sabato 18 agosto 2012

Come non detto: dal trailer a qualche considerazione sulla causa lgbt(qi)

Agosto volge al termine e come ogni anno aspettiamo con ansia (?) le novità cinematografiche, tra le quali quest'anno, spicca (??) un film gaio dal titolo Come non detto (Italia, 2012) di Ivan Silvestrini.

Ecco il trailer che quant* di voi sono andat* al cinema in queste settimane hanno già potuto ampiamente vedere.



Il trailer è un florilegio di luoghi comuni sul mondo lgbt(qi) che mi danno spunto per le mie solite elucubraz... dissertaz... speculaz... ragionamenti sull'omosessualità (maschile) e su come questa venga rappresentata al cinema e su come certi cliché diventino, nostro malgrado, un mezzo per permetterci di esprimere la nostra gaiezza.

La bellezza (stereotipata) dei protagonisti gay
Tutti gli attori del film sono magri, belli, di una bellezza morbida e non troppo virile, giovani se non giovanissimi.

Come se di gay di mezza età, meno belli, meno magri non sia pieno il mondo...

I baci mai
Essendo una commedia dovrebbero esserci dei baci invece Mattia e il suo ragazzo sono solo abbracciati... Il trailer di un film sui froci censura i baci (oppure magari nel film di baci non ce ne sono proprio).

Ecco invece due commedie italiane non a tematica gaia dove i baci ci sono, eccome.


La misoginia

Essere froci significa, prima ancora che ci piacciono i maschi come noi, che non ci piacciono le femmine.

Mattia il giovane protagonista del film quando la sua amica Stefania (roomate?) che (chissà perchè) dorme nello stesso letto con lui nota l'erezione mattutina e subito per ischerzo ci agita il bacino sopra, le dice, serio e per niente divertito, che anche se lui fosse etero ce lo avrebbe portato lei sull'altra sponda con la sua fiatella, capito?!

Dunque sull'altra sponda ci si va o ci si viene portati.

Un po' come dire che l'omosessualità non è una delle possibilità di default ma che solo l'eterosessualità lo è, all'omosessualità ci si arriva, ci si viene portati, magari per disgusto, magari perchè se una ragazza ha la fiatella mica le dico tesoro lavati i denti ma dico sono così disgustato (non già da questa donna ma da tutte le donne) che divento frocio.

Immaginiamoci la situazione al contrario. Il protagonista è il frocio che, vedendo l'erezione mattutina del suo amico gli si ...sbacina addosso proprio come Stefania ha fatto con lui e l'amico etero gli dice anche se  fossi gay mi ci avresti portato tu con la tua fiatella sull'altra sponda, capito?! 

Ditemi con sincerità. Funzionerebbe ugualmente come battuta?


Il coming out

Il problema centrale del film, almeno da come lo si desume dal trailer, è il fatto che Mattia non abbia fatto coming out in famiglia.
Si presume che con alcuni amici sì. Non ci è dato sapere dal trailer se Mattia studia e lì coming out l'ha fatto, o lavora, e se, lo stesso, lì coming out l'ha fatto o no.
Il problema è la famiglia. Sfera privata. L'unica che, ci dice il film, sembra contare.

Per carità la famiglia è importante ma se dirlo ai genitori diventa il problema mi fa sempre incazzare.

1) perchè miminizza tutti gli altri problemi del fare coming out (a lavoro, a scuola, con gli amici, per strada)

2) Perchè fanno del coming out un problema che non va spiegato. 

Oddio!!! Sono frocio (=cosa non proprio facile da gestire) come lo dico ai miei?


Non mi fraintendete conosco storie di amici, conoscenti miei ex studenti che hanno avuto problemi, anche gravi, con le rispettive famiglie, sono stati buttati fuori di casa, hanno dovuto interrompere gli studi, si sono dovuti sottrarre a cure forzate, perchè minorenni e omosessuali.

Ma da quel che si evince dal trailer è Mattia ad avere problemi a dirlo ai suoi perchè, in fondo, lui per primo pensa che non sta dando proprio loro una buona notizia.
Anche quando Stefania si incazza con lui per i suoi timori e resistenze a dirlo ai suoi non gli dice che essere gay è la cosa più bella che ci sia proprio come essere etero, che non deve vergognarsene (o qualcosa del genere) ma gli dice che forse sta esagerando manco avessi ammazzato qualcuno. 

 Cioè magari non è omicidio però è sempre qualcosa di negativo. 

 Capita l'antifona? 

Invece di denunciare la società, lo stato, il Vatic-ano (con tutta la merda che ne esce...) I FILM che educano e costringono allo stigma dal quale, forse Mattia coltiva tutte le sue paure i froci hanno difficoltà a dirlo a mammà perchè si sa, un figlio ricchione dà tanti dispiaceri...


Il travestitismo\le drag Queen\il camp (frainteso)

L'altro giorno leggevo sul blog Voglio sposare Tizano Ferro un post di Andrea Bordoni nel quale, commentando la pubblicità dell'ultimo Gay Village dice
pochi meriti ha il cartellone del GAY VILLAGE di quest’anno (...) perché, col suo calciatore in tacchi a spillo, per quelli che sono totalmente digiuni sull’argomento, questo cartellone fa confusione tra orientamento sessuale e identità di genere, alimentando la credenza che per essere gay devi per forza vestirti da donna o sentirti donna… (...)
Chissà se Andrea dirà lo stesso della scena di questo film, così come presentata nel trailer, dove Mattia  riceve consigli da una Drag.

Là  abbiamo un tacco a spillo su due polpacci maschili (che magari sono di corpo di donna, biologica o trans, visto che non ne vediamo il torso né il viso).

Qui invece abbiamo tanto di viso ipermaschile truccato come una maschera del teatro No per sembrare quel che nella mente distorta di un uomo frocio (e misogino) una donna appare e dispensare i suoi consigli di vita (che le corna sono come i tacchi a spillo perchè slanciano).

Chissà se Andrea per onestà intellettuale accuserà il film dello stesso effetto del manifesto (scordandosi che nel caso del manifesto c'è l'ironia forse a non confondere orientamento sessuale con identità di genere).

Oppure visto che questo film conferma una ideologia e lo status quo di certa (sotto)cultura gay, che a me sta stretta come un tanga extra small, ideologia che credo, Andrea, da altri suoi commenti e post, predilige e condivide, non troverà il trailer  divertente, ironico e leggiero.

Io trovo questa sotto sottocultura gay fatta di checche ipertricotiche, di ragazzine sculettanti agitate da una misoginia contraddittoria (come fai a odiare le donne se poi pretendi di comportarti come loro?), ragazzoni truccati come 20 Silvane Pampanini tutte insieme, stantia, vecchia, superata, demodè, e, anche, di una noia mortale.

Se sedici anni fa le drag e i travoni (termine offensivo e transfobico usato anche nell'ultima parodia di un video di madonna senza che nessuno abbia battuto ciglio) del film Come mi vuoi (Italia, 1996) di Carmine Amoroso avevano un senso politico, perchè contribuivano alla visibilità,  oggi, nel 2012 Tsunami, Alba Paillet nel trailer confermano solo quel comune sentire che ancora vuole i froci delle femmine mancate, delle checche invidiose delle donne che non sono e non potranno mai essere potendo aspirare a essere solo dei travoni di merda (felice insulto che si sente smepre più spesso).

Il provincialismo della sotto sotto cultura drag italiana è d'altronde perfettamente coerente al gap culturale, politico e civile di un paese di vecchi e di mignotte come dicono ormai tutti, anche a sinistra...

Perchè mai i gay dovrebbero essere migliori del resto degli italiani?

L'omofobia\il politically corretc


In un'altra scena vediamo il padre di Mattia chiedergli perchè non gli dice le cose come stanno, commentando, credi che non abbia capito? Mattia quasi commuovendosi perchè il padre lo sta sottraendo all'umiliazione di fare coming out   gli dice papà... In quel momento un motorino quasi li sfiora e l'uomo gli grida dietro a frocio!

Ecco qui non c'è nulla da ridere. E' un momento serio del trailer (del film) perchè mostra, anche se solo per un attimo, i motivi per cui Mattia è restio a dire ai suoi che è gay.
Non tanto o non solo perchè suo padre è omofobo ma perchè suo padre, COME TUTTI E TUTTE usa il termine frocio in maniera dispregiativa.
Al di là del fatto che suo figlio lo sia e lui non lo sa.

E qui si apre una grande questione che il trailer, grazie a questa sequenza, mette così bene in luce.

Perchè non si deve usare il termine frocio come offensivo?

Semplificando un po' per due ordini di motivi completamente diversi e, in fondo, incompatibili. 



a) Non dire a frocio per offendere qualcuno perchè potrebbe esserci vicino un

gay senza che tu lo sappia.
Quel che conta è la forma. Usare gay come offesa non è un problema di per sé lo diventa solo in presenza di qualche rappresentate della categoria che si sente offeso.


b) Non dire a frocio per offendere qualcuno perchè è un modo di pensare maschilista che non piace a nessun* e da fastidio a tutt* qualunque sia il suo orientamento sessuale

A frocio non offende solo i gay offende tutt* perchè coinvolge in un sistema di valori che rende patriarcali e fascist* proprio come chi lo ha pensato e detto.


Il maschilismo

Dopo aver visto Stefania sculettare sul pacco di Mattia senza che lui ne abbia alcun effetto la voce fuori campo di Mattia commenta: ecco ora molti di voi penseranno !chi c'ha il pane non ha i denti!...

Cioè daccela a noi Stefania che a noi ...la fiatella nun ce fa schifo.

Insomma dacce du' etti de gnugna, tre chili de fregna, quattro quintali de ciccia coi baffi che noi nun semo froci.

Non che il maschilismo non ci sia pure a sinistra, pardon, tra i froci.  Ma la donna oggetto anche nel film di lelle no, dai! Che trash!


Ecco.


Il resto solo dopo aver visto il film... Se mai lo vedrò...


p.s.

Esilarante la battuta Mamma (io) sono gay che la donna intende come mamma (loro) sono gay.

Ci rido ogni volta che la vedo!