martedì 29 ottobre 2013

Lo sciacallaggio dei media che uccide Simone una seconda volta: sull'ignobile articolo di Emilio Orlando su Repubblica

Simone D. si è tolto la vita perchè L’Italia è un paese libero, ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza come ha scritto in una nota prima di lanciarsi dal terrazzo di uno stabile di undici piani.

Dopo avere dato la notizia sottolineando l'omosessualità del ragazzo  e non il disagio causato da uno stigma fortissimo cui contribuiamo tutti e tutte, oggi su Repubblica compare un articolo che si inventa un mistero che non esiste.

Già il titolo dà false informazioni:
"Chi era con Simone deve parlare"
l'appello della sorella del gay suicida
Simone nemmeno da morto è una PERSONA ma un gay. E la stampa si chiede ancora come mai Simone si è tolto la vita...

Già questo esempio basterebbe.

Se qualcuno trova normale  ridurre una persona al suo orientamento sessuale provate a pensare al reciproco: l'etero suicida.

Ha senso?
Funziona?
Si capisce?

Se la risposta è no ecco uno dei mille rivoli in cui la stigmatizzazione dell'orientamento sessuale non etero corrode l'autostima delle persone non etero.

Il titolo dice molto di più.

Dà per assodato che quando Simone si è tolto la vita non era solo e che la sorella ha fatto un appello affinché questa persona parli.

Il sommario però dell'articolo riporta una frase della sorella nella quale la ragazza non rivolge nessun appello alla presunta persona che era con Simone ma dice semplicemente:
"La nostra famiglia distrutta, aiutateci a scoprire la verità. A me aveva confidato la sua omossessualità. A papà e mamma non aveva detto nulla". Il padre: "Credevo che fosse felice"
Ora, sempre che la sorella di Simone abbia davvero detto questa frase, di quale verità si tratta?

Che Simone si sia suicidato perchè discriminato in quanto gay non è un fatto messo in discussione dagli inquirenti, altrimenti lo si sarebbe detto.

Invece si legge questa dichiarazione, sempre attribuita alla sorella di Simone:
Una famiglia distrutta. Mio fratello morto suicida in condizione misteriose, e due genitori disperati. Chi sa qualcosa sulla morte di Simone parli. All'ex Pantanella, non c'è sicuramente andato da solo, sicuramente si è incontrato con qualcuno, che però vuole rimanere nell'ombra. Questo qualcuno conosce i motivi che hanno spinto a morire in quel modo.
Intanto  è un suicidio e non una morte accidentale.

Nessuno sa se Simone è uscito di casa già con l'idea di togliersi la vita.

Se è davvero andato in un locale con gli amici e poi se ne è andato da solo sul terrazzo o se è stato ore sul medesimo a ponderare se gettarsi o non gettarsi.


Questo per quanto riguarda gli spostamenti di Simone (che gli inquirenti potranno ricostruire).

Noti sono invece i motivi che hanno spinto Simone a suicidarsi. Li ha scritti lui di suo pugno.

Ce li conferma la sorella stessa (sempre prendendo per buone le sue affermazioni):
"A mia madre e a mio padre  -  ha sottolineato la sorella agli inquirenti - non aveva mai confidato nulla sull'essere gay, ma qualche anno si confidò con me, e mi esternò la sua omosessualità. Già da allora - continua - si disse preoccupato per il fatto che nessuno, familiari compresi, avrebbero accettato questa sua scelta. Ma io lo appoggiai in pieno su questa sua scelta, dicendogli che su di me poteva contare".
Dunque Simone aveva fatto coming out con la sorella già qualche anno prima e le aveva anche confessato il timore che che nessuno, familiari compresi, avrebbero accettato questa sua scelta. Intanto ricordo alla sorella di Simone che essere omosessuali non si sceglie proprio come lei non ha scelto di essere etero.

In ogni caso è chiaro che Simone aveva timore della reazione dei genitori e non di quella della sorella altrimenti non avrebbe fatto coming out con lei proprio come non lo aveva fatto con loro.

Invece di dirci che appoggiò in pieno il fratello perchè non ci dice se i timori di Simone erano fondati o meno? Perchè non ci dice come i genitori avrebbero reagito dinanzi un eventuale coming out del figlio ? Perchè non ci dice se i suoi genitori sono omofobi o meno?

Perchè invece reagisce basendosi del suicidio del fratello?

Sembra quasi che la pressione sociale di uno stigma continuo, di un clima culturale talmente asfittico che anche a una sorella che dice di accettarlo fa percepire l'omosessualità del fratello come una scelta non siano sufficienti a dare un senso al suicidio del fratello, come se ci debba essere per forza qualcos'altro perchè solo quello, il solo stigma sembra insufficiente.

E anche questa è una forma di omofobia, perchè si minimizza il portato della pressione sociale che invece può indurre chiunque a togliersi la vita.

E non perchè Simone fosse preso in giro ma perchè sapeva, sempre se sono vere altre frasi a lui attribuite in un altro articolo del Messaggero che gli omosessuali vengono tenuti fuori da tutto.

Capisco che per la sorella di Simone pensare ci sia una ragione di più le rende l'idea del suicidio del fratello più accettabile purtroppo però quella ragione non solo è più che sufficiente ma è anche dannatamente fatale.

Non voglio certo minimizzare il dolore lo stordimento l'incomprensione di questa ragazza le cui parole sono state dettate dalla difficoltà di dovere processare un evento che le segnerà la vita per sempre.

Se mai dovesse leggere queste parole le chiedo scusa di criticarla con tanta lucidità in un momento per lei così difficile.

Ma deve rendersi conto che le sue parole sono state strumentalizzate da un giornalista (sic!) che ci ha montato su un mistero inesistente.

Se i titoli degli articoli, come si sa, non li fanno gli autori dei medesimi solo a Orlando che firma il pezzo è imputabile però il suo stile e il tono.

Dopo aver riportato le dichiarazioni della sorella di Simone infatti Orlando insinua un dubbio:
Rimangono invece avvolte nel mistero le ultime ore prima della morte. Infatti, dai verbali di sommarie informazioni, rese dal padre alla polizia emergerebbero delle discordanze da quanto detto dal giovane prima di uscire di casa ai genitori rispetto a quello che poi ha fatto realmente.
Orlando sta cercando di mettere tra parentesi il portato della denuncia del suicidio di Simone, che è un suicidio di protesta e non l'atto di un debole - perchè ci vuole un coraggio divino per togliersi la vita, se c'è una vigliaccheria è quella di chi continua a  (soprav)vivere - cercando di illuminarlo con una luce di mistero.

Ma a tradurre l'ultimo periodo citato si sta solo affermando che Simone ha detto ai genitori che avrebbe fatto una cosa mentre ne ha fatta un'altra: si è suicidato.
Dov'è il mistero?

Forse Orlando pretende che Simone si fosse accomiatato con un Ciao Mamma ciao Papà, vado a suicidarmi ?

Orlando per corroborare questo mistero (inesistente) dà parola al padre di Simone - al quale, ricordo, il figlio non aveva reputato opportuno dichiarare la propria omosessualità.

"Simone è uscito di casa  -  sottolinea il padre Fabio D.  -  dicendoci che avrebbe passato il sabato sera in compagnia di una comitiva di amici in un pub a San Lorenzo, e poi in casa di altri tirocinanti dell'università. Verso l'una mia moglie lo ha chiamato più volte al cellulare ma il telefono risultava spento. Poco dopo la polizia ha suonato alla porta per dirci quello che era successo a Simone.
Quello che era successo non quello che Simone aveva deciso di fare.

Eppure un suicidio non succede, si compie.

Ci succede di morire se qualcuno ci accoltella, se siamo vittime di un incidente, ma se si muore suicidi lo si fa per scelta.

Ecco un altro tentativo di mettere tra parentesi il portato di denuncia del gesto che Simone ha compiuto per scelta e non perchè magari, chissà, quel qualcuno che era lì con lui lo ha spinto di sotto...

Simone ha spiegato bene perchè si è tolto la vita perchè in Italia esiste l'omofobia e i gay sono tagliati fuori da tutto.
Ma il padre non è disposto ad ascoltarlo nemmeno da morto e specifica che:
Mio figlio era  un ragazzo sensibile, si era laureato con il massimo dei voti, amava la musica, il teatro e gli animali, non avrebbe mai fatto male a una mosca, forse era troppo ingenuo, ancora molto bambino, chissà cosa le avranno fatto credere. Sembrava comunque un ragazzo felice. Non mi aveva mai parlato dei suoi timori".
Ecco.
Il padre di Simone uccide così Simone una seconda volta.

Perchè non riconosce al figlio non solo la dignità del suo gesto ma la maturità per compierlo.

Se Simone si è suicidato lo ha fatto perchè Simone era ingenuo, era ancora un bambino, perchè qualcuno gli ha fatto credere qualcosa usando delle argomentazioni che di solito si usano con gli omosessualità quando sono ancora in vita.

Mio figlio non è così lo avrà influenzato qualcuno.

Anche questo è stigma.

Io sono gay?

In camera da letto posso fare quello che voglio basta che la mia scelta non sia visibile altrimenti do il cattivo esempio.

Quello che il padre di Simone non capisce è che chi vive da discriminato, da stigmatizzato non ha dei timori ma la certezza di vivere male.

E se Simone non ha reputato opportuno parlarne con lui il padre deve porsi delle domande sulla qualità del rapporto che aveva col figlio.

Rispetto anche il suo di dolore ma anche lui avrebbe fatto meglio a tacere.

Sia chiaro.

Non voglio investire il padre di Simone di nessuna responsabilità.

Io non so se i timori di Simone erano fondati o meno.

Nel film Boy Culture (USA, 2006) di Q. Allan Brocka quando il figlio adulto fa coming out con i  genitori che gli dicono di averlo sempre saputo la madre gli chiede se lei e suo padre si sono mai comportati con lui in modo da fargli pensare che sarebbe stato meglio non rivelarsi loro...

Ecco cosa il padre di Simone deve chiedersi e in seguito alla risposta che si dà può sentirsi più o meno sollevato dalla responsabilità della morte del figlio morte della quale non è in nessun caso l'unico responsabile.

Perchè dell'omofobia siamo tutti e tute responsabili.


Orlando un po' di più perchè invece di scrivere un articolo nel quale sorta i genitori e la società tutta a creare per la gioventù un clima sereno riguardo l'orientamento sessuale monta ad hoc un mistero che non esiste, e conclude l'articolo con una illazione che mette in seria discussione la sua deontologia professionale:

Alcuni conoscenti e amici hanno lasciato mazzi di fiori e qualche bigliettino con dediche e ricordi. Uno di questi, però senza firma lascia trasparire che con qualcun altro Simone si era confidato prima di morire, manifestando forse già allora i suoi intenti suicidi. Recita così: "Ho provato a mettermi nei tuoi panni, cerco di capire cosa ha fatto schioccare la scintilla che ti ha dato il coraggio di compiere un gesto così estremo, un gesto che ti ha portato via per sempre da tutti noi, dai tuoi progetti, dalla tua vita. Vivevi veramente. No. Avevi smesso di farlo già da tempo quando mi dicesti che intorno a te trovavi solo vuoto senza nessuno che capiva che essere gay vuol sempre dire essere uomini come gli altri".
Sembra difficile per Orlando credere che si possano lasciare biglietti per solidarietà anche se non si conosceva Simone. Evidentemente per lui solo amici e conoscenti hanno interesse ad occuparsi del solito frocio che si è ammazzato...

Ed ecco che la misteriosa persona che secondo il titolo dell'articolo era con Simone prima del suicidio diventa qualcuno altro che sapeva che simone era gay. Ma anche la sorella lo sapeva no? 

Ecco che come per magia questa persona che sapeva che Simone era gay forse sapeva anche dei suoi intenti suicidi. Una differenza non da poco conto (anche la sorella allora poteva saperlo...) data così en passant come una cosa normale e facilmente possibile.

Questa persona sapeva delle difficoltà di Simone difficoltà causate dalla società e dalla sua cultura omonegativa.
E se non si erano accorti i familiari delle sue intenzioni suicide perchè mai doveva essersene accorta questa persona cui Simone aveva confessato un disagio e non necessariamente l'intenzione di suicidio?

Così l'attenzione del suicidio si sposta ancora una volta l'attenzione dalla denuncia di Simone di una società omofoba che esclude i gay a una persona che sapeva del suicidio (forse) che invece di avvertire qualcuno delle intenzioni suicide di Simone se ne è rimasta zitta facendone l'unica colpevole - quasi - del suicido ...

Così siamo tutti e tutte assolti.

Non già il padre e la madre di Simone che non sapevano e la sorella che sapeva ma tutti quanti e tutte quante noi che facciamo parte della società italiana così endemicamente omofoba.

In ogni caso questa notizia è una bufala perchè qualunque siano stati gli spostamenti fatti e le persone viste da Simone prima di suicidarsi non ci sono indizi per farci pesare che non fosse solo quando si è gettato dal terrazzo.

Certo, Simone non era davvero solo al suo fianco c'era l'odio omofobico quello per il quale ha ritenuto necessario togliersi la vita, quell'omonegatività che anche Emilio Orlando contribuisce a propagare con un articolo che adombra di misteri inesistenti la lucida denuncia di una persona vessata dalla società che ha deciso di ritirarsi con dignità da una vita piena di discriminazioni.


Ringrazio Remo che mi ha segnalato l'articolo

5 commenti:

quid76 ha detto...

segnalazione:
http://pazzoperrepubblica.blogspot.it/2013/10/critichiamo-cio-che-amiamo.html

Remo ha detto...

Anche oggi per radio: "si sono svolti a Roma i funerali del gay suicida". Insomma, io mi chiedo se siamo veramente un paese così umanamente analfabeta, oppure se il disprezzo è oramai così radicato nel nostro inconscio collettivo da non renderci più conto del valore delle parole.
Mi ricorda un po' la vicenda, di qualche anno addietro, dell'assistente di volo morto in un incidente su un volo di linea col suo compagno spagnolo, dove mentre i giornali spagnoli titolavano che il loro connazionale era morto mentre andare in vacanza col compagno, i giornali italiani titolavano maliziosamente della vacanza con un "amico" con figlio.
E inutile poi chiedersi perché un ragazzo omosessuale si suicida o non dice niente di sé ai suoi e agli amici.

Alessandro Paesano ha detto...

Mi ricordo benissimo di quell'incidente. Ne scrissi un post. Mi ricordo anche che alcuni miei lettori (erano ragazzi) criticarono il fatto che, secondo loro, io volessi ad ogni costo parlare dell'orientamento sessuale dei due uomini morti nell'incidente aereo, arrivando addirittura a dire che forse loro due non volevano far sapere i cavoli loro...

Se leggi l'appello sottoscritto da "attori e scrittori" (solo al maschile, secondo il più classico dei sessismi) nel quale è scritto che Simone si è ucciso perchè gay ti renderai conto quanto siamo tutti e tutte (beh magari io e te un po' meno...) arretrati e arretrate rispetto l'omosessualità che non è vista come una normale opzione di default da nominare propri come le altre opzioni ma sempre come fatto eccezionale, eccentrico, accidentale, raro e minoritario...

Non so tu quanti anni abbia ma credo che dipenda anche da un retaggio generazionale...

La gioventù di oggi mi sembra da questo punto di vista più avanti...

Remo ha detto...

Secondo me la gioventù è solo più conscia che può trovarsi di fronte delle persone omosessuali, diciamo che non reagiscono più come se avessero di fronte un alieno; ma sul fatto che ci abbiamo pure apertura mentale ne dubito, anzi vedo tanto che davanti fanno quelli "open mind" e poi ti ridacchiano dietro appena volti le spalle: una volta ti sputavano direttamente in faccia, insomma, ora si limitano a metterti le puntine sulla sedia prima di farti sedere. Se vogliamo vederla dal punto di vista del "bicchiere mezzo pieno", allora sì: possiamo dire che sono più avanti...

Alessandro Paesano ha detto...

Io mi riferivo di più al fatto che i ragazzi e le ragazze di oggi vivono l'affettività a 360 gradi con persone del loro steso sesso E dell'altro senza rinchiudersi più in etichette come facciamo noi (o almeno io che di anni ne ho 48...).