martedì 6 marzo 2012

Zach Avery: bambino di 5 anni diagnosticato di disforia di genere. Una questione seria affrontata in modo superficiale e discriminatorio dalla stampa e non solo.

Mi capita di leggere su un sito amico una notizia, riportata senza fonte nella quale ci si riferisce a Zach Avery un bambino di 5 anni dal titolo:
LA PIÚ GIOVANE TRANSGENDER: A 5 ANNI VIVE COME UNA BIMBA.

Titolo che contiene già un giudizio di valore.
La bambina transgender vive come una bambina quindi vuol dire che non lo è una bambina.

Nell'articolo si parla di Disturbo dell’identità sessuale che non vuol dire nulla dato che l'identità sessuale indica un complesso di variabili tra le quali le più importanti sono identità di genere (se mi percepisco maschio o femmina a prescindere dal mio sesso biologico) e l'orientamento sessuale (se mi piacciono\mi innamoro di persone del mio stesso, dell'altro sesso o di entrambi).

In realtà se si continua a leggere l'articolo si capisce che ci si riferisce al disturbo di identità di genere, scientificamente detta disforia di genere cioè, semplificando brutalmente, la vecchia via tramite la quale le persone transessuali hanno potuto ottenere finora il riconoscimento di cambio di genere passando attraverso una riassegnazione chirurgica del sesso giustificata come soluzione a una malattia , un modo che oggi viene messo in discussione della stesse persone transessuali che chiedono da più parti (e per motivi e con approcci differenti) la depatologizazione del transessualismo. Nello specifico non vogliono più doversi sottoporre obbligatoriamente alla riassegnazione chirurgica del sesso per vedere riconosciuto il cambio di sesso nei documenti tant'è che si parla di transgenderismo cioè di fluidità dell'identità di genere per cui se io sono uomo e ho la barba ma mi percepisco e voglio essere percepita come donna non solo non devo operarmi ma nemmeno devo per forza rinunciare ai miei peli per poter essere riconosciuto come donna.
Un discorso, insomma, che si sposta sensibilmente dall'indetità di genere biologica al(messa in discussione del)lo stereotipo di genere e che sta mettendo in discussione l'idea stessa del transessualismo come persona intrappolata nel corpo (sessuato) sbagliato.

Invece per l'autore (l'autrice?) dell'articolo si tratta proprio i questo:

«È una ragazza intrappolata nel corpo di un maschio».

Ora, a parte l'uso ridicolo del sostantivo ragazza per un bambino di 5 anni (poco importa se si è mal tradotto dall'inglese) che è una BAMBINA e non certo una ragazza, sempre che sia vero che i dottori abbiano davvero fatto una diagnosi di disforia di genere così precoce (Questa è stata la diagnosi dei dottori che lo hanno visitato, definendolo un caso unico per la giovane età in cui si è manifestata si legge nell'articolo) in cosa consiste secondo l'autore (l'autrice) del medesimo la disforia di genere? Detto altrimenti che cosa significa per un bambino di 5 anni sentirsi bambina?

Gli esempi portati nell'articolo sono ridicoli, stereotipati, offensivi e non sufficienti a giustificare la diagnosi.

Da quando aveva tre anni, Zach rifiutava l’essere un maschio e iniziò a volere abiti rosa e a farsi crescere i lunghi capelli biondi per farsi delle trecce

Dunque non mi sento donna, ragazza o bambina ma mi rifiuto di essere maschio.

Questo modo di definire il mio sentire, cioè il sentire di Zack, è paternalistico e discriminante. Un po' come chi nel definire l'omosessualità prende come elemento definitorio non già il sesso prediletto ma l'avversione per l'altro sesso. Al gay non piacciono le donne e alle lesbiche non piacciono gli uomini.

Ora, provate a definire un etero come uno al quale non piacciono gli uomini e vedete come vi risponderà, con aggettivi coloriti, che lui ai maschi proprio non ci pensa e che lui pensa solo alla gnugna.
Lo stesso vale per noi gay e lesbiche che vorremmo che chi ci definisce avesse almeno la decenza di utilizzare il sesso da noi amato (se proprio non possono fare a meno di riassumere la persona alla sua identità di genere) e non usare una parafrasi che ci definisce al negativo.

Se Zach si sente bambina non è perché si rifiuta di essere maschio
Prima definiscimi cosa significa essere maschio e poi spiegami perché io (Zach) lo rifiuto.

Infatti quando nell'articolo si parla ai segni di questo rifiuto si pescano due superficialissimi e maschilisti stereotipi di genere (etero)sessisti come i vestiti rosa e i capelli biondi lunghi.

Magari Zach vuole solo vestirsi di rosa e portare capelli lunghi senza per questo sentirsi donna (a 5 anni...) o rifiutarsi di essere maschio Perchè uno anche se veste di rosa o porto i capelli lunghi non è per questo meno maschio...

Il transgenderismo è ben altro naturalmente, e questa vulgata è discriminatoria oltre che offensiva, pensata (e scritta) da giornalisti (sic!) pieni di pregiudizi e ignoranza.

Mi spiace solo che una articolo del genere sia stato pubblicato così com'è da un un sito amico ed etichettato sotto la categoria cultura gay (come se il transgenderismo avesse qualcosa a che fare con l'orientamento sessuale...).
Insomma la confusione a quanto pare non è solo quella dei giornalisti...

L'articolo purtroppo prosegue e alla fine si conclude con una considerazione da togliere il fiato quanto è pericolosa e discriminatoria.

Adesso viene chiamata Zachy e da oltre un anno vive come se fosse una bambina. Addirittura la scuola che frequenta ha fatto istallare dei bagni ‘neutri’ per venire incontro alle esigenze di questi casi particolari.

Quindi Zachy lungi dall'essere una bambina transgender è e rimane un bambino che vive come una bambina cioè non lo è ma vive come se lo fosse, alla faccia del riconoscimento e della legittimazione! Zachy è un(a) freak, un mostro, uno scherzo della natura.
Ha il pistolino, quindi non può andare nei bagni delle bambine, ma vive come una femmina e dunque non può andare nemmeno nel bagno delle femminucce, che non sta bene a una bambina di frequentare i pistolini... Dunque la scuola crea un bagno per Zachy e tutti quei casi particolari come il suo.

Mettiamo che un giorno nella scuola si iscriva un bambino transgender (che ha la patatina ma si sente maschietto) dobbiamo costruire un bagno pure per lui...
Insomma un delirio discriminatorio e mi dispiace che il sito che ha pubblicato l'articolo non si renda conto del pregiudizio e della discriminazione in esso contenuti.

Per vederci meglio sono andato alla fonte e ho consultato 5 articoli pubblicati nella rete UK.

Ma di questo vi parlo la prossima volta...