lunedì 17 dicembre 2012

The Feast of Stephened (Usa, 2009) di James Franco




Il cortometraggio, del 2009, si chiama The Feast of Stephened ed è stato scritto e diretto da James Franco.

Sì, quel James Franco.


The Feast of Stephened  è dedicato a Kenneth Anger, il regista americano,  e a Anthony Hecht, un poeta americano a una poesia omonima del quale, del 1990, il corto si è ispirato



La poesia di Hecht racconta del desiderio dei giovani ragazzi che nasce dall'esplorazione di corpi simili e si stempera nella lussuria dissimulata che spesso esplode nel bullismo e nella violenza di tutti contro uno.

Di seguito una mia modestissima traduzione della poesiaquella originale la potete leggere cliccando qui


I giochi agili e veloci dello spogliatoio,
Bagnati col vapore delle mattonelle incastonate delle docce,
Con la miscela senza vergogna di zibetto, muschio e sudore,
Forte con lo schiocco di colpi di pistola giocattolo degli                          

                                                        [asciugamai bagnati
Sotto le gabbie in acciaio scanalato di nude lampadine,
In qualche intricata disposione di spessi tubi interrati
e realtà da bidello
I ragazzi per la prima volta si adocchiano apertamente l'un l'altro
ispezionano il corpo l'uno dell'altro a distanza ravvicinata
e quel che vedono non è poi così tanto qualcosa d'altro
che una strana, possibile versione di se stessi,  
e tutta quella danza di boxe simulata, vita surrenale,
tesa, giubilante tenerezza non è che un vago,
impegnato balletto senza scopo di amor proprio.

II
Se il cuore ha le sue ragioni, forse il corpo
ha il suo appesantito  genere di spirito carnale,  
avvertito nei lividi formicolii di collisione,
E noto ai capitani come spirito di corpo.
Che cosa è questa vivace fraternità del momento giusto,
pivotare o innalzarsi in un lungo arco, o privi di direzione
Mens sana in men’s sauna, nel rigoglio
Di buona salute e servizi igienici, gioia privata ​​e corporale,
Questi contraccolpi veloci, pliée e genuflessioni
Prima del salto del salmone, della fontana saltellante
Tutta rivestita di luce scintillante, flessa e vigile?
Dalla vasta camera-eco della palestra,
Tra le grida incespicate e lo stridio dei fischi,
Il suono ribalzante come un pallone di pallacanestro di una frusta di

cuoio.


III
Pensa a quei posti aridi dove gli uomini si riuniscono
Per agire nel nome terribile della rettitudine,
Della vergogna brufolosa, dell'orgoglio punk, muscoli o prato,
la sotilte superiorità del bullo.
Pensate al comandante della divisone tempesta
Che ama Beethoven e colleziona Degas,
O ai ragazzi biondi in jeans gli occhi socchiusi dei quali
Sono attirati da una lussuria dura e repressa,
Che riposa su una studiata mimica di disinvoltura,
lanciando i mozziconi accesi tra le erbacce
pettinandosi i capelli nello specchio delle finestre rotte
Di un magazzino abbandonato dove tengono
in oscurata prontezza per la loro necessità
La corda, le catene, manette e benzina.

IV

Fuori nel calore increspato del campo di un vicino,
Nei kilowatt di mezzogiorno, hanno messo qualcuno all'angolo.
Gli insetti stanno saltando, e i giovani robusti
si spogliano sino alla cintola per lavoro caldo da fare
Vanno a armarsi al muro a secco,
Dopo aver buttato giù le loro vesti bagnate e salate
Ai piedi di un giovane uomo, il cui nome è Saul.
Lui guarda acutamente queste superbamente abbronzate
Figure col petto e le spalle da nuotatore,
le cosce di un corridore, dalla loro grazia auto-cosciente,
E tra i lro copri eleganti e convergenti,
Brillantemente oliati e baciati dal sole,
lui coglie un breve scorcio di capelli insanguinato
E ascolta una preghiera incomprensibile.

Certo la poesia sembra parlare del comportamento dei giovani negli anni 50 quando l'omoerotismo non era ancora uscito allo scoperto, non aveva una visibilità, figuriamoci una sua legittimità, e tutto rimaneva nel chiuso degli spogliatoi, o dei bagni pubblici.

Non a caso Anger cui il corto è edicato faceva film tra la fine degli anni 40 e la ine degli anni 60...

Nel 1990 l'omoerotismo era già visibile e degno di essere rappresentato.


Se una volta parlare del desiderio sessuale di un adolescente per altri adolescenti del suo stesso sesso, serviva dare visibilità all'amore che non osa dire il suo nome credo che oggi dovremmo avere superato questa fase e quindi oltre a parlare dell'estetica dell'attrazione dovremmo parlare anche dell'etica, della romantica e della politica dell'omoerotismo.

Se il corto avesse mostrato la stessa situazione nel versante etero dove lui vede le donne nude avremmo accusato Franco di essere un novello Tinto Brass.

Se invece avesse mostrato una ragazza che vede i ragazzi nudi la cosa sarebbe stata meno ovvia ma lo stesso la avremmo percepita superficiale, buffa, una scusa di spogliare i ragazzi.

Capisco che c'è ancora bisogno di legittimare l'omoerotismo ma questa strada, quella di mostrare il desiderio carnale,  la trovo vecchia, antica, à la Isherwood e Auden che erano giovani negli anni 30 del secolo scorso...

Non si tratta solo di una questione retrò.

Anche se può essere una fantasia sessuale quella di venire molestati da quattro o cinque ragazzi che ti scopano a turno, questa fantasia ce la teniamo per noi, oppure la usiamo come trama di un film porno.

Trovo davvero imbarazzante e indecente che un ragazzo colpito da bullismo omofobico anche mentre viene picchiato continua a immaginarsi gli aggressori nudi che se lo inculano, con tanto di dettaglio penetrativo del pube di uno degli aggressori sul culo della vittima.

Lo trovo non solo oltraggioso per tutti quei ragazzi picchiati stuprati o uccisi dai bulli che odiano i diversi lo trovo anche deleterio e sminuente perché lascia intendere, o, meglio, si espone all'equivoco, che il gay è un sadico che le botte se le cerca proprio come gli piace il cazzo in culo che, si sa, non solo è innatuale ma anche doloroso.

Insomma se ti immagini che ti scopano mentre ti menano e ti umiliano vuol dire che quelle botte e quelle umiliazioni non sono così terribili per te.

Trovo davvero agghiacciante il suo sguardo sorridente in camera con la faccia sporca di merda (di cane) perchè si rifà a un ragionamento di prepotenza nemmeno troppo celatamente fascista.

Credevano di averlo umiliato e invece a lui è piaciuta. Li ha fregati, glielo ha messo simbolicamente in quel posto.


ben diversamente dalla poesia dove si attesta un desiderio omoerotico strisciante in tutti che solo in alcuni si concretizza e negli altri si traduce in bullismo nel corto di Franco mi sembra che sia netta la separazione tra il frocio che mentre viene menato desidera tanto essere scopato, inculato, e quei maschi etero che si indignano di una aggressione sessuale di chi li sta letteralmente spogliando ocn gli occhi.

Il corto ha vinto il teddy alla berlinale del 2010 come migliore cortometraggio segno che a vincere è l'estetizzazione dell'omoerotismo e che un film e un film non ha nulla a che vedere con la realtà.

Ditelo a tutte le persone aggredite ferite umiliate stuprate e uccise da questi maschi di merda, maschi come Franco che crede di essere gay friendly ma poi si immagina che un frocio anche quando lo pistano è goloso di cazzo e non gli basta mai. Evidentemente è quello che Franco pensa delle donne, ed è felice che a saziarle di cazzo sia lui.

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