mercoledì 30 luglio 2014

La delibera del consiglio comunale di Verona e l'idelogia della vita




Una delibera del consiglio comunale di Verona ha approvato in data 23 luglio 2014 un documento nel quale si riconosce alla famiglia formata dall'unione di un uomo e una donna un ruolo primario nella trasmissione dei valori etici, culturali, sociali, spirituali e religiosi, tutelandone il diritto al compito educativo con particolare riferimento all'educazione sessuale.

La delibera invita sindaco e giunta di Verona, nelle scuole di competenza comunale,

a vigilare affinché, nelle scuole di competenza comunale, venga data un’adeguata
informazione preventiva ai genitori sul contenuto dei progetti di educazione all’affettività e alla sessualità, come pure sugli spettacoli e sugli eventi ludici, che vengono proposti ai loro figli;

a delegare al Coordinamento Servizi Educativi l’onere della raccolta delle segnalazioni dei genitori e degli insegnanti sui progetti di educazione all’affettività e alla sessualità, come pure sugli spettacoli e sul materiale didattico, che risultino in contrasto con i loro principi morali e religiosi;

a predisporre uno strumento di raccolta delle segnalazioni di cui sopra, con apposito spazio sul portale del Comune ed eventualmente anche attraverso un numero verde, istituito dal Comune o da qualche altro ente o associazione, che se ne assumesse l’onere;
al Comune spetterebbe comunque il compito di darne adeguata pubblicità;

a riferire periodicamente alla Commissione competente sulle segnalazioni di cui sopra

Lasciando agli altri organi di informazione di restituire il portato politico di questa delibera con relative prese di posizione pro e contro la delibera stessa, qui vogliamo leggere il documento approvato cercando di sviscerarne i valori e le idee che lo sottendono e lo sostengono.


1) La famiglia "naturale"[1] è solo quella fondata da uomo e donna.

Si vuole contrastare l'equiparazione delle famiglie formate da persone dello stesso sesso con quelle di sesso diverso con una considerazione biologica.

Non si dice però che la prole, per essere procreata, ha bisogno di un gamete maschile e un gamete femminile, né che necessita dell'unione fisica biologica di un uomo e una donna. Dando per scontata questa verità biologica si afferma direttamente che
         
La famiglia formata dall'unione di un uomo e una donna è l'unica istituzione           naturale in cui può nascere una vita.

Non già la funzione biologica ma l'istituzione costruita a partire da questa funzione riproduttiva.

Questo è un salto logico che va argomentato e non deriva necessariamente dall'assunto biologico.
Questo salto logico non tiene conto dell'evolversi delle compagini familiari che hanno visto donne single (o vedove) crescere la prole da sole proprio come, uomini single (o vedovi) facevano lo stesso.

Non basta rimanere incinta o mettere incinta per costruire una famiglia.

Ci vuole una volontà e una intenzione che non derivano semplicemente  dall'unione sessuale biologica tra un uomo e una donna.

E' la religione (cattolica e non solo) a pretendere che la creazione di vita in seguito a un atto sessuale significhi l'affermazione  della volontà di mettere su famiglia.

Coerentemente a questa idea totalizzante (e totalitaria) la religione cattolica vieta non solo la dissoluzione del matrimonio, solo all'interno del quale  si può legittimamente procreare, ma anche ogni forma di controllo delle nascite.
Anche per quanto concerne la procreazione assistita la legge 40, fino alla recente sentenza della Consulta, vietava la fecondazione eterologa, per lo stesso principio di purezza biologica dell'unione tra uomo e donna che non consente l'intervento di gameti esterni alla coppia.  

Questa ingerenza nella vita privata delle coppie "etero" dà la misura della ferocia sessuofoba con cui si vuole imporre la propria morale. Una morale che da un lato impone che ci sia una famiglia appena una diciassettenne rimane incinta dopo aver fatto sesso, magari per la prima volta, con il suo ragazzo, ignara persino dei primi rudimenti di profilassi anticoncezionale e di maternità e paternità consapevoli[2] e dall'altro si dice no a quelle coppie che invece vorrebbero tanto un figlio ma non possono averlo per problemi di sterilità, poco importa se congeniti o consustanziali.

L'ideologia della vita propugnata dalla chiesa è uno strumento di controllo dei corpi delle donne e degli uomini, uno strumento di controllo della prole, in violazione di tutti i diritti fondamentali dell'uomo e della donna.

Non solo si delegittimano le coppie dello stesso sesso in quanto sterili, si delegittimano anche le coppie etero in quanto sterili.

L'idea della sterilità si traduce in un divieto per qualunque coppia, anche etero, dell'impiego di gameti terzi, un divieto che discrimina tutte le coppie che, quale che sia il motivo.

Denunciare queste posizioni come meramente omofobe non individua appieno la portata di una ingerenza illegale, incostituzionale e disumana.

Quando, più avanti, nella delibera si asserisce che

          la famiglia è una comunità di affetti e di solidarietà, in cui si apprendono e si           trasmettono valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo       sviluppo e il benessere dei propri membri e dell’intera società; è inoltre il luogo dove le generazioni si incontrano e si aiutano reciprocamente ad affrontare le       difficoltà della vita e a svolgere il loro ruolo nella società  

questa descrizione è valida per ogni compagine familiare, dalle famiglie allargate a quelle ricomposte alle famiglie formate da coppie dello stesso sesso senza prole o con prole. Tutte le coppie che costituiscono famiglia si riconoscono in questi principi (con esclusione dei valori religiosi che valgono solo come diritto ma non come elemento necessario affinché quella compagine venga riconosciuta come familiare). Tutte le coppie che costituiscono una famiglia hanno una (due) famiglie di origine anche due donne e due uomini e anche loro possono avocare delle generazioni precedenti proprio come le famiglie di sesso diverso.

La discriminazione è tra l'unica forma di famiglia prevista dalla religione cattolica, formata dai genitori non divisi biologici della prole, e tutte le altre compagini familiari.

Le persone omosessuali e bisessuali così come le persone trans devono solidarizzare anche con le famiglie non tradizionalmente etero perché sono tutte colpite dalla stessa discriminazione ideologica di una religione patriarcale sessuofoba oscurantista e sadica.

Se si pensa al percorso di liberazione della donna e, anche della famiglia, si è passati dal ludibrio delle ragazze madri e dalla distinzione tra prole legittima (nata nel matrimonio) e prole illegittima (nata fuori dal matrimonio) al diritto della singola donna di gestire la gravidanza da sola, all'equiparazione della prole in qualunque compagine familiare nascano

Dunque l'idea di famiglia naturale formata dall'unione di un uomo e una donna come unica istituzione naturale in cui può nascere una vita è talmente restrittiva da discriminare non solamente le famiglie formate da coppie dello stesso sesso ma anche tutte le altre famiglie "etero", da quelle ricomposte[3] e quelle ricostituite[4] non costituite dall'unione di un uomo e una donna genitori biologici della loro prole.

Il tentativo di far derivare dalla dimensione biologica della procreazione umana un imperativo morale e religiosa è in contrasto con lo stesso articolo 16 della
carta dei diritti dell'uomo,  citato nella delibera, che, in un comma precedente (1) dice chiaramente:

          Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare
          una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione.

L'ideologia della vita, basandosi su un credo religioso e non su un diritto civile costituzionalmente garantito non può essere imposto per legge, dello Stato o morale, all'intera cittadinanza, ma solo a chi liberamente vuole aderire a tale morale.

2)  La famiglia “naturale”, formata dall’unione di un uomo e una donna, è  l’ambito sociale più adatto ad accogliere i minori in difficoltà, anche attraverso l’istituto dell’affidamento e dell’adozione .

Questa affermazione è falsa.

La corte Cassazione nella sentenza 3572 del 14 febbraio 2011 ha aperto verso le adozioni anche a persone single sostenendo che i tempi sono maturi perché si possa provvedere

          ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di minore da parte di         una singola persona anche con gli effetti dell’adozione legittimante

Moltissime persone a questa sentenza hanno   sostenuto che la prole per  crescere  bene  ha   bisogno   di   una  madre  e  di  un  padre.

l’Associazione Italiana di Psicologia ha emesso allora un comunicato stampa nel quale smentendo questo luogo comune precisa che

le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale sul rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psicosociale degli individui. Infatti i risultati delle ricerche psicologiche hanno da tempo documentato come il benessere psicosociale dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che il gruppo assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che si attualizzano al suo interno. In altre parole, non sono né il numero né il genere dei genitori adottivi o no che siano a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano.

Questo vale per genitori e genitrici etero e single, ma anche per single di altri orientamenti sessuali e  per tutte le compagini familiari esistenti nello Stato Italiano famiglie ricomposte e allargate, comprese le famiglie omogenitoriali di prima e seconda costituzione.

Per i consiglieri e le conigliere del comune di Verona anche un padre o una madre etero e single non hanno i requisiti per adottare o avere in affido minori di ambo i sessi propri come un padre e una madre di altro orientamento sessuale.

Anche qui tacciare l'ideologia della vita come omofoba è una accusa vera ma parziale.

3) L'omofobia c'è.

Dire che l'accusa di omofobia alla delibera e all'ideologia per la vita che la sottende sia solo parzialmente omofoba non vuol dire che non lo sia o che la delibera non prenda esplicita pozione contro le compagini familiari formate da persone non etero.

La delibera introduce queste posizioni affermando che

          Da qualche tempo la famiglia “naturale” sta subendo un’aggressione culturale senza
          precedenti, che vorrebbe equipararla alle unioni di persone dello stesso sesso,           riconoscendo loro il diritto all’adozione e alla “produzione” di bambini con l’utero in          affitto.

Riconoscere a nuove compagini familiari (come abbiamo visto non esclusivamente omogenitoriali) la stessa dignità legale e morale di famiglia non costituisce necessariamente un attacco alla famiglia etero indivisa (non divorziata o irsposata) di genitori biologici di prole.

L'integrazione di un diritto non toglie nulla al primo nucleo che dio quel diritto godeva.

Tradurre l'allargamento dei diritti come aggressione culturale è prima ancora che disgustosamente fascista
naïf .

L'idea di famiglia etero con genitori biologici di prole è cambiata nell'arco degli ultimi 70 anni passando dalla famiglia del capofamiglia e della patria potestà del vecchio statuto mussoliniano del 1942 alla nuova famiglia coi coniugi che hanno pari diritti e doveri del nuovo stato di famiglia del 1975.
Anche quella è una aggressione culturale alla famiglia naturale?

Ogni forma di tutela della donna e della prole rispetto la vecchia impostazione patriarcale che concedeva molto di più all'uomo che alla donna (ricordiamo il diritto di riparazione del maschio stupratore che poteva evitare la galera se sposava la donna, abrogata solamente nel 1982) possono essere altrettanti attacchi culturali alla concezione della famiglia naturale quella codificata nei precetti che San Paolo dà nei vangeli…

Ogni volta che le persone cercano di ragionare sull'uso condiviso di parole cercando di sottrarsi a un linguaggio razzista maschilista e sessista si danno dei consigli, si fanno delle raccomandazioni, che certo non hanno valore di legge né arrivare a un obbligo di segure quei cosnigli e quelle raccomandazioni.

In questa delibera si afferma il contrario. Per la delibera l'aggressione culturale

          arriva persino a minacciare i giornalisti (NOTA-1), a condizionare gli
          insegnanti nel loro ruolo educativo (NOTA-2), a indottrinare i bambini con           spettacoli e opuscoli tendenziosi (NOTA-3), a impedire lo svolgimento di convegni       sui temi familiari  (NOTA-4), a proporre la galera per chi dichiara di preferire       l’unione tra un uomo e una donna (NOTA-5) e, in prospettiva, ad insegnare giochi     erotici ai bambini per rimuovere ogni loro futura avversità ai rapporti sessuali di ogni tipo (NOTA-6).

Una serie di menzogne che analizzeremo punto per punto nel prossimo post.



[1] termine preso in prestito dalla nostra costituzione, art 29 La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio dove ha un significato diverso da quello della lingua comune quel naturale significando solamente che la famiglia, come istituzione,  è pre-esistente alla Carta Costituzionale che, dunque, non la istituisce, ma la riconosce.

[2] Ci riferiamo al diritto alla salute e all’autodeterminazione della madre genetica e biologica.
Cfr. Adriana Di Stefano  Tutela del corpo femminile e diritti riproduttivi: biopotere e biodiritto nella vicenda italiana in tema di diagnosi reimpianto
[3] Le famiglie ricomposte sono quelle famiglie che vengono a comporsi progressivamente dopo la separazione e il divorzio, quando più nuclei familiari vengono costituiti dai genitori separati.

[4] Le famiglie ricostituite sono quelle in cui uno o entrambi i partner che formano il nuovo nucleo familiare portano figli da unioni precedenti.

giovedì 10 luglio 2014

Il decalogo di Brunella Gasperini sugli orientamenti sessuali: disinformazione e totale assenza di scientificità.

Sul settimanale D di Repubblica  la psicologa Brunella Gasperini ha scritto un articolo nel quale conciona, pasticciando, sugli orientamenti sessuali.

Un articolo privo di fonti e dunque non scientifico, nessuna è autorità di se stessa, soprattutto quando non ti riferisci a una tua teoria ma a delle condizioni generali che tu pretendi siano date per scontate (e invece non lo sono). 


Anche in un articolo di (bassa) divulgazione si può (si deve?) rimanere rigorose nelle definizioni e nei sinonimi che si scelgono. 
Non così fa Gasperini che  riduce gli orientamenti sessuali alla mera componente sessuale e parla di
desiderio, delle nostre fantasie, della nostra sessualità e mai di affettività (parola che non compare mai nell'articolo) dimenticando (omettendo?) che l'orientamento sessuale si sviluppa appieno solo quando ci si relaziona con una (o più...) persone (1).

Per una psicologa non c'è che dire, complimenti!

Gasperini esordisce dicendo che:

L'orientamento sessuale deriva infatti da una delicata combinazione di fattori genetici e ambientali. Ed è ben più complesso, variabile e “colorato” di quanto si pensi.
Così.
Senza uno straccio di fonte, senza argomentare questa affermazione, priva di validità scientifica. Nessuno studio serio ha davvero dimostrato una origine genetica degli orientamenti sessuali (2).

Tant'è che lo scrive anche lei, più avanti, contraddicendosi.
 

L'assunto principale dell'articolo è che L'orientamento sessuale non è una condizione immutabile come dimostrano le ricerche compiute in questi anni, come si legge nel sommario, parlare di origine genetica è contraddittorio, i geni determinano e se qualcosa è determinato non può essere mobile (a meno che non si tiri in ballo il gene che rende mobili gli orientamenti sessuali... le persone che ricorrono al determinismo genetico per i comportamenti umani i più svariate hanno una fantasia immensa).

Eureka! Ho trovato il gene che ci fa pensare che tutto è determinato dai geni

Gasperini parla anche di ambiente  che farebbe derivare assieme ai geni l'orientamento sessuale.

Insomma una botta al cerchio e uno alla botte, dicendo che L'orientamento sessuale deriva infatti da una delicata combinazione di fattori genetici e ambientali Gasperini non sta dicendo niente perchè afferma che froci o etero si nasce (geni) e si diventa (ambiente).


Per argomentare la sua tesi (la mobilità degli orientamenti sessuali) Gasperini cita Kinsey che aveva scoperto che le persone omosessuali ed eterosessuali pure, quelle cioè che hanno relazioni sessuali E SENTIMENTALI esclusivamente con persone dello stesso o dell'altro sesso, sono entrambe una minoranza statistica la maggior parte delle persone attestandosi in un comportamento bisessuale vairabile nel tempo e con diverse prevalenze percentuali su uno dei due sessi.

La bisessualità è la condizione di default, l'omosessualità e l'eterosessualità pure, sono due minoranze (statistiche).

Che dice la nostra invece?

L’orientamento sessuale è il risultato dell'interazione di fattori biologici, genetici, ambientali e culturali.
Biologici e genetici. Quindi nasco gay se ho il gene e se ho una determinata biochimica...
Qui si fa ancora confusione tra sesso (biologico) e orientamento sessuale...
Non è biologicamente preordinato in modo rigido verso un dato sesso, ma solo indirizzato con una preferenza, in modo più o meno rilevante, nella maggioranza dei casi, in senso eterosessuale.
Dunque l'ambiente stempera il determinismo dei geni indirizzando le persone verso una maggioranza statistica.
Siamo tutti e tutte etero e gli altri due orientamenti sessuali sono una minoranza.

Ma allora la fluidità a cosa serve se siamo tutti prevalentemente etero?

Non a dire che, al di là dell'orientamento sessuale che abbiamo, amiamo le persone di qualunque sesso esse siano. Siamo tutte e tutti etero e poi ogni tanto siamo froci e lesbiche ma, essendo gli orientamenti sessuali fluidi  ETERO POSSIAMO TORNARE AD ESSERE.

Chi perora la teoria della fluidità degli orientamenti sessuali infatti?

Due scuole di pensiero completamente diverse.

La teoria riparativa. Dalle omosessualità, se si vuole, ci si può allontanare. Nicolosi negli Usa e Dèttore in Italia.

La teoria Queer che vuole cancellare le distinzioni tra i tre orientamenti sessuali percepite come etero (od omo) normate (3).

Rimane un certo grado di fluidità potenziale, che permette lo svilupparsi delle differenze, in base a processi di apprendimento ed eventi di vita.
Quindi per Gasperini il modello di default è prevalentemente l'eterosessualità e solo in base a processi di apprendimento e a eventi della vita si è bisex od omo.

Naturalmente questo non spiega niente.

Se ho il gene dell'omosessualità non si capisce come l'abiente possa farmi cambiare orientamento sessuale. Né come possa farmi diventare omosessuale visto lo stigma che non favorisce certo l'omosessualità.

A meno che per processi di apprendimento non si intenda qualcosa di negativo o di deviante (anche solo in termini statistici).

Gasperini gioca sporco invece quando artatamente confonde tra comportamento sessuale (con chi andiamo a letto) e orientamento sessuale che è invece una costruzione complessa e dinamica.

Lei invece la butta in caciara e crede di dimostrare la fuidità dell'orientamento sessuale portando come prova il comportamento sessuale.
2. Non siamo sessualmente orientati in modo stabile e unico ma possono determinarsi dei cambiamenti. Ci sono persone che vivono anni da eterosessuali e poi sperimentano, in alcuni periodi, cambiamenti nell’attrazione sessuale, nelle fantasie e nel desiderio. Questa instabilità riguarda gli eterosessuali così come gli omosessuali.
Già la parola instabilità è giudicante. Vuol dire che uno non si è ancora assestato. Sei instabile perché dopo anni di vita da eterosessuale hai delle fantasie gay.

In realtà nessuno e nessuna diventa qualcosa che non era già prima.

Tutti e tutte abbiamo fantasie bisex a prescindere dal nostro orientamento sessuale.

Anche io che sono un gay puro, secondo la scala Kinsey un 6, ho diverse fantasie sessuali con donne ma questo non mi rende instabile così come non mette in discussione la mia omosessualità nè rende gay tutti gli etero che hanno fantasie in tal senso.

Non si è omosessuali perché si hanno fantasie. Si è omosessuali quando si hanno storie sentimental-sessuali prevalentemente con persone dello stesso sesso.

La fluidità non è instabilità (4).

Gasperini sembra non avere le idee chiare quando scrive
3. Ci sono motivi per pensare che in assenza di pressioni sociali, condizionamenti culturali ed educativi di una società che sostiene e favorisce la direzione etero, probabilmente una proporzione di popolazione molto più vasta esprimerebbe un orientamento sessuale diverso. È un dato appurato inoltre che le persone che hanno rapporti di natura sessuale, in modo occasionale o continuativo, con una persona dello stesso sesso, sono molte di più delle persone che si definiscono omosessuali.
Condivisbilissimo. 
Ma in contraddizione con quanto detto prima. Gasperini faccia pace col suo cervello.



Non è biologicamente preordinato in modo rigido verso un dato sesso, ma solo indirizzato con una preferenza, in modo più o meno rilevante, nella maggioranza dei casi, in senso eterosessuale come detto al punto 1.
oppure
È un dato appurato inoltre che le persone che hanno rapporti di natura sessuale, in modo occasionale o continuativo, con una persona dello stesso sesso, sono molte di più delle persone che si definiscono omosessuali come detto al punto 3.
Lo stesso vale per il punto 4.
 4. Omosessuali ed etero non sono categorie distinte, nemmeno dal punto di vista genetico. 
Secondo chi? Secondo quale studio?
Nonostante l’accanimento di qualche "ricercatore", nessun gene dell'omosessualità è stato fino a oggi isolato.
Ma non era stata Gasperini a esordire dicendo L'orientamento sessuale deriva infatti da una delicata combinazione di fattori genetici e ambientali. Ed è ben più complesso, variabile e “colorato” di quanto si pensi ?

Quale delle due affermazioni è vera?


Il capolavoro di grossolana divulgazione è però nei seguenti periodi.

Inoltre le etichette etero, omo e bisessuale sono ormai considerate [da chi?] inadeguate per esprimere l’ampia gamma di possibilità degli orientamenti sessuali.
Ah sì? Quali possibilità lasciano escluse?
Non tutti siamo esclusivamente attratti da un genere [Da un genere? Siamo attratti da un genere o da un sesso?] o in misura uguale da entrambi.

Se la bisessualità è la macrocategoria nella quale nasciamo tutte e tutti  e poi in diverse fasi della vita questa potenzialità si polarizza di più verso una o entrambe le componenti etero e omo quale gamma rimane esclusa?
Sono solo schemi grossolani che inquadrano e riducono una realtà ben più complessa.
Io di grossolano vedo solo l'argomentare di Gasperini.

Gasperini usa genere e sesso come sinonimi quando in psicologia sono due concetti ben distinti (5).

5. Le donne mostrano una maggiore flessibilità nel proprio orientamento. Diversi studi evidenziano una maggiore probabilità che le donne siano bisessuali piuttosto che esclusivamente omosessuali, mentre negli uomini si verifica il contrario.
Ricordo che poche righe prima Gasperini afferma il contrario:
Ci sono persone che vivono anni da eterosessuali e poi sperimentano, in alcuni periodi, cambiamenti nell’attrazione sessuale, nelle fantasie e nel desiderio. Questa instabilità riguarda gli eterosessuali così come gli omosessuali.
Adesso ci dice che questo vale più per le donne che per gli uomini...

Le donne non eterosessuali tendono di più a considerare il proprio orientamento sessuale come flessibile, in alcuni casi “scelto”, mentre gli uomini più spesso lo vivono come innato e immutabile.
Questa affermazione andrebbe spiegata e contestualizzata. Si tratta di fare considerazioni sociologiche, antropologiche e politiche, non certo genetiche e biologiche.


Detta così è discriminatorio e sessista.

Non è il sesso a determinare questa differenza bensì la costruzione sociale del genere.
Sul lesbismo poi non ci si deve dimenticare il portato politico di liberazione della donna dal patriarcato e dal maschio (6).

Queste differenze sono politiche e culturali non sono certo codificate nel sesso biologico o nei geni...

6. Alternative di orientamento sessuale riguardano statisticamente più i maschi per poi rimanere abbastanza stabili nel tempo, rispetto a quello che avviene nelle femmine.
Alternative. Cioè oppositorie e non compatibili, legate dall'o/o  alla faccia della fluidità...

Di nuovo, nessuno può addurre queste differenze al sesso biologico, ma solo alle costruzioni sociali dei generi
Percorsi geneticamente innati sembrano esserne le cause, insieme ad elementi legati alla più elevata rigidità dei ruoli di genere culturalmente imposti agli uomini nella nostra cultura.
Altro cerchiobbottismo.
O c'è determinismo genetico o c'è costruzione sociale del genere.

Inoltre il genere e l'orientamento sessuale non hanno alcun legame vincolante.

Io sono  e resto maschio anche se mi innamoro di altri maschi.

Nessuno può dire, in maniera intellettualmente onesta e con una certa consistenza scientifica che le differenze di comportamento tra maschi e femmine siano derivanti dai geni (2).

In nessun esperimento si può escludere l'ambiente in cui non solo nasciamo o nel quale abbiamo esperienze ma anche nel quale esprimiamo la nostra persona nelle relazioni con altre persone.

Queste affermazioni sono pure ipotesi astratte prive di validità scientifica.

7. L’ipotesi – smentita dagli studi - che l’orientamento sessuale sia immutabile e che si nasca orientati verso un dato sesso, sembra rendere più facile l’accettazione sociale dell’omosessualità in una società, come la nostra, ancora omofobica.
Però guarda caso rende anche accettabile l'ipotesi riparativa... Infatti subito dopo Gasperini si sente di dover specificare che

8. Non esistono evidenze scientifiche che l’orientamento sessuale possa essere modificato volontariamente. L’American Psychological Association ha escluso che sia possibile modificarlo utilizzando forme di terapia psicologiche o religiose. Non a caso, le cosiddette terapie riparative orientate agli omosessuali falliscono clamorosamente.
Agli, solo uomini, non le lesbiche!

Ah già! Ha detto che sono i froci a essere più rigidi e meno fluidi...
9. Non c’è alcuna prova scientifica legittima che dimostri che vivere una sessualità [e l'aspetto affettivo?] diversamente orientata rispetto alla maggioranza, significhi aver subito traumi infantili, deficit educativi, rapporti difficili con i genitori o con l’altro sesso. Così come non è stata trovata nessuna correlazione tra orientamento sessuale e psicopatologia. Fino agli anni 70 del secolo scorso l’omosessualità era contemplata come deviazione sessuale nel DSM, il manuale diagnostico statistico di riferimento della psichiatria. Oggi questa voce resiste solo nel pregiudizio.
Anche il pregiudizio di Gasperini che continua a parlare di sessualità e non di affettività.

10. L’orientamento sessuale è una caratteristica radicata che ha un significato profondo per gli individui: è espressione di sé. La sua limitazione psicologica, culturale o giuridica infligge gravi danni psicologici.
Anche gli articoli scritto coi piedi ...

Insomma questo articolo è un regesto di affermazioni contraddittorie compilate senza citar fonti, senza una contestualizzazione teorica, senza attestare cosa sia davvero la fluidità degli orientamenti sessuali e soprattutto, a  cosa serva  oltre che a dire che i froci sono più rigidi delle lesbiche e che siamo tutti e tutte una minoranza mentre l'eterosessualità è statisticamente la norma.

E pensare che c'è chi ha apprezzato questa accozzaglia di frasi senza senso...



Le mie fonti per questo post

(1) Rosario Coco Alessandro Paesano Lo stylebook di Gaynet.
Si rimanda alla bibliografia ivi contenuta per ulteriori e indispensabili indicazioni bibliografiche

(2) Lesley Rogers Sesso e cervello Einaui, Torino 2000 (in particolare tutto il capitolo 3 Un gene gay?)

(3) cfr. voce Queer dello Stylebook, op. cit.

(4) Davide Dèttore, Emiliano Lambiase La fluidità sessuale Alpes, Roma 2011

(5)  Antonella Montano, Santina Calì, Antonio Zagaroli Educare alla diversità a scuola Scuola secondaria di secondo grado Istituo beck, Roma 2013

(6) cfr. voce Lesbismo dello Stylebook, op. cit.

venerdì 4 luglio 2014

Buonanno o dell'uso personale delle istituzioni.

Lo avete letto tutti e tutte. Il leghista Gianluca Buonanno, eurodeputato e  sindaco di Borgosesia ha dichiarato che
Due gay non devono baciarsi in pubblico, ci vuole senso civico: a me dà fastidio. Io faccio anche il sindaco: si poterebbe pensare a fare una delibera comunale. Non sono contro gli omosessuali, ma in pubblico devono mantenere contegno.
A molte persone ha colpito la verve omofoba di questa dichiarazione, senza colgierne però il portato eversivo.

Buonanno non spiega il perché due gay (non due perosne dello stesso sesso ma due gay, quindi a rigor di lingua italiana che due uomini etero lo portrebbero fare...) non possono baciarsi. Dice solo che a lui dà fastidio.
E siccome lui è sindaco pensa bene di vietarlo con una delibera.

Ecco, questo uso delle istituzioni per i gusti personali mi sembra la migliore dimostrazione della follia di princicpio, tutta giocata sulla pelle altrui, di chi, garantista fino al fanatismo, permetterebbe a questo usurpatore di poteri pubblici di esprimere la sua opinione per l'inalienabile principio di libertà di pensiero.

In una democrazia non basta dire io penso che... ma bisogna sempre anche spiegare il perché. Perchè la cosa pubblica dovrebbe far diventare legge imposta a tutti un pensiero individuale inopinato e non richiesto.

Lamentiamoci di questo e non del fatto che un cattivone vuole vietare che i gay si bacino uffa! come si legge vittimisticamente un po' dappertutto.