martedì 10 giugno 2014

Due parole su chi denigra il nuovo spot Findus gayfriendly

Lo spot è firmato dall’agenzia pubblicitaria Havas Worldwide e pianificata da Havas Media.
Fa parte di una srie di spot "Findus presenta" caraterizzati dalla presenza in voce di una famiglia colta nell'attimo di consumare i cibi surgelati e precotti della multinazionale (Lions Capital in tutti i paesi europei ad eccezione di Svizzera, dove è di Nestlè, e Italia, dove fa capo a Permira).
CHiachciericcio da occasione quotidiana che lascia spazio al prodotto pubblicizzato.

E' così per i diversi spot finora prodotti


Quello sul fishburger




Quello sui bastoncini




Quello sul merluzzo gratinato.




L'idea è che se il chiachiericcio è quello solito, questi prodotti precotti e surgelati fanno ormai parte della quotidiantà delle famiglie italiane.
Findus è tra di noi e non ci facciamo più nemmeno caso. Un chiacchiericcio non proprio neutro visto che vengono rispettati molti ruoli di genere. nello spot sui fishburgher è la madre a dare il permesso ai due filgi maschi di mangiare davanti la tv dove i due si mettono a giocare alla playstation (a guardare i gamepad). Oppure la complicità tra maschi padre figlio per convicere alla sorella più piccola  (e più tonta) di mangaire i piselli... Oppure nel terzo spot la donna che fa fare all'uomo una cosa che a lui non paice, una cosa da donne come il ballo, per amore.

Il chiacchiericcio, lo small talk deve essere conservatore perchè non deve far passare nessuna novità progressista, nessuna deroga ai ruoli rpecostituiti, nessuna interruzione del main-stream del flusso di maggioranza.

Adesso c'è un novo spot con qualcosa di nuovo.






La novità dello spot dove la madre non batte ciglio al coming out del figlio si basa dunque sulla pretesa che il coming out è ormai una cosa all'ordine del giorno.

Non a caso c'è la mamma e non il papà a cena, perchè, si sa, coi figli maschi, il luogo comune vuole che sia proprio il papà quello che ha più difficoltà ad accetare la virilità mancante.

Questo spot, insomma, presenta come ordinario, qualcosa che ordinario invece non è (quanti e quante di voi conoscono amici e amiche  buttati e buttate fuori casa da padri e madri di merda?) contribuendo a costruire una retroica da main-stream in maniera non evidente, eppure tangente, presente, concreta, possibile.

Uno spot forte, non particolarmente birllante, come non lo è nessuno di quelli che lo hanno preceduto, ma che hanno la loro forza proprio in questa dozzinalità solo apparente.

Perchè, d'altronde, che le si neghi o no, le coppie di ragazzi e ragazze che si amano sono una realtà anche nel nostro paese. Ci sono smepre state l'unica cosa che cambia è la loro visibilità, adesso ribadita anche da uno spot.

Se fate un giro sulla rete vi renderete conto invece delle critiche negative che lo spot sta ricevendo da parte di molte persone omosessuali e bisessuali (poche quelle etero...) che lamentano allo spot di non fare vedere i volti (ignorando che è caratteristica di tutti gli spot della serie) che una cosa così importante viene detta en passant senza darle peso  (forse perchè il coming out è lì che dovrebbe arrivare, è quello l'effetto che dovrebbe sortire), oppure ci si lamenta dello sfruttamento dell'omosessualità (maschile) negli spot.

Se invece leggiamo l'articolo (si fa per dire)  di Guido Liberati sul Secolo d'Italia nel quale si può dice che
la multinazionale dei surgelati ha proposto il suo nuovo spot, dedicato a nuove specialità che si preparano nel forno a microonde ma che sembrano fatte in casa: insomma, che non sono come sembrano. Un po’ come i due soggetti della storia dello spot, che sembrano maschi “tradizionali” appunto come la cucina di una volta, ma sono invece parecchio “moderni”. 
Spot nel quale 
Di maschi etero non c’è traccia. Il babbo è stato sapientemente eliminato dallo spot, come a lasciare intuire che la signora sia vedova. Perché per i pubblicitari “gay friendly” gli eterosessuali sono come gli indiani per Custer. Sono buoni solo morti.
forse questo spot, al di là dei ricchioni criticoni (purtroppo è lo scotto da pagare sulla rete: chiunque dotato di tastiera può scrivere, anche il sottoscritto), ha davvero colpito nel segno e ci porta avanti improvvisamente di vent'anni.

Se solo molti froci risucissero a fare lo stesso...