giovedì 22 novembre 2012

Niente frangetta e smalto rosa per A. S. Ma l'omofobia rimane.

Su Giornalettismo Ferma Restando (sicuramente uno pseudonimo) pubblica un post nel quale afferma, allineandosi sulla pozione di Repubblica che
ci sono da ricordare due cose. La prima: anche Repubblica segnalava, nell’ultima riga dell’articolo, che la pagina rappresenta:
Uno sfottò, certo. Ma nulla di omofobo, più un gioco tra ragazzi. Decisamente troppo per morire a 15 anni.
La seconda cosa da ricordare è che la pagina non viene aggiornata dal 10 febbraio 2012. Certo, sfottere qualcuno non è bello, e nemmeno farlo su un social network. Ma i post hanno questi contenuti:
Qndria Iperracatina è il soprannome di un conosciuto personaggio appartenente alla categoria dei minkia che frequenta il primo liceo scientifico. In realtà il suo vero nome è A. S. ma la storia di questo nickname risale ad un certo cartellone conosciuto molto bene da G-L. S., V. G. e V. P.. Questo lavoro di gruppo di geografia aveva come argomento la geologia d’Italia e fu portato a termine dal gruppo ma occorre precisare che l’individuo in questione non fece esattamente un ca**o. Purtroppo pretese di firmare il cartellone e gli fu concesso (grave errore) ma come di sua consuetudine lo fece con una calligrafia talmente di merda che si leggeva, per l’appunto QNDRIA IPERRACATINA.
Insomma, nemmeno un riferimento all’omosessualità. Con tutto che l’omofobia fa schifo (e che il ragazzo avrà subito gesti di bullismo fuori dai social network), il pogrom, stavolta, sembra proprio aver sbagliato bersaglio.

Fino a 10 minuti fa la pagina era visibile su facebook. Adesso è stata rimossa.
Io ho fatto appena in tempo a salvare alcune schermate del profilo in questione, e posso affermare con tranquillità che il post di Ferma Restando è capzioso.

Perchè la foto pubblicata sul profilo è uno sfottò di evidente stampo maschilista\omofobo.


L'omofobia non sta solo nel prendere in giro qualcuno che è dichiaratamente gay o che è presunto gay per una evidenza (presunta effeminatezza, non confromitò allo stereotipo di genere) maschilista.
Omofobico è anche ritenere di offendere qualcuno dicendo che è gay, o insinuare una non conformità di genere mostrandolo vestito da donna o in maniera effeminata.

Però qui mi sorge un dubbio grosso come un macigno.



Se queste sono le vere foto della vittima dov'è la sua stravaganza?

Dove sono  i jeans rosa  e la frangetta di cui parla Rinaldo Frignani sul corsera ?

Dove il trucco e soprattutto, dove lo smalto? 

Allora, mi chiedo, se il rosa non era un colore indossato da Andrea, questo il suo vero nome, ma solo un colore col quale era perseguitato, noi stasera che andremo alla fiaccolata non è che pensando di fare un tributo alla sua stravaganza continuiamo a portare i vessilli del suo martirio?

Chi sa parli e ci informi prego. Io farò così come la rete mi concede

Fiaccolata per A.S. morto suicida per mobbing omofobico



Per ricordare A.S. per non lasciare che il suo gesto passi ancora una volta inosservato e senza conseguenze 

ci vediamo stasera alle 19.30 

per una fiaccolata 
che partirà da via di San Giovanni in Laterano (Coming Out)
per arrivare al Liceo Cavour in Via delle Carine, 1.

L’invito per tutte e tutti è di venire senza bandiere e indossando un capo rosa, il colore tanto amato da A. S.

Le parole per dirlo: come riportare male e col tono da gossip la notizia del suicidio di un 15enne vessato per il suo modo di vestire giudicato eccentrico.

Che ti prendano in giro o no, la vita per un ragazzo omosessuale è oggettivamente più difficile di un suo coetaneo etero.
Di più, la vita di un ragazzo, qualunque sia l'orientamento sessuale,  che non si conforma al ruolo di genere che la società tutta gli impone, è ancora più difficile.



A. S. un ragazzo di 15 anni (qualcuno gli ha dato il nome di fantasia Davide, qualcuno Giulio, per proteggerne la privacy dalla doppia infamia, quella di essere frocio e quella di essersi suicidato) si è tolto la vita.  Si è impiccato con la propria sciarpa, attaccata al mancorrente delle scale interne alla sua abitazione di Roma.

Si è tolto la vita perchè stanco di essere preso in giro dagli studenti e della studente del suo liceo, il Cavour di Roma, perchè vestiva in maniera eccentrica.
Tra gli insulti ricorrenti quello sul proprio orientamento sessuale.

Perchè un ragazzo che  Indossava i jeans rosa, aveva la frangetta, si truccava e, martedì mattina, si era messo anche lo smalto (Rinaldo Frignani corsera) è un freak, un frocio, uno strano.

Frignani con questa frase tradisce di pensarla allo stesso modo di chi prendeva in giro
A. S. grazie a quell'avverbio anche come a dire non basta il jeans rosa, non basta il trucco (quale trucco non ci è dato sapere, se la matita nera nel contorno occhi che usavo anche io 30 anni fa, o un trucco sul viso, e, in questo caso se il trucco ne evidenziasse i tratti mascolini o, viceversa, cercasse di renderlo più femminile, sono distinzioni per persone dal palato fine, i froci si truccano e tanto ci deve bastare...) non basta il trucco, dicevo, usa anche lo smalto.
Che smalto? Di che colore? Lo smalto e la matita nera la usavano 30 anni fa i dark...

Purtroppo nulla di certo ci è dato sapere.
A leggere quotidiani e siti internet è tutto un pare, un sembra, un sentito dire sia sulla dinamica del suicido... 
È tornato a casa - dove forse c'era anche il fratello più piccolo - ha annodato una sciarpa al corrimano della scala interna e si è stretto l'altro capo al collo, lasciandosi cadere di schianto. La morte è stata istantanea. A trovare il corpo è stato il padre.  (Corriere)
E’ tornato nella sua casa romana, dopo essere stato ripreso da un'insegnante per aver usato uno smalto per le unghie, e si è impiccato, con la sciarpa. Davanti al fratellino piccolo. Lo ha trovato il padre, quando ormai non c’era più niente da fare. Inutile chiamare i soccorsi. HuffingtonPost 
ha deciso di farla finita legandosi una sciarpa al collo dentro casa. E quando il fratellino lo ha trovato e ha chiamato i genitori, era troppo tardi.  Repubblica
 ...sia sui motivi del  suicidio
Forse qualche compagno s’è interrogato per per qualche battuta di troppo, le solite fatte anche martedì, il giorno prima quando A. si era arrivato a scuola con lo smalto. E forse anche una professoressa gli aveva detto che non era il caso. (Oggi24.it)
quando si è presentato a scuola con lo smalto (...) alcuni lo avrebbero anche chiamato "frocio". “Una professoressa lo ha ripreso”, raccontano alcuni suoi amici. HuffingtonPost 

Persino le dichiarazioni di Marrazzo riportate da Corriere e Repubblica sono contraddittorie.



Non sappiamo se fosse veramente gay, ma ciò non toglie che per il suo atteggiamento veniva deriso e che per questo motivo era sconvolto
riporta il Corriere
A quanto pare il ragazzo era gay, cosa nota ai suoi amici e anche ad altri che lo prendevano in giro. Chiediamo che venga fatta luce sulle ragioni del suicidio. E se tra queste ci sono forme di discriminazione per la sua dichiarata omosessualità. 
Riporta Repubblica

Insomma, lo era o non lo era?

Quel che sembra sfuggire anche a Marrazzo, o ai giornalisti che riportano le sue dichiarazioni in maniera così contraddittoria (fossi io Marrazzo avrei già rilasciato un comunicato stampa di fuoco, ma i giornalisti è smepre meglio tenerseli buoni altrimenti poi non fanno pubblicità al tuo Gay Center...) è che dare a qualcuno del frocio per offenderlo è omofobico di per sé, che la persona offesa gay lo sia o meno.


Omofobico è giudicare una persona dal suo abbigliamento come fa Repubblica o il Corriere che danno per scontata l'omosessualità di A.S. in base a un paio di jeans rosa...

Cos'hanno di diverso Corriere e Repubblica rispetto i compagni e le compagne di scuola di A. S.?

NULLA.

Pescano tutti e tutte dallo stesso bacino machista e patriarcale di pregiudizio omofobico.


D'altronde nessun articolo sulla carta o sul web si sogna di fare vera informazione.
nessuno si sogna di ricordare, per esempio che
un forte aumento delle condotte suicidarie in età adolescenziale, dall’altra parte gli studi sulla sessualità umana hanno più volte riscontrato alti tassi di suicidalità tra i giovani omosessuali. (Pietrantoni L. Il tentato suicidio negli adolescenti omosessuali Minerva Psichiatrica, 40, 75-80 1999)
 
Tutto viene insinuato col dubbio il sospetto pettegoli, come si dice in corridoio di uno che si vede passare Lo sai? Lo è...

A. S. era così pesantemente aggredito che qualcuno aveva persino aperto un profilo facebook con delle sue foto.
Avevano creato una pagina Facebook, in cui lo prendevano continuamente in giro per i suoi modi di fare e anche per l’abbigliamento. Quella pagina era là, visibile a tutti, da dodici mesi. E questo Davide (il suo nome è di fantasia) lo sapeva bene. Ma, forse, aveva cercato di rassegnarsi. "Ragazzi ho scoperto di avere una canottiera rosa", scrivevano sul social network qualche mese fa, in riferimento al suo look. Avevano anche fornito indicazioni sulla zona in cui abitava e pubblicato sue foto - sicuramente senza il suo permesso...
...scrive l'HuffingtonPost 


Questo non impedisce alle due deficienti (nel senso letterale del termine, che deficiano di informazioni) VIOLA GIANNOLI e MARIA ELENA VINCENZI di scrivere su Repubblica, senza conoscere i fatti, senza dare alcuna informazione in più rispetto le altre fonti, dall'alto di non si sa quale autorità se non quella criminale di chi discrimina e minimizza, arrivano a scrivere Uno sfottò, certo. Ma nulla di omofobo, più un gioco tra ragazzi.

Alla faccia del gioco da ragazzi! La polizia sta indagando

sul profilo Facebook che porta il nome della giovane vittima. L’ipotesi di reato potrebbe essere quella di istigazione al suicidio. (HuffingtonPost)
Sulla stessa onda di deficienza Serena Paoletti che arriva alla stessa conclusione
Su internet, però, c’è anche un altro profilo dedicato “al ragazzo con i pantaloni rosa”. Il nome è storpiato, c’è una foto con la parrucca, la pagina forse curata da qualcun altro, ogni giorno propone frasi senza senso, quelle di A. Uno sfottò, senza omofobia, un gioco tra ragazzi. Non bello e decisamente troppo per morire a 15 anni. (Oggi24.it)
Così simile da chiedersi chi abbia copiato chi...

Tra l'altro il titolo dell'articolo di Oggi24 è surreale:

Muore un ragazzo gay del Cavour: lettera nella scuola occupata.
Muore? Per epidemia? Per un incidente? Non muore suicida o si suicida? e qual è la notizia?  La lettera nella scuola occupata?!!?
Ma chi scrive oggi sulla rete?
Con quali credenziali? Quali competenze?

Insomma, A.S. ha compiuto un gesto di protesta un gesto col quale accusa tutta la società che non gli permetteva di vestire come gli pareva senza essere preso in giro o senza che per questo venisse messa  in discussione l'orientamento sessuale e l'identità sessuale tutta.

Ma per Repubblica e Oggi24 le continue prese in giro che hanno indotto A. S. a togliersi la vita non sono nulla di omofobico, solo uno sfottò tra ragazzi.

Vi prego, datemi la testa di Viola Giannolo, Maria Elena Vincenzi e Serena Paoletti su un piatto d'argento.