venerdì 25 gennaio 2013

Enrico Pavanello, professore laico di religione al liceo classico Marco Foscarini di Venezia

La notizia l'avete letta sicuramente.

Gli studenti di una classe di quarta ginnasio del Liceo Classico Marco Foscarini di Venezia, chiedono al professore di religione di parlare dell'estensione del matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso. 

Nella lezione successiva il docente distribuisce un foglio con appunti scritti a mano, nel quale, tra le altre cose, c'è scritto che l'estensione del matrimonio anche ai gay porterebbe al riconoscimento della pedofilia e della poligamia.

La madre di uno dei ragazzi legge il foglio di appunti, ne rimane scandalizzata e lo pubblica sul proprio profilo di facebook prendendone le distanze.
La notizia arriva al sito Huffington post e diventa un caso nazionale.

Diversi gli articoli e i post sulla rete dove si stigmatizzano le affermazioni del professore che nel frattempo prende le distanze e cerca di spiegare l'intento di quel foglio di appunti.

In una lettera indirizzata al sito ZENIT il prof. Pavanello ha scritto:
“Ritengo doveroso e opportuno dichiarare che il mio intento non era assolutamente quello di offendere o di attaccare qualcuno, come è stato scritto e che la polemica che si è accesa, a mio avviso, è slegata dal contesto reale.
Il testo che, senza nessuna autorizzazione è girato via Web, non è un volantino, ma è la sintesi di varie e numerose letture, recensioni, articoli, saggi, riferimenti a Format conosciuti dai giovani, che non esprimono il mio pensiero.
La mia intenzione era quella di fornire agli studenti materiali su cui innestare un dibattito su un argomento chiesto dagli stessi allievi.
Evidenzio che il testo non è mai stato discusso, ma solo consegnato per una lettura personale, per far emergere obiezioni, domande, riflessioni, nuovi approfondimenti da affrontare nelle lezioni successive.
Proprio perché era una raccolta di materiali da sviluppare, è stato scritto a mano senza le dovute citazioni e di questo me ne rammarico e mi scuso; ma sottolineo che il testo era da considerarsi semplicemente un foglio di lavoro e tutti i riferimenti in esso contenuti non sono mie considerazioni personali.
Per quanto mi riguarda mai ho considerato l’omosessualità una malattia da curare e ancor meno ho pensato che pedofilia e omosessualità siano collegate. Negli organi di stampa sono state riportati frasi che non ho mai pronunciato e che - ribadisco- non corrispondono al mio pensiero.
Ringrazio di cuore i miei colleghi e i miei studenti che, grazie al rapporto di fiducia che si è creato in tutti questi anni di lavoro insieme, hanno compreso quali erano le mie reali intenzioni”.
Prima ancora di leggere il foglio di appunti, qualunque ne sia il contenuto, va subito ricordato come sia dovere dal quale non ci si può mai sottrarre per chiunque comunica ad altri il proprio pensiero, figuriamoci per un professore a scuola, sia anche di religione, citare le fonti di quanto si afferma o si riporta per motivi di scientificità (verificabilità di quanto si riporta)  e anche di democrazia, mettere ognuno di consultare la fonte da cui quei dati sono stati estrapolati permettendo così di formarsi una opinione di prima mano  e non limitarsi a una opinione riportata da terzi, e dunque di seconda mano.
Non si tratta di non dare fiducia a questo o quel professore, ma anche fosse Einstein a  dirci la mia teoria della relatività dice così anche Einstein deve fornire le prove di quanto dice citando il testo da lui scritto pubblicato e consegnato al mondo scientifico in primis e a quello dei lettori e delle lettrici in secundis.
Nessuna autorevolezza può esimere dal citare le fonti. Mai per nessuna ragione. E' uno dei concetti base della scientificità e della democrazia di un corretto ragionare comunicare insegnare.

Per cui le parole del professore
Proprio perché era una raccolta di materiali da sviluppare, è stato scritto a mano senza le dovute citazioni e di questo me ne rammarico e mi scuso
sono irricevibili e solo per questo questa persona non è idonea all'insegnamento per l'atteggiamento dogmatico e totalitario con cui dispensa citazioni di testi senza riportarne le fonti.

In generale il tono degli articoli che riportano la notizia cambia in base alla posizione che chi scrive, o chi pubblica, ha nei confronti dell'argomento riassunto brutalmente sotto l'etichetta di matrimonio gay.  

Insomma la questione sembra vertere sulla legittimità o meno di una opinione. C'è chi chiede la testa del professore non per il metodo ma per le idee da lui espresse e qualcun altro che all'opposto  ma per le stesse ragioni lo difende.


In tutti questi articoli insomma il caso del professore serve per portare banalmente acqua al mulino del pro e del contro ai matrimoni gay.

Un modo triste di ragionare ma molto diffuso nel quale quello che conta non è la verità o la scientificità, che sembrano non esistere, ma  la legittimità o meno di una posizione contro che qualcuno trova illegittima e qualcun altro no.

Non tutti gli articoli entrano nel dettaglio del contenuto degli appunti scritti dal professore ma anche chi lo fa come l'Huffington Post o il Gazzettino o la Nuova Venezia nessuno sembra cogliere l'entità delle affermazioni del professore che non sono opinabili cioè soggette a parere favorevole o contrario a seconda di come la si pensa personalmente sull'argomento come si pretende bensì SBAGLIATE sia nelle definizioni che nelle inferenze che da quelle definizioni vengono fatte.

Eppure il volantino è sotto gli occhi di tutti e tutte ma nessuno sembra averlo davvero letto.

Già nel suo incipit si nota subito la confusione totale che questo professore ha sui concetti che usa e che confonde, non si sa quanto proditoriamente, sulla falsariga di quanto fatto dal papa che calza Prada in una recente occasione.



Quella gender (genere) non è una ideologia ma una distinzione che si usa in diverse discipline, tra le quali la sociologia, per distinguere il sesso (maschile e femminile biologicamente determinato)  e genere (l'essere uomo e l'essere donna) determinato socialmente e antropologicamente come è ben spiegato in questa slide tratta da una presentazione powerpoint in uso presso la terza università di roma facoltà di sociologia.



Per Pavanello secondo l'ideologia gender il genere non coincide più con il sesso biologico ma con il ruolo che ognuno si sente di assumere e lo chiama orientamento sessuale per concludere che per l'ideologia gender nulla è dato di naturale nelle differenze tra uomo e donna e quindi tutto può e deve essere cambiato.

Con un capolavoro di sincretismo omofobico e maschilista Pavanello  non solo confonde tra sesso (biologico)  e genere (sociologico) ma confonde il ruolo (di genere) con l'orientamento sessuale continuando nell'errore epistemolgico di smepre che vede nell'omosessualità un problema di identità di genere questo perchè si pretende che il femminile biologico debba naturalmente rivolgesi al maschile biologico  e viceversa e tertium non datur.

Ma c'è di più glisando sulla differenza di sesso e di genere e confondedo questa conq uella quanto critica l'ideolgia gender pretende che certi doveri e comportament del duomo e della donna, determinati storicamente e sociologicamente siano iscritti invece nella natura. Per cui se la donna è preclusa da certe professioni o dalla gestione del potere può essere la conseguenza di un dato naturale scritto nella biologia.

In linea con la chiesa che è un'organizzazione totalitaria  e maschilista che definisce Maria, la donna vergine prima durante e dopo il parto di Gesù, come serva del signore.
Una donna, detto per inciso che è il primo utero in affitto della storia visto che ha partorito il figlio di dio che biologicamente non è certo di Giuseppe...

Menomale che Pavanello accusa la teoria gender di essere una ideologia...

Un disastro che dovrebbe esautorare questo uomo dall'insegnamento visto che non capisce quel che pretende di spiegare facendo confusione tra termini e questioni.

C'è da chiedersi perchè nessuno lo abbia notato e fatto notare...

(1) continua

Domenica 27 gennaio 2012. Matrimonio per tutti (e tutte). A Roma, piazza Farnese la manifestazione di sostegno per la legge francese Mariage pur tous

DOMENICA 27 GENNAIO
PIAZZA FARNESE
DALLE ORE 14.00 ALLE ORE 17.00
SIT - IN DI SOSTEGNO
PER LA MANIFESTAZIONE FRANCESE PER

L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE “MARIAGE POUR TOUS”



Il Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”,
Agedo Roma,
Arcigay Roma,
Associazione Libellula,
Associazione Radicale Certi Diritti,
Compagnia teatrale inconTrans-tabile,
Controviolenzadonne,
Di Gay Project,
Famiglie Arcobaleno Roma,
Fondazione Massimo Consoli,
Gay Center,
Gaynet Italia,
Luiss Arcobaleno [non hanno un sito],
Nuova Proposta – donne e uomini omosessuali cristiani,
Queerlab [non hanno un sito],
Rete Genitori Rainbow
Roma Rainbow Choir,

[il link al sito delle associazioni organizzatrici è attivo solo per quelle nella cui homepage è riportato il sit in di domenica]
in occasione della Manifestazione parigina a sostegno della legge francese sul matrimonio egualitario  “Mariage pour tous”
 
che si terrà domenica 27 gennaio a Parigi, 

organizzano, 

in contemporanea con quella parigina,

 un sit – in a Piazza Farnese 

dalle ore 14.00 alle ore 17.00.


“Dopo le parole del Presidente Obama, che nel discorso di inaugurazione del suo secondo mandato ha paragonato le battaglie per i diritti civili di gay e lesbiche a quelle dei neri degli anni Sessanta, siamo ancora più determinati nel chiedere che il nostro Paese si allinei con le più importanti democrazie mondiali. E’ paradossale che l’Italia sia il terzo mondo dei diritti civili”, queste le parole degli organizzatori della manifestazione.
“L’agenda del prossimo governo non può ancora colpevolmente ignorare la questione omosessuale. Nonostante qualche avanzamento del centrosinistra, i programmi delle coalizioni alle prossime elezioni denotano una manifesta arretratezza sociale e culturale che ci allontana dall’Europa dei diritti civili”.
“In un Paese democratico, solidale e al passo con i tempi, la politica non può più disattendere le richieste della società civile, dei gay, delle lesbiche e delle persone trans. Il “Matrimonio per tutti”, in Italia come in Francia, è la battaglia di civiltà per una piena uguaglianza su cui il movimento lgbtq non arretrerà. Per questo domenica saremo in piazza in supporto delle richieste dei manifestanti francesi, consapevoli di essere protagonisti di una comune stagione dei diritti che ci deve vedere tutte e tutti uniti nella costruzione di un’Europa e di un Paese migliori”.