martedì 21 agosto 2012

Gender Ducufilm fest 2012 al via la terza edizione

Giunta alla sua terza edizione questa creatura di Giona A. Nazzaro, pur non avendo trovato ancora una sua identità cinematografica certa oscillando tra istanze diverse del mondo lgbtqi e, per certi versi, immiscibili come l'identità di genere (se cioè mi percepisco e volgi che le altre persone mi percepiscano come maschio ovvero come femmina a prescindere dal mi sesso biologico di nascita) e l'orientamento sessuale (se cioè sono sessualmente e affettivamente attratto da persone del mio stesso sesso, dell'altro sesso o di entrambi) ritorna ospite gradito del Gay Village.

Eppure punto nodale, con pervicacia costanza di tutte e tre le edizioni del Gender Docufilm Fest  festival sono proprio
(...) le forme mutevoli dell'identità di genere. Ampliando i confini del transessualismo e dell'omosessualità, il festival vuole costruire una visione più aperta e malleabile dei nostri corpi e dei nostri ruoli sociali, mettendo in discussione la logica binaria del maschile/femminile.
Peccato che non sempre i film e i documentari proposti nelle due passate edizioni si siano sempre incentrati su questo aspetto ma abbiano affrontato in maniera più tradizionale il transessualismo o l'omosessualità (e nessuno dei film proposti nell'edizione 2011 parlava nemmeno alla lontana di omosessualità femminile o il transessualismo f to m...).

A scorrere l'elenco dei sette film in concorso c'è anche una storia di pedofilia che con l'orientamento sessuale e l'identità di genere c'entra come i cavoli a merenda...

Ma poco male, Roma non ha un festival ufficiale a tematica omosessuale, e quest'anno l'attesa terza edizione del Queering film fest non ha (ancora?) avuto luogo  e vedere dei film a tematica lgbtqi non è mai un male, anche quando il cirterio organizzatore-selettivo è poco chiaro a se stesso.

Questa terza edizione è caratterizzato dall'assenza di un vero e proprio manifesto del festival sostituito dal video promozionale, un'opera in grafica generativa (dove il software ha una certa autonomia creativa partendo da una discreta interazione con l'artista umano) di Giuseppe Randazzo sulla costruzione e trasmutazione dell'identità sessuale, mentale e fisica del soggetto, attraverso il confronto e a volte la collisione con la realtà esterna.



Sette i documentari e film presentati quest'anno in tre serate ricche di eventi (c eh anticipano l'inizio delle proiezioni e degli eventi addirittura alle 20.00

L'ingresso come al solito è libero, grazie al Gay Village che ospita la manifestazione.


Nella serata inaugurale del 23 agosto Julien Touati regista del film vincitore dell'edizione del festival del 2011 Kathakali, presenta in anteprima italiana il suo spettacolo Ovunque poggi la mia testa, un assolo di danza - si legge sul sito del festival dal quale prendiamo a piene mani- in cui oriente e occidente, arte e recitazione, corpo maschile e corpo femminile si fondono liberamente.

Se i risultati sono gli stessi del suo documentario, davvero timido secondo le istanze direttrici del festival, dove lo sguardo occidentale su un mondo alieno  non sapeva nemmeno restituire la curiosità etnocentrico di un occhio occidentale soffermandosi solo sulla superficie dei corpi maschili de danzatori la libera fusione rischia di confondersi con l'equivoco epistemologico di sempre che confonde identità di genere con intromettano sessuale (ricordate? Proprio quelli che il festival vuole ampliare verso un superamento della logica binaria tra maschile e femminile peccato che l'orrore dell'ipotesi terzo sessista sia in agguato dietro l'angolo dopo che il terzo movimento di liberazione delle persone omosessuali negli ultimi 40 anni abbia faticosamente fatto tonare nel coacervo di sciocchezze universali dal quale è venuto.

Ma chissà. Mai giudicare l'opera nuova in base a quella vecchia. Soprattutto se si tratta di danza e non di un documentario (sulla danza).

Per saperne di più su Kathakali rimando al mio post sulla passata edizione della festa.

Prima delle proiezioni della seconda serata Jonathan Skurnik terrà il seminario su Adolescenti e identità di genere.
Un seminario interessante, sulla carta, nel quale si discutono di stereotipi di genere (se sono maschio non posso indossare la gonna che è un vestito femminile) ma dove la conclusione ricorda l'errore nella scolastica medievale, fra i realisti quanti cioè credevano nell'esistenza concreta di cose dietro le parole umane quali bontà, il bene, la giustizia, proprio come esistono i cani le pietre e la pioggia dietro le parole umane che abbiamo scelto per designare questi oggetti\animali\fenomeni atmosferici.
Cioè invece di dire anche se  mi metto la gonna rimango maschio come prima questo signore americano dice che non sei più un maschio tradizionale ma che non sei nemmeno una femmina e che il tuo concetto di identità di genere è ondivago...

Secondo il mio modestissimo parere qualcosa di vago c'è nella mente di questi signori... Signore? Signuara? Signuori? Oh signur!


Gender Spectrum founder Stephanie Brill discusses gender with a group of 4th and 5th graders.



Una giuria ridotta a soli 3 membri (la crisi si fa sentire dappertutto) (JULIEN TOUATI,CECILIA ERMINI, ALESSANDRO RAIS) giudicherà i sette film proposti. E, come per le scorse edizioni ci sarà anche un premio del pubblico.

Ecco il programma delle tre serate:

GIOVEDI 23 AGOSTO
20:30 • LE CARPE [Les carpes remontent les fleuves avec courage et persévérance] Trailer
di Florence Mary, Francia 2011, 60 mins.
La lotta di due donne per costruire una famiglia.

21:30 • SONO ANNEKE E BASTA [I'm just Anneke] Trailer
di Jonathan Skurnik, USA 2011, 12 mins
Adolescenti alle prese con questioni di genere.

22:00 • TRANSIZIONE SPIRALIFORME [Spiral transition]
di Ewan Duarte, USA 2010, 6 mins
Confronto familiare in vista della transizione.
22:30 • OVUNQUE POGGI LA MIA TESTA [N'importe où je repose ma tête] di Julien Touati Presentazione
Assolo di danza su testi di Charles Bukowski, Edouard Limonov e Allen Ginsberg.

VENERDI 24 AGOSTO

20:00 • ADOLESCENTI E IDENTITA' DI GENERE
Seminario di Jonathan Skurnik
Il tema ancora poco conosciuto degli adolescenti con identità di genere non conforme e le storie delle loro famiglie.
20:30 • GLI UOMINI INVISIBILI [The invisible men]
di Yariv Mozer, Israele 2012, 67 mins.Trailer
La dura vita dei gay palestinesi profughi in Israele.
21:45 • TRA UOMINI: FROCI NELLA DDR [Unter Männern: Schwul in der DDR]Trailer
di Ringo Rösener, Markus Stein, Germania 2012, 90 mins.
Omosessualità nella Germania dell'Est.

SABATO 25 AGOSTO
20:30 • AVANA MUTA [Habana muda] Trailer
di Eric Brach, Francia/Cuba 2011, 67 mins.
Un amour fou tra prostituzione e mutismo.
21:45 • OUTING [Das outing] Trailer
di Sebastian Meise, Thomas Reider, Austria 2012, 60 mins.
Confessarsi pedofili e aprire una voragine.
Come ogni anno sarò il vostro inviato  e vi racconterò tutto quello che c'è da raccontare...

A proposito della presentazione della nuova collana di e-book lesbici ql2 diretta da Sarah Sajetti.

Non posso che gioire nel leggere sul Fatto quotidiano la nascita di una nuova collana di libri a tematica lesbica perchè una collana del genere mancava.
Se la playground sta facendo del suo meglio nel costruire un immaginario collettivo adolescenziale gay una tale ricostruzione dell'immaginario adolescenziale, e non, lesbico mancava.

La collana si chiama QL2, acronimo quelle due, termine col quale si allude allo stigma nei confronti delle donne lesbiche e che fu anche titolo italiano di un film drammatico di William Wyler The Children's Hour (Usa, 1961) tratto dall'omonima pièce teatrale di Lillian Hellman scritta addirittura nel 1934 nella quale si attaccava il perbenismo borghese mostrando come reagiva dinanzi un pettegolezzo sull'omosessualità femminile.

Direttrice della collana Sarah Sajetti, scrittrice, - come si legge sull'articolo del Fatto - attivista per i diritti degli omosessuali (sempre al maschile anche quando si parla di lesbiche...), redattrice e poi direttrice editoriale della rivista lgbtq Babilonia.
Pubblica la Robin Edizioni di Claudio Maria Messina.
Nell'articolo del Fatto si leggono alcune dichiarazioni di Sajetti che sono al illuminanti.
L’omosessualità non riguarda solo la sfera sessuale, ma le relazioni in generale, lo sguardo sul mondo. È necessario mettere in circolazione idee e stati d’animo delle donne lesbiche raccontando dal loro punto di vista su viaggi, lavoro, sport, insomma su qualsiasi aspetto della vita.
Una collana che è alla ricerca di esordienti, di nuove scrittrici e di testi inediti da pubblicare. Sul sito Lista Lesbica Italiana  che riporta stralci di una intervista di Sarah al programma radio Beate lesbiche di Radio Onda d'Urto si legge
Le autrici avranno un regolare contratto di edizione elettronica e a loro non saranno richieste spese di pubblicazione. Le proposte editoriali potranno essere inviate in formato word all’indirizzo email: QL2@robinedizioni.it.
Un progetto importante che può essere occasione di sbocco professionale per molte scrittrici.
Una collana con un taglio editoriale interessante. Nella stessa intervista si legge
Cerchiamo scritti che veicolino una visione più ampia della letteratura lesbica; spesso il passato e il presente continuano a darci racconti che ruotano quasi esclusivamente attorno a storie d’amore, che sono un po’ limitanti rispetto al modo in cui l’omosessualità si può esprimere. Cerchiamo libri che raccontino anche qualcos’altro, libri di fantascienza, gialli, d’avventura, di fantascienza o fantapolitica, etc. Libri dove c’è l’amore, ma questo non deve essere il solo tema attorno cui si sviluppa l’intera trama.
Insomma dove la letteratura lesbica finalmente si ampli e contamini di sé tutta la letteratura.

Nell'articolo del Fatto Sara spiega come
QL2 ha l’ambizione di fornire strumenti utili alla formazione libera e serena della propria identità, creando per le omosessuali uno spazio di legittimazione. Perché autorizzare se stesse a vivere la propria identità è una condizione propedeutica alla lotta per i diritti. Ho la speranza che i libri possano agire positivamente sulla società, anche perché si rivolgono a tutti i lettori
Peccato per quel lettori, maschilista, eppure l'articolo, che palra di omosessualità al femminile,  è scritto da una donna, ma questo non le impedisce di usare sempre il maschile, anche nel sommario, quando annuncia le prime uscite a settembre con autori inediti.
Autori
!?
Ma non si trattava di scrittrici lesbiche??? ...


La scelta di uscire in ebook oltre all'evidente motivo economico ha anche un'altra ragione si legge sempre nello stralcio dell'intervista
La collana sarà esclusivamente in formato digitale permettendo in tal modo di reperire con la massima facilità libri introvabili nelle librerie e agevolando la fruizione di testi lesbici alle lettrici che per varie situazioni e contesti non gradiscono l’acquisto dagli scaffali.
Questo concetto un po' ambiguo emerge in tutta la sua sprovvedutezza e miopia politica nell'articolo del Fatto Quotidiano  dove si legge
La scelta di uscire in ebook, spiega, ha una duplice ragione. La più scontata è quella economica, ma la più importante, a suo parere, è la garanzia di riservatezza: le donne lesbiche soffrono ancora di scarsa visibilità e subiscono la riprovazione sociale più degli uomini gay, “perché pagano il peso di essere sia donne sia omosessuali. Ma la timidezza e i timori che si possono avere comprando in libreria un’opera a tematica omosessuale scompaiono se l’acquisto è anonimo”.
Timidezza e timori. Sembra quasi il titolo di un romanzo di Amélie Nothomb.

Invece  è il pavido orizzonte entro cui Sara e la sua collana sembrano muoversi.



Lo spazio di legittimazione, l'autorizzazione a vivere la propria identità sono buttate nel cesso quando Sarah, per giustificare l'edizione in e-book e non in volume della collana, parla di garanzia di riservatezza, manco si trattasse di pornografia!

Insinuando quasi che, comprando un libro a tematica omosessuale, ci si attiri indosso un po' di quello stigma che quella collana vuole combattere...
Facendolo in anonimato mi sottraggo allo stigma, senza rendersi conto che, riconoscendo il ...diritto alla vergogna., lo stigma viene diffuso e non combattuto.

Una uscita davvero infelice.

Ammesso e non concesso che comperare un libro a tematica (manco fosse porno) comprometta la riservatezza (di che?) invece di combattere questo riserbo invitando a non vergognarsi (sic!) a comperare libri di lesbiche si enfatizza il fatto che grazie al formato digitale si possa mantenere tutto nell'anonimato.

Come se comperare un libro lesbico in libreria ti marchi di un alone viola che ti espone al pubblico ludibrio.

E' proprio vero che la prima forma di omofobia da combattere è smepre quella interiorizzata.


Ora siccome un libro pubblicato solamente in digitale non ha lo stesso spessore e la stessa importanza editoriale di un libro cartaceo pubblicato anche in digitale, spero che questa uscita davvero infelice sia un lapsus per mascherare la pochezza (editoriale) di una collana di libri lesbici pubblicati solamente in digitale.

Se fosse altrimenti questa collana nascerebbe davvero sotto una cattiva stella.


Purtroppo la stessa giustificazione lesbofoba la si trova anche sul sito della collana dove si legge

Il digitale permetterà di reperire con la massima facilità libri che spesso le librerie considerano poco vendibili o che, essendo considerati ancora un tabù, molte lettrici omosessuali preferiscono non acquistare.
Dove, tra l'altro, l'aggettivo omosessuali attribuito a lettrici non si sa bene quale categoria debba individuare se cioè lettrici dall'orientamento sessuale lesbico o lettrici di libri a tematica omosessuale, con buona pace delle donne, lesbiche, bisessuali o etero, che non si vergognano di comperare dei libri e basta e se ne infischiano del tabù molto più della casa editrice di una collana lesbica che tradisce una certa vocazione mercantile punto di vista dal quale lo stigma è sempre bene che rimanga, altrimenti la collana non avrebbe più motivo di essere...