mercoledì 13 giugno 2012

La campagna “Una volta per tutti” non piace proprio a nessuno: un bel post di Dario Accolla su Gay's Anatomy

Le menti che sostengono la proposta di legge che chiede per le persone omosessuali un istituto giuridico esclusivo, diverso dal matrimonio, che rimane di esclusivo appannaggio etero.


Io ho sempre detto che critico le idee e mai le persone,  per cui nonostante di recente abbia criticato ferocemente un post di Dario Accolla sulla sospensione del pride di Bologna, trovo questo post da lui scritto su Gay's Anatomy sulla  campagna “Una volta per tutti", oltre che interessante per il florilegio di pareri negativi che riporta, condivisibile parola per parola tanto da riportarlo integralmente.
La campagna “Una volta per tutti”, lanciata a ridosso del pride nazionale di Bologna la settimana scorsa, non tarda a suscitare critiche e prese di distanza da un testo da molti considerato come discriminatorio e dannoso per l’intera causa LGBT.
Sia ben chiaro, come dice giustamente Cristiana Alicata, sul suo blog:
Se a presentare questo corposo progetto di legge fossero stati Bersani, Bindi e Vendola, forse avrei gridato al miracolo. Il fatto che a farlo siano dei politici LGBT ed esponenti di associazioni mi preoccupa, soprattutto perché questa operazione viene fatta come dicevo già ieri, azzerando il cammino che la comunità LGBT ha fatto in questi anni [...] e senza coinvolgere la maggioranza delle persone impegnate sul tema dei diritti civili.
Sempre nel mondo della rete, non pochi/e blogger si sono dichiarati contrari a tale iniziativa, come si può leggere nelle pagine di Michele Darling:
Come si può usare uno strumento di democrazia diretta per promuovere una politica al ribasso?! Ma le firme si prendono per ottenere il massimo! E solo dopo, dentro il Parlamento, si possono cominciare gli eventuali compromessi. Anche se (o proprio perché) sappiamo tutti cosa succede quando i politici si muovono nell’ottica dei compromessi: dai Pacs, si passò ai Dico per arrivare a un bel nulla.
Anche dentro Sinistra Ecologia e Libertà si profilano alcuni distinguo, a cominciare da Saverio Aversa, del Forum Queer, che ricorda
sono fermamente convinto che la Sinistra e il Centro Sinistra non possano accettare norme e leggi che invece sanciscano la diseguaglianza. La Costituzione italiana stabilisce l’uguaglianza tra tutte e tutti, le cittadine e i cittadini, ed è quindi necessario adeguare e perfezionare le leggi che non si conformano completamente al dettato costituzionale. Prima fra tutte la legge sul matrimonio civile
e fa notare che:
Una Sinistra a livello europeo dovrebbe strenuamente battersi per la reale uguaglianza, in nome dei diritti, della dignità e delle pari opportunità. Sinistra Ecologia Libertà si è impegnata fin dal congresso fondativo a favore del matrimonio omosessuale, impegno ribadito anche nel documento conclusivo dell’ultima assemblea nazionale.
Ugualmente critica la posizione del gruppo giovani del Circolo Arcigay Tralaltro di Padova, che in un comunicato ufficiale «sente la necessità di esprimere il proprio dissenso in merito ai contenuti di questa campagna politica» motivando che:
in ossequio al fondamentale principio di uguaglianza, le persone LGBT non debbano avere né meno diritti, né più diritti, né diversi diritti, ma gli stessi diritti di cui godono le persone eterosessuali.
e ribadendo ancora come:
in un momento storico in cui Obama, Hollande e Cameron esprimono un chiaro sì al matrimonio (civile) per le coppie omosessuali, una campagna di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare sulle unioni civili, nella quale è bandita la parola matrimonio, sia un autogol da parte del movimento LGBT italiano, che dovrebbe coerentemente chiedere il massimo dei diritti possibili.
Duro anche il commento di Rete Lenford, l’avvocatura LGBT che in una nota dichiara:
L’assemblea dell’Associazione Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford ha deciso all’unanimità di non appoggiare la campagna per la sottoscrizione della legge di iniziativa popolare sulle unioni civili. Il motivo di questa decisione è semplice. Da anni la nostra Associazione si batte per il pieno riconoscimento del diritto alla dignità e all’eguaglianza delle famiglie formate da persone dello stesso sesso. È quindi una questione di coerenza con le nostre idee [...] noi non firmeremo questa iniziativa di legge e suggeriremo a chi ce lo chiede di non firmare.

Insomma, pare che la proposta di legge popolare piaccia, principalmente, ai suoi stessi promotori e, presumibilmente, ai leader di partito che si vedono disinnescata, dalle rispettive componenti LGBT interne, la questione del matrimonio aperto alle coppie di gay e di lesbiche. Un fatto non di poco conto, a ben vedere, visto che stiamo parlando di uguaglianza formale tra cittadini e cittadine di fronte allo Stato. E che a proporre questo dislivello giuridico siano proprio politici “amici”, poiché afferenti al movimento, lascia l’amaro in bocca.
Sarebbe stato il caso, viste le critiche e le distanza di larga parte del movimento LGBT, che questi signori avessero concordato la campagna con le maggiori associazioni nazionali e locali. Per avere l’avallo della comunità e per dare forza a una richiesta politica coerente. E invece il popolo arcobaleno è ancora una volta deluso, i capi di partito sono stati esentati dall’assumersi responsabilità oggettive, mentre la campagna si profila come l’ennesimo sperpero di energie che culminerà col solito nulla di fatto.
E la politica, a ben vedere, dovrebbe essere tutt’altro: come, ad esempio, garantire giustizia in nome dell’uguaglianza. Lo dice anche la nostra Costituzione. E in questo sta, o dovrebbe risiedere, la costruzione della nostra democrazia. Qualcuno lo dica ai promotori di questa legge inutile e iniqua.

Di mio aggiungo solo che questa proposta popolare di legge danneggia l'intera comunità lgbt. Dobbiamo dire a questi signori  - uso intenzionalmente il maschile come loro usano il maschile in tutti - di smettere.
 
Non firmate la proposta di legge e tenete a mente i nomi di chi l'ha concepita
come si possono leggere su facebook:
comitato promotore della campagna 'Una volta per tutti' che ha firmato martedi 5 giugno presso la Corte di Cassazione la proposta di legge sulle Unioni Civili:
Alessandro Zan
Etta Andreella
Monica Cerutti
Paola Concia
Giusva Iannitelli
Cathy Latorre
Vladimir Luxuria
Aurelio Mancuso
Maurizio Pioletti
Rudi Russo
Alessandra Tibaldi


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