mercoledì 31 luglio 2013

Laicità, democrazia, indipendenza dell'informazione. Ancora sulle parole di apertura ai gay del papa.

Succede che L'espresso, nella persona di Sandro Magister (uno pseudonimo?) per delegittimare la nomina di Monsignor Battista Ricca come prelato dello IOR lo accusa di essere omosessuale.

Le parole che usa per descriverne comportamento e condizione non si riferiscono alla condanna con cui la chiesa liquida l'omosessualità (un'attrattiva sessuale la cui genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Una grave depravazione intrinsecamente disordinata, contraria alla legge naturale che non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale e In nessun caso possono essere approvati. Una tendenza, una inclinazione, oggettivamente disordinata, che chiama le persone omosessuali alla castità Il catechismo della chiesa cattolica). Non accusano Ricca di incoerenza e ipocrisia ma descrivono l'omosessualità con oggettive parole di condanna:

Appena una settimana dopo aver nominato il "prelato" (...) il papa è venuto a conoscenza, da più fonti, di trascorsi di Ricca a lui fin lì ignoti e tali da recare seri danni allo stesso papa e alla sua volontà di riforma.

Dolore per essere stato tenuto all'oscuro di fatti tanto gravi e volontà di rimediare alla nomina da lui compiuta, sia pure non definitiva ma "ad interim": sono stati questi i sentimenti espressi da papa Francesco una volta conosciuti quei fatti.
Il buco nero, nella storia personale di Ricca, è il periodo da lui trascorso in Uruguay, a Montevideo, sulla sponda nord del Rio de la Plata, di fronte a Buenos Aires.

Ricca (...) aveva conosciuto e stretto amicizia con un capitano dell'esercito svizzero, Patrick Haari. I due arrivarono in Uruguay assieme. E Ricca chiese che anche al suo amico fossero dati un ruolo e un alloggio nella nunziatura.
(...)

L'intimità di rapporti tra Ricca e Haari era così scoperta da scandalizzare numerosi vescovi, preti e laici di quel piccolo paese sudamericano, non ultime le suore che accudivano alla nunziatura. Anche il nuovo nunzio, il polacco Janusz Bolonek, arrivato a Montevideo all'inizio del 2000, trovò subito intollerabile quel "ménage" e ne informò le autorità vaticane, insistendo più volte con Haari perché se ne andasse. Ma inutilmente, dati i legami di questi con Ricca.

Nei primi mesi del 2001 Ricca incappò in più di un incidente per la sua condotta sconsiderata. Un giorno, recatosi come già altre volte - nonostante gli avvertimenti ricevuti - in Bulevar Artigas, in un locale di incontri tra omosessuali, fu picchiato e dovette chiamare in aiuto dei sacerdoti per essere riportato in nunziatura, con il volto tumefatto.
Nell'agosto dello stesso 2001, altro incidente. In piena notte l'ascensore della nunziatura si bloccò e di prima mattina dovettero accorrere i pompieri. I quali trovarono imprigionato nella cabina, assieme a monsignor Ricca, un giovane che le autorità di polizia identificarono.

Il nunzio Bolonek chiese l'immediato allontanamento di Ricca dalla nunziatura e il licenziamento di Haari. E ottenne il via libera dal segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano. (...) 
Quanto a Haari, all'atto di lasciare la nunziatura pretese che dei suoi bauli fossero inviati in Vaticano come bagaglio diplomatico. (...) aperti i bauli  vi furono trovate una pistola, consegnata alle autorità uruguayane, e, oltre agli effetti personali, una quantità ingente di preservativi e di materiale pornografico.

In Uruguay i fatti sopra riferiti sono noti a decine di persone: vescovi, sacerdoti, religiose, laici. Senza contare le autorità civili, dalle forze di sicurezza ai vigili del fuoco. Molte di queste persone hanno avuto di quei fatti un'esperienza diretta, in vari momenti.

In Uruguay c'è chi rispetta la consegna del silenzio per scrupolo di coscienza. Chi per dovere d'ufficio. Chi tace perché non vuole mettere in cattiva luce la Chiesa e il papa. Ma in Vaticano c'è chi ha promosso attivamente questa operazione di copertura. Frenando le indagini dall'epoca dei fatti a oggi. Occultando i rapporti del nunzio. Tenendo immacolato il fascicolo personale di Ricca. In tal modo ha agevolato allo stesso Ricca una nuova prestigiosa carriera.

(...) Per le tante persone rette che sapevano dei suoi trascorsi scandalosi, la notizia della promozione è stata motivo di estrema amarezza, ancor più acuta perché vista foriera di danni per l'ardua impresa che papa Francesco ha in corso d'opera, di purificazione della Chiesa e di riforma della curia romana. Per questo alcuni hanno ritenuto doveroso dire al papa la verità. Sicuri che ne trarrà le decisioni conseguenti.

Ci si vuole liberare di Ricca e si inventano passati scandalosi di omosessualità come si è fatto in passato per il direttore di Avvenire.
MA si badi non perchè l'omosessualità sia inconpatibile col magistero dela chiesa ma perchè è scandalosa di per sè.

Qualcuno ha chiesto la testa (metaforica o non ) di questo porco omofobo sul classico piatto d'argento? No.
Qualcuno ha denunciato lo sciacallaggio mediatico del peggior gruppo editoriale italiano (La repubblica/l'espresso) disgustosamente omonegativo e composto da una cricca di ignoranti e analfabeti (basta leggere un qualsiasi loro articolo)? No.


Quando Bergoglio a chi chiedeva donde di Ricca e della lobby gay risponde Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla  invece di contestualizzare quella frase e di denunciare l'uso strumentale diffamatorio dell'omosessualità si è parlato di rivoluzionaria apertura ai gay.

Capisco che un credente omosessuale cerchi disperatamente il perdono del papa e della Chiesa. D'altronde già la fede ne obnubila le capacità di raziocinio figuriamoci il senso di colpa per essere depravato
 Per cui non riesco a prendermela troppo con Andrea Rubera che da credente, si commuove perchè il suo aggressore invece di pugnalarlo a morte si è limitato a fracassargli tutti i denti ma lo ha lasciato in vita e per lui questa è un'apertura.  Fuor di metafora ognuno si sceglie la prigione che vuole e in quela prigione si immagina i giardini lussureggianti che vuole.

Io me la prendo con chi si professa ateo eppure si sente in dovere di riconsocere al papa chissà quali pregi.

Se non fosse per l'ingerenza del vaticano io non mi occuperei del papa.

Trovo le azioni della chiesa come le più criminali della storia del pianeta.

Molto più del nazismo.

Basta leggere la storia per vedere che la chiesa ha sempre lottato contro l'emancipazione dell'uomo e della donna.

Chi pensa il contrario è imbecille o è in malafede. E' tutto scritto. Basta leggere.

D'altronde da una religione che mangia la carne e beve il sangue del figlio maschio del proprio dio maschio per risuscitare col proprio corpo carnale e accedere alla vita eterna cosa ti aspetti?
La religione cattolica è una malattia mentale i malati e le malate vanno prima resi innocui e innocue e poi curati e curate.
Vi sembrano parole dure? Sono quelle che ci sentiamo dire noi gay  e lesbiche e bisex e intersex e transex tutti i giorni.

Per cui, come dire, un po' per uno

ma da oggi in poi tolleranza zero per i malati di mente e le malate di mente che parlano di un dio che non esiste.

Distruzione e sterminio totale di questi zombie della ragione.

Da oggi dichiaro guerra totale alla religione cattolica cancro dell'umanità. Il cancro si combatte si asporta si recide. Per cui...

Paole Concia e scalfarotti di tutto il mondo TREMATE.

I vostri giorni sono contati.