lunedì 26 settembre 2016

Non diventiamo civili a colpi di legge: perchè non serve una legge contro l'omofobia nel caso di aggressione paterna ai danni della figlia lesbica nella gaystreet di Roma

Avrete letto i fatti, così come ci sono stati raccontati con colore di cronaca (terribile e omofoba) dalla stampa ma anche dal movimento.

I geniutori (padre e madre) e una zia di una ragazza 21enne hacco compiuto un raid nella gay street romana, individuando la fidanzata della figlia\nipote che hanno schiaffeggiata.
Poi il padre ha dato un pugno (o forse più di uno) alla figlia (colta da un attacco di panico) e ha messo a soqquadro il Coming Out lanciando tavoli e sedie.
Quando sono giunti i carabinieri che hanno identificato padre madre e zia la ragazza non ha sporto denuncia.

Prima ancora di analizare la dinamica dei fatti (e sì che di domande da fare ce ne sono) tutti e tutte hanno chiesto, urlando indignati e indgnate, la promulgazione dela legge contro l'omofobia senza pensare, così, di getto.

Adesso la legge contro l'omofobia così come era pensata  originariamente, prima che Scalfarotto (ogni aggettivo è inutile, basta il cognome) la svuotasse di qualunque significato,  applica delle aggravanti di pena per altri reati.

Non è un reato di per sè nel senso stretto del termine come il furto o l'omicidio che sono atti concreti e identificabili.
E' una aggravante: quando tra i motivi che hanno portato qualcuno o qualcuna a commettere un reato c'è l'omofobia.

Per rimanere nei due esempi se io rubo o uccido perchè la vittima è omosessuale la legge contro l'omofobia aggiunge un'aggravante alla pena già prevista dal codice penale.

Dunque a ben vedere la legge contro l'omofobia costituisce una vendetta.
Un aumento di pena tutt'altro che edeucativo, certo non un deterrente, ma una vigliacca e inutile aggravio di pena.
Ecco riemergere l'anima frocaiola del popolo italaino fascista da sempre e per sempre.


Sia ben chiaro.
Non stiamo dicendo che di questa legge non ci sia bisogno o che non sia giusta.
Perchè la legge vieta anche la diffusione di idee parole e atti di odio contro le persone omosessuali.

Ma le forze in gioco in questa specifrica vicenda, dolorosa per la società italiana e romana, sono di ben altra portata.

Torniamo ai fatti.
La prima domanda che mi viene in mente è, fra tutti i froci e le lesbiche presenti nel locale e alla gay street come mai nessuno e nessuna han pensato di immobilizzare il padre, la madre e la zia?
Come mai nessuno e nessuna han pensato almeno di separe padre e figlia?
Come mai il rapporto numerico, sicuramente a favore degli e delle astanti, e non delle due aggreditrici e dell'aggressore, non è stato usato a vantaggio dell'aggredita?

Perchè nei resoconti non si è spiegato come mai l'aggressione è stata compiuta, a leggere le ricostruzioni, nell'indifferenza generale?

Io non sono un eroe ma l'unione fa la forza e se ci sono latre persone con me ci provo a fermare un uomo che picchia una ragazza a rischio di essere picchiato anche io come gli altri.

Quale legge sull'omofobia piuò istillare un senso di solidarietà che non trova altro modo di esprimersi che nel mantra "legge sull'omofobia"?
A quando una legge contro l'omossione di soccorso? Ah no aspetta, quella c'è già...

Entriamo adesso nel cuore del problema.
La ragazza non ha denunciato padre madre e zia.
Ne prendo atto e rispetto la sua scelta. Trovo disumano però che lo Stato lasci a lei l'incombenza della decisionedi sporgere querela.
Se tuo padre o tua madre o una tua familiare ti aggrediscono anche se sei maggiorenne sotto sotto un motivo ci sarà. Se non ti sta bene querelali altrimenti arrangiati.

Ecco cosa trovo incivile.
La prole minorenne è tutelata al di là della sua volotà. Quella maggiorenne è lsciata a se stessa.

Così non è solamente  il popolo italiano che sta a guardare. Sta a guardare anche lo Stato che sembra dire se hai dei genitori violenti arrangiati.

E intanto ci si gingilla con una legge contro l'omofobia che non c'azzecca proprio nulla...