martedì 8 gennaio 2013

I terzosessimo di Romani, presidente Arcigay, colpisce ancora.

Terzo comunicato stampa in due giorni in cui il presidente dell'arcigay inanella affermazioni corporativiste e discriminatorie, al limite del ridicolo.

Così nel rispondere alla partnership alla tedesca che il Pd per voce di Bersani propone per dirimere la questione dell'estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso Romani dichiara

In Italia una legge c’è già, ed è quella sul matrimonio e basterebbe soltanto rimuovere la discriminazione che vieta agli omosessuali l’accesso al matrimonio civile.
Qualcuno che gli è vicino ricordi a Romani che nessuna legge vieta agli e alle (il sessismo è di casa in arcigay) omosessuali di sposarsi. 

Un gay  e una lesbica possono contrarre matrimonio.

Quel che la legge italiana non già vieta ma non prevede è che possano contrarre matrimonio due persone dello stesso sesso il cui orientamento sessuale è secondario e irrilevante.

Una cosa che sanno bene i cugini Spagnoli, che pure hanno esteso il matrimonio anche alle persone dello stesso sesso, dove circolano vignette come questa che riassumono bene la posizione della chiesa sul matrimonio. La stessa posizione dello stato italiano.




Qualcuno ricordi a chi scrive questi comunicati corporativisti che Romani continua incautamente a firmare che la Germania come la Gran Bretagna e la Francia stanno rimuovendo gli ostacoli che impediscono a tutte e tutti i cittadini di potersi sposare anche tra persone dello stesso sesso, un diritto che riguarda tutti e tutte non solamente i gay e le lesbiche per tacere delle persone bisessuali, trans queer e intersex che Romani dimentica sempre in ogni sua rivendicazione.

E' ora di rinnovare se non la dirigenza almeno il lessico degli uffici stampa delle associazioni lgbt. Un lessico discriminatorio, corporativista, terzosessista e controproducente.

Discrimina le perone bisessuali,
cataloga tutte le persone dello stesso sesso che vogliono sposarsi come necessariamente omosessuali
e disinforma sulla vera natura del divieto del matrimonio che non riguarda l'orientamento sessuale ma il sesso dei due contraenti che non può essere lo stesso.

Con dei presidenti dalle argomentazioni così autoghettizanti non c'è da meravilgiarsi che la nostra legislazione sia rimasta indietro. Se nemmeno i presidenti dell'associazionismo sanno bene di cosa parlano come pretenderlo dai nostri politici disinformati?

C'è da chiedersi chi debba informarli.


Romani a quanto pare no.

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