giovedì 7 novembre 2013

Ancora su Simone uccisosi perchè omosessuale. Su un post di Franco Buffoni pubblicato sul sito del Mario Mieli.

Il post di Buffoni pubblicato sul blog del mario Mieli Gay's Anatomy è ineccepibile, e tutto quello che dice è condivisibile.

Beh, quasi tutto.

C'è una frase, scritta sicuramente per svista, o in un eccesso di zelo da riassunto, nella quale Buffoni riduce il suicidio di Simone a un suicidio commesso perché omosessuale.

Questa frase per Buffoni dovrebbe spiegare tutto.

Per me invece non spiega niente.

Perchè omosessuale significa che la causa del suo gesto è da ricercare nella sua omosessualità. Un fatto interno a Simone dunque.

Ora non voglio negare che ci sono tante persone che quando scoprono di essere omosessuali la prendono male e dunque possono arrivare anche a togliersi la vita perchè non sopportano la propria condizione

Perchè magari loro per primi pensano che l'omosessualità sia qualcosa di sbagliato. Se cresci in una società omofoba l'omofobia la puoi anche interiorizzare.

In ogni caso però la mala accettazione della propria omosessualità non si basa su una oggettiva caratteristica disabilitante dell'omosessualità ma sempre su una causa esterna, quello stigma sociale che agisce non solo come pressione sociale ma anche come educazione negativa che possiamo interiorizzare.

Nel caso di Simone poi il suicidio, come ha spiegato bene in un biglietto scritto prima di togliersi la, vita non è avvenuto perchè Simone era omosessuale e non lo sopportava più.
Simone è stato molto chiaro, ha scritto sono ga
y e vivo in una società omofoba dove gli omosessuali sono tagliati fuori da tutto.

A Buffoni bastava aggiungere due parole a quella frase.

Simone si è suicidato perchè DISCRIMINATO in quanto omosessuale.

Adesso è vero che Buffoni ha pubblicato il post sul blog del Mario Mieli (e Dario Accolla che oggi riporta il post sul suo blog cade dal pero e parla di scritto condiviso su facebook: eppure lui scrive per il blog del Mario Mieli quindi è impossibile che non conosca la fonte di quel post...) e quindi pensa che chi legge quel blog sa come vanno le cose.

Ma il messaggio contenuto nelle sue parole ha un significato letterale che è l'unica cosa che resta al di là del contesto comunicativo nel quale è stato detto, scritto, pensato e diffuso.

Chiunque legge che Simone si è ucciso perchè omosessuale non riceve solo una informazione sbagliata ma gli viene implicitamente confermata l'idea che un o una omosessuale si uccide per quello che è un debole un infelice, un diverso da tollerare e curare e non una vittima dell'odio e dello stigma omonegativi.

Scrivere che ci si suicida in perchè si è omosessuali significa fare dell'omosessualità una spiegazione autosufficiente lasciando intendere che se ti scopri frocio è comprensibile tu ti possa uccidere proprio come se scopri che hai un cancro incurabile, o che hai la sclerosi e finirai in carrozzina.

Scrivere che Simone si è ucciso perchè omosessuale vuol dire contribuire a far percepire l'omosessualità come una condizione debilitante di per sé mentre la causa è l'omofobia e l'omosessualità è la vittima di un odio feroce ed endemico.

Un lapsus che nessuno ha colto (non mi sembra almeno che nessuno ne  abbia scritto come ho fatto io) sul quale dobbiamo tutti e tutte chiederci d'onde.

Perchè finché dire o leggere che ci si uccide perchè omosessuali ci sembra una frase sensata (invece di spiegare che ci si uccide perchè si viene discriminati in quanto omosessuali) vuol dire che in fondo in fondo dentro di noi pensiamo che essere omosessuali sia comunque una sfiga pazzesca.


E infatti in molti e in molte si chiedono che cosa abbiamo mai da essere orgogliosi...


E se anche chi dovrebbe liberare la società dall'omofobia ne è così intrinsecamente portatore... l'omofobia regnerà indisturbata ancora per i prossimi 100 anni.

Ed ecco una risposta definitiva a chi continua ancora ad avaere dei dubbi sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso...

Inzia il Festival Internazionale del Film di Roma. Non mancano i film a tematica lgbt...

...ne parlo nel mio primo articolo sul sito Gaiaitalia.com.

Buona lettura!