venerdì 27 gennaio 2012

Se la memoria è sciatta. Sulla mostra Omocausto dell' XI Municipio di Roma

AGGIORNAMENTO (da leggere dopo aver letto il resto del post)

Grazie alla segnalazione di Michele, autore del blog Michele Darling, trovo sul sito del Gay Center le immagini della inaugurazione dell'esposizione.
Come si può vedere bene dalle foto, il 26, il giorno prima delle foto da me fatte e pubblicate, tutti i pannelli erano incollati alle pareti (si sono staccati dunque meno di 24 ore dopo),  come dire che tutti i pannelli erano al loro posto durante la presentazione, cosa della quale non ho mai dubitato.

Dalle stesse foto, soprattutto dalla seconda, si evince, anche, che il numero totale di pannelli è nove (sui quindici originali) e che dunque già dalla sua presentazione l'esposizione era incompleta mancando un terzo circa (sei su quindici) dei pannelli originali e che nessuno sembra essersene accorto (come si può evincere notando la numerazione progressiva mancante di alcuni numeri...) o abbia cercato di rimediare.
La sciatteria sta dunque nell'aver presnetato una esposizione incompleta spacciandola per completa, non tanto nelle condizioni pietose in cui già versava nemmeno 24 ore dopo (l'inaugurazione c'è stata alle 15 del 26, io sono andato a vedere l'esposizione verso le 11 del giorno dopo...)  che sono da imputare agli esecutori materiali dell'allestimento e alla manutenzione della medesima che spetta al Municipio.




 IL POST ORIGINALE COMINCIA QUI

Capita che, non avendo soldi da spendere, decido di spendere del tempo e invece di scrivere recensioni di spettacoli che ho visto vado a vedere una mostra sull'Omocausto, cioè sulle persecuzioni naziste (ma non solo) contro le persone omosessuali e NON anche delle persone transessuali checché ne scrivano Marinella Zetti o Monica Romano che usano la parola anacronisticamente visto che
Il termine transessualismo fu coniato nel 1949 da D.O.Caudwell in un articolo medico, ma fu Henry Bengiamin a renderlo popolare nel 1953, davanti all’accademia di New York, delineandone per la prima volta in maniera chiara gli aspetti clinici e le caratteristiche fondamentali.
(fonte: sito libellula2001).
L'esposizione è organizzata dall'XI Municipio di Roma Assessorato alle Politiche Culturali e della Memoria, nell’ambito delle celebrazioni per il Giorno della Memoria 2012 ed è a cura di Gay Center, Arcigay Roma, ArciLesbica Roma
con il patrocinio della Provincia di Roma, dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane e con l’adesione della Comunità Ebraica di Roma, come si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito del Municipio, che riporta anche la seguente locandina.


Il Municipio dista 1 km e mezzo da casa mia, e visto che c'è sciopero dei mezzi pubblici, metto le gambe in spalla, corroborato da una splendida mattina e in 20 minuti arrivo lì.
Entro nell'ufficio per il pubblico, vado diretto al banco informazioni e chiedo: scusidov'èlamostraomocausto? così, tutto di un fiato, ancora eccitato dalla camminata, dalla bella mattina, dal fatto che sto facendo un po' di moto e, last but non least perchè sto per vedere una mostra che mi interessa molto.
E quello del banco info mi fa: stallà, anche lui tutto in una parola  (non credo per i miei stessi motivi...) e mentre cerco con gli occhi una porta di ingresso che mi conduca nella sala dove mi sono immaginato sia stata allestita la mostra e annaspo perchè non vedo niente, il tipo continua un po de pannelli so' caduti pe' via del calore ma sotuttillà.
Solo allora mi accordo di alcuni pannelli molti appesi alle pareti mentre alcuni dei quali  poggiati a terra.

Mi avvicino un po' confuso chiedendomi come mai non me ne sono accorto entrando nella sala. Sarà che mi ero immaginato dei pannelli di due metri per uno e trenta, di colore rosa (chissà perchè, cioè lo so il perchè) che si slanciavano poggiando su delle basi che li innalzavano ancora di più, in una sala dedicata, e devo riarrangiare la mia immagine mentale per farla combaciare con questi pannelli 70 per 100 che si confondono un po'  col bianco sporco delle pareti del Municipio ma che sono incollati sul muro di sinistra dell'ingresso al pubblico, beh  tranne quelli caduti che sono appoggiati a terra,  in un punto di passaggio dove li si deve vedere per forza.

Invece l'effetto è desolante.
E' sciatto e triste vedere  i pannelli posti per terra, addirittura il cestino della carta davanti uno di loro...
E proprio in quel momento,  mentre noto il cestino, mi rendo conto che i pannelli sono numerati il numero più alto presente essendo il 14, ma ne mancano diversi, sei per la precisione,  il 2, il 5, il 7, l'11, il 12 e il 13...
Ma com'è possibile?! L'esposizione è stata inaugurata ieri alla presenza di
Andrea Catarci, Presidente Municipio Roma XI, di Carla Di Veroli, Ass.ra Politiche Culturali e Memoria Municipio Roma XI, Fabrizio Marrazzo, Portavoce Gay Center, Roberto Stocco, Presidente Arcigay Roma, Livia Ottolenghi, Ass.ra Politiche Culturali e Memoria Comunità Ebraica di Roma e Paola Concia, Deputata (come riporta il comunicato stampa).
Nessuno si è accorto dei pannelli mancanti?


Poi tutto mi diventa più chiaro quando leggo la data sul pannello di intestazione: 2007. I pannelli sono vecchi, come l'esposizione, e , nel corso di 5 anni di ulteriori allestimenti, alcuni pannelli sono andati persi.
Mi guardo intorno.
Magari sono appoggiati altrove. Ma dei cartelli mancanti nemmeno l'ombra.

Il tipo dal banco delle informazioni intanto prende bonariamente  in giro un gruppo di cittadini stranieri dello Shri-Lanka perchè non parlano bene l'italiano, come se lui col suo dialetto romano invece... e improvvisamente capisco che, mutatis mutandis, il vero olocausto si sta compiendo qui, ora, adesso, ai danni di questi cittadini stranieri trattati come cittadini di serie c (io almeno, seppure frocio e dunque cittadino di serie b, sono almeno cittadino comunitario) nella piena indifferenza degli astanti e del luogo.
Nessuno sembra notare i pannelli o me, che faccio riprese video e scatto foto col mio cellulare. Un ufficio del municipio, sede di una istituzione che è la più prossima, per competenze di territorio ai suoi cittadini residenti (quindi anche gli stranieri) è completamente indifferente ai disagi dei suoi utenti, figuriamoci di una mostra male allestita.
Quale migliore testimonianza dell'indifferenza di noi cittadini comunitari alla violenza nazifascista di quella cui assisto adesso, quella dei (pochi) cittadini italiani presenti nell'ufficio, troppo intenti a risolvere le urgenze che li conducono qui, per poter notare il sopruso fatto ai cittadini stranieri messi in difficoltà dal burocratese con cui sono scritti i nostri moduli di certificazione che neppure un laureato sarebbe in grado di capire all'impronta?
Dinanzi questa umiliazione come posso lamentarmi per dei miseri pannelli mancanti?
All'improvviso mi manca l'aria  e decido di uscire senza nemmeno leggere i cartelli superstiti. Tanto, penso, li troverò su internet, come infatti accadrà.
Sul sito memorialgbt.it alla voce omocausto scopro che
L'esposizione, realizzata dai volontari del Circolo Arcigay "Nuovi Passi" nel 2005 è stata aggiornata e riproposta nel 2006 in un nuovo formato in 5 città italiane ed in lingua slovena nella Città di Ljubljana.
Allo stesso indirizzo, si possono vedere tutti e quindici i pannelli (al Municipio ce ne sono solamente otto).


Posso così vedere anche i pannelli mancanti tre dei quali, strana combinazione!, sono proprio quelli dedicati alle persecuzioni fasciste contro le persone omosessuali (pannelli 11,12 e 13) stranamente assenti in Municipio.
Spariti!
Voilà.
Come al solito il cattivo era Hitler, mica Mussolini!


  


Guardando ai loghi presenti nella locandina dell'esposizione mi chiedo del motivo della presenza di alcuni di loro.
Capisco quelli istituzionali e non che la patrocinano  ma se i pannelli dell'esposizione sono stati fatti nel 2005 dal Circolo friulano Arcigay "Nuovi Passi" mi chiedo a che titolo le altre sigle siano presenti nella locandina dell'iniziativa se non hanno nemmeno contribuito a ripristinare i pannelli che sono andati persi nel tempo, facendoli ristampare (sono scaricabili in dimensione originale dal sito memorialgbt.it dove li ho visti io). Si trattava solo di dedicare un po' di tempo e spendere qualche centinaio di euro... per evitare che la mostra, inaugurata ieri, si presentasse al suo primo giorno di apertura al pubblico già così sciatta.
E, mi dispiace già il solo pensarlo, mentre il loro contributo all'esposizione è nullo il contributo dell'esposizione alla loro visibilità è cospicuo. Possono così fregiarsi di una iniziativa lodevole e importante (anche dal punto di vista dei contenuti informativi non solo come gesto politico) che costituisce per loro un fiore all'occhiello, anche se in realtà si sono appropriati simbolicamente di una esposizione alla quale non hanno contributo in modo alcuno (naturalmente se mi mancano delle informazioni e se un contributo che io ignoro c'è stato, sono pronto a rettificare questa affermazione).
Per quanto ne so hanno solamente ottenuto un'occasione di visibilità sfruttando il lavoro altrui fatto (Circolo Arcigay  "Nuovi Passi").

Evidentemente anche per loro il lavoro rende liberi, peccato che si tratti del lavoro degli altri...