mercoledì 24 ottobre 2012

Il manifesto rischia di chiudere. E CHE CHIUDA! Su un pessimo omofobico articolo a firma di Alessandra Potenza

Non è la prima volta che manifesto usa l'espressione matrimonio tra gay per indicare il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Una distinzione che a qualcuno parrà sottile e invece è sostanziale.

Non ci si sposa tra gay, non è l'ìorientamento sessuale a dirimere la questione, sia perchè esiste la bisessualità, sia perchè una lesbica e un gay si possono sposare...
E' il matrimonio tra persone dello stesso sesso a non essere permesso. E chi inferisce l'omosessualità come unico orientamento sessuale possibile della coppia dal loro essere dello stesso sesso discrimina e giudica.

Vuol dire imporre a una persona che ha amato qualcuno dell'altro sesso al punto tale da farci dei figli di cancellare quel passato etero e abbracciate l'omosessualità tout court. Vuol dire imporre una scelta: o sei etero o sei gay tertium non datur. Vuol dire separare le persone  in base alla presunta incompatibilità tra orientamenti sessuali diversi.

Ora finché matrimonio tra gay con tutto il suo portato discriminatorio lo scrive Il Giornale o Libero non mi meraviglio. Ma se lo scrive il manifesto mi arrabbio e nemmeno poco.

Nel caso specifico matrimonio tra gay è contenuto nell'occhiello che non è di pertinenza di chi firma l'articolo ma la sprovveduta giornalista cade in altri orrori semantici senza avere scusante alcuna perchè nel riportare le dichiarazioni del presidente Obama ha degli esempi di giusto lessico che lei non segue, corrompendolo con un uso approssimativo della lingua italiana che sarebbe ridicolo se non fosse estremamente discriminatorio e omofobico.

Nel riportare la decisione della corte Corte Federale d'Appello dello stato di New York che ha dichiarato incostituzionale il cosiddetto Defense of Marriage Act (legge a difesa del matrimonio) o Doma, cioè la legge federale che riconosce come matrimonio legittimo solo quello tra uomo e donna Alessandra Potenza arriva a scrivere:
 
Nel 2009, dopo la morte della moglie Thea Clara Spyer, Edith Windsor ha ereditato la sua casa. Ma si è ritrovata a dover pagare 363.000 dollari di tasse sulla proprietà, come fosse una sconosciuta, il che non sarebbe successo se Windsor avesse perso un marito invece di una moglie dello stesso sesso.
Moglie dello stesso sesso? Ma di che parla questa? La moglie è una donna sia che sia sposata a un'altra moglie sia che sia sposata a un marito...

Così mentre Obama, come riporta Potenza stessa, dice:
«Quando penso ai membri del mio staff che sono incredibilmente devoti a relazioni monogame, dello stesso sesso; che stanno tirando su figli insieme ... a un certo punto ho concluso che, personalmente, sia importante per me andare avanti e affermare la mia convinzione che le coppie dello stesso sesso devono avere la possibilità di sposarsi».
Potenza scrive 
Quello dei matrimoni gay è un tema delicato in vista delle imminenti elezioni. Nonostante il 90 percento degli americani si dica favorevole a un trattamento paritario dei gay sul posto di lavoro, solamente il 50 percento è a favore dei matrimoni omosessuali. 
Mai una volta che usi la forma meno discriminatoria possibile cioè matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il matrimonio è gay od omosessuale.
Noto en passant per non infierire troppo che nel riportare in italiano le parole inglesi della Corte o di altri intervenuti Potenza non si preoccupa di correggere l'uso sessista della lingua italiana e così laddove in inglese si dice homosexual people che ha valenza neutra e dunue vale sia aper il maschile che per il femminile Potenza scrive
gli omosessuali hanno sofferto una storia di discriminazioni

Gli, al maschile, che vale anche per il femminile, con buona pace di Alma Sabatini...

Insomma se si arriva a scrivere dei pezzi così sciatti, sessisti, maschilisti e discriminatori forse se il manifesto chiede non è poi un male.

Così Alessandra Potenza va a spasso e non ci ammorba più col suo lessico irricevibile.


Le parole per dirlo: sul pregiudizio insito in alcune definizioni usate per riferirsi al popolo arcobaleno

Leggo il titolo di un seminario:
Orientarsi nella diversità: strumenti per dissipare l'omofobia.
Il seminario è in programma venerdì 26 ottobre, a Capraia Fiorentina, nei locali della ex Fornace Pasquinucci.
L'iniziativa sostenuta dall'associazione Pasquinucci, che ha lo scopo di promuovere ogni tipo di iniziativa tesa alla diffusione della cultura in ogni campo di espressione, in collaborazione con l’ass. Coltiviamo la cultura in genere, Ireos Centro Servizi Comunità Queer Firenze, ass. Viviteatro e ARCI serv. Civile Pontedera, col quale si propone di
affrontare la discriminazione all’interno di una società multiculturale partendo dal presupposto che essa, sia che si focalizzi sull’orientamento sessuale, sull’identità etnica o culturale, sulla disabilità, ha alla base la paura per l’altro e, soprattutto nei più giovani, la volontà di affermare la propria identità per contrasto con chi è ritenuto diverso. 
Trago queste note dal sito gonews perchè né il sito dell'associazione Pasquinucci né il sito di Ireos spendono parole per l'iniziativa.

Trovo questo modo di presentare la questione antico, reazionario e profondamente omofobico.

Non solo perchè la parola diverso è una parola negativa nel lessico italiano
Che si presenta con un'identità, una natura nettamente distinta rispetto ad altre persone o cose (Sabatini Coletti online)
e, nello specifico, è un eufemismo per omosessuale. eufemismo come se la parola omosessuale sia considerata offensiva o troppo forte

Persona differente dalla maggioranza, spec. handicappato o, eufem., omosessuale (Sabatini Coletti online)
ma proprio per l'etica che c'è dietro questo uso definitorio.

Capisco che l'intento politico è quello di valorizzare la diversità. Che però non è mai tale ma differenza.

La vera multiculturalità infatti non vuol dire stare tutti insieme ognuno con la propria diversità, ma vuol dire riconoscere in ogni diversità la radice di una comune differenza.

Se una persona omosessuale è una persona diversa è per definizione lessicale una persona con un'identità, una natura nettamente distinta. Così si tollera l'omosessualità ma la si tiene ben distinta dall'eterosessualità che rimane la norma. Io invece auspico un mondo in cui omo ed eterosessualità siano percepite come due alternative di pari dignità in una concezione bisessuale dell'affettività dove non c'è contraddizione ad amare un uomo o una donna o anche ad andarci semplicemente a letto.

Proprio perchè a differenza dell'handicap che distingue dalla funzionalità standard e va dunque riconosciuta nella sua differenza, una persona paraplegica non è come una persona che cammina da quel punto di vista è davvero diversa e va riconosciuta per quel che è, naturalmente senza stilare graduatorie, l'orientamento sessuale non distingue, non individua una differenza oggettiva può essere un handicap fisico, è solo una normale variante, come ha già detto l'OMS, della sessualità e dell'affettività umane e donnane.

Mi domando con quali risultati si può approntare un convegno contro le discriminazioni quando l'impianto stesso del seminario è altamente discriminatorio laddove invece di parlare di un'unica razza quella umana si distinguono le persone in base alla cultura al genere e all'orientamento sessuale.

D'altronde le persone lgbtqi sono indicate dalla Comunità Europea, quella che qualcuno (vero Roberto?) incensa senza se e senza ma,  come minoranza sessuale in barba a tutti gli sforzi fatti dalle persone omosessuali che cercano di far capire alle altre persone che l'omosessualità non riguarda solamente il sesso ma anche l'affettività.

C'è ancora molto da lavorare...