domenica 26 febbraio 2012

Lettera aperta a Nicola Porro a proposito del suo articolo Anche i gay sono figli di mamma Rai

Le scrivo a proposito del suo articolo Anche i gay sono figli di mamma Rai  nel quale, mi sembra le sfugga la questione centrale. Proverò a spiegarmi con un esempio.

Mettiamo che nel Mondo i giornalisti siano invisi.  Non come lo sono in quello reale, ma molto di più. Mettiamo che l'opinione pubblica e la scienza medica li considerino dei malati, dei deviati, dei criminali tanto che la parola "giornalista" viene usata per insultare le persone.
Mettiamo che in questo mondo i giornalisti vengano insultati, picchiati, uccisi, segregati in ospedali psichiatrici con la pretesa di "curarli". Mettiamo che solo per il fatto  di essere giornalisti si finisca in galera.
Mettiamo che in quanto giornalisti non si possa accedere a una serie di diritti sanciti dalla Costituzione.
Mettiamo che la Chiesa li tolleri basta che non esercitino la professione cioè non possano essere quello che sono giornalisti.
Mettiamo infine che i giornalisti siano morti nei campi di sterminio di Hitler come le altre tante vittime del nazismo.

Mettiamo ora che io per ribadire il diritto di opinione dica che difenderei  anche chi afferma che i giornalisti debbano andare nei campi di concentramento.
Lei, che è giornalista, come si sentirebbe?

Quello che le sfugge, o fa finta di non capire, è che l'indignazione da lei tanto criticata e vilipesa (complimenti la battuta sugli ortaggi è davvero degna del giornale per cui  scrive) non scaturisce dal fatto di essere stati "nominati" ma che nel suo ragionamento per assurdo Lucia Annunziata abbia accreditato l'incitamento all'odio per i gay come libertà d'opinione.

Che a lei dei gay non interessi nulla non è certo un crimine, ma un suo diritto,  anche se, in quanto cittadino e in quanto giornalista, dovrebbe indignarsi che una una categoria di persone - il cui comportamento non è illegale e non lede nessun diritto altrui-, sia vittima di odio e di discriminazioni.

Ma che lei usi le discriminazioni contro i gay per fare critica politica su altre questioni (guardi che nel libro paga della Rai c'è stato anche lei come si legge nel suo cv) è di un cinismo e di una furbizia senza precedenti.
Nel suo articolo non fa solo disinformazione - basta vedere quanto sono disinformati i lettori che hanno lasciato commenti al suo articolo che sembrano usciti dagli anni 80: c'è addirittura chi crede ancora che l'aids colpisca solamente gli omosessuali...
Al suo posto a leggere tanti commenti disinformati mi vergognerei come un ladro di avere dei lettori così ignoranti.
Ma che lei minimizzi l'odio omofobico per fare un discorso politico "contro" i clientelismi Rai e i soldi pubblici ecco questo ha in sé qualcosa di criminale. Purtroppo qui in Italia solo moralmente.
Fossimo negli Stati Uniti o in altri paesi occidentali anche da un punto di vista legale.
Forse se vivesse anche solo per un'ora nel mondo ipotetico da me descritto cambierebbe atteggiamento e opinione. Forse.