mercoledì 22 agosto 2012

Ma il compito di un(a) giornalista è quello di informare o di limitarsi a riportare le dichiarazioni di chicchessia facendo da tam tam al potere da qualunque parte questo provenga? Su un pessimo articolo di Giulia Foschi su Repubblica.

E mentre tutti ancora parlano delle ecolalie dei giovani ciellini del Vatic-ano che anche Famiglia Cristiana accusa di essere omologati al potere, Giulia Foschi, che è stata la prima a riportare le dichiarazioni dei ragazzini di Don Giussani, non contenta, riporta in un altro articolo, le dichiarazioni, mendaci e ideologiche di Maurizio Lupi, vice presidente della camera, in area pdl.

nel suo articolo Foschi si limita a riportare le dichiarazioni di Lupi, senza informare né correggere le evidenti  interpretazioni discutibili di leggi e comportamenti sociali.

Partiamo dal titolo dell'articolo


Il ciellino Lupi apre ai diritti gay
"La dignità umana va tutelata"
Diritti gay, come se se fossero cosa diversa dai diritti umani.
Pensate se Foschi avesse scritto diritti ebrei, o diritti di colore. La definizione stessa sarebbe razzista. Per questa giornalista e donna, le persone omosessuali devono godere dei diritti ad hoc non in quanto appartenenti allo stesso consesso umano dei non gay  ma proprio per una caratteristica che li distingue e li rende necessari di diritti appositi.

Il contrario di quanto chiede il movimento (tranne Imma Battaglia, Guido Allegrezza e tutti quelli e quelle della campagna una volta per tutti) che non vuole una civil partnership solo per coppie omosessuali a chiede l'estensione del matrimonio (l'unico esistente) anche per le coppie dello stesso sesso.

Certo, messa così chi si direbbe contrario ai diritti gay? Peccato che questi diritti la Costituzione già li riconosce perchè prima di essere gay le persone omosessuali sono uomini e donne come tutti gli altri (tutte le altre).

Nel sommario si legge 
Il vicepresidente della Camera vuole il dialogo, a differenza del popolo riunito al Meeting di Rimini: "Se c'è un problema di accesso ai diritti va affrontato. Ma sono contrario al matrimonio"
Che, in retorica, è una simulazionerealizzata tramite affermazioni o esortazioni non sincere, attraverso le quali l’oratore finge di condividere le tesi della parte avversa (fonte Stefano Arduini & Matteo Damiani Dizionario di retorica LabCom Books 2010.

Adesso, Giulia Foschi se ne sarà resa conto?

L'articolo si apre con questa frase:

No al matrimonio gay, sì ai diritti civili per il pieno riconoscimento della dignità della persona.
Che è come scrivere No al matrimonio razziale sì ai diritti civili per il pieno riconoscimento della dignità delle persone di colore.

Una ipocrita contraddizione.
La posizione del ciellino Maurizio Lupi (Pdl) sulle unioni omosessuali
termine generico del cazzo che non significa nulla visto che in Italia non ci sono leggi che riguardano le unioni civili (pacs) a meno che con questa parola non si voglia distinguere ancora di più il matrimonio esteso anche alle coppie dello stesso sesso.
è decisa, ma nettamente più propensa al dialogo rispetto ad alcune dichiarazioni del popolo Cl, che sul tema non ha concesso spiragli di apertura, dimostrando una netta avversione.
Una tendenza ad accettare la discriminazione in nome di qualsiasi blanda concessione che Giulia Foschi ha in comune con molti esponenti del movimento lgbtqi, Imma Battaglia e Guido Allegrezza in testa. Quindi non possiamo infierire su di lei più di qunato non facciamo già su Imma e Guido (che è un amico...).


“E’ necessario distinguere tra matrimonio, quale legame esclusivo tra uomo e donna così come espresso dalla Costituzione, e diritti civili”,
Peccato che la Consulta non abia mai detto che il matrimonio è  un legame esclusivo tra uomo e donna.

Interrogata sulla possibilità ermeneutica (interpretativa)  di dedurre direttamente dagli articoli 3 e 27 della Costituzione l'estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso la corte Costituzionale non ha potuto che rispondere che:

ribadendo anche che.

Lupi, nell'articolo di Foschi, continua

“Sono assolutamente contrario al matrimonio gay, ma allo stesso tempo se c’è un problema di accesso ai diritti, questo deve essere affrontato”. (...) Tuttavia, nonostante secondo Lupi il problema dei matrimoni gay non sia così diffuso, “come dimostrano le scarse richieste pervenute ai registri delle unioni civili promossi da alcuni comuni”, se ci sono carenze nel campo dei diritti allora la questione deve essere approfondita, “perché la dignità umana viene prima di tutto, e
deve sempre essere tutelata”.
 Adesso Lupi mi deve spiegare come la dignitò umana possa essere tutelata se non si riconosce alla coppia omosessuale (=dello stesso sesso) la dignità di famiglia.

Non solo Lupi discrimina ma prende anche in giro pretendendo di non starlo facendo. Complice una silente e ignara autrice dell'articolo, che non si perita di commentare, di informare i suoi lettori, le sue lettrici, che quello che dice Lupi è un suo punto di vista e non l'unico né tanto meno la verità. Manca il contraddittorio che in un articolo di informazione ci dovrebbe sempre essere.

A maggior ragione non viene nemmeno smontato il falso ideologico di derivare dallo scarso utilizzo delle unioni civili promossi da alcuni comuni (che riguardano tutte le coppie di fatto e non solo quelle dello stesso sesso) come segno evidente che alle persone omosessuali il matrimonio non interessa.

I registri delle unioni civili hanno validità amministrativa comunale solo per accedere ad alcuni benefici finora riconosciuti solo alle coppie sposate e non hanno alcuna dimensione legale nazionale. Quindi stanno al matrimonio come la prima vista del fidanzato (fidanzata) a casa dei genitori del partner... (della partner). Non per questo la coppia è sposata.

Di nuovo Foschi tace, per ignoranza, per insipienza, per complicità. Non lo sapremo mai finché tace.
“L’importante è farlo senza pregiudizi e scontri ideologici”,
di nuovo Lupi ci prende in giro (e con lui anche Foschi che riporta le sue parole).
Lupi fa il suo mestiere di uomo di destra, discriminatorio, irrispettoso dei diritti e che crede di poter prendere belluinamente in giro il suo elettorato.

Foschi non si perita nemmeno di ricordare che Lupi   è tra i firmatari del documento del Pdl Diritti dei componenti della coppia di fatto nel  quale si legge, tra l'altro,

Una visione liberale della società concepisce uno Stato che entri il meno possibile nella vita delle persone: che, dunque, non invada con la sua potestà regolatoria la sfera dei liberi legami affettivi, ma si limiti a disciplinare e a dare forma giuridica alle unioni che rivestono una funzione sociale e in quanto tali accanto al godimento di diritti contemplino l'adempimento di doveri e l'assunzione di responsabilità. E' questo il caso della famiglia disegnata dalla Costituzione come "società naturale fondata sul matrimonio" (ricordiamo che l'aggettivo "naturale" fu suggerito da Palmiro Togliatti), potenzialmente aperta alla procreazione e in quanto tale deputata a garantire la continuità generazionale sulla quale si fonda qualunque comunità umana. *
Alla faccia della dignità umana per le persone omosessuali!

se Lupi fa il suo mestiere, e lo fa talmente bene da riuscire a discriminare  le persone omosessuali  riuscendo ad affermare il contrario Giulia Foschi il suo mestiere, che è quello di infromare, non lo sa invece proprio fare. Per lei vanno benissimo le parole di Famiglia Cristiana contro Comunione e Liberazione:

C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto. Ma solo perché chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e liberazione. Non ci sembra garanzia di senso critico, ma di omologazione. Quell’omologazione da cui dovrebbe rifuggere ogni giovane. E che rischia di trasformare il Meeting di Rimini in una vetrina: attraente, ma pur sempre autoreferenziale.
Giulia Foschi in questo suo articolo si limita a fare da cassa di risonanza delle idee (sic!) discriminatorie di Maurizio Lupi e parla di apertura ai diritti gay. Certo rispetto Hitler che i gay li metteva nei campi di concentramento Mussolini che si limitava a mandarli al confino certo faceva meno danno, ma da qui a dire che Mussolini apriva ai diritti gay...
Foschi si prostra dinanzi uno dei tanti uomini di potere al quale si limita a dare voce acriticamente,  nella stessa omologazione al potere che, fatta da un organo di stampa, è ancora più insidiosa per ogni  democrazia, soprattutto quella malata del nostro paese.

E pensare che c'è chi continua a comperare questo giornale tra i pià nefasti, infelici, analfabeti del nostro paese.

Repubblica dovrebbe chiudere per lasciare spazio a un quotidiano che possa davvero portare questo nome senza infangarne il prestigio.



* A proposito dei diritti delle coppie di fatto etero(=coppie di sesso diverso) nello stesso documento si legge:
anche se formalmente sotto questa dicitura vengono ricomprese tanto le coppie formate da persone dello stesso sesso quanto le unioni fra persone di sesso diverso, nella sostanza le proposte sulle unioni civili sono finalizzate a riconoscere in forma giuridicamente rilevante le coppie omosessuali. La convivenza eterosessuale, infatti, nel nostro Paese molto spesso precede semplicemente il matrimonio, oppure è il risultato di una scelta ben precisa da parte di coppie che non intendono ufficializzare il proprio legame né assumere doveri sanciti per legge. Tanto è vero che non esistono associazioni di coppie eterosessuali conviventi che invocano una legge ad hoc per disciplinare il loro status (al contrario di quanto accadeva per il divorzio), mentre è cronaca quotidiana la richiesta avanzata in questo senso dalle associazioni gay.
Diritti dei componenti della coppia di fatto



Le ecolalie di Comunione e liberazione sul matrimonio tra persone dello stesso sesso.


Sempre più convinto che non bisogna riportare ogni esternazione omofoba di ogni organizzazione omofoba perchè così si finisce per dare corpo e spessore alle ecolalie della  peggior specie, anche perchè i giornali che riportano queste esternazioni cavalcano l'onda dell'omofobia per vendere qualche copia in più, o incrementare il numero di visite sui loro siti, visto che nessuna legge impedisce a Comunione e Liberazione non già di esprimere le proprie opinioni (anche se ci vuol coraggio a chiamarle così) ma a contribuire, nell'esprimerle, allo stigma discriminatorio contro le persone omosessuali, che almeno questa merda (che viene dal Vatic-ano da dove, come da ogni altro buco del culo, escono solo escrementi e flatulenze) sia occasione per un esercizio di ragionamento, per vedere insomma l'ideologia che si cela dietro i vari commenti registrati con eccesso di zelo dalla giornalista di Repubblica la quale, bontà sua, chissà che opera di assemblaggio significante avrà fatto nell'organizzare le opinioni (sic!)  che ha registrato.

Come al solito mi piacerebbe avere la fonte perchè non mi fido di nessun(a) giornalista.

Certo se al posto dei matrimoni tra gay (con una odiosa, razzista e omofobica espressione che ormai pervade la nostra stampa come segno evidente di un cancro del pregiudizio che accomuna tutti, dal Giornale a manifesto al fatto quotidiano) si fosse detto matrimonio tra razze diverse quelli di Comunione e Liberazione sarebbero già stati sciolti (nell'acido?) grazie alla legge Mancino.

Questo alla faccia di chi dice che una legge contro l'omofobia non serve...

Dunque nel suo ameno articolo su repubblica dal titolo Unioni gay, barricate Cl
"Un male per l'umanità",
articolo alternato a due link uno al video Protesta sexy al Meeting: "Fate l'amore, non lo spread" e uno a un articolo su Grillini  "Non fomentare odio contro gli omosessuali" Giulia Foschi riporta le affermazioni dei  militanti Cl che accettano una sola versione del matrimonio quale unione tra uomo e donna, funzionale alla procreazione. 

E già qui c'è una prima ambiguità semantica: matrimonio gay, cioè tra persone dello stesso sesso o unioni gay (unioni civili, pacs, NON matrimonio)?

Per Cl entrambi visto che di riconoscere alle coppie dello stesso sesso la dignità  di famiglia proprio non ci pensano (come del resto non ci pensa il PD che nel suo documento parla di diritti dei singoli, insomma niente Pacs al limite dei risicati Dico).

Nell'articolo si spiega come per i giovani di cl  il matrimonio tra persone dello stesso sesso (Foschi parla di matrimoni gay) sia
“Un male per l’umanità”
“un rischio per l’avanzamento della specie”
“un’assurdità”
 “Se in futuro ci fossero metà famiglie tradizionali e metà gay, cosa succederebbe? Forse uno scisma, non si sa. Non si può andare contro natura”
“Una coppia etero dà dei figli allo Stato. Una coppia gay cosa dà? Vogliono dei diritti, ma in cambio cosa portano alla società?”

 “Abbiamo diversi amici gay - aggiunge una ragazza - ma nessuno di loro vorrebbe sposarsi, perché le unioni gay non durano.
Il matrimonio è una cosa diversa, si basa su ideali estranei a quelli di una coppia di omosessuali”.

“E’ vero - prosegue un altro della compagnia - non c’è una reale richiesta di questi diritti, io sento provenire queste voci solo da quelli che vanno al Gay Pride con le minigonne, i boa o travestiti da preti e suore”.

 “Il diritto al matrimonio gay è come il diritto a girare nudo. Si può benissimo ovviare”.

“Con le coppie gay la vita muore, non avremmo più bambini”.

“Dal matrimonio alla richiesta di adozione il passo è breve" 

“Qui dentro mai nessuno dirà di essere d’accordo con le unioni gay!”
Non solo no al matrimonio dunque ma nemmeno riconoscimento delle unioni gay, come avrebbe fatto, secondo alcuni militanti del movimento lgbtqi, Imma Battaglia e Guido Allegrezza in testa,  Pierferdinando Casini quando ha detto che
"Stabilire garanzie giuridiche per una coppia di conviventi anche dello stesso sesso è un fatto di civiltà ma i matrimoni tra gay sono una idea profondamente incivile, una violenza della natura e sulla natura". Non solo. Stesso giudizio anche per le adozioni gay".
A Casini infatti i ciellini mandano a dire che 

Casini che approva le unioni civili? Una provocazione”, “un cattolico senza Chiesa” (...)  “Deve aver fiutato i voti, e a me i giochi politici non interessano”, spiega un volontario.

Più passa il tempo e più noto, da parte dei miei amici e delle mie amiche etero, una sottile e strisciante resistenza all'estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso.
O sono perplesse nei confronti delle adozioni (come se le persone omosessuali fossero sterili e non potessero fare figli o averne fatti in precedenza da altri legami)...

o accusano noi (à la Bindi, con un modo di interloquire discriminatorio, noi, i normali, voi i diversi) di volerci incaponire sul matrimonio per gay (come fosse un altro Istituto e non lo stesso, esteso) invece di cercare altre vie, come le unioni di fatto ché anche quelle sono famiglia...

vuoi vedere che noi che siamo discriminati, esclusi dal matrimonio, siamo in realtà i veri discriminatori perchè richiedendo l'estensione del matrimonio pensiamo solo a noi e non ci preoccupiamo anche delle coppie di fatto - etero e gay - che, poverine, non hanno diritto alcuno...?

Una resistenza di chi pur non volendolo ammettere quel che CL dice platealmente in fondo la pensa allo stesso modo.

Intanto si confonde il motivo per cui si chiede l'estensione che, non mi stancherò mai di ribadirlo, non è solamente né tanto accedere a dei diritti e a dei doveri, ma perchè anche le coppie formate da due persone dello stesso sesso abbiano la stessa dignità di famiglia che non le viene invece riconosciuta. Riconoscimento, è vero, che manca a tutte le coppie di fatto, ma mentre le coppie di fatto etero (=di sesso differente) volendolo, possono sposarsi, le coppie omosessuali (=dello stesso sesso) NO.

E' facile discettare sulle forme alternative al matrimonio quando il divieto di sposarsi non ci colpisce direttamente, c'è un modo di dire, maschilista e vagamente omofobico, che però rende bene l'idea fare i froci col culo degli altri...


Non c'è incompatibilità tra le due richieste. Non c'è nemmeno conflitto. Chi dice che chi chiede l'estensione ignora i diritti delle coppie di fatto non è intellettualmente onesto (onesta)

Certo è che che chi pur potendolo fare non si vuole sposare perchè ideologicamente contrario al matrimonio non si capisce a che titolo chieda allo stato un riconoscimento del suo volontario status di coppia di fatto.

Fermo restando il diritto a sposarsi di chi non lo fa perchè impedit* dalla separazione da un matrimonio precedente che non è ancora possibile convertire in divorzio  o da motivi economici (perchè divorziare costa, o perchè sposarsi costa lo stesso) o per motivi contingenti (si teme in un nuovo fallimento e si tentenna a riaffrontare il matrimonio) che non sono ragioni contro il matrimonio, chi vede nel matrimonio una istituzione superata, o da combattere, si mette nella posizione ambigua di dire no al matrimonio ma di chiedere lo stesso garanzie legali.


Il matrimonio è l'unico istituto che riconosce socialmente che una coppia sia famiglia.
Con buona pace di chi non ne vuole usufruire e vuole accedere a una unione civile che darà solo alcuni dei diritti del matrimonio e ne riconoscerà lo status di famiglia solo parzialmente, altrimenti non si capisce in cosa si distingue dal matrimonio, e perchè non accedere (chi può) direttamente a quello  invece di chiedere un istituto sostitutivo.

L'unione civile, il riconoscimento delle coppie di fatto, richiesta e diritto sacrosanto, non si sostituisce al matrimonio né lo amplia né vi si affianca tant'è che i pacs possono farli anche persone che non sono legate da un vincolo sessuale ma affettivo e di solidarietà amicale.

Se davvero si è contrari al matrimonio e lo si vuole sostituire con un altro istittuo vanno visti allora i difetti del matrimonio e tolti quelli mantenendo però tutti i privilegi e lo status sociale che il matrimonio dà.

A meno che quello che si vuole mettere in discussione non è il matrimonio ma la famiglia che, come dice la nostra Costituzione, su di esso è fondata.

Ora mentre alcune caratteristiche della famiglia che si tentavano di eliminare (superare?) sono rimaste per ineluttabilità (la monogamia) perchè le esperienze  concrete alternative alla famiglia (coppia aperta, comune) sperimentate negli anni 60 e 70 del secolo scorso sono fallite dinanzi le questioni più pratiche, negli ultimi 40 anni la famiglia italiana si è sensibilmente modificata.
Divorzio, nuovo stato di famiglia, aborto, diritti delle donne, diritti dei figli la famiglia di oggi è ben diversa da quella della Repubblica italiana degli anni 50.

E a questo cambiamento hanno contribuito anche le persone omosessuali che (Mario Mieli docet) dopo aver avversato la famiglia (non il matrimonio ma la famiglia) come istituto eterosessista e patriarcale (e negli anni settanta lo era ancora) l'hanno fatta propria aprendola, modificandola, estendendola, di fatto, all'omogenitorialità.

Per cui oggi è più ancorato al passato, a forme vecchie del pensiero, chi non crede nel matrimonio ma vuole altre forme giuridiche di riconoscimento della famiglia (quali? con quali caratteristiche? Con quali differenze rispetto l'attuale matrimonio?) rispetto chi ne richiede l'estensione anche alle persone dello stesso sesso.
Il matrimonio gay è l'ultimo (?) tassello di tutta una serie di correzioni giuridiche ed etiche che hanno visto il matrimonio di appena 40 anni fa   subire sostanziali modifiche.

Con buona pace di questi ragazzini di cl (scusate il paternalismo patriarcale) che ripetono male le sciocchezze che hanno sentito dire dagli adulti che frequentano.

La vera rivoluzione oggi, nel 2012, in Italia, non sta nel cercare altrove nuove forme di riconoscimento legale della coppia omosessuale come famiglia ma nel richiedere l'unica ineluttabile possibilità l'estensione dello stesso matrimonio.

Ogni altra richiesta non ha nulla a che vedere col matrimonio e chi la fa (anche Imma Battaglia e Guido Allegrezza) ci sta chiedendo di acconterarci.