sabato 3 agosto 2013

Andrea, ragazza trans uccisa Roma.
Il funerale fatto da un prete è proprio necessario?

E mentre le indagini languono, ieri il sito redattore sociale informa che Andrea, la trans uccisa al binario dieci della stazione Termini di Roma, avrà un funerale.

Lo pagherà il Cesv Centro servizi per il volontariato del Lazio e celebrerà padre la Manna del quale il sito, in un articolo a firma di Maria Gabriella Lanza, riporta alcune affermazioni che, se veritiere e fedeli, sono superficiali, offensive, e, soprattutto, etnocentriche.
Essere a fianco degli ultimi significa accompagnarli non solo in questa vita, ma anche dopo. Vogliamo stringerci intorno a Andrea e pregare per lei. La sua morte ci tocca nel profondo, era un persona fragile che andava aiutata. Ora possiamo solo offrirgli un funerale. Speriamo di poter celebrare la funzione nella chiesa del Gesù in via degli Astalli.
“Nessuno dovrebbe rimanere da solo. Abbiamo perso il senso di appartenenza ad una comunità. Andrea, infondo, era anche nostra sorella. (i neretti sono nel testo)
Discriminata in vita, dalla chiesa e dalla società dalla chiesa influenzata, viene accolta da morta, con preghiere per l'aldilà, con un atto di sfrontata discriminazione.  
Andrea viene dipinta come persona fragile che andava aiutata e non come persona discriminata, anche dalla chiesa, che andava tutelata e difesa, anche dalle ingerenze di una chiesa trans fobica, misogina misoneista e sadica..

Il delirante predominio cattolico pretende di imporre a tutti e tutte l'aldilà.
Il cesv pagherà la chiesa, che discrimina le persone omo e transessuali per fare un funerale cattolico a una trans, migrante e barbona,  della quale si censura idnetià e condizione di vittima-
Un modo disgustoso che la chiesa ha di impadronirsi di Andrea, da morta, dopo avere contribuito moralmente alla sua morte, accogliendola da morta come fragile pecorella smarrita dopo averla discriminata in vita.

Rinnovo le mie critiche alla giornalista (sic!) Maria Gabriella Lanza che non si perita nemmeno di ricordare che il Comune ha l'obbligo di pagare per un funerale per chi è solo e, soprattutto, che non c'è bisogno di un funerale religioso (almeno che non si abbiano prove evidenti che ad Andrea avrebbe fatto piacere, naturalmente) ma basta un funerale laico ma si sa quanto i cattolici e le cattoliche debbano fare proselitismo sempre e in ogni caso.

Il fatto che un prete offici il funerale è  uno sciacallaggio che serve alla chiesa e non ad  Andrea che è già morta ammazzata per una mano armata anche dalla chiesa. Sciacallaggio  perchè si impossessa di un cadavere che non ha aiutato in vita e adesso la annovera tra le sue sorelle.

In vita discriminata in morte strumentalizza.

Ditemi cosa c'è  di più odioso al mondo.
In un altro pessimo articolo sempre su redattore sociale si dà per scontato naturalmente che Andrea, anche se barbona e con una mano offesa e problemi di deambulazione si prostituisse.

Lo fa sempre la giornalista (sic !) Maria Gabriella Lanza riportando le parole piene di pregiudizio di Laura Cucinotta, responsabile dell’Help center di Termini, avvallandole facendole sue. Cucinotta, riporta Lanza,
aveva notato che Andrea era spesso in compagnia di un’altra trans. “Di solito chi si prostituisce si veste in maniera appariscente, Andrea invece no. Se ne stava in un angolo. Non sappiamo però chi altro frequentava e in che giro poteva essere finita,
Dunque una barbona, senza fissa dimora, con problemi di deambulazione, diventa una prostituta piazzabile sul mercato solo perchè trans.
Agli occhi di Cucinotta infatti (ma anche di Lanza che non ci vede alcun pregiudizio) Andrea si prostituiva nonostante tutte le evidenze contrarie solo perchè trans, dimenticando di dire che le trans non si prostituiscono che le trans che si prostituiscono non lo fanno per vocazione ma per costrizione non potendo accedere al mercato del lavoro.


Non so voi ma a me viene da vomitare.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Trovo che sia positivo che, nell'articolo, alla triste protagonista della vicenda venga dato il femminile; spero continui ad accadere anche durante il rito funebre.

Eppure nessuno è immune alla discriminazione, persino in una denuncia di discriminazione quale è quest'articolo... e non posso non notare (con sofferenza) un passaggio: "le trans non si prostituiscono per vocazione ma per costrizione non potendo accedere al mercato del lavoro"

Il fatto è che, caro Alessandro, in questa discriminante categorizzazione sottointendi che - seppur perché non trovano lavoro - tutte le ragazze transessuali si prostituiscono. Ma così non è. E' anzi dimostrato dalle statistiche per i centri dell'identità di genere che una ragazza transessuale non differisce per attitudini da qualsiasi altra ragazza, anzi si dimostra che chi ha problemi col prorpio corpo ha più difficoltà nel praticare sesso, e non tutte le ragazze si prostituiscono in caso di povertà; che di quelle che transizionano, a dirla tutta, solo una minoranza si prostituisce. Sebbene ci siano buone probabilità che, dicendo ad una signora per strada qualcosa del genere, vi prendiate un bel ceffone... quando la stessa affermazione viene indirizzata ad una ragazza transessuale sembra invece che questa debba chinare il capo.

E, purtroppo, è proprio a causa di questa generalizzazione che si diffonde il pregiudizio stesso che talvolta rende difficoltoso l'accesso al lavoro. Eppure io, pur transessuale ed avendo affrontato la povertà, non mi sono mai prostituita né ho mai neppure contemplato quel percorso di vita, e così moltissime altre mie amiche transessuali lavoratrici. E' che è sempre pericoloso ragionare per categorie, ed è una generalizzazione ed uno stigma (per di più assente in molti paesi d'Europa) affermare che, in caso di necessità, una transessuale si prostituirebbe. La professione e le scelte son spesso dovute al tessuto sociale, ed in passato transizionare avvicinava purtroppo troppo spesso a persone non raccomandabili e a determinati condizionamenti, ma non è questa la nostra generazione. E sarebbe bene cominciare a parlare di fenomeno della prostituzione transessuale così come si parla di fenomeno della prostituzione femminile, senza che agli occhi degli altri una condizione nascita come può esserlo il nascere donne ci condanni tutte.

Alessandro Paesano ha detto...

Ho cambiato la frase infelice ma rispedisco al mittente l'illazione che io sottintenda che tutte le trans si prostituiscono.

Anonimo ha detto...

Ti ringrazio moltissimo per la rettifica, e mi spiace esser puntigliosa con chi scrive con le migliori intenzioni, ma prima della modifica una frase così formulata questo lascia intendere... purtroppo è un vizio di forma dato dall'abitudine, ma il pregiudizio si deve superare soprattutto a partire dalle parole. Se fosse per me, anche se oramai è di uso comune, smetterei di usare persino la parola transessuale, che è un poco come se ancora oggi chiamassimo i gay invertiti (è una definizione cancellata dai dizionari medici e sostituita da disforia di genere e incongruenza di genere).

Il punto è che affermare che "le trans non si prostituiscono per vocazione ma per costrizione" linguisticamente lega indissolubilmente la persona transessuale alla prostituzione e lascia intendere che se non tutte la maggioranza imperante si prostituisca, ma è uno stereotipo antiquato e sorpassato persino dalle statistiche rilasciate dall'ONIG; si dovrebbe parlare di una parte della popolazione femminile transessuale, e non di trans e prostituzione, o altrimenti l'equazione è inevitabile. Perché oggi le transessuali sono studentesse, ricercatrici, lavoratrici. E poi c'è anche, come nella popolazione femminile, il fenomeno della prostituzione.

E se non mi firmo in questi commenti qui è proprio perché di rettifiche come questa ce ne son tante, persino troppe, e non mi piace per nulla vedere nelle ricerche google il mio nome affiancato alla prostituzione così come credo che non piacerebbe a qualsiasi ragazza! :)

Alessandro Paesano ha detto...

figurati per la puntigliosità. Nessuno è perfetto io meno di tante altre persone e come vedi commetto svarioni anche io.

Hai ragione che i miei dati statistici sulle donne transessuali siano vecchi legati probabilmente alla generazione precedente. Anzi se tu sei in possesso di dati più recenti mi piacerebbe poterli leggere per documentarmi.

Sulla parola Transessuale come parola denigratoria possiamo discuterne ma non credo che sia proprio come usare invertito che descrive e riduce l'orientamento a una inversione sessuale. Il termine transessuale indica una persona che transita dal sesso biologico all'altro e mi sembra più neutra.

Viceversa non piace disforia di genere che indica una patologia che oggi il movimento trans 8si chiama così...) sta cercando di far depennare al manuale dell'OMS.

Comunque ti ringrazio delle tue puntualizzazioni e ti chiedo anzi di continuare a leggermi con la stessa precisione perchè di certi meccanismo automatici del pensiero nessuno, nessuna, è immune, nemmeno chi cerca di analizzarli in maniera critica.

Però ti assicuro che non penso minimamente che le donne trans si prostituiscano più delle donne biologiche.
Non parlerei mai però di scelta ma sempre di sfruttamento maschile.

Se sei di Roma mi piacerebbe incontrarti per parlare più comodamente. Contattami in privato.
Te ne sarei grato