domenica 3 novembre 2013

Lettera aperta a Domenico Naso.

Leggo una sua lettera aperta pubblicata dal Fatto quotidiano  nella quale lei critica il passaggi di un'altra lettera, scritta da Carlo Gabardini e pubblicata su Repubblica della quale lei riconosce la bellezza perché lancia un messaggio di speranza e di ottimismo a chi, gay o bisessuale, vive la propria condizione con sofferenza, disagio e dolore.
Ma è sbagliato, fortemente sbagliato, un passaggio: “Essere gay è bellissimo”. No, non lo è. Essere gay è normale, non bellissimo. Ed è questo il concetto che deve passare in un paese omofobo come l’Italia.
Vorrei farle notare l'omonegatività del suo assunto: il disagio, la sofferenza o il dolore che provano le persone non etero non dipendono dalla propria condizione come pensa lei, bensì dalla pressione sociale dello stigma che fa percepire l'omosessualità come fa lei come una condizione (con un termine ottocentesco), come una minoranza (quando, lo diceva Kinsey più di 50 ani fa, siamo tutti e tutte diversamente bisex...), insomma come un problema oggettivo e non come una opzione di default della sfera sessual affettiva delle persone.

Se i gay, le lesbiche e le persone bisex soffrono è sempre  a causa di qualcun altro (qualcun altra)  non per una loro oggettiva condizione come lascia intendere lei con le sue infelici parole.

Le sfugge poi il senso politico della frase essere gay è bellissimo che è la reazione più che spontanea e legittima di chi risponde con orgoglio a chi pretende che l'omosessualità sia di per sé indice di un disordine morale inaccettabile (come pretende la chiesa) sia una malattia da curare (come è stato fatto anche in Italia ancora nel 1974 quando Giovanni Sanfratello il ragazzo di  Aldo Braibanti venne sottoposto a elettrochoc e coma insulinici per curarlo dall'omosessualità).

Solo chi ignora quale sia il portato dell'omonegatività del nostro Paese può minimizzare con disinvoltura come fa lei su una reazione di orgoglio e di entusiasmo che nasce come risposta positiva allo stigma.

Quello che lei fa derivare da quella frase di orgoglio reattivo allo stigma è nella sua mente e non certo nella frase né nelle persone non etero.

Dire che essere gay è bellissimo non significa certo asserire la superiorità dell'omosessualità o la sua divinizzazione (?!) come pretende lei.

Accusare di equivoco narcisistico chi cerca di rimanere a fronte alta nonostante le ingiurie, le percosse, le aggressioni fisiche e verbali, le opinioni che descrivono l'omosessualità come malattia, depravazione, perversione morale,  non solo è ingiusto ma è squisitamente omfobico.

Lei pretende che di fronte a una omofobia feroce non si possa reagire nemmeno dicendo che essere gay è bello.

Essere gay sarebbe normale ma così non è grazie anche a persone come lei che trovano fastidioso che se qualcuno ci dice che siamo malati noi reagiamo con il sorriso e diciamo non è una malattia è una cosa bellissima.
Nemmeno reagissimo violentemente e chiudessimo la bocca all'omofobo a suon di calci e pugni come gli omofobi fanno con noi.

Il suo pregiudizio è davvero intollerabile e dimostra ancora di più la necessità di affermare di fronte a una intolleranza che abita anche la mente di chi pretende di tollerarci che essere gay è bellissimo.

Se ne faccia una ragione, caro omofobo!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto stancante vivere in un paese come questo