sabato 14 gennaio 2012

Un blog interessante: Darling Michele

Ci sono arrivato per puro caso, d'altronde le scoperte migliori avvengono sempre così, almeno sulla rete.



Sto parlando del blog Darling Michele su piattaforma wordpress nel quale il suo autore propone la lettura critica di articoli omofobici con acume e precisione, film a tematica e racconti più personali che fanno del blog l'occasione per conoscere la vita del suo blogger in uno spaccato davvero interessante e umanissimo.

Un blog da leggere e da seguire.

Io da oggi lo farò e vi suggerisco di fare altrettanto...

La campagna di sensibilizazione di ArciGay e Draftcb: non sporchiamo, non siamo cattivi e teniamo tanta compagnia.



Mariella -
Io non vedo mia figlia diversamente
perchè è lesbica, anche…

 

Due le cose che saltano subito all'occhio della campagna di sensibilizzazione che Arcigay nazionale ha pensato assieme a Draftcb.

Sia nei manifesti che nei video le persone omosessuali sono presentate al di fuori da qualunque contesto sociale, avulse dalle proprie vite, dai propri affetti e dal proprio ambiente, lavorativo o privato che sia.

Se lo scopo, come ha detto Patanè è quello di creare immediata identificazione, [risolvendo] molti dei dubbi di coloro che faticano a confrontarsi con noi [e] (...) [di aiutare] molti gay e lesbiche che hanno ancora il terrore di raccontarsi a farlo, questa campagna lo fa nel modo peggiore.

Invece di mostare come nonostante l'orientamento sessuale diverso froci e lesbiche siano inseriti nella società, dove lavorano, abitano case, pagano le tasse, hanno una vita affettiva oltre che sessuale, si avulgono queste persone da tutto quello che le accomuna alle persone etero (discutibile target della campagna) e le si evidenzia stagliandole su sfondo bianco per l'unica cosa che, a sentire non tanto gli etero ma gli ideatori (ideatrici?) della campagna, rende queste persone diverse ma uguali.

Vanda –
Quando racconto di mio figlio gay,
racconto che…
Bel modo di mostrare agli altri la sostanziale uguaglianza! Poco importa quel che le persone dicono nelle interviste [ce ne occuperemo in un prossimo post], quel che conta, prima di tutto, è l'impatto visivo.
E l'impatto visivo di questa campagna sembra proprio dire gay e lesbiche questi sconosciuti. Di più questi sconosciuti che non sono nella società.

Le interviste potevano essere fatte nel posto di lavoro, o in casa, propria o dei genitori, oppure nei luoghi pubblici (un museo, un cinema, un teatro, una palestra, un supermercato, un parco e indico davvero i primi che mi vengono in mente) comunque sia IN MEZZO ALLA GENTE dove allora la presunta differenza di orientamento di genere viene davvero percepita come una variabile fra le tante.

Invece la campagna cosa fa? 

Prende gay e lesbiche, li isola, e ne ipostatizza e assolutizza l'orientamento sessuale come unica differenza testimoniante.

Invece di mostrare che ci sono gay e lesbiche giovani e vecchie, belli e brutte (secondo i canoni imperanti della pubblicità beninteso) frivoli e colte, di destra e di sinistra insomma che l'orientamento sessuale non identifica una qualità nelle persone ma solo una comune discriminazione  si fa una campagna dove il problema da affrontare è ancora quello di come dirlo!  

Una campagna che non aggiunge una virgola alla visibilità IN QUANTO OMOSESSUALI che i media già concedono alle persone omosessuali finché questi gay e queste lesbiche vengono chiamati a esprimere una loro opinione non sull'universo mondo, ma sempre e solo sul loro orticello omoerotico.

Una campagna pavida e con tanta omofobia interiorizzata perchè nel cercare di parlare della causa non sa affrancarsi dal problema dell'essere gay e lesbiche, che ogni gay  e ogni lesbica supera quotidianamente semplicemente vivendo (se non si ammazza o non viene ammazzato...) e ci propina ancora confessioni, dichiarazioni, dimostrazioni asettiche e astratte di non aver paura a dirlo.
Quando il problema non è dirlo, in una campagna di sensibilizzazione, su sfondo bianco, ma viverlo quotidianamente a contatto con gli altri e le altre.
Marco -
Sul lavoro a nessuno importa se
sono gay, infatti…
La serenità che Patanè millanta (finalmente una campagna che va direttamente al cuore degli eterosessuali e che narra, fuori dallo stereotipo, la serenità che molti di noi vivono oggi) è DETTA e non mostrata, perchè non basta essere sereni con se stessi ma bisogna poter essere sereni in mezzo agli altri, il che implica che gli altri ci permettano di essere sereni, perchè io posso essere di per me sereno quanto mi pare ma se mia madre mio fratello la mia professoressa i compagni di classe il datore di lavoro il sacerdote i politici gli psichiatri le persone dello spettacolo la tv e gli altri mass media dicono di me cose orribili la mia serenità personale va a farsi benedire...


Viene da chiedersi chi si vuole convincere di questa (asettica) serenità se il target della campagna o i suoi ideatori.
Una campagna purtroppo distante anni luce dal tessuto sociale dove gay e lesbiche sono molto più auto-consapevoli e inseriti nella società tanto da non percepire più la differenza (come è giusto che sia: ricordate? Lo scopo è acquisire quel diritto all'indifferenza).

Invece questa campagna ottocentesca (positivista)  tratta gli e le omosessuali come degli strani animali dei quali vuole convincerci, a parole, che sono normali e sereni invece di mostrarlo in un video o con una fotografia.

Le fotografie, già.

Per mostrare la serenità e l'inserimento delle persone omosessuali nella società si impiegano delle foto su sfondo bianco in cui la bocca dei testimonial è tappata da un segno grafico (un qr code) che pochissimi saranno in grado di individuare nel suo significato.
Valeria -
Io non penso a me stessa come lesbica,
ma anche…
Il risultato è quello di mostrare delle persone che non possono parlare perchè hanno la bocca tappata. Il che potrebbe essere un efficace atto di denuncia se la campagna fosse incentrata sul fatto che le persone omosessuali non hanno spazio nei media per parlare invece qui il qr code interrompe la loro auto-espressione rimandando a un altro media (vuoi sapere cosa continua a dire questa persona? Vai sul sito tal dei tali).
Come dire si piega la testimonianza delle persone omosessuali per scopi pubblicitari poco importa se rinvia a un sito dove si parla di omosessualità, è l'espediente a essere lo stesso di chi vende qualcosa.  Anche queste foto vendono qualcosa, non le persone omosessuali che parlano ma IL SITO dove parlano.

Insomma gay e lesbiche fanno endorsement non per la causa ma per un sito (che ha scelto infelicemente di chiamarsi diversamente uguali, usando un aggettivo tra i più infelici della lingua italiana), e due associazioni Arcigay e Draftcb.

Saranno felici tutti quei realisti più del re che non vedono niente di male se la nostra società è guidata dalle regole del mercato.

Ed eccoti bell'e servito anche l'omosessuale!