sabato 7 gennaio 2017

Il sesso, al cesso, non è mai neutro

Taxi Zum Klo (Germania dell'Ovest, 1980) di Frank Ripploh,
nel quale un ragazzo gay maestro di scuola,
rivendica le scopate ai cessi anche
se è in una relazione akkettiva
Una volta la comunità gbtqi parlava di gabinetti pubblici perchè questi erano (e sono) posti di battuage, posti dove si rimorchia, dove si scopa.
Un fenomeno che riguarda esclusivamente i maschi (per questo ho eslcuso la l dall'acronimo, non mi risulta che le lesbiche usino i bagni per cercare qualcuna con cui fare sesso, se sbaglio ditemelo).

Un fenomeno diffuso, conosciuto (ne parla anche il cinema, ricordo un bellissimo cortometraggio di Roman Polansky)  del quale si è parlato anche sui giornali, uno dei casi più recenti è quello di George Michael arrestato per atti osceni mentre palpava il cazzo di un avventore del bagno pubblico, rivelatosi poi un agente di polizia in borghese (che stava lì apposta col cazzo di fuori per arrestare chi avesse provato a prenderglielo in mano.... perverso no?)

Sarà che per noi maschietti è anatomicamente più facile fare pipì, rimanendo in piedi te lo tiri fuori e la fai dove vuoi, in qualunque angolo. E poi da cosa nasce cosa...Una femmina invece non potendo direzionare il getto di urina, almeno con la stessa facilità di noi maschietti, deve accovacciarsi se non vuole sporcarsi infracoscio e patata (per chi è poco avvezzo con l'anatomia femminle il meato uretrale sta sopra l'orifizio vaginale) e pisciarsi sui piedi.

Con questa considerazione naturalmente non voglio stilare alcuna norma comportamentale.
Anche noi maschietti possiamo fare pipì seduti sulla tazza invece che in piedi (io per esempio lo faccio sempre trovandolo più pratico, niente tavoletta da pulire, dopo). Ma certo se posso evitare di sedermi in un bagno pubblico lo preferisco.







Personalmente ho sempre trovato i bagni dei maschi un po' spaventevoli per quell'esibizionismo degli urinatoi, uno accanto all'altro, io che in presenza di un'altra persona non riesco a pisciare nemmeno se mi minacciano col bazooka (adesso con l'età la cosa è meno rigida... ehm...), e ho sempre preferito i bagni individuali, sempre che fossero disponibili e in condizioni igieniche decenti.

Sempre personalmente non ho mai rimorchiato al cesso. Non ci ho proprio mai pensato. Sarò all'antica ma per me il cesso è il cesso. Nemmeno mi giro a gardare il membro del vicino, cosa che molti maschi fanno  e non solo con intenzioni gaie.
Il confronto, la curiosità del cazzo del maschio simile tuo è comportamento legittimo anche nell'orizonte patriarcale. Anzi, il confronto è la quintessenza del cameratismo virile (per questo molti maschi cadono dale nuvole quando scoprono che dietro il confronto di qualche maschio c'è una intenzione ...più concreta).

Questo non vuol dire che secondo me nei bagni non si può fare sesso o rimorchiare, se non lo faccio io gli altri possono farlo come e quanto gli pare, ci mancherebbe! Parlavo di me...

Adesso invece la comunità lgbtqui parla dei bagni per motivi che poco hanno a che fare con l'anatomia dei corpi maschili e femminili e col sesso e molto con l'identità di genere, facendo confusione assai, e sovrapponendo piani diversi, anatomici, politici e sociali, deragliando (ragliando?) in un discorso contraddittorio e imbarazzante.


Capita che da più parti si sia inziato a parlare di bagni unisex.

Di bagni, cioè, non più separati per sesso ma frequentabili da maschi e femmine.

Una vignetta che illustra alcuni stereotipi sessuati
sui bagni pubblici (ma niente sesso...)
Questa assenza di distinzione, già prevista anche nei film di fantascienza (Starship Troopers, Usa, 1997, di Paul Verhoeven) sembra la normale evoluzione di una società sempre meno sessuofoba che non si imbarazza delle funzioni corporali. Mi chiedo solo se in questi bagni unisex gli urinatoi verrebbero ancora contemplati o no.
L'osservazione che a una donna magari non interessa vedere un uomo pisciare è sessista perchè lo stesso vale anche per i maschi. Per me vale. E sono gay.
Abituati a una società meno sessista vedere un uomo che piscia dovrebbe diventare cosa spontanea per le donne come lo è già per gli uomini adesso. E viceversa.
Certo magari qualche complicazione ci sarebbe per quei maschietti che nei bagni ci vanno per scopare con altri maschietti.
Però se due maschi si palpano indifferenti degli sguardi altrui perchè non possono ignorare anche la presenza femminile?
Di nuovo se un maschio (etero) ignora i due maschi che si palpano perchè non può farlo una femmina?

Perchè nella società patriarcale un uomo non mostra il cazzo a una donna per caso. La mostrazione del membro ha sempre un sottotesto inequivocabile che arriva alla molestia anche nel nostro codice penale.
Tantomeno una donna che mostra la fica a un uomo. Nel patriarcato sarà sempre visto come un invito (anche da certi maschi gay che di fronte alla mostrazione si sentono subito chiamati in causa...).

Sarebbe bella una società dove uomini e donne possono mostrarsi gli organi sessuali reciprocamente senza automatismi di valore, disvalore, violenza.
Ma, sarà utile ribadirlo, nella società di oggi se un uomo mostra il cazzo a una donna senza che lei glielo ha chiesto è sempre una forma di violenza.

Però a ben vedere i bagni di cui si parla non sono dei bagni unisex bensì bagni genderneutral che è tutta un'altra cosa.

Se nei bagni unisex è chiaro che possono andare sia maschi che femmnie nei bagni genderneutral il sesso è cancellato.

Sono bagni  nè per maschi nè per femmine ma per tutte le persone non importa quale sia il loro genere.
Adesso, noi pisciamo con il sesso e non con il genere.
Allora com'è che il genere improvvisamente entra nei cessi?
Ci entra per via delle persone transgeder che magari vorrebbero entrare nel bagno del sesso del loro genere di elezione ma questo viene loro impedito.

E' successo anche in Italia, nel 2006, quando Elisabetta Gardini, allora deputata di Forza Italia si lamentò perchè Vladimir Luxuria, deputata di Rifondazione Comunista, portatrice di pene, usava il bagno delle donne.
Per inciso nel bagno delle donne  gli orinatoi non ci sono quindi in nessun caso Gardini avrebbe potuto vedere Vladimir mentre fa pipì.



Un bagno unisex  consentirebbe a chiunque di entrare nel bagno di chiunque visto che si tratta sempre e solo dello stesso bagno.

Il problema però non è solo degli altri avventori o delle altre avventrici dei bagni ma anche delle persone interessate che possono avere dei mal di pancia (metaforici) ad andare in un bagno sessuato perchè magari non si sentono nè uomini nè donne.

Non si tratta allora di tutelare il diritto di chi vuole andare in un bagno per maschi o per femmine anche non avendone il titolo ma di riconosscere anche sulla porta del cesso quello che il cesso non può dirimere.

Se ci stiamo sperticando da trent'anni nel dire che sesso e genere non sono legati non si capisce perchè al cesso il genere non conforme al sesso debba essere tradotto come terzo sesso.

Per avere un bagno inclusivo basterebbe cancellare la separazione, l'eslcusione  (o maschi / o femmine) e mettere l'inclusione (e maschi e femmine).

Usiamo tutti e tutte lo stesso bagno, portatori e portatrici di cazzo e portatrici e portatori di fica qualunque sia il nostro genere.

Ma a tutta una serie di persone, gender fluid, agender, bigender, gender variant, non basta vedere il simbolo di maschio E femmina sulla porta del cesso.
Voglio anche un terzo simobolo nel quale sentirsi rappresentat*.

Qual è questo terzo simbolo?
Mezzo maschio e mezzo femmina.


 
Un simbolo che da solo può anche avere un senso (indica comprensione) ma che messo insieme ai simboli maschile e femminile crea un terzo sesso innecessario


perchè al bagno dovrebbe importare il sesso e non il genere.
E perchè quel simbolo crea una differenza discriminatoria.

Le persone transgeder non vogliono essere viste con uno sguardo indifferente ma vogliono essere riconosciute nella loro unica inequivocabile differenza (che però la si definisce sempre con i simboli di maschio e femmina che si pretende di trascendere) discriminando se stess* ma evidentemente anche le persone che si accontentano di essere solamente maschi o femmine.

Altro che inclusione!
Un cesso tutto per sè, come la stanza di Virginia Woolf.