sabato 30 maggio 2015

L'ennesima, mediocre, inutile campagna della gay help line del Gay Center di Roma

I soldi sono anche i nostri visto che c'è il contributo della Regione Lazio e del Comune di Roma, le menti purtroppo sono quelle manageriali e non veramente pro popolazione lgbt del Gay Center che, con la scusa di sensibilizzare contro il bullismo omotransfobico, si limitano in realtà a fare pubblicità alla propria Gay Help Line.


Lo slogan della campagna di comunicazione 2015 della Gay Help Line ne è un triste ma evidente esempio:
"Sei gay ? La felicità è un tuo diritto. Chiama Gay Help Line, 800.713.713 . Siamo pronti ad ascoltarti".

L'immagine scelta per questo slogan è inutile e anonima


Due braccia maschili, senza i volti, nell'avanbraccio di quello superiore la scritta tatuata col numero della gay help line l'altro braccio che viene aiutato a emergere dall'acqua.

Capita l'antifona?

Sei gay,  dunque hai una difficoltà personale a emergere e la gay help line può aiutarti, come in caso di ogni altro handicap.

Lo slogan corrobora questa nostra lettura: Sei gay? Hai diritto alla tua felicità (sottinteso anche se non sembra). E' la tua condizione di gay di per sè a renderti infelice.

Ben diverso sarebbe stato un claim che ricorda la discriminazione subita in quanto gay:
sei discriminato perché gay? La gay help line ti aiuta.

Ma i pavidi e le pavide del Gay Center non vogliono certo riconoscere che la causa dell'infelicità delle persone omosessuali non stia già in loro e nella loro condizione come pretendono (nel senso inglese di fare finta) ma nel pubblico ludibrio e che quel pubblico ludibrio può essere tolto, perché, se viene tolto, la gay help line che ci sta a fare?

Si propone una immagine cattolica dell'omosessualità come condizione infelice di per sè che va aiutata ma certo non promossa né riconsociuita nei suoi diritti.

Una campagna come questa (come quelle passate) non serve a niente e a nessuno (e nessuna) se non a far pubblicità alla gay help line stessa.

Non individua nessuna delle agenzie sociali che sono causa o concausa dello stigma omofobico e relega l'infelicità, dalla quale si può uscire meglio se aiutati dalla gay help line, nella sfera del proprio privato vissuto.


La retorica argomentativa con cui è presentata sul sito della gay help line questa ennesima inutile e autoincensate campagna comunicativa ne è una riprova:

"Siamo partiti nove anni fa, e oggi siamo il contact center più sviluppato a livello nazionale per gestire casi di discriminazioni,di violenze, di bullismo, ma anche per rappresentare un centro di ascolto per chi è in difficoltà o ha bisogno di aiuto per vivere liberamente con sé stesso, con gli amici o con la propria famiglia la sua omosessualità. Sul territorio di Roma e del Lazio siamo attivi con il servizio di consulenza psicologica, legale e di counselling, ma anche con iniziative svolte negli anni in oltre 70 scuole o direttamente con le famiglie o i luoghi di lavoro delle persone discriminate, per cambiare dall´interno il clima ostile in cui lesbiche, gay e trans spesso vivono. Nella campagna di comunicazione di quest´anno abbiamo voluto puntare sul concetto di "felicità" - dice Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, l´associazione a cui fa capo il servizio d´ascolto - perché è importante soprattutto verso i giovani capovolgere i messaggi di paura e violenza verso l´ambizione a essere felicemente sé stessi. Solo facendo passare il concetto che la felicità è un diritto, come lo è essere gay, possiamo riuscire a sconfiggere l´omofobia".
A parole la discriminazione c'è ma questa discriminazione, anonima, senza un volto, senza connotazione politica, senza mandanti, si traduce in una difficoltà oggettiva delle persone a vivere la loro condizione invalidante.


Un frasario rivoltate, perché omofobico, che tratta l'omosessualità come un accidente terribile da vivere come si può.


D'altronde se si è finanziati dalle istituzioni si ha paura di pestare qualche piede e non ci si può rivolgere con fermezza contro chi agisce l'omofobia Stato chiesa e Società.


Il capolavoro omofobico di una campagna che non serve a nessuno (e nessuna) se non alla gay help line pro domo sua è quel capolavoro della vacuità che è lo spot (che andrà su Sky!).




L'errore madornale di questo video è mostrare i gay (e le poche lesbiche, trans non ne vedo...)  avulsi da qualsiasi contesto sociale di vita quotidiana, là dove l'omofobia agisce, e posti in uno spazio ideale e metaforico dove i gay si nascondono rimanendo immersi nell'acqua della piscina e dove arrivano i supereroi della gay help line a tirarli fuori, I maschi acchiappano i maschi d'altronde se no che gay sono e dove poi la solitudine e l'isolamento si trasformano in un party in piscina dove il bacio tra i due ragazzi che si rimorchiano non ci viene mostrato.

Per il genio che ha fatto questo spot l'amore tra ragazzi ancora non osa dire il suo nome. Niente baci sulla bocca se no poi Sky lo spot mica te lo manda in onda!

Insomma questo spot serve a tutti gli omofobi e le omofobe d'Italia che  possono tranquillamente continuare a discriminare gay, lesbiche, trans e bisex (che per la gay help line non esistono...),  tanto poi dopo ci sta la gay help line...

Non vi viene da vomitare?