, sacerdote della comunione anglicana.

VLADIMIR LUXURIA, attivista dei diritti lgbt, attrice, scrittrice, nel 2006 ha ottenuto mandato parlamentare nella lista di Rifondazione Comunista.

ANTONELLA MONTANO, psicoterapeuta e supervisore dell’Aiamc (Associazione italiana di analisi e modificazione del comportamento) è fondatrice dell’Istituto Beck per la terapia comportamentale.

ALESSANDRO PAESANO, docente precario, esperto di media e pregiudizi, critico teatrale.

giovedì 17 maggio 2012

17 Maggio giornata internazionale CONTRO l'omofobia

L'omofobia e la lesbofobia non riguardano solo le aggressioni fisiche e verbali ai danni delle persone omosessuali.
Omofobico e lesbofico è anche il pensiero di chi per il solo fatto di esprimerci, di mostrarci nella società, di ESISTERE, ci accusa di esibizionismo, di ostentazione, di protagonismo.
Finché ci vogliono silenti relegati in camera da letto la società sarà omolesbofica, fin quando un bacio, una carezza, una mano nella mano tra due ragazze e tra due ragazzi non sarà percepito come legittima espressione delle libertà umane questa giornata dovrà ricordare a tutte e a tutti il ghetto mentale in cui la società e le istituzioni ci costringono a vivere.
Oltre le violenze, oltre il mancato riconoscimento dei dritti umani fondamentali tra i quali anche quello di SPOSARSI e AVERE FIGLI, l'omofobia è un habitus mentale che si radica ance in chi ci dice non mi interessa quello che fai in camera da letto, dimenticando o facendo finta di ignorare che in quanto lesbiche e in quanto gay siamo persone che amano e non vivono solamente di sesso.
Ogni volta che qualcuno ti toglie il diritto di esistere non tacere, protesta, fatti sentire, fatti valere, a scuola, al lavoro, per strada, sempre!

NO ALLA OMOLESBOFOBIA!!!

domenica 13 maggio 2012

L'omofobia non si cura si educa

Prossimamente su questo blog il resoconto sulla Conferenza promossa da Nuova Proposta L’omofobia e la transfobia: osserviamole da vicino nella quale gli uomini e le donne presenti (alcun* non tutt*) continuano a usare una grammatica sessista (come l'articolo davanti il cognome di una donna) senza che nessuno in sala batta ciglio, si confonde l'ideologia omofobica con la malattia e si parla di curare le persone omofobe, senza chiedersi le cause dell'omofobia, senza collegare l'omofobia al sessismo, al maschilismo al patriarcato eterosessista (lo farà solo Giuliana Ruoti di Arcilesbica)  o all'incitamento all'odio per le perosne diverse dove i maschi omosessuali simboleggiano anche le donne omosessuali, dove vi ci si arrampica su sottili (e inutili) alchimie giuridiche per rivendicare i diritti mancati delle persone transgender per le quali la tutela dalla discriminazione non può basarsi sul concetto di identità sessuale visto che il transgenderismo va al di là dell'opposizione binaria maschio femmina (non chiedetemi cosa c'è al di là chiedetelo a Cathy La Torre donna biologica presidente del Movimento Identità Trans...), dove Anna Paola concia è convinta che siamo arrivati alla battaglia finale e che tutti i problemi stanno per essere risolti - per fortuna che dopo si dice da sola ma che cazzo sta dicendo questa (letteralmente) - dove sono tanti gli spunti proposti ma dove l'impressione è che ci sia tanto ancora da fare proprio a cominciare dalle persone che dovrebbero lavorare per il popolo lgbt (la parte qi - non rappresentata - come nemmeno quella T visto che Cathy è una donna biologica - non è mai stata nemmeno menzionata...).

Prossimamente su questo blog!






martedì 8 maggio 2012

Le mostruosità dello showbiz: su Ruby Slippers un episodio omofobo di The Mentalist

Non è la prima volta che riporto un episodio di The mentalist per denunciarne l'omofobia sotterranea e ignominiosa che la serie proprala a tutti gli spettatori e le spettatrici che continuano a guardarlo.
Mea culpa anche io continuo a guardarlo e non dovrei perchè per quanto mi riguarda The Mentalist dovrebbe chiudere i battenti, adesso.

So già che molt* di voi commenteranno che l'episodio è bellissimo, e che sono io, solo io, a vedervi del male.

Siamo talmente omologati al camp statunitense che non siamo nemmeno più liber* di essere noi stess*, colonizzati fin nel profondo delle nostre menti che dallo stigma che ci induce al suicido, poco importa se concreto o intellettuale.

L'episodio in questione è il n° 21 della 4 stagione, Ruby Slippers* diretto da Kevin Hooks e scritto da Daniel Cerone.

Vi si narra dell'omicidio di Archie Bloom un giovane ragazzo, ammanettato alla sua macchina e arso vivo dalle fiamme alimentate dalla benzina.
Quando gli agenti del CBI vanno dal padre, Patrick, il Mentalist della serie, capisce che Archie era gay e che il padre, un famoso educatore, lo vessava.
Dei video tenuti nascosti nel pc dalla vittima confermano i sospetti di Patrick, mostrando l'uomo ammanettare il figlio alla sedia della sua scrivania non per la sua omosessualità ma perchè non aveva fatto i compiti.

Le indagini conducono gli agenti a un giovane collega di lavoro di Archie, un bullo omofobico che lo prendeva in giro, dandogli della sissy (checca).

Un terzo sospettato è l'amante della vittima, molto più grande di lui, drogato e con atteggiamenti sadici.
Archie lo aveva lasciato e si era rifugiato in un centro di accoglienza per giovani maltrattati.

C'è un testimone dell'omicidio, un uomo che ha visto qualcuno versare la benzina sull'automobile. E' un becchino, che di notte fa la Drag Queen, si chiama Glenn di giorno e Glenda di notte, come nel film Glenn or Glenda di ed Wood. Ma posto dinanzi i tre sospettati non ne riconosce nessuno.L'uomo che ha visto lui era più mingherlino
Patric, the Mentalist, capsice così che il ragazzo si è suicidato a causa dei tre sospetti che lo avevano vessato in vario modo. Gli agenti del CBI incriminano tutti e tre non per istigazione al suicido o per hate crimes (che, pure, in America, esiste) ma per reati minori, furto il collega della vittima, spaccio di droga l'amante e per violenze personali il padre.
Lisbon, l'agente capo di Patrick, si dice tanto triste per questo caso. Il Mentalist la porta allora al locale dove si esibisce Glenda e là, tra le altre drag, scopre Archie che adesso si fa chiamre con un nome d'arte che è l'anagramma della parola Fenice (Phoenix).
Arcie  che voleva davvero suicidarsi ha inscenato l'omicidio\sucidio aiutato da Glenda e le altre drag:  Glenn ha sottratto un cadavere destinato alla fossa comune, le impronte dei denti da cui era stato riconosciuto il cadavere carbonizzato sono state fornite dal dentista del ragazzo anche lui drag. Mentre raccontano come si sono svolti i fatti vediamo un flashback nel quale le drag vestite di scena mettono il cadavere nella macchina, cospargono di benzina l'abitacolo emettendo qualche urletto isterico data la difficoltà fisica di quanto stanno facendo.  Lisbon non arresta nessuno nonostante i crimini commessi dalle drag (simulato suicidio, furto di cadavere, falsi indizi forniti alla polizia di stato altro che i crimini commessi dai tre vessatori omofobici...). Nel lieto fine Archi vestito da donna canta Over the raimbow mentre Lisbon si commuove e piange.


Di Archie non sappiamo nulla tranne che è gay. In borghese da uomo, lo vediamo solo in foto, dal vivo solo vestito da donna. per lo sceneggiatore dell'episodio è facile risolvere tutto facendolo diventare una drag, assimilata più al travestito, d'altronde, si sa, i gay sono donne mancate.
Il lieto fine sta nell'escamotage nel 2012 di un gay vessato di vivere la propria omosessualità morendo come Archie e rinascendo come drag\travestito\donna.

Quando Glenn spiega a Patrick la sua doppia vita gli dice che sin da piccolo gli piaceva truccarsi (come a tutti gay che poi diventano drag, cioè travestiti, cioè...)

Naturalmente il ragazzo drag non ha un compagno o un fidanzato, però sta con le amiche ingegnose che gli hanno salvato la vita e gli hanno insegnato ad accettarsi così com'è.

Vorrei tanto conoscere lo sceneggiatore per vomitargli in faccia.
Paesanini lo regalerebbe invece alla sceinza per esperimenti stile i nazisti.

Ora mi chiedo come sia possibile che nessuna frocia di questo paese di merda si sia degnata di scrivere due righe su questo episodio mostruosamente omofobo e che si continui invece a riempire pagine e pagine dei siti scandalistici (apparentemente) pro gay con articoli (?) sulla presunta omosessualità di George Clooney o sulla voglia di cazzo repressa degli omofobi.

Questo episodio di The Mentalist, la sottocultura gay da cui esca non fanno forse un danno enorme alle persone omosessuali? Non alimentano e rafforzano lo stigma? Il clichè? Il luogo comune?

Per chi vuole vedere l'episodio si accomodi pure...



Mi raccomando, scrivetemi e dite cosa ne pensate!


* Le ruby slippers sono le scarpe indossate da Dorothy ne Il mago di Oz da cui è tratta Over the Raibow

martedì 1 maggio 2012

Unonini civili o coppie di fatto? Sulla PROPOSTA DI DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE per la "familgia di fatto".

Ieri ho visto un poster, orrendo, per le vie del centro (via Conte Verde e limitrofe). Il poster sensibilizza il passante sulle famiglie di fatto con lo slogan teniamo famiglia.

Il poster, che sulla rete non trovo, è davvero mal concepito, peggio sviluppato e di una qualità grafica indecente.


I colori usati e abbinati nel poster rosso e celeste giallo e rosso si contrappongono più che essere complementari. In ogni caso creano un fondo astratto, inesistente.

Le due coppie ritratte sono avulse da qualunque luogo sociale, casa, lavoro, giardino, manifestazione, museo. Contano solo le persone non la socialità non la città in cui vivono.

Almeno una delle due foto sono scelte tra quelle che si trovano nel blog che, oltre a raccogliere le firme, chiede a chiunque voglia sostenere la campagna di partecipare condividendo una propria foto.

Quale foto sono state scelte?
Guardiamo le coppie.
In primo piano sula sinistra una bionda e un ragazzo occhialuto.
Lei  è incinta, lui le tiene una mano sul pancione.

La mano sulla pancia è intima ma lui potrebbe anche essere un amico o il fratello.
La coppia non si bacia.
Sono ripresi frontalmente, lui è dietro di lei, è come se la sostenesse, moralmente, è come se dicesse ho contribuito a questa donna incinta che però vale da sola è lei che ha il pancione.

Ecco la foto originale
A parte l'inversione destra e sinistra per motivi grafici lo scontorno ha cancellato il giardino in cui  Chiara, Luca ed Emma (nella pancia) come si legge sul blog si trovano.
Una bella foto rovinata da una intrusiva rielaborazione grafica.












Sullo sfondo a destra una coppia di ragazzi. Il primo ragazzo di etnia non europea è di tre quarti l'altro lo cinge a dietro e stenta a dargli un bacio. Il rimo ragazzo sembra come irrigidito non sembra molto preso dal bacio che il suo compagno (ragazzo, fidanzato) gli sta cercando di dare.

Non sono riuscito a trovare la loro foto sul blog

Amor sacro (in primo piano)  e amor profano (in secondo piano).
Amore procreativo (squisitamente etero) e  amore sensuale squisitamente gaio.

Non mi esprimo sulla fotogenia delle coppie perchè sono coppie reali e non modelli ma il senso generale che mi dà questo poster è di tristezza, squallore. Non certo per il sorriso di chiara, né per la dolcezza di Luca ma per la composizione grafica, il lavoro di scontorno, i colori usati, la composizione generale del poster.

Insomma diciamola tutta ma a chi verrebbe di equiparare la bella coppia in dolce attesa con quei due manichini sullo sfondo?



Il poster vuole pubblicizzare una proposta di delibera di iniziativa popolare da presentare al comune di Roma nella quale si legge 


REGOLAMENTO PER IL RICONOSCIMENTO DELLE UNIONI CIVILI


Ai fini della presente deliberazione si intende per unioni civili “un insieme di persone legate da vincoli affettivi coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune” (articolo 4 comma 1 ai sensi D.P.R. 223/1989, Nuovo Regolamento anagrafico della popolazione residente).

I neretti sono miei.

Un insieme di persone? Anche più di due?

Io di legge capisco poco ma questa definizione, al plurale, mi sembra vaga e politicamente attaccabile.

In cosa consiste il riconoscimento delle unioni civili?
nello stesso articolo 1 si legge

Il Comune provvede, attraverso singoli atti e disposizioni degli Assessorati e degli Uffici competenti, a tutelare e sostenere le unioni civili, al fine di superare situazioni di discriminazione, favorire pari opportunità, integrazione e lo sviluppo nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio.
Le aree tematiche entro le quali gli interventi sono da considerarsi prioritari sono:
casa;
sanità e servizi sociali;
giovani, genitori e anziani;
sport e tempo libero;
formazione, scuola e servizi educativi;
diritti e partecipazione.
Gli atti dell'Amministrazione devono prevedere per le unioni civili pari condizioni di accesso ai servizi ed alle attività promosse in ciascuna delle aree tematiche sopra indicate, con particolare attenzione alle condizioni di svantaggio economico e sociale.
Quindi se capisco bene questa delibera vuole l'estensione di servizi (?) e attività promosse nelle aree sopra indicate anche alle unioni civili.

Si parla di servizi e attività promosse dal comune.

Ora, io di legge capisco poco, ma e qualcuno mi corregga se sbaglio, questa deliebera serve per far partecipare anche le coppie di fatto all'assegnamento delle case popolari, cosa che succede già in molti comuni di Italia dove le amministrazioni stesse hanno preso iniziativa in questo senso.


Però questo non è un vero riconoscimento delle unioni civili, perchè, così come è spiegato, questo riconoscimento amministrativo non comprende alcuni diritti fondamentali riconosciuti solo ai membri di una famiglia.
Classico esempio e nemmeno gaio se no poi mia sorella dice che parlo solo di froci.

Mio zio ha avuto tre figli dalla sua compagna con la quale non si è sposato perchè solo separato e non divorziato dalla moglie. Quando ebbe un infarto la sua moglie, aveva diritto legale ad assisterlo  in ospedale la sua compagna poteva essere tenuta fuori a discrezione di medici e infermiere.

Ora mi chiedo il Rilascio di attestato di famiglia anagrafica alle unioni civili basate su vincolo affettivo
previsto dall'articolo due di questa proposta di delibera popolare  cioè
attestato di "famiglia anagrafica basata su vincolo affettivo" inteso come reciproca assistenza morale e materiale, ai sensi dell'articolo 4 del Regolamento anagrafico, in relazione a quanto documentato dall'Anagrafe della popolazione residente (D.P.R. 223/1989).
L'attestato è rilasciato per i soli usi necessari al riconoscimento di diritti e benefici previsti da Atti e Disposizioni dell'Amministrazione comunale.
riconosce anche il diritto di assistere in ospedale?Di visitare in carcere? di subentrare nel contratto? di percepire la reversibilità della pensione?

Temo di no.

Allora a cosa serve? Al di là del suo significato simbolico lottare per ottenere questo riconoscimento non è controproducente?

Non permette a chi si oppone all'estensione del matrimonio anche alle copie dello stesso sesso di dire: "Che volete? Avete avuto anche i registri..."?


 Insomma mi sembra che si sovrappongano cose diverse che vanno tenute diverse.

1) un conto è la discriminazione per il sesso, perchè è il sesso  e non l'orientamento sessuale, come si dice erroneamente, che vieta il matrimonio gay (infelice definizione).

Il matrimonio non è consentito tra persone dello stesso sesso.
L'orientamento sessuale non c'entra nulla.
Infatti io gay e una ragazza lesbica possiamo sposarci anche se siamo notoriamente omosessuali e nessuno può impedire il matrimonio (civile, l'unico che per me ha valore, non religioso).

Non è una questione di forma ma di ragionamento.

Due donne che si sposano non sono necessariamente lesbiche possono anche essere bisex.
In ogni caso quel che dà diritto a un uomo e una donna di sposarsi non è l'orientamento sessuale ma proprio la differenza dei sessi, procreativamente intesa. Ecco la vera discriminazione. E' in base al sesso. Siccome due persone dello stesso sesso non possono procreare queste non possono sposarsi. L'orientamento sessuale non c'entra niente.
Oscar Wilde, Cole Porter e tanti nostri amici si sono potuti sposare e hanno fatto figli anche se erano omosessuali (bisessuali).

La semplificazione o, meglio, lo slittamento semantico da discriminazione in abse al sesso e discriminazione in base all'orientamento sessuale nasce dall'implicata constatazione (errata) che se due uomini o due donne si sposa sono omosessuali. Invece possono essere bisex. A meno che non si vedano i matrimoni di Wilde e Porter come delle coperture per nascondere la propria vera natura omosessuale. E questa sì è una discriminazione in base all'orientamento sessuale. O sono etero o sono gay e se dimostro di essere entrambi beh una delle due è finta... !!!! E' la sindrome di Linneo dobbiamo catalogare tutti e la bisessualità non è una scelta dignitosa, o sei gay o sei etero, tertium non datur, in barba alla gente che è per la maggior parte bisex (stando a Kinsey...) e una non scelta. Ma chi lo dice

Lo stigma ce l'abbiamo nel sangue, tutte.



Da questo punto di vitata le unioni civili non contribuiscono al riconoscimento del diritto a sposarsi qualunque sia il sesso (di nuovo non l'orientamento sessuale) del partner. Ribadiscono anzi la differenza con il matrimonio istituendo un istituto giuridico (o come diavolo si dice) ad hoc che nel momento stesso in cui dà dei diritti non tramite il matrimonio conferma che il matrimonio è un'altra cosa.

Adesso con il massimo rispetto per le coppie etero che non si sposano loro possono comunque farlo le coppie omosessuali no...

Quindi cui prodest?

2) Un altro conto è riconoscere alle coppie di fatto alcuni diritti finora di esclusivo appannaggio delle coppie sposate.

Ma allora mi chiedo perchè estendere i diritti solo alle coppie non sposate che si amano? Cioè perchè ricosnocere dei diritti amministrativi solo alle coppie basate su vincolo affettivo?

Tra l'altro la definizione di vincolo affettivo come reciproca assistenza morale e materiale non è troppo vago?

Amare non vuol dire (solamente) dare reciproca assistenza morale e materiale.

Non si capisce se si vuole riconoscere che le coppie conviventi amano come quelle sposate o se , al contrario, esistono forme di convivenza non basate sul vincolo sessual-sentimentale.

Le unioni civili dovrebbero asserire che certi diritti amministrativi vanno estesi anche a coppie basate su relazioni di amicizia che sono parimenti basate sulla reciproca assistenza morale e materiale. 
 

Perchè se io e il mio amico col quale non scopo ma condivido la casa non solo per convenienza economica ma per affinità elettive non possiamo subentrare al contratto ?

 Insomma, da un lato si tratta di riconoscere anche alle persone dello stesso sesso il diritto a mettere su famiglia e che quella famiglia ha la stessa legittimità giuridica e morale di quella etero.

L'unico modo per farlo è estendere l'attuale matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso.

Un istituto equivalente non ottiene lo stesso effetto perchè si crea qualcosa di diverso che si equipara confermando nel momento stesso che uguale non è altrimenti si userebbe lo stesso istituto e non se ne creerebbe uno ad hoc.
E' come se per far sposare due persone di diversa etnia si ricorresse al razzimonio invece che al matrimonio che rimane solo per le persone della stessa etnia.



Se ci arrivo io che di legge ne capisco poco perchè non ci arriva chi propone queste "leggi"?.


E adesso ditemi pure dove ho sbagliato...